Il viaggio di Valentina e Luca – Dodicesima parte

E’ là, sulla banchina ad aspettare che venga il suo turno per salire su questa nave che la porterà a vedere, durante le prime ore del giorno, le sponde toscane, per accompagnarla chissà dove, a trovare chi, a far cosa.
Come picchia il sole oggi: si vede il calore salire dall’asfalto nero deformando irrealmente le figure, quasi in un’atmosfera desertica del far west durante gli interminabili duelli di “mezzo giorno di fuoco”… chissà da quanto tempo lei è lì, non l’ho vista arrivare… ma come ho potuto, non vederla? Ma che me ne importa! La vedo ora, con la valigia in mano, quel vestitino in lino bianco, leggero che fluttua nell’aria dandole una parvenza quasi angelica.

Ecco, ora si alza leggermente, complice la lieve brezza che soffia, quasi volontariamente tra le sue lunghe e magre gambe abbronzate. E la brezza, giocando con i lembi del vestito quasi accontenta la mia sete di curiosità. E ora? Che cerca nella borsetta? Forse un cappellino? Ah no, ecco: un foulard. Che sciocco pensare ad un banale cappello.. se lo lega tra i capelli, prendendo l’aspetto di una donna altolocata d’altri tempi… una Jackie O’ moderna… con quegli occhialini da sole neri anni 60.. calati sul naso così maliziosamente.. la mano che passa sulla fronte per togliere il sudore.. Ora parla, con quel ragazzo.

Forse un amico, o il suo uomo? Ecco, stanno per salire sulla scaletta che li porterà sulla nave… voglio riuscire a seguirla fino a dove mi porta lo sguardo, scoprire come si muove, come cammina. Lentamente sale i gradini, ora eccola di schiena.. porta un perizoma bianco. L’aria sul mare le solleva i nuovo il vestito ma lei disinvolta lo lascia svolazzare allegramente. Chissà quell’uomo che la segue cosa starà pensando… mi stupisce come mai non osi metterle una mano sotto quel vestito per carezzarle i suoi tondi glutei.

Ora scompare, inghiottita dalla nave. Riguardo la banchina: seppur ci sia ancora gente a terra in attesa di salire, nulla mi rapisce più lo sguardo, nessun’altra donna, nulla di nulla. Solo sole e terra riarsa. Chissà la mia donna che fine ha fatto, che farà ora su questa nave? Avrà trovato la sua cabina?
“Amore? Non stai bene?” Mi giro.. eccola la mia donna, la mia Musa, il mio Essere. “No, cara, sto benissimo.. solo un po’ assorto nei miei pensieri” “Mi sei parso strano.. Avrai notato sicuramente qualcuna che ti ha distratto tra la folla, vero? Forse qualche nuova fonte d’ispirazione..” Non le rispondo, e continuo a fissare la città… anche se con la coda dell’occhio noto qualche segno di disappunto sul suo viso.

E’ difficile nasconderle qualcosa, soprattutto il mio senso d’estasi quando una donna mi coglie nel più intimo desiderio. “Amore, ti ripeto che va tutto benissimo.. solo che.. prevedo un viaggio più movimentato del solito…” E baciandola lievemente su una guancia, l’accompagno all’interno della nave “Che ne dici, ora, di andare in cabina e lavorare un po’? Inizia a fare un caldo insopportabile per i miei gusti!” La sua occhiata complice mi rimanda nel mondo reale, facendomi quasi scordare il Sogno appena apparsomi.

E vederla lì, su quella poltrona nuda, la sua carnagione diafana e morbida mi fa pensare che la Donna più bella al mondo sia quella che ora sta posando per me. Dopo qualche ora di lavoro incessante, la lascio al meritato riposo. “Rilassati ora, tesoro. Vado a prendermi una boccata d’aria e a fumarmi un sigaro sul ponte..”
Il corridoio è vuoto, un forte vociare arriva dall’esterno.. tutte a prendere il sole, immagino. Soprappensiero giro l’angolo e… “Mi scusi, signorina, non l’avevo vista.. tutto bene? Sono costern…” Lei alza gli occhi, i nostri sguardi si incrociano… è la ragazza della banchina.

La aiuto a rimettersi in piedi… è quasi scocciata “Stia più attento la prossima volta…” sono senza parole, imbarazzatissimo “Signorina, mi perdoni.. anzi, le do una buona motivazione per potermi perdonare… che ne dice di un the, qualche pasticcino e quattro chiacchiere? Ovviamente se il suo compagno è d’accordo…” “Il mio compagno? Come fa a sapere di mio marito? Lei per caso ci conosce?” “ Decisamente no.. ma immagino che una deliziosa creatura come lei non possa viaggiare di certo sola…” Mi sorride, ed è ancora più bella… “Vedremo.. per ora la ringrazio..” e passandomi di fianco se ne va per la sua strada “Signorin…” si volta, camminando, ora il suo volto è solare..”Tra dieci minuti al banco del bar..” e correndo scappa via… Resto ad osservarla, mentre ricompare dietro la porta della sua cabina…quella di fronte alla nostra… Dieci minuti.

