La Giovane Eleonora

Dicono che il nero “sfina”, ma ad osservarla bene, lei era proprio magra di suo e guardando con più attenzione il viso, sembrava anche decisamente piccola. Le gambe molto magre, le cosce poco pronunciate, i fianchi stretti ed il seno sotto lo zero, completarono la mia radiografia sul fisico di quella ragazzina confermando la sua età. “Cazzo, è davvero piccola!” penso di nuovo mentre la squadro senza farmi notare dal resto delle persone in sala.

Era la prima volta che la vedevo in Palestra, doveva essere una nuova iscritta, di quelle che pensano che si possa modellare il fisico in due mesi o poco meno, di quelle che pensano che fare quattro esercizi la possano rendere perfetta per la prova costume. Ma in questo caso il profilo non gli si adattava, era troppo “secca” e molto carina per avere bisogno di attività sportiva.
“Troppo giovane” mi dico ancora.

Lascio poi che i pensieri si dissolvano lentamente nella mia testa, “chi se frega del motivo per cui era lì” dico a me stesso mentre continuo furtivamente a squadrarla. Vederla su quella “panca” mentre fa gli addominali insieme alla sua amica, mi stava provocando un'erezione, lo ammetto. Qualcuno si domanderà cosa c'è di erotico in una ragazzina che fà degli esercizi? “Probabilmente nulla” gli risponderei, ma la tuta super attillata che gli modella le gambe, il sedere, passando poi aderente sulla fica, tanto da evidenziare lo spacco, bhè… quello si che provoca un'erezione immediata!
“Sa di essere una bella fichetta” mi dico mentre sollevo il bilancere, “altrimenti avrebbe indossato qualcosa di meno appariscente”.

In realtà, ve la dico tutta, il pantalone iper aderente lo indossavano un po' tutte là dentro, ma vederlo su di lei, era tutta un'altra storia. Non era solo per il fatto che le modellava la fica in ogni sua curva, lasciando intravedere le grandi labbra ad ogni sollevamento delle gambe sulla panca per gli addominali alti, questa ragazzina era proprio bella, di una bellezza particolare. Capelli rossi leggermente mossi, occhiali neri che le donavano un “qualcosa” di studentessa che credo ecciti una bella parte del sesso maschile ed un'altezza sopra la media per l'età che dimostrava.

A completare il quadro fu la conottiera nera decisamente scollata ed osservandola bene (ed io la stavo praticamemte spogliando con gli occhi) si capiva che sotto non aveva nulla, si… insomma, il reggiseno non c'era! Non che ne avesse bisogno, come ho già scritto era piatta come una tavola da surf, giusto un leggero “bozzetto” acerbo all'altezza del petto lasciava intendere (insieme al resto) che sotto quei vestiti si nascondeva una splendida e dolcissima ragazza riservata.

Come faccio a dirlo? Perchè a parte la sua amica, non parlava con nessuno, a differenza delle sue coetanee che invece chiacchieravano con tutti i ragazzi. E questo non faceva che altro che aumentare la mia eccitazione, ho sempre avuto un debole per le ragazze, donne, riservate e con una certa classe. Ma dovevo metterci una pietra sopra con lei, era davvero troppo piccola, inavvicinabile anche per me che dimostravo meno della mia età.

Così ho iniziato ad accontentarmi di guardarla, di rubare ogni centimetro della sua pelle appena ne avevo l'occasione, anche solo “infilare” lo sguardo sotto la canottiera per sbirciare quello che in futro sarebbe diventato il suo seno, era già molto. Fino a quando la fortuna non mi diede un (insperato) aiuto.
La palestra che frequento è un po' fuori mano dalla città, ma proprio per questo, avendo spazio a sufficienza, offre servizi e sale che altri non hanno.

Uno di questi vantaggi è che ha molto “verde” intorno a sè per gli sport all'aperto ed una piscina. Io non sono un nuotatore professionista, di norma sono sempre nella sala pesi, ma il costume nella mia borsa non manca mai, nel caso volessi fare qualche vasca dopo l'allenamento.
Ed è infatti qui che inizia tutto il casino con lei, proprio quando avevo accantonato l'idea di… bhè… insomma, avete capito… eccola che arriva in costume perfarsi una nuotata tutta sola.

