La mia prima notte da troia. – Parte seconda.

Sto aggirandomi nel locale alla ricerca di maschi. La musica pompa incessante, sugli schermi posti qua e là scorrono video transgender, molto hard e fetish. Devo trovarne almeno sei che mi scopino in una delle dark-rooms, prima che la notte sia finita, devo dimostrare a Melany, la mistress transex con cui sono venuta qui, che quando voglio so essere una vera puttana, che merito di essere la sua slave, la sua troia obbediente.

Mi ha chiesto questa prova per rivendicare i miei servizi con Bull Bruno, il bull di mia moglie Marisa, che da anni mi impiega come sissymaid nel nostro particolare rapporto a tre.

E’ stato lui ad organizzare questa serata, la mia prima volta “en femme” fuori di casa e in un locale transgender, perdipiù. Sono sicura che abbia pianificato tutto lui, affidandomi alla sua amica Melany per condurmi in questo locale e portare a termine il mio percorso di femminilizzazione, mentre lui si starà sbattendo in tutta tranquillità mia moglie in casa mia… Beh… sapete che c’è? Non me ne frega proprio niente! Si scopasse quella troia di mia moglie a vita, non ho più bisogno di loro, facessero pure quello che vogliono…a vita!

Io sono dovuta passare forzatamente attraverso un lento e costante percorso di sottomissione, umiliazione, demascolinizzazione, l’ho fatto per mantenere un esile filo che ancora legava me e mia moglie, dapprima controvoglia, ma ora, e forse questo non era previsto, ho trovato la mia vera me: sono femmina! E troia! E sto esplorando i miei nuovi limiti!

Non credo di essermi mai sentita più a fuoco in vita mia.

In questo momento ho solo voglia di essere desiderata da maschi, di ricevere conferma della mia femminilità…cazzo…mi sento libera e realizzata come non lo sono mai stata! E poi…la possibilità di diventare la slave di una mistress-trans esperta come Melany mi apre prospettive nuove, imperscrutabili, irresistibili. Fino a pochi giorni fa avrei cinicamente riso, tra me e me, al pensiero di una eventualità del genere: dom…sub…in cuor mio mi sono sempre sembrate menate di quart’ordine, per quanto mi ci potessi essere piegata finora, ma ora…ora riesco a percepirne l’intrinseca potenza, il totale annullamento della mia personalità mi affascina, mi pervade come non mai prima…che altro cazzo?!?
I primi tentativi sono sfortunati, un paio di maschi, evidentemente non tanto maschi poi, si scoraggiano davanti alla mia “chastity cage”: evidentemente cercavano prestazioni non troppo femminili…

Un altro pretende solo un pompino, non vuole saperne di mettermelo dentro.

Forse non si fida delle proprie capacità erettili…
Il quarto mi chiede di segarlo facendo in modo si poter sborrare sopra al mio sesso ingabbiato, è gentile, mi comunica di averne avute abbastanza, di fighe, e che ora è interessato solo a femmine col cazzo, come me. Lo accontento con un lavoro di mano che lo fa rilasciare lunghi getti di caldo cremoso sperma sulla mia clitoride ingabbiata.
Appena esco dal bagno, in cui sono andata a ripulirmi dalle abbondanti effusioni del mio ultimo partner, vengo incrociata da un tizio dalla pelle scura che, con fare assolutamente confidente, mi mette un braccio attorno ai fianchi e mi guida verso un vicino camerino libero.

In altre circostanze non lo avrei lasciato fare, ma, ora come ora, provo addirittura piacere nel soggiacere alla sua volontà senza opporre la minima resistenza. Appena dentro serra la porta alle sue spalle, mi spinge su di una specie di lettino posto al centro della stanza e inizia a slacciarsi la cinta dei pantaloni. Sono completamente soggiogata dalla sua sicurezza, aspetto che si sia calato pantaloni e boxer, gli porgo un condom e, mentre lo osservo indossarlo srotolandoselo lungo la lunga asta turgida, mi piego sul lettino alzando la gonna e spostando di lato il perizoma pregustando l’imminente penetrazione che, puntualmente, avviene dopo pochi secondi.

Mi pompa a lungo e con vigore, non mi degna di una sola parola. Il suo cazzo è duro come pietra, nella mia figa anale, lo sento penetrare più a fondo ad ogni colpo, emetto qualche mugolio compiaciuto. Inizia a mollarmi sonore pacche sulle natiche nude col palmo delle mani aperte, accompagnando le sue vigorose pompate. Ho il cazzetto che mi si inturgidisce dentro la gabbietta, ne sento la pressione sulle palle.

Continua a sbattermi con ritmo costante.
Proprio mentre lo sento accelerare, ormai prossimo al climax, esce da me; poi sento il suo fiato caldo contro la mia natica destra, infine i suoi denti mordermi forte, senza alcun preavviso! Con un balzo mi sollevo dal lettino e mi volto verso di lui, sorpresa, in atteggiamento di difesa. Si stacca da me, allunga le braccia come a volersi difendere, poi chiede scusa, credo, in una lingua che non capisco.

Sono sinceramente shoccata, la mia faccia probabilmente esprime contrarietà ma non oso andare oltre. Si strappa via il condom continuando a rivolgermi frasi in quella lingua per me aliena e inizia a masturbarsi freneticamente rivolto verso di me. Sono combattuta tra lo spintonarlo via guadagnando l’uscita e il sottomettermi. Alla fine mi inginocchio davanti a lui e aspetto che i caldi schizzi della sua sborra mi inondino il viso colandomi lungo il collo nudo.

