L’albero delle nespole.

Mi sentivo a mio agio nella casa dello zio. Soprattutto quando ero da sola con lui mi sentivo libera e non avevo più freni inibitori a mostrarmi davanti allo zio anche in modo succinto.
Le fantasie erotiche dello zio mi piacevano, al tal punto che al mio risveglio mattutino ero già eccitata al pensiero di quale situazione erotica mi avrebbe proposto.
Non avevamo ancora avuto un rapporto completo, ma capivo che il desiderio di concedermi a lui aumentava sempre di più.

Indossavo soltanto la t-shirt e mutandine bianche mentre gironzolavo spensierata nel giardino della villetta ed avvicinandomi ad un albero di nespole, cercavo di raccoglierne qualcuna.
Sentivo gli occhi dello zio su di me. Il suo sguardo che si concentrava sul mio corpo.
“Mi piacerebbe farti delle foto vestita così. Sei troppo eccitante. Ecco così, mentre alzi la mano per raccogliere le nespole, la maglietta che si alza mettendo in vista le mutandine.

Sarebbero delle foto fantastiche. ” Aveva proposto lo zio.
“Scordatelo, odio le foto e farmi fotografare”. Avevo risposto seccamente ed in modo deciso.
“Dai proviamo. Dopo le guardiamo insieme e le cancelliamo. Promesso. Le facciamo con lJPad. Vado a prenderlo. ” Aveva replicato lo zio disinteressandosi completamente del mio rifiuto.
“Zio, forse non hai capito, scor-da-te-lo”.
Avevo ribadito scandendo e sillabando bene le parole.
Ma era tutto inutile, tanto non mi ascoltava.

Tre secondi dopo era già tornato in giardino con il suo JPad.
“Ok va bene. Facciamo le foto. Ma non con il tuo jPad. Usiamo il mio, almeno sono sicura che verranno cancellate. Dai vai tu a prenderlo, è in camera mia”. Avevo proposto.
Non avevo mai amato le foto, ma l'idea di farmi fotografare in pose sexy in quel momento mi eccitava.
Nel frattempo lo zio era tornato in giardino portando con se anche una scaletta pieghevole.

“Così puoi prendere anche le nespole più in alto”. Aveva detto.
Ma era evidente cosa aveva in mente. Più in alto salivo, più visuale avrebbe avuto lui.
Infatti ero salita sulla scaletta posizionata sotto l'albero ed avevo teso le braccia in alto per prendere le nespole. Automaticamente la t-shirt alzandosi aveva messo bene in vista le mutandine.
“Che ne dici se le abbassassimo le mutandine, ecco così”. Aveva detto lo zio e senza neppure lasciarmi tempo di rispondere aveva abbassato leggermente le mutandine scoprendomi solo l'inizio del mio pelo rossiccio.

“Dai continua a raccogliere le nespole tenendo le braccia in alto”. Aveva detto mentre continuava il suo “servizio fotografico” concentrandosi ad immortalare soprattutto la zona della fighetta.
La situazione mi prendeva parecchio ed anche lo zio lo era. Si notava il rigonfiamento nelle sue bermuda.
Quanto mi sarebbe piaciuto in quel momento sentire la sua lingua sul clitoride. Essendo io sulla scala, la mia fighetta era praticamente all'altezza della sue labbra e quando lo zio si avvicinava per fotografarla le sentivo così vicine.

Lo zio si era accorto della mia eccitazione e non poteva non accorgersene. La fighetta era già strabagnata ed emanava un odore di sesso che si sentiva a distanza.
Aveva posato l'JPad e messo le sue mani sui miei fianchi da sotto la maglietta, praticamente sul culetto.
Si avvicinava e senza togliermi le mutandine aveva iniziato a baciarmi prima all'inguine e poi si era concentrato all'altezza del clitoride.
Mi teneva stretta a lui, un po' per non farmi cadere e un po' anche per toccarmi con le sue mani tra le mie chiappe.

Da parte mia capivo la situazione abbastanza anomala ed avevo messo le mani sulla sua testa un po' per tenermi ma soprattutto per spingerla sulla mia fighetta.
Le mutandine era come non averle per quanto erano bagnate. Tra i miei umori e la lingua dello zio si erano praticamente incollate sulla mia pelle lasciando intravedere uno spacco tra due labbra rigonfie.
Lo zio aveva una lingua fantastica, non aveva impiegato molto a farmi raggiungere un orgasmo strepitoso.

Avevo voglia dello zio ma come facevo a dirglielo. Di certo era che non potevo restare sulla scala.
“Che ne dici se andassimo a vedere le foto, andiamo in camera, in penombra si vedono meglio ” Aveva proposto lo zio.
Era evidente che la sua proposta era tutta una scusa per andare in camera con lui, ma da parte mia dovevo pur scendere dalla scala. E poi non sarebbe stata la prima volta che mi trovavo in camera con lui.

Eravamo andati in camera da me e c'eravamo sdraiati vicini sul lettone
Le mutandine strabagnate non riuscivano a nascondere la leggera peluria rossa della fighetta e neppure nascondere sue forme, le sue labbra.
“Hai proprio una fighetta da sogno”. Aveva detto lo zio e continuando “fammela vedere ancora in originale”.
Lo lasciavo fare, la situazione mi eccitava.
“Bellissima, sei bellissima Laura. Mi hai stregato in questi giorni. Non vedo l'ora di restare da solo con te per poterti vedere.

Giocare con te”. Aveva detto mentre le sue enormi dita mi accarezzavano le labbra della fighetta, stavolta da dentro le mutandine.
Senza chiedermelo me le aveva sfilate lentamente, cosa che mi aveva eccitata molto.
Successivamente mi aveva alzato e poi tolto la t-shirt.
Nel frattempo lui si era tolto i suoi pantaloncini.
Eravamo entrambi completamente nudi.
Aveva iniziato a baciarmi il seno, mordicchiando i capezzoli, aumentando così le mie voglie.

I capezzoli erano da sempre stati i miei interruttori naturali.
Sentirli nella sua bocca avevano acceso tutte le mie voglie mandandomi in estasi.
Lo zio aveva messo una gamba tra le mie e si strusciava il pisellone sul mio ventre mentre con un dito era entrato nella fighetta.
Sentivo il suo pisellone premere sul mio ventre. Come non potevo non sentirlo. L'aveva duro come il marmo.
Intanto continuava a baciarmi, dal seno era salito sul collo.

C'era da impazzire, avevo voglia di lui. Avevo messo le mie dita tra i suoi riccioli per accarezzarlo
Mi stavo lasciando andare.
Gli accarezzavo i riccioli mentre continuava a baciarmi sul collo. La mia voglia aumentava. Gli avevo stretto i riccioli tra le dita e spinto il suo viso contro il mio.
Sentivo le sue labbra vicinissime alle mie ed un attimo dopo c'eravamo baciati in modo passionale. Un bacio lunghissimo, passionale.

Adoravo essere baciata in quel modo e quando baciavo era perché ero ormai nella via del non ritorno.
Non avevo opposto nessuna resistenza quando si era spostato con le gambe mettendole entrambe tra le mie.
Sentivo il suo pisellone premere sul mio buchetto strabagnato.
Si zio. Si.. Si zio siii.. Siiiii. Siiiiiiii… Siiiiiiiiii. Siiiiiiiiiiiiiiiiiiii. Siiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii……………

Click
Laura.

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