Bisogna (devo) ammetterlo, oggi le ragazzine delle superiori non sono più come quelle di quando frequentavo la scuola. Ora sono (o mi sembrano) più belle, alte, sviluppate, piene di gioventù e freschezza. Per non parlare poi della perfezione dei loro corpi, dei loro seni e delle gambe che non hanno un filo di cellulite. Lei non faceva eccezione. La vedo uscire di fretta dalla doccia adiacente alla piscina con un costumino due pezzi giallo e nero che gli stava decisamente troppo piccolo, talmente piccolo che le faceva un leggero “effetto push up” a quei due bozzetti che aveva al posto delle tette.

Lo slip, anch'esso microscopico, gli si infilava continuamente tra le sode e vellutate natiche, per poi dividere in due la sua giovane e fresca fica nella parta anteriore. Così cambio i miei programmi, mi tolgo la tutta, prendo il costume e velocemente mi cambio.
Sin dal momento che entra in acqua, non le stacco gli occhi di dosso, anche in immersione cercavo di sbirciare i suoi lineamenti più nascosti dai suoi movimenti leggeri e fluidi.

Ovviamente l'erezione del sottoscritto non tarda ad arrivare, ma nuotando a stile libero, speravo nessuno la notasse. Il primo giorno non accadde nulla, come il secondo, ed anche il terzo. Ci vuole quasi una settimana per incrociarla nuovamente, ormai frequantavo più la piscina che la sala pesi pur di vederla.
La mia pazienza fu però premiata dalla costanza. È una Domenica quando la rivedo di nuovo, la incrocio entrando nello spogliatoio degli uomini che ha la porta adiacente a quello delle donne.

È questione di pochissimi secondi, il mio sguardo incontra il suo, un sorriso di cortesia da parte di entrambi e poi ognuno per la sua strada. Ma in quei pochissimi decimi di secondo, finalmente la osservo da vicino, i suoi occhi neri ed i capelli rossi lisci tirati da una lunga coda che le arriva fino alle spalle lasciandole il collo scoperto, svegliano nuovamente il mio uccello! Avrei voluto baciarla sul collo e morderla dolcemente dietro le orecchie, poi altri lunghissimi baci lungo tutto il suo corpo, fino ad arrivare alle cosce, per poi prendere in bocca le dita dei sui piedi nudi una ad una.

Ricordo che quel giorno entrai in piscina dopo parecchio tempo, per paura di non poter controllare la mia erezione e con il rischio di fare una figuraccia nell'acqua, mi feci una sega sotto la doccia della piscina, una lunga ed appagante masturbazione pensando a lei che era, seppur divisa da un muro, qualche metro più in là. Il fascino che lei aveva su di me, stava diventando sempre più forte. Così dopo essermi svuotato le palle, torno nuovamente in piscina.

Dopo la settima “vasca”, mi accorgo che lei sta nuotando nella corsia vicino la mia e nella stessa direzione. Mi rendo subito conto che non gli sono mai stato cosi vicino, in acqua, sullo stesso lato ed a pochi centimetri da lei. Comincio di nuovo a provare una certa eccitazione, “non è possibile Chase, ti sei appena masturbato e già ti si stà gonfiando nuovamente” penso mentre mi tengo a galla e rimanendo al centro della corsia.

A cavallo tra sogno e realtà, osservandola, subito saltano fuori le mie fantasie più nascoste: immagino di spingerla lungo la parete della vasca e baciarla, assaggiando le sue morbide e fresche labbra, provo ad allargare le sue esili gambe, spostare il suo costumino e penetrarla dolcemente nella sua giovane fica, immaginando i suoi gemiti di piacere ed i sui movimenti metre mi prende dentro tutta l'asta. Passano pochi secondi da quella fantasia e mi accorgo che la stavo stupidamente fissando mentre fantasticavo su una improbabile scopata.

Ovviamente se ne accorge, così interrompe anche lei la sua nuotata e mentre si avvicina lentamente a me, sorridendo mi saluta:
«Ciao»
«Ciao…» gli rispondo senza aggiungere altro. Non ci potevo credere, mi stava emozionando una ragazzina.
«Non ti vedo spesso in piscina…» continua lei poggiando le braccia sul divisorio in plastica galleggiante.
«Si, bhè, ecco… sono di più in palestra, ma ora che siamo quasi in piena estate, preferisco nuotare, e tu? Sei nuova di qui?» non credo a quello che ho detto.

