In quella sala a luci rosse.

Verso le 21 uscimmo di casa e ci recammo in Passeggiata dove parcheggiai come sempre a pochi metri dalla sala a luci rosse. Entrammo. Era Autunno se non erro. In sala quasi nessuno. Mia moglie si tolse il soprabito leggero. Il suo abito molto attillato metteva in risalto il suo culo formoso. Raggiungemmo il solito posto. Il film era la solita stronzata porno anni '80 con quelle musiche di merda. Mia moglie ricordo aveva la testa poggiata sulla mia spalla.

A casa prima di uscire come al solito l'avevo stimolata sessualmente senza soddisfarla per renderla più disponibile verso il maschio. Non ci accorgemmo della persona che si era seduta accanto a lei. Improvvisamente percepii che mia moglie si era irrigidita. Guardai e vidi l'uomo. Le scene luminose sullo schermo mi consentirono di guardarlo bene. Era un quasi anziano (così lo giudicavo a quel tempo). Strideva l'immagine rozza col ‘vestito della festa' che indossava. dava proprio l' idea di un contadino rivestito a festa.

Aveva la faccia rude, rugosa, segnata dal sole. Poteva anche essere un uomo di mare. Da quasi subito passò all'attacco. Allungò sfacciatamente una mano e la mise su quella che mia moglie teneva in grembo. Mia moglie sussultò; guardò la mano, poi lui e infine me. Il suo sguardo era apprensivo e interrogativo. Tentò di divincolare la mano ma lui gliela tenne bloccata. Io non sapevo cosa fare. s**ttare in piedi a prenderlo male parole oppure attendere.

Il cuore che batteva nel solito modo di quando le corna stanno per arrivare però mi fece des****re dal reagire. Avrei potuto fronteggiarlo e questo mi dava una certa tranquillità. L'uomo si mise a fissare il volto di mia moglie che stranamente non riusciva a distogliere a sua volta lo sguardo dal suo. Con latra mano mia moglie stringeva forte la mia per rassicurarsi. Mi guardai intorno. Non c'era nessuno vicino. Dietro, appoggiato al muro la maschera che ci conosceva di vista e sapeva che qualcosa sarebbe successo.

Ma con lui c'era mutua complicità. Dopo qualche minuto lui armeggiò alla sua patta e estrasse il cazzo portandoci sopra la mano di mia moglie. Quel cazzo… scuro grasso più che lungo. La mano diafana di mia moglie strideva con quello scuro e minaccioso turgore. Lei cercava di divincolarsi ma senza riuscirci. Guardava me con sgomento e rabbia, poi guardava lui in faccia e poi guardava il suo cazzo. “Dai amore, fallo venire così se ne va!” le sussurrai.

“Stronzo!!” mi sibilò lei. Ma la sua mano che prima cercava di allontanarsi da quella mazza scura lo strinse e iniziò il su e giù, prima piano poi sempre più veloce. Ero ipnotizzato dalla scena. Quando la mano scendeva la grossa cappella scura si scopriva del tutto. Guardandola mi pulsarono forte le tempie e il respiro si fece rapido. La immaginavo dentro mia moglie. Me la immaginavo mentre affondava nella vagina di mia moglie scosciata fino a batterle alla bocca dell'utero.

Ma lui non veniva. Resisteva. Poi allungò la mano destra sulla nuca di mia moglie e la costrinse a chinarsi sul suo cazzo. Mia moglie si divincolava forte scuotendo la testa per sfuggire alla presa, ma senza esito… e la tua testolina bionda fu sul suo cazzone. La sentivo mugolare, come a dire di lasciarla, che non gradiva… ma intanto prese ad andare su e giù.. Ma lui seguitava a non venire. La maschera si era avvicinata di più per vedere meglio.

Ad un certo punto a mia moglie mancò il respiro e si divincolò e tossì a lungo. L'odore del cazzo era fortissimo nell'aria e sul suo volto. Mi guardava disperata, Ma a me che la conoscevo bene non mi sfuggì una certa traccia di condiscendenza. “Andiamo via!… Andiamo via, ti prego!!” mi disse. Non potevo che accontentarla. Ci alzammo scompostamente e in fretta ci avviammo all'uscita della galleria. Dal fondo delle scale voltandomi notai che l'uomo ci seguiva.

In breve fummo all'auto e ci entrammo. “Che maiale!! Che porco!! Che schifoso!!” diceva mia moglie mentre si passava il polso sulle labbra per ripulirsele. Poi prese una salvietta e completò l'opera di pulizia. Ma io vedevo che le sue espressioni di schifo contrastavano con l'espressione del volto. Lei non vide come invece vidi io che l'uomo aveva la macchia li nel parcheggio dove montò e mise in moto. Partii e anche lui uscì dal parcheggio.

