La piscina

Questa è una storia vera e riguarda un breve periodo della mia adolescenza in cui ho avuto il privilegio di beneficiare delle attenzioni di una bellissima donna, molto più grande di me, che mi ha iniziato ai piaceri del sesso in un modo assolutamente impossibile da dimenticare. Ero ancora quindicenne quando i miei genitori mi portavano a trascorrere una parte delle vacanze estive a casa dei nonni in collina. Ci andavo da subito dopo la fine della scuola fino a fine luglio.

I nonni vivevano in una bella casa ai limiti di un bosco di querce poco fuori un paesino che sembrava uscito da una fiaba. A fianco della villetta dei nonni c'era un'altra casa abitata da una coppia, marito e moglie, senza figli. Lei era una bellissima quarantenne. Aveva un fisico pressoché privo di difetti e dei seni grandi e sodi. I capelli, corti ma non troppo, erano di una bellissima tonalità tra il castano e il biondo.

Il marito invece non c'era mai perché sempre impegnato all'estero per lavoro. Esatto, la classica situazione da filmini per adulti. La vicina di casa in giardino aveva una splendida piscina dalla forma rotondeggiante che fiancheggiava la casa in corrispondenza di un ampio portico. Dal giardino della casa dei nonni si poteva vedere benissimo una parte della piscina dove qualche volta guardavo la bella proprietaria tuffarsi per fare il bagno. Quell'anno faceva veramente un gran caldo e c'erano dei giorni in cui mi trovavo spesso a desiderare di tuffarmi anch'io in quell'acqua fresca e azzurra.

Un giorno di quelli, mi trovavo a gironzolare con la bicicletta vicino ala rete che separava le proprietà e da uno squarcio nella siepe vedevo la bella signora che prendeva il sole. Quel giorno vidi che era senza la parte sopra del bikini e potei finalmente vederle il seno. Aveva delle tette bellissime, grandi ma non troppo. Quando ella si alzò in piedi la vidi in tutta la sua magnifica presenza. I seni, per nulla cadenti, conferivano un aura di fierezza ed erotismo a quel corpo statuario.

Ai miei occhi sembrava una dea e, in effetti, per me lo era davvero. Molte sere ho dovuto placare i miei istinti più innominabili provocati da lei nella solitudine del mio letto. Quel giorno fui come rapito ed ipnotizzato e rimasi lì come un cretino a guardarla cercando di non fare rumore e di non farmi beccare. Rimasi così fino a quando non sentii la voce di mia nonna che mi chiamava per il pranzo e con una certa riluttanza dovetti andarmene anche se proprio nel momento in cui raccoglievo la bici coricata sul prato, alzando lo sguardo un'ultima volta incrociai il suo e andai nel panico.

Vidi i suoi occhi nocciola scrutare nei miei e per un attimo ebbi la certezza di essere stato scoperto. Per qualche giorno evitai di avvicinarmi alla rete di confine. Però l'istinto è difficile da domare e desideroso di rivedere l'oggetto dei miei desideri mi recai di nuovo a guardare se vedevo la vicina di casa. Quando arrivai in prossimità del varco nella siepe vidi che stava uscendo dalla grande porta finestra che dava sul patio vicino la piscina.

Addosso aveva un bikini ancora più piccolo di quello che solitamente le vedevo indossare. In mano teneva un grande bicchiere di tè freddo. Andò a sedersi su un lettino sotto un grande ombrellone e iniziò a sorseggiare quella bibita sdraiandosi. Lei si accorse quasi subito della mia presenza in quanto quel giorno indossavo una sgargiante maglietta rossa. Non feci in tempo a raccattare la bici e darmela a gambe che mi sentii chiamare. “hei ragazzino, dico a te! Aspetta non andare via!” Mi bloccai mentre la vidi venirmi incontro.

