La mia mamma Daniela

Mia madre come tutte le mattine, uscì di casa verso le nove per recarsi in ambulatorio, la sua attività di medico generico l'assorbiva totalmente e nonostante l'elevato numero di pazienti riusciva a conciliare il lavoro con la famiglia. La sua vitalità e la sua professionalità la rendevano una donna realizzata di bel aspetto di appena 40 anni con una famiglia composta da me da mia sorella Licia e da un gatto soriano di nome “lampo” vivevamo in una cittadina romagnola in una graziosa villetta comperata da mio padre prima che lui ci lasciasse causa un incidente stradale avvenuto cinque anni prima.

Licia è sempre stata la donna dei miei sogni buona, intelligente, e sempre pronta ad aiutarmi nei momenti di difficoltà, l'unico problema era che portava il mio cognome ed era mia sorella, un piccolo particolare che faceva frenare tutti i miei sogni e le mie fantasie a volte non proprio fraterne. Da due anni a questa parte mia sorella frequentava il DAMS a Bologna con ottimi risultati, pertanto io e mia madre eravamo spesso da soli a casa, normalmente lei tornava a casa nel fine settimana e per noi ma in particolare per me il suo ritorno mi rendeva felice.

Io e Licia avevamo molti punti in comune la fotografia, le attività artistiche e il teatro ci accomunavano sia nella ricerca che nella pratica dal momento che tutti e due praticavamo queste forme di espressioni culturali. Daniela questo era il nome di mia madre, per me rappresentava un punto di riferimento molto importante e lei ricambiava questo mio affetto con molto amore, amavo mia madre al punto che quando usciva con i suoi colleghi per recarsi alle cene o ai simposi medici provavo un senso di malessere di ansia che vagamente assomigliava alla gelosia….

ero molto possessivo nei suoi riguardi. Questa mia dichiarazione di affetto verso Daniela poteva essere scambiato per una dichiarazione d'amore ed in effetti lo era…. avevo sempre avuto un amore sviscerato per le donne della mia famiglia e in particolare per mia madre amavo il suo modo di parlare, di muoversi, di gestire le nostre vite, di essere donna, adoravo il profumo della sua pelle la sua femminilità insomma amavo tutto di lei. Nella ricorrenza del mio diciottesimo compleanno alcuni mesi prima mia madre mi regalò una splendida macchina fotografica con la precisa richiesta, conoscendo la mia bravura con la fotocamera, che le avrei fatto degli s**tti fotografici.

 Nonostante il passare delle settimane questa promessa non fu possibile mantenerla per impegni suoi o per motivi di studio miei, finché un pomeriggio essendo entrambi liberi da obblighi di lavoro e di studio le proposi di fare qualche foto. Lei accettò subito con entusiasmo e mi chiese dove avremmo fatto le foto, non fu sorpresa quando le dissi che il luogo migliore sarebbe stato il mio piccolo studio situato nell'attico della nostra casa e dopo averla messa al corrente sul tipo di ripresa e quali accorgimenti avrei dovuto adottare per fare dei buoni primi piani salimmo le scale che portavano al mio studiolo.

Lei mi precedeva e non potei fare a meno di ammirare le sue gambe, affusolate e belle fasciate dal velatissimo nylon delle calze strani pensieri che ben poco avevano di filiale si sovrapposero nella mia testa. Con calma apri la porta del mio studiolo e feci entrare mia mamma, le pareti erano tappezzate di foto di paesaggi, di primi piani delle mie amiche e anche di mia sorella Licia, immagini s**ttate in tempi diversi con prove di stampe e gigantografie molto belle ed imponenti….

ma mia madre rimase colpita per non dire tramortita quando vide alcune foto di Licia in mutandine e reggiseno e altre con solo i collant e a petto nudo. La feci accomodare su di una seggiola ma notai che il suo sguardo continuava a fissare le foto di mia sorella e con una domanda a bruciapelo disse: ”Spero vi siate fermati lì” Con aria provocatoria, le risposi:“Ma mamma dopo quando abbiamo scopato abbiamo usato il preservativo”Lei rimase con la bocca spalancata e prima che le venisse un infarto aggiunsi: “Dai sto scherzando”Cominciai con alcuni primi piani le ripresi il volto da diverse angolazioni, la sua pelle era liscia come quella di una diciottenne, mia madre era veramente bella, l'abbigliamento curatissimo e il suo fisico magro e asciutto le toglievano una decina di anni dalla realtà anagrafica.

Passai poi ad alcune foto d'insieme, la ripresi in piedi, in campo lungo, frontalmente e di profilo lei rimase molto entusiasta del servizio che le stavo facendo, e in quel momento un'idea che covava già da molto tempo dentro la mia testa si ripresentò…..senza pudore e al limite della follia le proposi di fare alcune fotografie un po più spinte. Lei sgranò gli occhi incredula, mi fissò meravigliata e rimase alcuni secondi con la bocca spalancata poi disse:”Ma Giuliano sei pazzo, vorresti fotografare tua madre nuda”.

