La festa a Carrù

Tre giovani puttane seminude
scendono alla stazione di Magliano
dal treno quattro quattro nove sette
puntuali, alle ventidue e ventotto:
sulla banchina una quarta puttana
le attende. Si salutano, si abbracciano,
escono sul piazzale dove c’è
l’auto di quella che è venuta a prendere
le tre amiche in arrivo da Torino.

Un rustico nei pressi di Carrù
è la destinazione, dove quattro
ricchi bovari, amici fra di loro,
pregustano una notte di lussuria.

– Arrivano le troie? – Se è in orario
il treno, fra mezz’ora sono qui.
La Valentina la conosciamo tutti,
sono curioso le tre da Torino.
Ne sai qualcosa? – Eva è una spagnola
già navigata, Anna e Federica
parrebbero esordienti. – Tu ci credi?
– La Vale ce le vende come tali,
avranno preso qualche cazzo in meno
di lei, non ci va tanto! Questa notte
le proviamo e vediamo come sono.

Sull’auto spiega Valentina: – Allora,
ho detto che tu Eva ci sai fare,
quindi tu e io guidiamo la serata
tranquille, siamo le professioniste.
Per Anna e Federica non importa
se sono imbarazzate, anzi è meglio.
Ma senza esagerare. Cioè, ragazze,
ora è deciso, andate fino in fondo.
Ma è davvero per voi la prima volta
che prendete dei cazzi a pagamento?

– In Spagna ho fatto qualcosa con Eva
ma poco; qui in Italia niente mai –
risponde Federica.

Dice Anna:
– Per me la prima volta in assoluto,
sono agitata ma sono decisa.

– Tranquilla, che vuoi mai che sia? Son cazzi! –
sorride Valentina, e rassicura:
– Non che siano belli, ma gentili
lo sono, i quattro di stanotte, vanno
bene per cominciare, con me scopano
da anni e non ho avuto mai problemi.
Ovviamente però tenete conto
che pagano, non è che ci corteggiano:
è contrattuale che apriamo le cosce!

– Pensi che ce ne tocchi più di uno? –
domanda Federica.

Valentina
ride: – Dipende da quanto resistono!
Ma sì, se ce la fanno devi darla
a chi la vuole, anche a tutti e quattro.
Bisogna fare quello che richiedono,
ricorda, siamo qui per un lavoro.

– Ma tu che li conosci – chiede Eva
– vogliono fare anche sesso bizzarro,
doppia penetrazione, pissing, fisting?

– Due di loro magari lo propongono,
gli altri due no, sono tipi più semplici.
Ma tranquille: il pompino e la scopata
sono nei patti, nel prezzo pagato,
tutto il resto prevede supplementi,
banconote che vi mettete in borsa
se dite sì.

Se dite no è no.
Io faccio tutto e anche tu, credo, Eva;
voi Anna e Federica fate solo
quello che vi sentite. Tutto chiaro?
Penetrazioni col preservativo
naturalmente: ne avete una scorta?
Comunque ne hanno loro e ne ho io.

Si ferma l’auto alla porta del rustico,
quattro puttane seminude scendono.
Saluti, sguardi, sorrisi, bicchieri
ma si va presto al sodo: – Ci dovete
fare una passerella e un lesbo show –
dice il più anziano, il padrone di casa.

Quattro diverse personalità,
sia pure, certo, con affinità.
Valentina ragazza dei dintorni,
studi interrotti all’università,
ormai troia ufficiale di Carrù,
fa sesso a pagamento a tempo pieno
a casa propria e talvolta lavora
in locali notturni della zona
o di Torino: gestisce la vita
con decisione, con serenità.

Eva è giunta in Italia dalla Spagna
da due o tre anni, è amica o più che amica
con Federica: modella, barista,
puttana qualche volta, animatrice
di feste, mille altri lavoretti,
sguardo curioso, a volte malinconico
sul mondo da esplorare.

Federica
brava ragazza della borghesia
torinese, con Eva sperimenta
cose nuove: è una disoccupata
con una laurea in psicologia.