Un corpo stupendo. Niente topless ma con quel bikini sembrava nuda. Quando mi fu davanti sentii l'inebriante profumo della sua pelle abbronzata e non fui in grado di dire una parola quando invece avrei dovuto scusarmi per averla spiata. Lei mi disse che mi aveva visto diverse volte aggirarmi da quelle parti e mi chiese il perché. Beh, figurarsi! Se le avessi detto la verità non le sarebbe piaciuto. Così mi inventai che invidiavo molto la sua piscina e che desideravo tantissimo tuffarmi per via del gran caldo.

Rimase lì in silenzio fissandomi con quegli occhi come per dire “ma mi credi deficiente?!” ma poi decise di fare finta di bersi la mia patetica scusa e si disse disponibile a farmela usare… Come, cosa?! Si disse proprio così, “se vuoi te la faccio usare…” Io balbettai qualcosa sul fatto che i nonni erano scesi giù in città per delle compere e che, ecco, mi sarebbe piaciuto molto usarla. La piscina la lasciai sottintesa volutamente per farle capire che stavo al suo gioco.

“Bene allora! Dai fai il giro che vengo ad aprirti. ” mi disse girandosi verso casa sua. Io inforcai la bici e mi fiondai verso l'ingresso. Entrai in quella casa che ero tutto sudato per l'agitazione e il caldo. La signora mi incoraggiò a spogliarmi. Io le dissi che non avevo il costume. Lei non aveva figli e quindi non poteva aiutarmi e poi se ne uscì col dirmi “beh giovanotto potresti anche stare senza, tanto ne ho visti di uomini e so come siete fatti!” Restai impietrito fino a quando non riprese a parlare dicendomi “su dai! non vorrai mica perderti un bel bagno perché ti vergogni che io ti veda il pisellino!” Senza aspettare una mia reazione si girò e mostrandomi il suo magnifico sedere si avviò verso il patio.

La seguii fino alla piscina. Mi tolsi la maglietta e i calzoncini corti rimanendo letteralmente in mutande. Approfittando del fatto che era distratta nello stendere l'asciugamano su uno dei lettini per me, mi tolsi anche le mutandine e mi tuffai in acqua. Lei andò a sedersi sul suo lettino e aspettò paziente che finissi il mio bagno. Quando uscii dalla vasca mi rimproverò per non essermi fatto la doccia e io mi scusai per la distrazione.

“Ah, così eri distratto? Da cosa?” mi chiese e prima che potessi rispondere proseguì “non sarai mica distratto da me forse?”. Io feci del mio meglio perché non trasparisse che era vero e quasi mi dimenticai che ero lì davanti a lei nudo col bischero di fuori. Portai d'istinto le mani a conchetta lì davanti e mi andai a sedere sul lettino. Ma la mia ospite, evidentemente, aveva altri piani per me. La donna raccolse dal pavimento una bottiglietta di crema solare e guardandomi mi chiese di aiutarla a metterne un po' sulla schiena.

Quando mi alzai vidi che i suoi occhi indugiarono per un brevissimo istante sulle mie parti basse prima di girarsi stesa sul lettino. Con un gesto rapidissimo si slacciò il reggiseno del bikini rivelandomi la sua schiena nuda in tutta la sua lunghezza. Il suo sedere era messo ancora più in risalto dallo slippino leggermente incurvato verso l'interno delle natiche. Ero un po' agitato e molto su di giri. Tuttavia la situazione di estrema calma e rilassatezza che si era instaurata tra noi fece si che cominciai a sentire gli effetti di quella vicinanza con quella magnifica femmina.

Quando ebbi spalmato la crema sulla schiena la mia ospite si girò a pancia su mostrandomi il suo seno che adesso era a pochi centimetri da me e potevo quasi toccarlo. Lei mi guardava negli occhi mentre i miei continuavano a cadere li sul suo magnifico petto. “Cosa c'è?” mi chiese. “Ti piace quello che vedi?” incalzò di fronte al mio silenzio. “Vuoi mettermi la crema anche davanti?” Io annuii in silenzio mentre mi sentivo irrigidire in mezzo alle gambe.