Ci stavo provando con lei.
«Diciamo di si… non sono di questa città, vengo venti giorni all'anno con i miei genitori a trovare i nonni ed in attesa delle vacanze vere e proprie con i miei amici, vengo a nuotare qui» mi risponde continuando a muoverele sue esili gambe nell'acqua «comunque il mio nome è Eleonora» conclude allungando una mano.
«Il mio è Chase e… quindi sei solo di passaggio in questo posto» gli rispondo mentre stringendole la mano un brivido mi attraversa tutto il corpo.

«Eh si… in un certo senso sono un'ospite… il prossimo fine settimana torno in Sardegna…».
«La Sardegna… ci sono stato solo un paio di volte, una bellissima terra… come le sue ragazze…» adesso stavo veramente superando il limite flirtando con Eleonora.
«Ma grazie…» mi risponde arrossendo per la prima volta «ora devo andare, ancora un paio di vasche e poi ho finito, tra poco passa a prendermi mia cugina, ci vediamo domani, se ci sei…» mi liquida sorridendo e tornando ad allenarsi.

Quindi anche io torno a nuotare, ma riesco a malapena a portare a termine dieci vasche, poi mi rendo conto che non posso restare lì, vederla davanti a me che spalancava le gambe sott'acqua mi turbava non poco. Ogni volta che spingeva con le gambe e le apriva, immaginavo la sua fica completamente aperta pronta ad accogliermi e quel sorriso innocente che mi regalava ogni volta che accadeva, non faceva altro che provocarmi erezioni saltuarie.

Così decido di lasciare la piscina, forse una doccia fredda calmerà i miei bollenti ed impuri spiriti. L'erezione del mio cazzo sotto i boxer mi accompagna fin sotto la doccia, decido quindi di non usare quella maschile interna e mi lavo in quella pubblica.
Solamente sotto la doccia mi accorgo che lei si era fermata in acqua in mezzo alla corsia a guardarmi. Così sfruttando la distanza tra me ed Eleonora, faccio finta di non notarla e voltandomi verso di lei, inizio ad insaponarmi il petto con il bagnoschiuma cercando di nascondere il mio cazzo tra le gambe ruotando di tanto in tanto su me stesso.

Ma la mia erezione non si poteva nascondere più di tanto, la voglia di “farmi” quella ragazzina sembrava non volermi abbandonare ed era sempre più evidente ogni minuto che passava. Così chiaramente evidente che si poteva notare da sotto il costume anche a Km di distanza. Ed infatti il mio “pacco” non sfuggì all'attenzione di Eleonora. Con la coda dell'occhio notavo che ogni tanto lei mi guardava con insistenza proprio in mezzo alle gambe, “in fondo” mi dissi “è una ragazza nel fiore degli anni ed in pieno sviluppo ormonale”.

A quel punto decisi di non nascondermi più e la guardai apertamente, lei alzo gli occhi incrociando il mio sguardo e poi tornò velocemente alla mia erezione, fece questo passaggio ancora un paio di volte mentre io restavo fisso sul suo viso. Poi accennai un sorriso e lei mi seguì mostrandomi le sue splendide labbra in un dolce sorriso confidenziale. Entrando negli spogliatoi la guardo e lei mi saluta rapidamente alzando una mano, io feccio altrettanto.

Da quel momento in poi si istaurò una sorta di complicità che mi portò a compiere il primo passo, “chi se ne frega dell'età” mi dico organizzando mentalmente un sistema per portarla fuori da quel contesto e forzando ogni volta un modo per incrociarla.
Così quando la incontravo in piscina, facevo in modo di nuotare sempre nella medesima corsia, si parlava poco e di cavolate: il tempo, l'ultimo film visto, di tanto in tanto si creavano (creavo) delle “situazioni sessuali” come toccargli il sedere facendo finta di aiutarla ad uscire dal bordo vasca della piscina, o guardarla intensamente mentre nuotando apriva le gambe, altre volte infilavo la testa sott'acqua per vedere la sua apertura totale.

Uno dei miei “giochi sessuali” preferiti rimaneva comunque quello di mostrare il più possibile le erezioni che tutte le volte avevo, sia fuori che dentro l'acqua e come già detto, persino sotto la doccia o attraverso i pantaloncini se ci incontravamo fuori dalla piscina. Una volta osai anche nel mostrare una parte del mio pisello, non volevo essere sfrontato, ma cercavo comunque di catturare la sua “attenzione” con giochetti erotici. Così una mattina, nuotando da un bordo all'altro della piscina, lasciai uscire la punta del mio pisello da un lato del costume.

