L’apparenza inganna

Mi chiamo Luigi, sono un ragazzo di venticinque anni con normale corporatura ed altezza, e vivo a Roma ed amo l’inverno, o meglio il freddo. Per me l’estate significa solamente sudore e fastidi. Purtroppo la mia società chiude sempre due settimane ad agosto e quindi sono obbligato, ogni anno, a passare quei quindici giorni chiuso in casa con il condizionatore a palla.
Era una giornata torrida e mi si era anche rotto il condizionatore! Ero solo in casa e stavo praticamente nudo con solo un paio di mutande girando per casa per trovare un posto dove arrivasse un alito di vento.

L’unica cosa che entrava dalle finestre spalancate erano sciami di moscerini e zanzare. Fui tentato di uscire di casa e farmi un giro con l’automobile e il condizionatore a palla ma sapevo che sarebbe stato inutile perché dopo quel giro avrei sofferto ancora di più il caldo. Alla fine mi arresi e presi una sedia che misi accanto alla finestra e accesi la TV per passare un po’ di tempo.
Arrivò finalmente la sera ma il caldo non passò anzi l’aumento dell’umidità accrebbe il fastidio che provavo.

Dovevo trovare una soluzione e alla fine mi venne in mente un’idea quasi geniale. Presi una vecchia e logora sdraia che avevo a casa e l’aprii nel piccolo balcone. C’entrava appena!
Andai poi in cucina e presi una birra ghiacciata e mi sedetti sulla sdraia allungata. Grazie alla birra e al suo momentaneo effetto rinfrescante riuscii a superare l’impatto con l’esterno e a sopportare le zanzare (intanto erano anche a casa) e lentamente mi addormentai.

Mi svegliai dopo un paio d’ore tutto indolenzito e pieno di punture. Qualcosa mi aveva svegliato ma non capivo cosa. Avevo l’impressione di essere osservato ma non vedevo nessuno.
Rientrai a casa per prendere un’altra birra e tornai a sdraiarmi. Finalmente vidi che c’era un’altra persona che aveva avuto la stessa mia idea, e probabilmente lo stesso problema, nel palazzo di fronte al mio ma spostata sulla sinistra. Potevo vedere ben poco con quella scarsa luce ma pensai che fosse la “famosa” inquilina.

Famosa perché riceveva molto spesso ragazzi a casa, a qualunque ora, che tranquillamente se ne andavano dopo circa un’ora o poco più. Le pettegole di cui è pieno il mio condominio e che, ahimè, incontro giornalmente dicono che è una prostituta ma io non l’avevo mai vista.
Vidi un movimento che presi per un saluto e per educazione feci altrettanto.
La mattina successiva ero a pezzi! Tutto indolenzito e infreddolito, ora tirava un bel venticello che mi ha rinfreshito per il resto della notte.

Mi alzai con difficoltà da quella scomoda posizione e, prima di andare a farmi la doccia, lancia uno sguardo all’altro balcone che era deserto.
Ad agosto trovare un tecnico che ti ripara l’aria condizionata è quasi impossibile ed infatti non ci riuscii così nel pomeriggio me ne andai in un centro commerciale per sfruttare l’aria condizionata e comprare un ventilatore che accesi appena tornato a casa.
Non so se a voi dà fastidio sentire quel sibilo continuo e quelle ventate alternate ma ho scoperto che a me dà molto fastidio.

“era meglio se compravo una sdraia nuova” rimuginai mentre mi sedevo di nuovo sulla sdraia con in mano la solita birra. Guardai subito verso il balcone della sera precedente e ci vidi di nuovo la sdraia con i zampironi accesi. “Quindi anche questa sera avrò compagnia” pensai mentre mi scolavo la birra ed infatti dopo pochi minuti uscì anche lei. Indossava un paio di pantaloncini e il pezzo superiore di un costume. Quando mi vide mi salutò alzando la sua lattina di coca cola verso di me, come per un ipotetico brindisi, e mi sorrise.