Ma non mi diressi verso casa. Non volevo che vedesse dove abitavamo. Eppoi un piano ruffiano mi aveva attraversato la mente. Avevo bisogno di corna. La voglia di corna era s**ttata e avevo bisogno di vederla trombata. Mi diressi verso la pineta a Sud di Viareggio, lungo il Viale dei Tigli. Mia moglie mi chiese dove andassi e io le risposi che volevo pomiciare un pò in macchina e poi andare a prendere un bel gelatone a Torre del Lago.

Si acquietò e si rilassò. A metà viale girai in un vialetto laterale e dopo pochi metri, ormai nel folto della pineta, fermai in un anfratto. La tirai a me e iniziai a baciarla. Cercai subito di eccitarla. Ma quando misi la mano fra le sue cosce vi trovai le mutande letteralmente zuppe di umori. Anche le cosce e l'interno natiche erano umidi. Odore di sesso molto forte, segno delle sua grande eccitazione. “Trombami amore…” gemette mentre la masturbavo.

e a sua volta lei mi cercò il cazzo. In quel mentre sentimmo bussare al vetro del suo finestrino. Mia moglie lanciò un grido. “Porca miseria!!” imprecai io: “E' quel porco che ti vuole!! Ci ha seguiti, mannaggia! ha messo la macchina dietro la nostra e non possiamo uscire!!” e dopo qualche istante: “Ora scendo e lo picchio!!” aggiunsi. “No No!!! fermo, fermo!!” urlò mia moglie. “Ma lo capisci o no che quello vuole trombarti!!?… Lo capisci!!?” dicevo fingendo rabbia.

Lui intanto bussava forte al finestrino. Allora feci la furbata: aprii il finestrino destro protendendomi verso destra per protestare. L'uomo si abbassò per guardare dentro. Puntò mia moglie dritta negli occhi. Non parlava. Mia moglie rispondeva al suo sguardo. Non era atterrita, aveva una strana espressione e ansimava. Lui si rialzò, si tirò un pò indietro armeggiando alla patta ed estrasse il cazzone turgido e scappellato, protendendolo dentro l'abitacolo e pochi centimetri dal volto di mia moglie Mia moglie si spinse indietro, verso di me, ritraendosi ma senza distrarre lo sguardo da quel cazzone.

Ma lui aveva capito che poteva osare e allungata la mano dentro l'abitacolo prese mia moglie dietro la nuca e con decisione ma senza violenza la trasse verso il suo cazzone. Dico sempre cazzone, perché ti fronte al mio era il doppio in larghezza e più lungo. Io non sono omosessuale, ma quando vedo un bel cazzone lo ammiro pensando quanto piacere potrebbe dare a mia moglie. Ora mia moglie mugolava infuriata ma intanto con la testa andava avanti e indietro.

Lo aveva preso in bocca e gli stava facendo un pompino. Poi allungò fuori anche una mano, per carezzargli lo scroto. Quando anche io mi allungai per vedere per poco non mi prese un colpo. Non aveva le palle, ma una sacca scrotale più grande di una grossa arancia Tarocco. Guardai bene la scena: lei che andava avanti indietro succhiando, leccando massaggiandogli i coglioni, guardando prima il suo cazzone poi alzando lo sguardo verso di lui.

Aveva l'espressione trasformata dal desiderio. Quando è così è pronta per il cazzo. Guai a fermarla quando parte. Io, ruffiano cornuto segaiolo mi detti subito da fare per preparala alla trombata. Le sfilai non senza difficoltà le mutandine fradice: erano letteralmente inzuppate e alche il salvaslip era inzuppato. Infine accadde.
Lui si ritrasse e aprì lo sportello dal di fuori che io avevo sbloccato. Mia moglie riuscì non senza fatica a mettersi a pecorina sul sedile destro.

Lui si chinò per leccarle la figa e il buco del culo. Lei gemette forte. Era pronta!! “Andiamo dietro”, dissi io scendendo e girando intorno all'auto per aprire lo sportello posteriore destro. Mia moglie rinculò col suo sederone bianco e scese per entrare svelta nei sedili posteriori. Si mise supina mentre lui la stava abbracciando e quasi sollevandola per aiutarla a sdraiarsi. Lui aveva i pantaloni e le mutande calate. Si pose sdraiato fra le cosce di mia moglie e in un colpo le entrò dentro.

Urlo strozzato di mia moglie, seguito da gemiti di gradimento. Iniziò la monta selvaggia. Era un toro infuriato! Vedevo il suo culo peloso che montava mia moglie; non solo andava su è giù, ma roteava il bacino per farglielo sentire meglio. Sapeva trombare bene, va detto. Un vero toro! Di quei maschi di cui noi cornuti abbiamo bisogno per far trombare le nostre mogli. Lei ormai era partita del tutto: gemeva e ansimava forte; gridolini rochi e mugolii e col bacino rispondeva colpo su colpo al maschio che la montava.