Anna è la più inesperta: fidanzata
per anni, poi lasciata, insegna nuoto
saltuariamente, ha amici noiosi,
adesso Valentina l’ha convinta
a provare l’audace sensazione
del sesso per denaro: è delle quattro
l’unica che non l’ha proprio mai fatto.

Su una specie di palco nel salone
quattro puttane si spogliano nude
e si palpano per piacere agli uomini
che guardano.

Per Eva e Federica
non è difficile, loro si amano
e si toccano spesso con piacere;
Valentina è meno saffica ma
sa cosa deve fare e ci si applica
aiutando l’imbarazzata Anna.

Confabulano gli uomini fra loro:
– Forza, ragazzi, diamoci da fare,
a queste pice arroventiamo i buchi,
che pagare le abbiamo ben pagate.
Vediamole un po’ meglio da vicino.

Esperti commercianti di bestiame
del contado fra Mondovì e Carrù,
dispongono in rassegna le ragazze:
in fila come vacche in una stalla,
a quattro zampe con il culo in su:
le guardano, le palpano, le esaminano.

È certamente un rito non usuale:
Federica è perplessa, Anna inquieta,
Eva sospira un poco infastidita.
Valentina che sa come funziona
rassicura le altre con lo sguardo.

Vagliate le ragazze, i quattro uomini
decidono le coppie, quantomeno
le coppie al primo giro. – Quella Anna
è l’unica davvero debuttante,
io me ne intendo. Anche Federica
forse non è una troia di mestiere
ma il cazzo lo conosce molto bene.

La spagnola è una vacca ma in compenso
è la più bella, è proprio una modella.
La Valentina già la conosciamo.
Come si fa stasera? Sorteggiamo
l’ordine di chi sceglie? – Sì, va bene,
prendi le carte. – Ce lo hai detto tu
di stare nude e crude? – Sì, perché?
Volevi lingerie? Dai, sono giovani,
le calze vanno bene alle bagasce
più anziane. – Ma la Vale quanti anni
ha adesso? – Ventisette.

– Cazzo, sembra
che è da sempre che ce la chiaviamo.
– Ha cominciato presto. – Asso di cuori,
scelgo io per primo. – Chi prendi? – Mah, guarda,
la Anna avrà anche il culo sigillato
ma non mi piace tanto, preferisco
la spagnola. – Tu sei un buongustaio…
Aggiudicata Eva, chi è il secondo?

Il ventre obeso e le mani sudate
dell’uomo che l’ha scelta non disturbano
Eva, che dell’amore mercenario
ha una certa esperienza.

Valentina
non ha problemi con chi le è toccato:
già lo conosce. Pure Federica
entra nel ruolo con facilità.
Anna si dà da fare con impegno.

Restano in sala Eva e Valentina,
le altre due in camere chiuse s’appartano
per intime scopate con i loro
amanti rispettivi. Nella sala
godono invece la vista reciproca
delle guizzanti puttane i due uomini
che, versato il previsto supplemento,
a pascipecora ora le inculano.

– Hanno buchi che c’entra un paracarro.

– Ci facciamo una doppia? – Sì, con quale?
– Con Valentina l’abbiamo già fatta
tante volte: proviamo la spagnola.
– Eva, ti va? Non dirci che dobbiamo
darti altri soldi: abbiamo già pagato
davanti e dietro, insieme cosa cambia?

Eva scuote la testa: – Tanto i soldi
li avete, ma comunque non importa:
avanti, dai, facciamo questo sandwich.

Un poco goffi, i due in simultanea
le dilatano l’uno la vagina
e l’altro l’ano.

Ansimano, godono
e si lasciano andare, eiaculando
dentro i preservativi. Poi si stendono
esausti sulle stuoie. Valentina
li tocca con la lingua in vari punti
del corpo, come sa che deve fare.
Eva un poco sbeffeggia: – Ma credevo
che voleste resistere e venirmi,
tolto il condom, sul seno, fra le tette,
sai che lo sperma fa bene alla pelle!

Uno dei due stirandosi bofonchia:
– Tranquilla, che non siamo mica morti.