“niente tecnico?” mi disse con quell’accento straniero che non riuscii a identificare
“non se ne parla proprio. Penso che arriverà quando ormai le ferie saranno finite. Magari adesso sta al mare in costume a farsi il bagno”
Le chiacchiere finirono così. Niente di più e niente di meno. Ci sdraiammo sulle rispettive sdraio e rimanemmo in silenzio. Lei non si mosse per tutto il tempo che rimasi sveglio e quando mi alzai per indossare una maglietta, non volevo risvegliarmi di nuovo tutto incriccato, lei dormiva tranquillamente con indosso una leggera camicia da notte.

Probabilmente era in ferie anche lei oppure non riceveva a causa del guasto.
Il giorno successivo andai al vicino supermercato per acquistare un po’ di cibo e soprattutto una scorta di birra e ci trovai lei ma non la notai se non dopo che lei mi rivolse la parola dicendomi
“non mi saluti?”
Probabilmente pensava che l’avevo fatto apposta per non dare aria a chiacchiere ma capì dalla mia espressione che non l’avevo riconosciuta.

Fu il suo accento ad aiutarmi a capire chi era
“scusami ero sovrappensiero e non ti ho riconosciuta. Fai la scorta della coca cola?”
“si, con questo caldo si beve tanto. ”
Scambiammo altre quattro parole di circostanza e ci salutammo dandoci “appuntamento” per quella sera.
Quella mattina avevo provato a chiamare di nuovo il tecnico che non mi rispose di nuovo quindi decisi di sostituire la vecchia sdraia con una nuova.
Il rituale si ripetette per altre due sere e ogni volta ci scambiavamo il “brindisi” e chiacchieravamo aumentando sempre di più la durata.

Quando la incontrai dopo altri due giorni eravamo ormai vecchi amici. A me non è mai interessato nulla di quella che pensa la gente e quindi non mi creai problemi ad invitarla a prendere un gelato.
Nonostante il caldo passammo un pomeriggio migliore dei precedenti e fu normale per me invitarla per mangiare una pizza quella sera
“certo che mi fa piacere ma … tu sai chi sono io?” mi chiese
“se ti riferisci a quello che si dice in giro, so chi sei , ma sei anche una bella e piacevole ragazza che mi piacerebbe portare a cena.

Non ci trovo nulla di male”
“tu no ma gli altri?”
“io degli altri me ne frego. Allora vieni?”
“certo!” mi risposte felice
“ok ci vediamo alle 8. Giusto il tempo di una doccia. ”
“ci vediamo alle 8 ”
Entrato in casa mi feci la barba e una doccia veloce e scesi. Lei mi stava già aspettando fumando una sigaretta.
Trovammo una pizzeria che, nonostante fosse piena, non ci fece aspettare molto per servirci un’ottima pizza e noi sfruttammo l’occasione per parlare di tante cose, delle più strane, e fu così che scoprii che veniva da New York e che stava qui per studiare.

Dopo la pizza fu la volta del gelato di cui sono molto goloso. Passeggiando verso casa mi venne istintivo prenderle la mano e quando me ne accorsi era troppo tardi. Il silenzio calò tra noi due. Ci fermammo davanti al suo portone e, quasi timidamente, mi invitò a salire
Se avessi rifiutato l’avrei offesa ma sapevo che se fossi salito la serata sarebbe terminata solo che in un modo. Nel vedermi titubante mi diede un bacio sulla guancia, mi ringraziò ed aprì il portone dicendo “capisco”
“ancora non ho rifiutato e già mi saluti?” dissi mentre lei stava entrando
“pensavo che non ti andasse di passare la notte con me”
“non sarebbe la prima.

Volendo sono già due notti che passiamo insieme”
Rise alla mia battuta e si incamminò verso l’ascensore. L’atmosfera, freddina fina a quel momento, si accese quando, saliti sull’ascensore, ci demmo il nostro primo bacio. Bastò quello per eccitarmi ma anche lei non mi sembrava da meno.
È giunto il momento di fare una descrizione di quel pezzo di fica che avevo davanti. Si chiama Cristina, capelli lunghi e biondi , occhi verdi, altezza al di sopra della media, corpo a dir poco fantastico grazie soprattutto al seno, una terza misura e molto sodo, e al sedere molto invitante, certo non una ragazza che passa inosservata come ho potuto appurare durante la serata.

