Impossibile resistere

Era l’età nella quale in cui, un gioco divertente e sopra le righe ripeti più e più volte aspettando con ansia la prossima partita. Insomma era scoccata un intesa e una complicità davvero speciale, a me piaceva trovarmi all’improvviso in una situazione strana e ai miei cugini piaceva prendermi.
A volte non era possibile utilizzare il pomeriggio, specialmente quel del sabato o della domenica, già quei pomeriggi li passavamo in gruppo, e allora perché non approfittare dei dopocena.

si quelle lunghe e noiose serate in cui i parenti si riunivano in una sola abitazione per giocare a carte, parlare di malattie e morti o guardare vecchi film alla TV.
In uno di quei sabati era la mia casa quella libera, il primo ad arrivare fu Francesco. Gli offrii una gazzosa fresca, lui non era un assaltatore, aveva bisogno della carica di lancio.
“Mi dai dieci minuti devo fare la doccia e torno, intanto guarda la TV”, era la scusa per andare in bagno e preparami, feci una doccia veloce e tutti i preparativi necessari, tra cui allargare la sfintere, per un giochino che mi era venuto in mente.

Uscii pronto alla battaglia con solo l’asciugamano in vita, che naturalmente feci cadere subito, aveva voglia di fare qualcosa ma era indeciso, il mio culo era ben lubrificato e pronto, lui guardava me e la bottiglietta, Feci la mia mossa: “Allora prendi la bottiglia e cacciamela qui” allargai il buco, la prese e cominciò a spingere, gli feci vedere che doveva usare un movimento oscillante e rotatorio. Piano piano la bottiglia saliva, eccola ora spingeva nel punto più resistente, feci un sospiro e passato il punto salì tutta all’improvviso lasciando fuori solo il collo, da li cominciò a tirarla fuori e a rimetterla, vedere il mio culo che si allargava e si richiudeva lo caricò, lui prese coraggio e si tolse i pantaloni prese il suo uccello in mano, gli era diventato di marmo.

Mi buttai sul tappeto, con un cuscino sotto la pancia, e finalmente me lo infilò facendomelo sentire tutto, avanti e indietro dentro e fuori, sempre più forte quasi al culmine iniziò con: “Troia me lo hai fatto indurire, adesso ti sfondo, stringi quel culo puttana, fammi godere troia”.
Con quelle parole mi eccitava, sapevo di essere una troia ormai, e di contro io rispondevo: “Dai tutto dentro, dai spingi, me lo devi rompere il culo”.

Così aumentava la forza delle spinte, sentivo il rumore delle sue palle che sbattevano forte. Meno male che la casa era isolata e avremmo visto da lontano l’arrivo di qualcuno.
“Stò per venire troia” Venne tirandomi forte per le spalle, e finì dicendomi “Dio mio che inculata favolosa, neanche con la morosa mi viene così duro” e senza accorgersene mi dette un bacio sulla schiena.

Da lontano sentimmo il rombo della moto di Marco che stava imboccando la stradina sterrata, l’unica luce era quella della TV, il resto era buio, solo le stelle e una falce di luna, ne approfittai scesi le scale esterne della casetta e gli andai in contro nel prato antistante, chiaramente ero nudo.

Vedeva la mia siluette perché il sole cocente mi aveva abbronzato e reso simile allo sfondo scuro, rimaneva in evidenza solo il segno del costume, feci lo spiritoso “Ma lo sai che Francesco mi ha messo in culo la bottiglia della gazzosa” mi girai mostrando le chiappe allargate cercando di evidenziare il buco, sapevo che avrebbe reagito bene era un a****le da monta, si calò i pantaloncini, prese in mano l’uccello già abbastanza duro,e senza troppi complimenti me lo infilò fino in fondo con un solo colpo ( diciamo che ormai la strada era fatta) e li in giardino in piedi iniziò a farmi gustare i suoi 24 centimetri, solo che le zanzare erano un tormento, meglio tornare in casa.

Mentre Francesco guardava Marco mi inculava con calma, guardando meglio nella penombra mi resi conto che Francesco non solo guardava, ma ancora eccitato e si stava masturbando, alla grande, poverino perché lasciarlo solo, mi posizionai e avvicinai le labbra alla cappella, prima una passata con la lingua poi la cappella in bocca e vai di pompino. Giocammo cosi e dopo una ventina di minuti Marco venne, come suo solito riempiendomi il culo con una discreta quantità di sborra caldissima, neanche il tempo di toglierlo, che Francesco me lo sbattè nuovamente dentro, questa volta ormai addestrato ripeteva :”Troia, Puttana, ti allago il culo, te lo faccio sentire fino nella gola, guarda come gode,”.

Aveva finalmente imparato e spingeva spingeva, finalmente con colpi forti e profondi mi inondò con la sua seconda scarica di sborra, era decisamente sfinito e le palle gli si erano ridotte di parecchio. Non passò neanche un minuto che sentii l’uccello di Marco ancora dietro, il guaio è che stavo venendo e purtroppo venni, ma Marco non mollava anzi venendo il mio culo si era ristretto e lui godeva ancora di più, di buono c’era che ero pieno del loro liquido scivoloso, mi rilassai e ripresi a sentire piacere, favoloso quando Marco riesplose.

Mi Guardarono se ne avessero avuto la forza ne avrebbero fatto una terza, e io non avrei rifiutato ma propio non gli si raddrizzava.
Ora ero io che volevo venire ma non ci riuscivo mi serviva qualcosa di grosso dietro, indicai la bottiglietta, Francesco, che ormai conosceva il trucco me la ricacciò con metodo in culo e finalmente di fronte a loro ebbi la mia seconda favolosa venuta. Quindi una bella doccia e buonanotte, in attesa di un nuovo giorno.

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