IO VENTENNE E MIA ZIA SESSANTENNE

In effetti notavo sempre qualcosa di strano quando ero in bagno nei giorni in cui ero ospite a casa di mia zia per studiare all'Università. In pratica, il buco della serratura della porta, che era proprio davanti al water dove io stavo seduto per fare i miei bisogni e masturbarmi, si illuminava ed oscurava ad intermittenza, come se qualcuno si frapponesse alla luminosa vetrata dell'antistante corridoio per poi d'improvviso allontanarsi.
Era chiaro che qualcuno, in quei momenti particolarmente “intimi”, mi spiava; e questo “qualcuno” era mia anziana zia, la quale, sin dal primo giorno che entrai in casa sua, “affettuosamente” mi “stuzzicava” strusciando spesso le sue mani, i suoi fianchi ed il suo culo contro il mio corpo e baciandomi voluttuosamente, fino a strofinare le sue labbra contro le mie ogni qualvolta arrivavo dal paese o la salutavo quando, a fine settimana, andavo via.

Quando quella mattina ebbi la certezza delle sue “spiate” dalla porta del cesso, entrai in cucina, dove lei mi stava preparando la colazione, e le diedi il consueto bacio di buona giornata con più “affettuosità” del solito, ossia accarezzandole teneramente il collo dietro le orecchie e dicendole parole di ringraziamento per quello che stava facendo per me ospitandomi a casa sua. Quindi iniziai a baciarla su una guancia e lei – che probabilmente non aspettava che questo momento – torse il volto fino a far arrivare la sua bocca sulla mia introducendo in essa la lingua: da lì partì un “furioso” bacio “francese” che ci fece perdere ogni inibizione.

“Aspetta – mi disse – che sistemo lo zio, e poi sarò tutta per te…”.
E' superfluo dire che quella mattina all'Università non ci andai….

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