Senza verecondia e con sfrontatezza le dissi: “Si mamma mi piacerebbe farti delle foto come ho fatto a Licia”La vidi trasecolare, e capii il suo imbarazzo mi avvicinai l'accarezzai e la baciai sulle guance poi tranquillità aggiunsi: “Mamma guarda che la mia è una proposta mica sei obbligata”Però con calcolata perfidia le feci capire che a me sarebbe piaciuto molto, mi avvicinai di nuovo e nuovamente la baciai, non più sulle gote ma sulle labbra, fu un bacio leggero ma significativo lei mi guardò con curiosità e disse con aria provocatoria e di sfida: “Va bene facciamo queste foto però non nuda”Ero felice il mio sogno si stava avverando, mia madre si tolse la camicetta rimanendo con il reggiseno, poi fu la volta della gonna scendere lungo le lunghe gambe coperte dai collant chiari, un piccolo triangolino rosa di pizzo ricopriva il suo inguine…..e lo spogliarello era solo a metà della sua esecuzione.

Il mio pene ebbe una vistosa erezione e la cosa non passò inosservata, lei con aria severa si ricompose velocemente rendendosi conto della fragilità della barriera esistente fra due persone di sesso diverso, anche se consanguinee, le andai incontro e le dissi:“No mamma ti prego non andare via ti voglio bene”L' abbracciai la strinsi forte sentii la sua agitazione e mi chiese:“ Ma tu Giuliano cosa vuoi da me”Con un filo di voce le dissi:”Voglio te mamma voglio il tuo corpo” La senti vibrare, come percorsa da una scarica elettrica “Ma ti rendi conto di quello che mi chiedi”Sussurrò con voce flebile.

“Si mamma voglio fare l'amore con te” La sua reazione fu decisa, netta senza alcun ripensamento si rivestì ed uscì dal mio studio, lasciandomi triste e consapevole di aver oltrepassato la sottile linea che può portare alla felicità oppure come nel mio caso alla prostrazione. Sentì il rumore della sua auto uscire dal garage ed allontanarsi. Ridiscesi le scale e mi gettai sul divano con la testa in completa confusione e dentro me un grande vuoto.

Verso le undici di sera sentì il rumore della “Panda” rientrare, il ticchettio dei tacchi sui gradini delle scale mi preannunciarono la sua visita, la porta si aprì e con passo leggero si avvicinò al mio letto:“Giuliano sei sveglio, ascoltami”Dischiusi gli occhi fingendo di svegliarmi in quel momento. “Ho pensato per ore a quello che mi hai detto, sei mio figlio e ti voglio bene…. ma tesoro quello che mi chiedi e difficile ed esula dal concetto di madre il rapporto intimo fra mamma e figlio è una cosa innaturale….

è immorale non è una cosa giusta….. sono la tua mamma per la miseria ma sono anche una donna tu pensi che rimarrei insensibile se io e te facessimo all'amore “Senza più ascoltare quello che stava dicendo curvai il mio viso verso il suo e la baciai sulle guance, sul collo e poi sfacciatamente appoggiai la bocca contro le sue calde labbra la mia lingua spaziò nella sua cavità orale, le strozzai un sospiro di piacere in gola e la trascinai nel letto con voluttuositàSentì un suo gemito la mia mano cominciò ad esplorare dentro la sua camicetta alla ricerca del gancetto anteriore del reggiseno la mia faccia scivolò fra i suoi seni la sentì dire:“Noo!!!! Giuliano attento che se prendiamo questa strada poi non potremo più tornare ind….

ma cosa mi fai… no!! per favore smettila”Presi un suo seno fra le mani le titillai il capezzolo le feci un succhiotto nella parte inferiore della coppa, la stavo letteralmente lavando con la mia saliva, lei gemeva e si lascio andare…… priva di freni inibitori e ormai libera da ogni pudore cominciò ad assecondarmi nella mia “performance” e con voce voce strozzata sussurrò: “Ohh!!! sono pazza ad accettare questa cosa….. ma vaffanculo, chi se ne frega……si bravo cosiiii!!!! baciami i capezzoli maiale….

sei un grandissimo porco figlio mio stai per scoparti tua madre”Era in uno stato di completo transfert erotico dimenava il capo a destra e a sinistra e pronunciava frasi sconnesse, mi venne spontaneo chiederle ”Mamma ma quanto è che non ti chiavano?”Ero incredibilmente eccitato nel vedere mia madre in quello stato che fui sul punto di venire diverse volte, lei era sempre stata il simbolo della riservatezza e della purezza ed ora era li come un oggetto sessuale il solo pensiero di poterla toccare di annusare lasua femminilità e di farmela mi eccitava enormemente, mai neanche nei miei sogni più audaci avrei immaginato che un giorno questo potesse accadere.