Cristina aprì la porta di casa e appena entrati ci gettammo uno nelle braccia dell’altro baciandoci appassionatamente.
Mentre mi guidava verso la camera da letto rimanemmo sempre attaccati in un bacio prolungato e sempre più sensuale con le nostre mani che si muovevano per sentire il corpo dell’altro e per togliere per quanto possibile i vestiti dell’altro.
Non so se avete mai visto quei film americani dove si vedono i protagonisti che entrano nella casa baciandosi e nella scena successiva vengono inquadrati i loro vestiti seminati per tutta casa.

Pensavo che fosse una grande cazzata ma in quell’occasione scoprii che era una cosa veritiera.
Con lei ho scoperto un sesso selvaggio, molto fisico, e soprattutto interminabile. CRISTINA ERA INSAZIABILE! Cominciò con un pompino meraviglioso. Si attaccò alla mia canna come se fosse una fonte di vita leccandolo e succhiandolo come mai nessuna aveva fatto per me e quando inserì un dito nel mio ano scoprii una nuova variante che inaspettatamente mi piacque al punto di goderle in bocca.

Lei da vera e affamata porca ingoiò tutto il mio sperma bollente ma non si fermò e continuò a succhiare cambiando però posizione e mettendomi così la sua luccicante fica davanti alla mia bocca. Durante questo sessantanove lei riuscì a far resuscitare il mio cazzo lasciando solamente quelle due o tre volte per gridare il suo orgasmo.
La fica era talmente fracida che il cazzo slittò quando glielo misi dentro. Lei mi incitava a spingere con i suoi contini FUCK FUCK che non potevo far altro che accontentarla.

Cambiammo posizione più volte. Quando mi monto sopra mi fece vedere che era veramente una brava cavallerizza. Si gustava il cazzo per tutta la sua lunghezza salendo fino al glande per poi affondare, a volte lentamente e altre velocemente, mentre io giocavo con i suoi capezzoli e con il suo sensazionale seno. Quando invece la misi a pecora lei guaiava assecondando i miei colpi sempre più profondi e potenti. Non avevamo nessun profilattico e di conseguenza inondai le sue fantastiche chiappe con la mia sborra.

Mi diede solamente dieci minuti per riprendermi prima di mettersi di nuovo nella posizione del sessantanove per resuscitare di nuovo quello che consideravo ormai “morto”. La sua fica gocciolava del suo piacere e forse leccai anche qualche goccia del mio sperma scivolato tra il solco delle natiche ma non ci feci caso perché lei mi stava mandando veramente in estasi.
Dopo un lungo lavoro riuscì a portare a termine il suo progetto ed io mi ritrovai con un cazzo, magari un po’ dolente, ma in efficace erezione.

Questa volta si mise direttamente a pecora e passando una mano tra le sue cosce prese il cazzo guidandolo direttamente all’altezza dell’ano. Appoggiai la cappella e spinsi piano. Lei si lamentò solamente un secondo, all’ingesso, per poi cominciare ad incitarmi con la sua voce sensuale dicendo “oh baby, fuck me” ed io l’accontentai cominciando la mia più bella inculata facendola gridare di piacere al punto che quando venni lei stava piangendo per il piacere provato.

Ci addormentammo. Quando la mattina successiva mi svegliai era accanto a me. Mi alzai e mi misi le mutande e poi andai a cercarla. La trovai in salotto con un ragazzo che al mio ingresso rimase a bocca aperta. Lei non mi vide, ero alle sue spalle, e parlando in inglese riprese il ragazzo ma poi seguendo il suo sguardo so girò e mi vide. Sorrise e mi disse “la lezione termina tra un quarto d’ora.

Fatti un caffè e tra poco sarò da te”
Solo allora capii che le malelingue avevano sbagliato! Lei non era una prostituta bensì era una ragazza che dava ripetizioni di inglese.
Infatti Cristina me lo confermò dicendo tra l’altro che ero stato l’unico a trattarla come una ragazza e non come un prostituta e che …. voleva fare il bis perché erano sei mesi che non faceva sesso!
È proprio vero, l’apparenza inganna!.

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