La notte è lunga, prima che sia l’alba
magari me la faccio la spagnola
con la spagnola. Tu sei molto brava
e molto bella, làsciatelo dire:
fra le migliori passate di qui.
Ma, nella vita, tu fai la puttana?

Eva lo guarda, scuote il capo, ride:
– Faccio quel che mi pare, come te.

Quattro puttane seminude stanno
sul divano, bevendo e riposandosi
un’ora dopo mezzanotte. Chiede
Valentina alle altre: – Allora come
è stato il primo impatto? Come sono
questi quattro bovari? Com’è andata?
Sesso anche anale, mi pare, per tutte?

– Anale sì – dice Anna – mi sento
il culo rotto, ma è stato gentile
l’uomo, tutto sommato: io temevo
peggio, per questa mia prima esperienza.

– Prima con pagamento, ma non eri
vergine, neanche dietro, no? Mi sbaglio?

– Vergine no, ma poco abituata!

Sorride Eva: – Questo di stanotte
è un lavoro: puoi farlo tutti i giorni
o due o tre volte al mese, ma è un lavoro
in ogni caso. Ci scopri degli uomini
un lato, e non è che sia spregevole.
Questi che trovi qui in questo rustico
non son diversi da quelli che trovi
in ufficio, per strada, in treno, al bar:
sono uomini.

Questi sono ricchi,
certo, abbastanza, si guadagna bene
qui: tante volte l’ho fatto per meno.
Secondo me è un lavoro interessante,
anche se soprattutto qui in Italia
non devi troppo raccontarlo in giro.

Chiede curiosa Anna: – Perché in Spagna
è diverso? Non ti devi nascondere?

– È un po’ diverso. Ci sono anche là
dei moralisti, però nel complesso
a Barcelona non mi nascondevo:
ci sono tante studentesse in Spagna
che lo fanno ogni tanto, non è strano,
è normale, per fare qualche soldo.

In Italia è un po’ peggio, ma comunque
è sopportabile, chi se ne frega.
Stanno ben peggio in Arabia Saudita!

– Questo è sicuro. Adesso rilassatevi
che fra mezz’ora qui si ricomincia.
Ora che ci hanno assaggiate è possibile
che ci propongano cose più strane.
Siamo puttane al lavoro, però
non tutto è bianco e nero, può accadere
persino di eccitarsi: se succede
non frenatevi, siate naturali,
con un po’ di goduria viene meglio
tutto, per loro ma anche per noi.

– Sei saggia Valentina – dice Eva –
qui in Italia c’è troppa torbidezza,
tristezza, inibizione: a Barcelona
ho visto spesso puttane felici,
qui raramente, sempre a lamentarsi!
Sarà perché, come dicevo prima,
ti bollano d’infamia, devi stare
troppo nascosta. – Dove l’hai sentito
«ti bollano d’infamia»? – L’ho trovato
leggendo un libro, io leggo molto, sai?

Aggiunge ancora Valentina: – Qui
va di lusso, per questo vi ho portate,
da vera amica.

Sono rispettosi,
pagano bene, puliti, gentili,
non hanno mogli fra le palle: due
son divorziati, gli altri eterni scapoli.
E non sono catorci, per scopare
scopano neanche male, che ne dite?
Io che puttana sono a tempo pieno
(o quasi) vi assicuro che purtroppo
la media è molto più bassa. – Ma quanti
ne prendi al giorno, col tuo tempo pieno?
– Tre o quattro, qualche volta cinque, sei:
ricevo in un alloggio a Mondovì
con un’altra ragazza.

– Per me invece
è la settima volta in vita mia
che scopo per denaro, le ho contate:
ma sto imparando – dice Federica.
– Per me è la prima – ribadisce Anna.
Eva sorride a Valentina: – Vedi
che principianti! Pure io però
lo faccio quando càpita, non è
il mio vero lavoro, se tu l’unica
professionista seria qui stasera.

Nella seconda parte della notte
avviene tutto in orgia condivisa,
con cose strane ma nemmeno troppo:
Anna dopo una breve esitazione
piscia su Eva, Valentina prende
di tutti e quattro in fica il pugno chiuso
in successione, a Federica in culo
entrano ancora due cazzi tenaci,
ma poi subentra una quieta stanchezza.

