La prima volta nel culo.

Io ed Anna stavamo insieme da oltre un anno, eravamo giovanissimi, io 22 enne lei 17enne, entrambi vergini. Insieme vivemmo il primo atto sessuale ed insieme scoprimmo quanto fosse bello fare sesso. Dopo oltre un anno, come raccontavo, per ragioni di lavoro dovetti trasferirmi in provincia di Varese e per questo che, non appena Anna divento maggiorenne, decidemmo di iniziare la convivenza. La passione tra di noi era enorme, scopavamo ogni giorno più volte al giorno, ed anche nel bel mezzo della notte capitava che all'improvviso mi svegliavo mentre mi spompinava o la svegliavo con il cazzo duro e pronto a scoparla.

Un giorno, dopo una lunga ed intensa giornata di lavoro, tornai a casa e fui accolto da Anna in maniera calorosa come sempre, ma ancor di più. Era vestita di una minuscola ed attillata maglietta di cotone beige che seguiva alla perfezione i contorni del seno e dei capezzoli e lasciava scoperto l'ombellico, e di uno short di jeans aderente che lasciava vedere una buona parte del culo. L'odore dell'eccitazione si respirava chiaramente e quando la baciai per salutarla Anna allungo subito la mano sul cazzo, che nel frattempo era già diventato duro.

Io risposi a tanto affetto prima accarezzandole il seno ed i capezzoli e poi afferrandola per il culo e tirando verso il mio uccello. Lei apprezzó molto ed infilò la mano negli slip per toccarmi meglio l'uccello che ormai duro come il marmo le diede una scossa ancor più evidente, la setii tremare tra le mie braccia. Senza aggiungere altro, Anna slacciò la cintura, sbottonò i pantaloni e lasciò che questi ultimi cadesse ai miei piedi.

Il cazzo era durissimo ed Anna si compiaceva del desiderio che aveva acceso in me. La cappella faceva capolino tra la pancia e l'elastico degli slip. A questa visione non poté resistere, si inginocchiò ai miei piedi e comincio a baciarmi e leccarmi la cappella, non tralasciando di dedicarsi anche all'asta che mordicchiava attraverso il tessuto degli slip. Le presi le braccia e la tirai su per raggiungere la camera da letto ma lei mi disse:”no, voglio farlo qui, in cucina, sul tavolo”.

Il cuore mi batteva già forte, le sfilai la maglietta e dedicai qualche minuto alle sue stupende tette, morbide, arrapanti ed ogni volta che le mie labbra si soffermavano sui suoi capezzoli le rispondeva stringendomi l'uccello in mano per testarne la consistenza è più lo stringeva più si induriva. Poi le sbottonai il jeans e la afferrai per il culo per tirarla a me. Quando il cazzo tocco la sua pancia mi afferrò anche lei per il culo e mi disse:”scopami, scopami come non hai mai fatto prima”.

Così la sedetti sul tavolo, le aprii le gambe e notai il suo sesso completamente bagnato, era eccitatissima. La penetrai con dolcezza estrema, millimetro dopo millimetro e quando arrivai alle palle, comincia a pomparla con estrema lentezza e questo le procurava un piacere estremo. Le dissi:” oggi voglio che tu sia la mia troia, vuoi essere la mia troia?”, le rispose senza esitare :”io sono già la tua troia ma se vuoi, oggi posso anche essere la tua vacca o la tua puttana”.

A queste parole affondai uno due tre colpi con forza crescente e ad ogni colpo che si susseguiva vedevo il suo piacere crescere a dismisura. Con le gambe mi avvinghiò a lei con le gambe dettava forza e tempi della penetrazione. Il cazzo stava esplodendo di sborra, le palle sbattevano sul suo culo quando all'improvviso molló la presa, mi allontanò e mi disse:” dove vuoi mettermelo, dove vuoi sborrarmi? In faccia, in bocca? Nel culo?” Non avevo mai pensato, prima di quel momento, di incularmela, ma il fatto che fosse lei a propormelo fece cadere ogni labile freno inibitore e così le risposi:” oggi ti voglio inculare, oggi ti voglio spaccare il culo”.

La volgarità delle nostre parole ci eccitava sempre più e ci spingeva verso confini mai traguardati prima. Scese dal tavolo per darmi le spalle e mentre assumeva la posizione della pecorina, con il cazzo ancora bagnato dei suoi umori, mi avvicinai al suo culo e lo poggiai tra le chiappe sode e presi a farlo scivolare con voluttà estrema. Lei, Anna, lo afferrò con una mano e lo condusse in figa, poi lo riprese in mano e lo portò verso il buco del culo.

Era stretto, ed il mio cazzo sembrava enorme per quel buchino, esercitai una pressione sempre crescente, ma non riuscivo a penetrarla, così mi svincolai, mi inginocchiai e cominciai a baciare e leccare il su meraviglioso culo. Era profumato, era arrapante leccare le rughe del buco sul quale mi soffermai svariati minuti. E mentre la mia lingua impazzava, con una mano continuavo a menarmi il cazzo, non per mantenerlo duro ma per evitare di impazzire dall'eccitazione.

Mi alzai, infilai il cazzo nella figa grondante fino in fondo e poi lo ripresentati all'ingresso di quel paradiso che avevo leccato sino a pochi secondi prima. Umido di saliva il culo accolse facilmente la mia cappella e poi, con estrema delicatezza, continuai ad imprimere una sempre maggiore pressione. All'improvviso sentii intorno al cazzo le pareti del buco che lo stringevano, stava entrando ed il suo ansimare confermava quanto accadeva. Lo spinsi piano piano tutto dentro, millimetro dopo millimetro e quando le palle toccarono le chiappe, capii che era tutto dentro.

Rimasi immobile con tutto il cazzo piantato nel culo ed Anna fece altrettanto. Il cazzo stava esplodendo di sborra, lei lo capì e mi disse:”sborrami nel culo, riempimi il culo di sborra, sono la tua troia, la tua vacca, la tua puttana, fammi godere con il culo ti prego…” così, con la sborra pronta da due ore di eccitazione, riuscii a dare uno, due colpi secchi prima di cominciare a schizzare tutto nel culo.

Uno, due, tre, quattro, cinque schizzi, ad ogni schizzi un colpo profondo, ad ogni colpo lei mi diceva:”sto sborrando, non fermarti, godo ancora, ancora, ancora”. Lei a braccia aperte con le mani si afferrava al tavolo, io stravolto mi sono adagiato su di lei facendole avvertire il peso della mia presenza e con il cazzo ancora nel culo, ho afferrato le sue mani ed i nostri corpi si sono fusi completamente. Ho continuato a baciarle il collo fino a quando il cazzo ridimensionato dalla copiosa sborrata non è stato espulso dal suo culo ed in quella posizione lei mi ha detto:” sono la tua troia e lo sarò per sempre”.

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