La perla rara

Sia ben chiaro. Il titolo non vi tragga in inganno. “La perla rara” non si riferisce alla bellezza della donna in questione. Si riferisce piuttosto alla rarità dell'etnia. Da quando ho iniziato la mia “carriera” di scopatore ed estimatore di sesso, mi sono proposto di assaggiare il più possibile. Diciamo che mi piace definirmi un “sommelier” del sesso. Donne ne ho avute più o meno di ogni razza e colore. Vero è che alcune, tipo le peruviane o le cilene di tipo indios, le ho proprio evitate come la peste.

Ma altre le ho ricercate come un vero collezionista (per esempio le giapponesi di cui magari vi racconterò in un altro racconto). La ragazza in questione è una filippina.

Difficilissime da avvicinare, rarissime quelle belle. E soprattutto schive, silenziose e con un background culturale (e molto spesso religioso) che impediscono ogni tipo di contatto (e non solo sessuale). Si muovono nelle nostre città quasi invisibili dedicandosi al proprio lavoro (colf, badanti…etc. ) con assoluta dedizione.

Non riusciamo neanche a capire troppo bene i loro stati d'animo. Sorridono gentili. Stop. Spesso non spiccicano neanche una parola di italiano. L'unica cosa che percepiamo (come società) è la loro presenza in alcuni giardinetti nel loro giorno libero (spesso il giovedì) dove gli uomini si tracannano casse intere di birra mentre le donne accudiscono i bambini e parlottano nel loro strano idioma.

Agosto di qualche anno fa. Moglie e suocera al mare.

Io, purtroppo (ah ah ah) dovevo sbrigare dei compiti al lavoro. Quale miglior vacanza? Casa libera, tempo infinito a disposizione, città deserta (di giorno). E così, tornato dalle poche faccende che dovevo svolgere in ufficio, accesi l'aria condizionata, stappai una birra, mi fumai una bella sigaretta e mi gettai sotto la doccia con la promessa che, dopo, avrei fatto ricerche approfondite su internet per organizzarmi una bella seratina. Magari, che ne so, qualche locale dove rimorchiare o magari un bel puttanone.

Mi godevo il getto d'acqua fresca e, uscendo dal bagno, non ebbi certo la cura di mettermi qualcosa addosso. Uscii bello nudo e grondante. Che bella la libertà domestica di un uomo solo!!! Quando ad un tratto, passando di fronte alla camera di mia suocera, mi ritrovai Suzi.

Urlammo entrambi come dei matti, spaventati dalla sorpresa di ritrovarsi qualcuno di fronte. E io ero nudo come un baco. Lei si voltò di shitto (ma ormai quello che aveva visto aveva visto), io cercando di coprirmi con le mani trovai rifugio in camera dove, velocemente, mi infilai il paio di boxer elasticizzati che avevo lasciato sul letto.

Con l'agitazione addosso di aver combinato un guaio corsi immediatamente da lei per sincerarmi che non si fosse spaventata troppo. La trovai sempre in camera di mia suocera che, come se niente fosse successo, piegava gli abiti e con calma filippina li riponeva dentro le shitole. La salutai scusandomi per l'accaduto. Lei, sorridendo come sempre faceva, ricambiò il saluto e, con il suo italiano stentato, mi spiegò che mia suocera le aveva telefonato dal mare e, visto che aveva le chiavi di casa, poteva venire a mettere in ordine la sua cabina armadio.

Infatti vidi che aveva già piazzato lo scaleo all'interno e che diligentemente aveva cominciato a comporre gli shitoloni di vestiti.

Suzy ormai lavora per mia suocera da alcuni anni e io personalmente l'avevo incontrata in rare occasioni. E' giovane Suzy (ma sarà il suo nome davvero?). Avrà 25 anni occhio e croce. Carina di viso, piccolina con un bel seno proporzionato. Quel giorno, visto anche il caldo, vestiva semplicemente una cannottierina e un paio di pantaloncini cortissimi attillati, con un paio di infradito che mettevano in luce i piedini graziosi.

Ok. Mi calmai. Decisi di lasciarla lavorare tranquillamente. Andai al pc e mi misi a fare ricerche per organizzarmi la serata. Avevo già consultato le guide cittadine, con i relativi commenti, per cercare di individuare i locali aperti dove poter fare conquiste di straniere. E ora navigavo su siti di e****t per individuare qualcosa di buono.