Scelsi anche lo stile “rana”, che mi permetteva ad ogni movimento delle gambe, di “ritirare” su il costume mostrando l'asta del mio pisello rigida, ed anche se non si scopriva per tutta la sua lunghezza, ero sicuro che lei un'occhiatina gliela avrebbe data, tra una bracciata e l'altra.
Ma il tempo passava velocemente, da quando l'avevo conosciuta era trascorso quasi tutto il tempo della sua vacanza, mi restava poco tempo per “concludere”. Decido di muovermi proprio il giorno prima della sua partenza, un Sabato di fine Giugno.

Il centro sportivo era già deserto, come la piscina. Tutti erano in vacanza, nessuno era rimasto in città a prendersi i trenta gradi all'ombra, tranne ovviamente io ed Eleonora e pochi altri ragazzi che se ne stavano stesi a prendere il sole sui lettini.
Quel giorno, quel sabato, ho giocato “il tutto per tutto”. La vedo atteaversare l'entrata principale della struttura, aveva solo una magliettina corta che lasciava l'addome scoperto ed una gonnellina a fisarmonica bianca tipo quella delle tenniste, per il resto degli occhiali da sole leopardati ed infradito.

Facendomi forza delle poche persone presenti (e quindi di occhi indiscreti nei limiti) diedi sfogo a tutta la mi eccitazione accu ulata in quelle settimane. Gli mostravo più volte il mio pisello sott'acqua nuotando, cercavo di sfiorarla e toccarla con qualunque scusa. Ma dovevo osare di più, il tempo ormai era scaduto!
Attendo che esce dall'acqua, un'ultima palpatina al suo sedere mentre l'aiuto ad uscire dalla piscina, ed infine la vedo prendere la direzione degli spogliatoi.

Due minuti dopo, sono anche io sotto la doccia degli uomini e poi di corsa a cambiarmi. L'aspetto fuori dal cancelletto dell'impianto sportivo e quando la vedo uscire, sorridendo gli prendo la mano e la trascino dietro la palestra.
«Dove mi porti?» mi domanda lasciandosi guidare.
«In nessun posto in particolare, voglio stare un po' da solo con te…» gli rispondo sempre sorridendo.
Camminiamo per diversi minuti e quando finalmente mi rendo conto che la distanza tra noi ed il resto degli iscritti è accetabile per avere un po' di intimità, faccio il primo passo.

La guardo per diversi secondi, non ricordo di aver detto molte cose sensate in quel lasso di tempo, poi all'improvviso, lentamente ma deciso, avvicino la mia bocca alla sua ed inizio a baciarla. Lei forse non se lo aspettava più di tanto, ma accetta quei baci e lascia che per po' le nostre lingue si incrocino. Allora oso un po' di più e mentre con una mano le stringo il solido e fresco culetto, con l'altra provo ad afferrare quello che doveva essere un seno.

È molto piccolo, non riesco a “sentirlo”, così mi stacco da lei e con una mano sposto tutta su un lato la canottiera scoprendole il seno.
«No, aspetta Chase… se passa qualcuno e ci vede?».
«Non ti preoccupare, quelle poche persone che ci sono stanno in piscina… nessuno in questo periodo vieni qui e se anche fosse, la siepe ci copre» le dico cercando di convincere più me che lei.
La visione di quel seno acerbo inizia a gonfiarmi lentamente il pisello e mentre lo sento crescere tra le gambe, inizio a mordicchiare prima ed ha baciare dopo, il suo piccolo capezzolo.

Poi mi inginocchio ed inizio a toccarle le coscie, la gonna corta mi facilita il compito, quindi inizio baciarle la pancia un po' ovunque mentre con le mani sfioro ogni centimetro delle sue gambe. Eleonora sembra opporre un po' di resistenza, mi dice a tratti frasi come “dai alzati” o “non qui, Chase…”, ma io non mi arrendo, voglio convincermi che infondo entrambi vogliamo la stessa cosa.
Allora delicamente, come se fossi un professionista della lotta corpo a corpo, con uno sgambetto le faccio perdere l'equilibrio e le mi braccia ammortizzano la sua caduta a terra.