Le sollevai la gonna oltre la vita e le sue cosce si mostrarono in tutta la loro bellezza, il ventre piatto ebbe un sussulto quando le strappai i collant ed affondai il mio volto fra le sue gambe….. mia madre in un momento di lucidità disse: “No!! ti prego Giuliano, per favore non mi sento pulita li sotto ho fatto la pipi alcune volte e non mi sono lavata”Non l'ascoltai aspirai profondamente, l'odore aspro e pungente del sesso mischiato a quello dell'urina, riempì voluttuosamente le mie narici di questo meraviglioso aroma che traspirava dalle sue mutandine.

Le sfilai i collant strappati e le mutandine di pizzo rosa, mi abbassai sul suo inguine e cominciai a leccarle e mordicchiarle la figa, inebriato dal profumo del suo sesso. Misi le mani ai lati della sua fessura e tirai verso l'esterno aprendole la vagina, mi persi nella più profonda intimità di mia madre, un luogo che sapevo, molte persone avevano conosciuto osservai quel piccolo buco rosa attraverso il quale faceva la pipì. Glielo leccai, leccai tutta la dolce carne circostante beandomi del sapore salato che gustavo.

Spostai la mia attenzione al clitoride e immediatamente mia madre lanciò un urlo di piacere cominciai a leccarle la vagina con un movimento rotatorio ora i suoi gemiti erano veri rantoli di godimento, la mia bocca si riempì di umori vaginali. Con colpetti precisi le martellai il clitoride fino a farlo ingrossare ed uscire dal suo cappuccio, nella mia testa passarono una miriade di pensieri osceni, stavo leccando la figa di mia madre, le allargai le gambe e fra poco l'avrei posseduta.

L'avrei penetrata, mi accingevo ad entrare nella pancia da dove ero uscito diciotto anni fa. Lei mi sussurrò: ”Giuliano mettimelo dentro, scopami tesoro, fammi godere, riempimi l'utero di sperma”“Non resisto più mamma, mi metto il preservativo” “Noooo!!! non voglio……stai attento quando stai per venire, voglio sentirti bene voglio che le nostre carni si tocchino”Ed in pieno marasma erotico aggiunse: “Comunque non me ne frega nulla, se rimarrò incinta lo farò”. Liberai dalla mia testa i pensieri di rimorso ed affondai nella pancia di mia madre il mio cazzo la sua vagina era calda e le sue pareti erano talmente irrorate di umori che le scivolai dentro con enorme facilità:“Si amore si tesoro ti sento hoo!!”La mia eccitazione raggiunse il massimo livello del godimento, stavo scopando mia madre ero dentro di lei…..mi sembrava d'impazzire, il mio arnese era duro come il marmo la sua voce flebile e tremolante disse:”Ti piace essere rientrato dentro la mia pancia, che ti ha tenuto per nove mesi” Le sue parole erano dolci come miele, e il suo stato di eccitazione era nella sua fase più elevata.

Cominciai ad affondare i colpi prima con delicatezza poi sempre più violentemente, la sentì urlare frasi sconnesse e parole d'amore rivolte a me, cambiammo posizione diverse volte le chiesi: “Mamma so che vai anche con altri uomini, cosa ti dicono quelli che ti chiavano?”Per un attimo non risponde poi con voce sibilante aggiunse:“Mi dicono che sono una troia una vacca e mi chiamano anche lurida puttana“ La senti urlare mentre veniva….. nello stesso momento venni anch'io, cercai di uscire dalla sua vagina il più velocemente possibile ma la maggior parte di sperma fini nel suo utero e nel cespuglietto di peli che facevano da cornice alla sua fessura, con molta delicatezza sfiorai la sua pancia con le labbra e la baciai come forma di rispetto di quel momento solenne.

Passarono diverse settimane la paura di aver ingravidato mia madre svanii, mentre le sensazioni e il sentimento d'amore che provavamo l'uno per l'altro rimase assumendo un' importanza maggiore sia come impegno e come rispetto nel nostro strano, complicato, ma bellissimo rapporto, al punto che i nostri coiti continuarono con una frequenza e una regolarità sempre maggiore con le uniche eccezioni in cui a casa era presente mia sorella Licia, la voglia e il desiderio di amarci ci fece soprassedere anche al piccolo accorgimento che ideammo a difesa del nostro segreto, lo stratagemma anche se reale di un amante ad uso e consumo per mia madre servii allo lo scopo di evitare eventuali pettegolezzi su di noi, consapevole della gelosia iniziale (che divenne con il tempo motivo di stimolo e di eccitazione sapere che un altra persona si scopava mia madre) si sarebbe affievolita senza intaccare minimamente il nostro amore e la nostra felicità.

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