Ad un tratto sentii uno schianto impressionante ed un urlo ad accompagnare il tutto.

“Oddio mi si è rotta la filippina!!!” – pensai. Corsi come un lampo in camera della suocera e vidi a terra uno shitolone riverso con tutti gli abiti a terra. Lo scaleo che spuntava dalla cabina armadio a terra. Per fortuna Suzy era in piedi su di una cassettiera della cabina che non sapeva come scendere visto il disastro che c'era in basso. Le chiesi se tutto era ok e lei, per fortuna, mi rispose annuendo (in silenzio come sempre).

Sorrideva imbarazzata. Scansai il marasma di cose che impedivano l'accesso alla cabina e, istintivamente, la presi in collo per aiutarla a scendere.

Il contatto col suo corpo fu bellissimo e, nel calarla a terra, potei constatare le forme di quel corpicino. Anche lei probabilmente le constatò visto che me la feci scivolare addosso e, dai piedi fino a quasi le tette, me la strusciai (involontariamente?) sul pacco.

Imbarazzata dall'accaduto (o dal contatto?) si mise a raccogliere gli abiti caduti senza mai sollevare lo sguardo verso di me.

Constatai, dicendoglielo, che lo shitolone che cercava di mettere sui ripiani in alto era troppo pesante per lei. Le avrei dato (volentieri) una mano. Lei mi rispose che non importava, che ce l'avrebbe fatta. Insistei adducendo il fatto che non volevo assolutamente che si facesse male e che soprattutto non era abbastanza alta per arrivare lassù. Sorrise (voleva dire si?…boh). Rimisi la scala in posizione e cominciammo un su e giù di passaggio di shitoloni che durò quasi una mezz'ora.

Lei mi correggeva la posizione degli shitoloni dicendomi che la signora (mia suocera) voleva le cose messe in un certo modo. Quando salivo, in maniera molto premurosa, mi reggeva lo scaleo. Quando scendevo (strategicamente in avanti), invece, le passavo a pochi palmi dal viso con il pacco che cominciava a prendere vita e forma.

Mi era partito il matto!!! Che stavo facendo??? Facevo il cretino e il provocatore con una ragazza filippina? Che se solo reagiva male mi avrebbe sputtanato in famiglia??? Ero davvero scemo.

Lavorando in silenzio cercai di calmare i miei istinti.

Passammo quindi alle mensole intermedie. L'atmosfera si stava rasserenando per me (che fisicamente mi ero calmato) e per lei (che vedeva il lavoro più pesante svolto bene e velocemente). Cominciò, stranamente, a parlarmi. Mi chiedeva come mai non ero al mare, mi raccontava della sua famiglia e così via. Ci passavamo le cose da mettere a posto con calma e, in certi momenti, il contatto tra i due corpi diventava una cosa normale (almeno per me).

Aveva un seno davvero molto sodo e un corpicino minuscolo bello tonico. E quei piedini che mi danzavano intorno….. Basta, mi dissi, sei solo un povero cretino.

“Tu molto gentile con me…. ” – disse passandomi un cappotto pesantissimo. Non feci neanche in tempo a rispondere che aggiunse “…e bello. ” Lo disse quasi sottovoce, vergognandosi. I miei pensieri su quel corpicino si rifecero immediatamente vivi alla mia testa (e al mio uccello).

Che gioco massacrante che stavamo facendo!!! O forse era solo la mia immaginazione. Di certo quel corpicino che mi danzava davanti l'avrei baciato, leccato posseduto davvero volentieri. Ma il rischio era davvero troppo alto.

“Anche tu sei bella” – risposi nella maniera più banale. “Non hai un fidanzato?” – Arrossì violentemente. Non sapevo se certe domande, nella sua cultura, fossero ben accette. Aspettai quindi che fosse lei a proporre qualcosa su cui discutere.

“Tu…grosso…. ” disse sorridendo vergognosa. Non capivo cosa intendesse. E in silenzio, guardandomi, con una mano messa sul viso come per nascondersi, indicò il mio uccello. Oh santo cazzo!!! Come potevo fare adesso? Era quello il tema di cui voleva parlare??? Feci una risatina un po' forzata dissimulando imbarazzo.