«Aspetta, Aspetta… Chase…» mi dice intuendo le mie intenzioni.
Ma ormai non sento ragioni, la voglio, adesso, subito. Cosi metto una mano sotto la sua gonnellina e tiro giù le sue mutandine giusto di pochi centimetri, successivamente mi abbasso i pantaloni della tuta, giusto a scoprire il cazzo ormai gonfio. Scivolo verso il basso, porto la mia testa all'altezza della sua fica e la bacio più volte giocando anche con la lingua in mezzo al suo spacco.

Per la prima volta la sento ansimare, avverto il suo respiro farsi più pesante. Quindi afferro il mio uccello ormai dritto, aiutata dallo strusciare il mio cazzo tra le sue gambe, la pelle che ricopre la cappella é giá scivolata giù, quindi guido con la mano la mia asta verso la fica di Eleonora. Lo passo un paio di volte sopra e sotto il suo spacco, poi muovo su e giù la mano lungo il mio cazzo, giusto il tempo che qualche goccia di sperma esca dal buco della mia cappella.

Continuo a strusciare in alto ed in basso la mia cappellla lungo il suo spacco, lo sperma unito ai suoi umori, mi suggerriscono che posso finalmente penetrarla. Cerco il suo buchetto, infilo delicatamente la mia cappella gonfia dentro e centimetro dopo centimetro, affondo tutta la mia asta dentro di lei. Inizio a spingere avanti ed indietro, a contrarre i glutei, cercando di spingere il mio pisello umido e gonfio sempre più in profondità. Eleonora inizia ad ansimare con più vigore, anche io mi lascio scappare qualche gemito mentre continuo a spingere.

Sento la sborra salire lungo l'asta, il fatto che non abbia il preservativo non mi ferma, voglio riempirla del mio sperma. Eleonora ormai si lascia andare, divarica un po' di piùle gambe per accogliermi sempre di più dentro di sè, finalmente avverto quella sensazione che anticipa l'orgasmo, ci sono… sento gli spasmi del mio cazzo ed una prima schizzata si fa strada dentro la sua fica… poi una seconda, una terza… vengo più volte… avevo giocato con lei per ore ed il mio cazzo era stato in tiro per quasi tutto il tempo, mi ero “caricato” così tanto che fu una liberazione totale svuotarmi dentro di lei… sentivo lo sperma fuoriuscire a fiotti dal mio pene, getti potenti e ripetuti… poi dopo l'ennesima schizzata ed ormai completamente svuotato, provo a riprendere fiato.

Rimango qualche secondo dentro di lei ed anche Eleonora, con le gambe divaricate, prende fiato. Poi sfilo il mio cazzo da lei e mentre lentamente si affloscia, mi alzo e rimetto il mio pisello unto di sperma nei boxer. Pochi secondi dopo anche lei è in piedi, ed ancora con le mutandine abbassate, si guarda tra le cosce.
«Sei contento ora?» mi dice mentre si passa dei fazzoletti di carta sulla fica per ripulirsi dallo sperma che gli colava lungo le gambe.

Mi rendo conto di quello che avevo fatto solo quando la sento pronunciare quelle parole. Così mentre Eleonora continua a ripulirsi la fica dai miei umori, realizzo che ho combinato un bel casino di aver corso un grande rischio: venire dentro di lei senza precauzioni!
«Ti sei divertito è? » continua mentre si tira su le mutandine «per fortuna già da qualche mese prendo la pillola per regolarizzare il ciclo» conclude sorridendo mentre si sistema la canottiera.

Ricambio il sorriso mentre mi passo una mano dietro la testa sollevato come per dire a me stesso “Chase sei un incosciente, ti fai sempreguidare dal tuo uccello”.
Quel giorno l'accompagno a casa in auto, ma mi fermo centinaia di metri prima per non correre il rischio che ci vedano insieme. Ci scambiamo i numeri di cellulare, prima che lei torni nella sua città. Ancora adesso ci scriviamo, ma già so che questi messaggi lentamente si diraderanno sempre più, fino a cessare del tutto.

Finita l'estate Eleonora inizierà l'ultimo anno scolastico, poi andrà all'Università e sarà circondata da ragazzi che vorranno insinuarsi nel suo posto più intimo, ed io sarò solo il ricordo di un pomeriggio di sesso… forse!

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