Mi riscuoto solo quando mi accorgo di essere rimasta sola nello stanzino. Appena dopo aver eiaculato è scappato via. Bene comunque, meno uno.

I successivi due “clienti” si sarebbero accontentati di un pompino, ma appena gli propongo di scoparmi, invece, non se lo fanno ripetere due volte e mi scopano fino a sborrare dentro di me, uno con me a culo in aria su di un divanetto, uno poggiata contro un muro.

Ne mancano solo tre.
Il quarto e il quinto li rimorchio sulla pista da ballo. Ho perso i freni inibitori e chiedo loro direttamente se vogliono venire a scoparmi di là. Accettano. Mi accorgo di essere osservata da Melany. Sorride in maniera che a me sembra compiaciuta.

Mi scopano assieme. Faccio un pompino ad uno mentre l’altro, contemporaneamente, mi scopa in piedi, piegata a novanta gradi. Si scambiano posizione, poi. I loro cazzi non li ricordo, so solo che entrambi vengono dentro di me con grugniti a****leschi.

Mi rimane solo un condom.
La gente sta sfollando, evidentemente ci si sta avvicinando all’orario di chiusura. In giro ancora diverse trans, ma i maschi si sono rarefatti, anche la musica si è fatta meno invadente. Melany, Lisa e Maurizio sono seduti su di un divano a fianco della pista da ballo, Melany guarda dalla mia parte, poi si alza e mi raggiunge:

-Noi stiamo per andarcene, com’è andata? Hai fatto la tua parte?

-No, aspetta… me ne manca solo uno…ti prego…dammi un’ultima possibilità!

Guarda l’ora sul telefonino, fa una faccia scettica.

-Ti concedo ancora un quarto d’ora, troia, poi, che tu ci sia o meno, noi ce ne andiamo, ok?
Mi volta le spalle e torna dalla sorella.

Cazzo! Devo riuscirci! Mi guardo intorno…

C’è un ragazzone nero, sulla pista, che sembra un po’ spaesato. Mi faccio coraggio e lo abbordo.

-Ciao…ti andrebbe di concludere bene la serata?

Faccio io con la voce più femminile che mi riesce di fare.

-No, scusa…sto aspettando la mia ragazza.

Sto per sparargli una qualche amenità nella speranza di fargli cambiare idea quando una strafiga (trans senza dubbio) si avvicina, gli infila mezzo metro di lingua in bocca e se lo porta via non senza aver prima lanciato un’occhiata di scherno al mio indirizzo.

Sta per sfumare tutto. Sulla pista praticamente non c’è più nessuno e sto per darmi per vinta quando incrocio lo sguardo di Melany.

E’ uno sguardo irridente, divertito. Invece di demoralizzarmi, in qualche modo mi dà la giusta carica. Mi rituffo nelle parte “dark” del locale, cercandomi attorno.
Poca gente, sto per darmi per vinta, quando un ragazzo sulla trentina mi si avvicina:

-Senti…è da un po’ che ti osservo…sei molto femminile…stavo cercando il coraggio di chiedertelo…ti andrebbe di farlo con me?

Lo prendo per un braccio e lo trascino dentro un camerino, senza pensarci su due volte.

-Scopami.

Gli dico mentre gli porgo l’ultimo preservativo rimastomi.

-Ecco…appunto…volevo dirti…io sono un donatore di sangue per cui se vuoi potremmo farlo anche senza…se vuoi ti mostro il tesserino…

Mi andrebbe, non lo nego. Il pensiero di ricevere lo sperma di un maschio direttamente dentro di me, senza barriere, mi attira, ma così non consumerei l’ultimo condom rimasto…certo, potrei barare, avrei potuto farlo fin da subito, ma ci ho tenuto ad essere leale, ne ho fatto un punto d’onore, per cui sono io stessa a infilarglielo, ha un cazzo lungo il giusto, niente di anormale, ma straordinariamente largo.

E’ spesso come il mio polso e mentre lo sento scivolarmi dentro ne posso apprezzare pienamente la consistenza. Mi scopa con trasporto, non ci mette molto a venire, un tre, quattro minuti al massimo.
Mi ringrazia, mi bacia su una guancia e se ne va. Io mi precipito di nuovo nella sala principale, ho il terrore che se ne siano andati lasciandomi lì: non saprei davvero come fare. Invece mi stanno aspettando, Lisa , Maurizio e Melany.

Mostro a Melany l’involucro vuoto dei sei condoms che mi ha consegnato prima…

***

Siamo sotto casa di Bull Bruno, in macchina, faccio per scendere ma Melany mi trattiene, scende solo Lisa.
Dopo qualche minuto ritorna con una busta, la porge a Melany. Lei la porge a me, a sua volta: dentro ci sono i miei abiti e i miei effetti personali, la prendo mentre si stanno salutando. Maurizio riparte e a me sembra assolutamente normale, normale come dare un addio alla mia precedente vita, a mia moglie Marisa, a Bull Bruno.

Mentre ripartiamo nella notte romana non ho più nessun rimpianto per la mia vita passata, sono del tutto proiettata verso ciò che d’ora in poi mi aspetta, semza rimpianti, senza esitazioni….

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