Eva pulisce con la lingua tracce
di sperma che sul viso a Federica
sono rimaste da un pompino: è dolce
il gesto naturale, premuroso.
Il padrone di casa se ne accorge
e dice a Eva: – Sei particolare
tu, sei diversa: ti dispiacerebbe
se ci vedessimo altre volte, solo
tu e io, qui o dove t’è più comodo?

Eva lo guarda, valuta, risponde:
– Sono diversa? Puoi considerarmi
una puttana esclusiva, lo faccio
quando mi va, non valuto soltanto
il prezzo, conta anche l’impressione
che ho dall’uomo, un’idea di rispetto
e ragionevole gradevolezza.

– E me mi trovi ragionevolmente
gradevole? Ho passato i sessant’anni
ma sono in forma, e non ti mancherei
mai di rispetto. Mi piaci tantissimo.

– Hai sessant’anni e non sai che una troia
se tu le dici «mi piaci tantissimo»
lei alza il prezzo? Muy bien, sei simpatico.
Ma tu potresti venire a Torino?
Io di giorno lavoro da barista,
fino alle tre, potrebbe andarmi bene
di pomeriggio, tu ce la puoi fare?

– Sì, posso liberarmi un pomeriggio
e venire da te.

A casa tua?

– No, abito con uno. Non che sia
mio fidanzato, è un coinquilino,
diciamo, però meglio a casa no.
Vicino al bar dove lavoro c’è
un albergo decente e non costoso.
Passi a prendermi al bar e andiamo lì.
La tariffa… Mi dai trecento euro
e sei tranquillo, con nessuna fretta,
pomeriggio per noi, facciamo tutto
quello che vuoi. Ti sembra un buon accordo?

– Ma sì, direi di sì.

Mercoledì
prossimo io potrei. Ti andrebbe bene?

– Mercoledì… Vediamo… Sì, va bene.
Ti chiami Davide, hai detto? Scambiamoci
i numeri, ti scrivo su Whatsapp
l’indirizzo del bar e dell’albergo.

Quattro puttane al fresco dell’aurora
alla stazione di Magliano aspettano
il treno quattro quattro sette sei
per Fossano: tre partono, la quarta
le ha accompagnate. Da Fossano
c’è la coincidenza per Torino
col treno dieci centoventidue.

– Ho visto, Eva, che hai accalappiato
Davide, brava – dice Valentina.

– Sì, ci vedremo in albergo a Torino,
però non te lo rubo, stai tranquilla.
– Non è un problema, qui nella mia zona
ho la coda alla porta. Per quei quattro
faccio funzioni d’organizzatrice
più che di troia. Saranno contenti
di voi tre nuove scoperte stanotte
grazie al mio buon lavoro di ruffiana!
Tu Anna debuttante com’è andata?

– Non male. Ho preso più soldi stanotte
che in tutto il mese prima, anche più cazzi
che in tutto l’anno prima, sono un poco
frastornata, ci devo meditare.

Ecco il treno. S’abbracciano le amiche
stanche, serene, complici: promettono
di rivedersi presto e sanno che
così sarà, non è promessa vana.

In treno dice Federica: – Insomma,
per esser quattro vecchi puttanieri,
c’è di peggio. Tu Eva che ne pensi?
– Sono d’accordo. Il padrone del rustico
lo rivedo mercoledì a Torino.
Non a casa, però, so che ad Alberto
dà fastidio se porto gente in casa.
– Eh, quell’Alberto, è un amore, mi sa…
– Amore no, è un buon coinquilino
per adesso, domani si vedrà.

Le tre amiche sorridono. Nessuna
ha impegni oggi, potranno dormire,
Eva al bar è il suo giorno di riposo.
Si mettono d’accordo per la sera,
mangiare insieme, poi c’è un cantautore
che fa un concerto in un bar, Federica
lo conosce, lo andranno ad ascoltare.

Arriva il treno puntuale alle sette
e trentacinque a Porta Nuova. Guarda
curioso un ferroviere sulla porta
del vagone, fra i pendolari stanchi,
scendere in una macchia di colore
tre giovani puttane seminude.

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