Giorni di sole leccate e trombate insufficienti per soddisfare la sua prorompente sessualità ora davano i suoi devastanti frutti. Per avere delle corna come quelle che mi stava mettendo noi cornuti nell'anima si deve lavorare molto, fare sacrificarci. Trombarla poco e male con varie scuse di stanchezza e malesseri. Ma poi i sacrifici vengono ricompensati. Erano entrati in sintonia: lui pompava spingendo a fondo e lei rispondeva sporgendo furiosamente il bacino verso di lui.

Lui ruotava l'uccello dentro e lei faceva lo stesso col suo ventre, ma al contrario, amplificando in tal modo l'effetto godereccio. Lei lo aveva cinto con le gambe sollevando il colo per farlo affondare di più e lo aveva abbracciato anche alla vita per tirarselo dentro il più possibile. Io facevo la guardia. Guardavo estasiato loro e subito dopo mi guardavo attorno nel buio. Avevo estratto il cazzo e me lo tenevo stretto. Se solo avessi iniziato la sega sarei venuto in un istante.

Io per godere a fondo ho bisogno di segarmi leccandola dopo l'amore, quando dentro e intorno alla vulva e fra le natiche ci sono odori e sapori fortissimi. Ho bisogno di sentire le corna, il tradimento, il piacere provocato a mia moglie da un altro uomo. Non durò molto quella scopata, ma come intensità non ebbe niente da invidiare ad altre trombare assai più lunghe.
Infine arrivò l' orgasmo sofferto e intensissimo di mia moglie che si scosse tutta sotto di lui aumentando se possibile la stretta mentre lo cingeva ai fianchi con le gambe per tirarselo dentro ancor più a fondo.

Questa stretta stimolò anche l'orgasmo di lui che quasi ruggendo con affondi potenti le venne dentro. Io ormai non stavo più in piedi. Mi era appoggiato alla fiancata della macchina tremando per l'emozione. I loro sussulti prima disordinati e scomposti pian piano si acquietarono. Vedevo le natiche pelose di lui. che si contraevano per finire di venire dentro di lei, fino all'ultima goccia. Quando la tensione erotica fu scaricata lui si ritrasse da lei che rimase scosciata Si sollevò e si tirò su i calzoni che erano scesi alle caviglie.

Scoppiammo tutti e tre in una grande risata che sinì di scaricare la tensione. La vulva di mia moglie risaltava dal biancore del ventre e la vedevo fra la folta peluria bionda: era scura e tumefatta, molliccia, piena di schiuma e con un rivolo di sperma che le scendeva nel solco fra le chiappone… Un forte afrore di sesso emanava dalle sue labbra vulvari schiuse. “Dammi le salviette!!” disse rivolta a me. “Ti pulisco io…” risposi prendendo le salviette.

Ora l'uomo appariva più dolce, quasi simpatico. Ci presentammo coi soli nomi. Gaetano. Si chiamava Gaetano, ed era di Napoli. Poi lui dopo averci salutato con un abbraccio me e un bacio a mia moglie montò in macchina uscendo dalla macchia e scomparendo. Noi restammo ancora. Io la guardavo nel volto sfatto e provato. “Cosa vuoi, ruffiano?” mi disse sorridendo maliziosamente? “Lo sai…” risposi. “Ma non ti fa schifo leccarmi dove un estraneo mi ha sbrodato… eh porco, non ti fa schifo…? cornuto!!” Poi si lasciò andare all'indietro scosciandosi ancora mentre io mi inginocchiavo fra gli aghi di pino che mi bucavano ma che io non sentivo neppure tanta era l'eccitazione.

Annusando avidamente mi avvicinai a quello scempio fra le cosce e ci appiccicai la bocca suggendo, come un lattante al seno. La sua mano sulla mia testa, “Cornutone mio… amore mio… ruffiano… Che porco che sei!! Non avrei mai immaginato di sposare un porco come te… Fai piano!… Lecca piano amore che è troppo sensibile… Quello è davvero un toro… Beata sua moglie!”. A queste parole malgrado me lo tenessi stretto per non venire le pulsazioni orgasmiche mi sovrastarono e gemendo schizzai per terra, fra gli aghi di pino.

Sul sedile anteriore notai un biglietto da visita. C'era un nome: Comandante Gaetano Cxxxisi, un indirizzo e un numero di telefono. Mia moglie lo prese e dopo averlo letto se lo mise nella borsetta guardandomi poi con uno sguardo malizioso. Che gioia provai… sapevo che sarebbe di nuovo entrato in mia moglie e l'avrebbe fatta godere di nuovo; ma stavolta a casa nostra, con comodo, dopo una cenetta, nudi tutti e tre. IO nascosto e loro sul lettone.

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