“Uomo filippino…così…” – insisté lei sull'argomento, facendo il segno con entrambi gli indici, per far capire la (poca) lunghezza dei suoi connazionali.

“Tu…”…e allargò a dismisura le mani.

Mi fermai guardandola e sorridendo (forse in maniera compiaciuta visto il complimento). L'orgoglio maschile, i pensieri che stavo facendo e quella bella ragazza esotica che mi trovavo di fronte ebbero l'effetto di provocarmi una mezza erezione che a stento controllavo. E lei se ne accorse perfettamente (visti i boxer elasticizzati…. accidenti a loro!!!). Mi avvicinai a lei e me lo toccò.

Tutti i miei pensieri che avevo fatto sui rischi, sulla non opportunità della cosa, sul fatto che era una ragazza filippina…etc…etc….

se ne andarono a quel paese. Mi abbassai di colpo i boxer e lei se lo trovò in mano. Anzi nelle due mani. Sorrideva, guardandolo come un oggetto raro. Non faceva niente di preciso, lo toccava e lo guardava. Probabilmente anche lei stava pensando a cose che inibivano il suo comportamento. Le abbassai le spalline e il seno le saltò fuori. Stavamo lì, in piedi, uno di fronte all'altro a toccarci e guardarci senza di preciso sapere cosa fare.

“Tu sposato…” – ecco il suo primo pensiero. “Tu sei troppo bella” – cercai a quel punto di deviare strategicamente il suo pensiero sul suo orgoglio femminile (ce l'avranno anche le filippine…no?). La sollevai prendendola in collo e mi misi a sedere sul bordo del letto di mia suocera (che soddisfazione!!!…ah ah ah).

Avevamo il viso vicino. La baciai sulle belle labbra carnose, toccandole il capezzolo. Lei stava seduta a gambe larghe su di me e il mio uccello, bello eretto, spuntava sul suo davanti proprio all'altezza della sua fica.

Lo continuava a massaggiare delicatamente mentre ci baciavamo ormai con tutta la lingua. Provai a scendere con la mano lungo il suo corpo, infilando piano piano la mano dentro i suoi pantaloncini. Sentii il suo pelo e, con un dito, indovinai al volo il clitoride che era bello teso e bagnato. Scorrendo verso il basso sentii il calore umido della sua fica. Ma quando provai ad infilarle il dito dentro mi fermò gentilmente facendomi capire che non voleva.

Lei invece continuava a gustarsi il mio uccello, tastandomi le palle e il perineo…era davvero bello. Mi stava facendo provare dei brividi incredibili.

Non ho mai forzato, e mai forzerò una donna a fare ciò che non vuole. Ogni forma di violenza non mi è gradita. Credo nei rapporti umani vissuti con consapevolezza e condivisione. E anche quella volta non volli assolutamente forzare gli eventi.

Tolsi la mano dai suoi pantaloncini e mi dedicai alla sua bocca, al suo collo esile e alle sue tette.

Lei ansimava. Probabilmente quello che già stavamo facendo le era sufficiente per provare godimento.

Quando il mio uccello arrivò alla tensione massima lei, accorgendosene, lo scappellò completamente e stringendolo alla base bloccò ogni suo movimento. Ottima tecnica, direi, visto che gli schizzi partirono in serie bagnandola sul pancino, le tette e, soprattutto sul letto e per terra.

Mi sdraiai all'indietro sul letto, trascinando con me il suo corpicino. Lei rimase, tremando sopra di me.

Probabilmente aveva goduto anche lei vista la macchia di umori che faceva bella mostra di sé sui pantaloncini. In quella posizione, la abbracciai per un altro po', giocando con le sue tette che presentavano i capezzoli scuri belli eretti. Si girò…e mi dette un bacio a fior di labbra.

La sua natura genetica la portò immediatamente a ripulire tutto con velocità e precisione e quando finì di rassettare nessuno avrebbe potuto dire quello che era successo su quel letto.

Rimaneva solo l'odore dei nostri corpi sudati a saturare l'aria.

Keine Kommentare vorhanden


Deine E-Mail-Adresse wird nicht veröffentlicht. Erforderliche Felder sind markiert *

*
*

(c) 2023 sexracconto.com