Mi schizzai una piccola quantità di crema sul palmo di una mano e, quasi spaventato da ciò che stavo per fare, la appoggiai su uno dei suoi seni. Il primo contatto fu delicatissimo come se stessi toccando un sottilissimo globo di cristallo che temevo di rompere. Poi cominciai a sentire a consistenza di quei seni e mi feci più audace affondando leggermente i palmi in quella carne densa e soda. Quelle tette erano il paradiso sulla terra.

Le massaggiavo le toccavo disinteressandomi del mondo intero. Ogni tanto i nostri sguardi si incontravano e i suoi occhi magnetici conferivano a quel momento qualcosa di magico. Stette li a farsi accarezzare e massaggiare le tette fino a che ne ebbi voglia senza fretta, senza dire niente, lasciandomi il tempo necessario per elaborare quello che stava accadendo. Ovviamente ebbi un'erezione, la più dura e dolorosa erezione che avessi mai avuto sino ad allora. Il prepuzio, assai poco elastico a quel tempo, si era leggermente ritirato per lasciare spazio alla cappella senza che questa riuscisse a sgusciare fuori del tutto e sembrava una grossa ciliegia violacea strozzata da un cappio che impediva alla “cresta” di uscire fuori.

Sentivo l'aria che, anche se calda, lambiva quella “ciliegia” sembrandomi fredda. Dalla punta, simile ad una sottile cruna di un ago, fuoriusciva copioso quel liquido trasparente che si accompagnava a quelle fortissime eccitazioni che avevo provato forse due o tre volte al massimo prima di allora. Credo che la prima sia stata quando ho visto il mio primo porno e la seconda quando per sbaglio ho letto un vecchio libro erotico preso dalla libreria nello studiolo vicino alla camera da letto dei nonni.

La mia signora si accorse del mio stato e mi fermò. “Guarda!” disse un po' sottovoce “non puoi mica rimanere in quello stato” e poi aggiunse “dai lascia che ti aiuti…” mi fece alzare in piedi mentre lei si mise seduta sul bordo del lettino. Il mio cazzetto era dritto e duro come un paletto di legno e adesso se ne stava lì puntato come un cannone inneshito davanti al viso della donna. Stette qualche secondo a guardarlo come se ne studiasse la forma.

Poi con una mano lo afferrò delicatamente e con altrettanta delicatezza cercò di far scorrere la pelle tiratissima del prepuzio lungo l'asta per scappellarmelo. I suoi tentativi non riuscirono e iniziavo a soffrire di quella erezione. Fece un altro tentativo e quando sentii nuovamente la sua mano scorrere lungo la mia asta me ne venni con un orgasmo violentissimo. Durante la crisi schizzai una gran quantità di sperma trasparente come acqua che colpì il viso della donna ricoprendolo.

Lei mi afferrò i glutei tenendomi saldamente al mio posto e me lo prese in bocca e, succhiandolo vigorosamente, ingoiò il mio seme fino a quando non mi fui scaricato completamente dentro di essa. Quando ebbi finito di venire nella sua bocca, ella continuò a succhiarmelo dolcemente ripulendomi di ogni goccia di quel liquido denso e odoroso fino a quando la mia erezione scemò lasciandomi le gambe molli e stanche come se avessi corso una maratona.

Mentre con la lingua si leccò dalle labbra una grossa goccia del mio sperma fu lei a rompere il silenzio “Sei un giovanotto molto promettente e mi piacerebbe insegnarti qualche cosuccia che farebbe entrambi molto felici, se vorrai tornare a usare la mia piscina naturalmente. ” Io la guardai e vidi l'incredibile bellezza di quel volto che, anche se intriso del mio seme, irradiava luce. Le baciai sentendo un po' del mio sapore sulle sue labbra e giurai a lei e a me stesso che sarei tornato.

Naturalmente ci vedemmo anche il giorno dopo.

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