Solo D I E C I minuti, ma sembrano interminabili. Continuo a fissare quella porta automatica che non si apre. Ma quando arriva? Che starà facendo? Magari l’amore con quell’uomo… che meraviglia, vederla mentre fa l’amore, dimenarsi e sospirare affannosamente mentre cavalca il desiderio. Assorto nei miei pensieri e nelle mie allucinazioni, vengo destato dal rumore delle porte che si aprono, ed eccola camminare disinvolta verso di me. Cambiato look, è decisamente ancora più carina: pantaloni di jeans stile Capri, piuttosto aderenti sul sedere che ne esaltano le forme, magliettina a righe bianca e rossa, piuttosto scollata e ballerine rosse… sembra appena uscita dal film “Grease”.

Si mette di fronte me, in piedi e continuando ad osservarne ogni minimo particolare, la invito a sedersi al tavolino “Sono in ritardo?” “Direi puntualissima…” Dopo pochi minuti arriva il cameriere: lei ordina un the alla pesca con ghiaccio, io un banalissimo caffè. Iniziamo a discorrere del caldo soffocante della giornata… tipico argomento da approccio… “Mi pare non ci siamo ancora presentati” la interrompo di lì a breve. “Io mi chiamo Quentin, e lei?” “Io Valentina, piacere..” ovviamente il piacere era tutto mio.

Chiedo come mai su questo traghetto e mi spiega che era in Sicilia con il marito – Luca si chiama – da amici, e che sono i loro ultimi giorni di un lungo e particolare viaggio che li ha portati a toccare le più disparate città italiane. “Lungo e particolare? Mi dovrà spiegare questo termine.. Cosa intende per particolare?” Ed ecco il vero lato della mia donna della banchina… L’udire il suo racconto, tutte le esperienze vissute fin qui col marito, con persone alcune appena conosciute, altre perfetti estranei, mi ha fatto letteralmente sobbalzare sulla sedia.

Mai avrei pensato che una così angelica donna avrebbe potuto celare dietro di se un animo da vera indiavolata del sesso… non dovevo più lasciarmela sfuggire. Mi lasciava perplesso una cosa: la sua disinvoltura nel raccontare fin nei minimi particolari gli intimi incontri, celava quasi una sorta di invito: che per una volta volesse lei fare da esca per una sorpresa al marito dormiente in cabina? Ma non avrei ceduto alle sue più o meno aperte avances fatte di sguardi intriganti e inviti soffocati.

Sono io il regista della situazione e sarebbero stati loro a capitolare…in una notte lunga e veramente intensa. Inevitabilmente il discorso devia su di me: lei è curiosa di sapere la mia storia, qualcosa sulla mia vita… mi trova un tipo interessante, e l’idea dell’uomo maturo, curato, colto e piacente la incuriosisce particolarmente. Usciamo sul ponte a chiacchierare: ora siamo in mare aperto, il sole non è più così forte e il vento le accarezza il viso scompigliandole i capelli dandole un’aria ancora più sbarazzina.

“E lei di cosa si occupa?” Le spiego che sono un artista, di origini neozelandesi, che vivo in Italia, ma che per amore della mia donna per lunghi periodi sono spesso a Parigi. “Così anche lei è sposato?” “Non esattamente… la mia vita lavorativa in giro per il mondo, non mi ha permesso di metter su famiglia…” “Ma di rinunciare ai piaceri della carne, nemmeno…” commenta lei maliziosamente. “Certamente no, non ho mai tralasciato quel piacere…” le rispondo sorridendo.

“Se siete d’accordo, lei e suo marito, io e la mia Sophie saremo ben lieti di avervi allo stesso tavolo per cena… alle 21 vi va bene?” Lei accetta di buon grado, e ci avviamo ognuno verso il proprio alloggio, lanciandoci un’ultima occhiata d’intesa prima di chiudere le porte. La mia donna era sotto la doccia, e dalla finestra della nave il mare ormai dorato dai colori del tramonto, scorreva veloce sotto di noi.

“Stasera sarà una notte speciale..” penso..”Tesoro, avremo compagnia a cena, stasera” E Sophie mi appare, sulla porta del bagno, con solo la salvietta addosso, i capelli castani bagnati che le gocciolano sulle spalle, i capezzoli dritti che premono contro la spugna, lo sguardo di chi ha già capito il seguito “Allora anche stanotte si lavora…- commenta compiaciuta – Dovrò dare il meglio di me per non deluderti” E così dicendo mi si avvicina e, senza dir nulla, lascia cadere la salvietta scoprendo il corpo perfetto e la sua “pussycat”, così la chiama, appena depilata e perfettamente liscia come l’adoro io.

Arriva l’ora di cena. Il punto di ritrovo era lo stesso bancone del bar di poche ore prima. Puntuali sono già là. Lei con un vestito scollato, che lascia la schiena interamente scoperta, nero di raso, al ginocchio. Lui molto più sportivo. Dopo i convenevoli, ci sediamo al tavolo prenotato. Li vedo piuttosto impacciati, in coppia. Forse sono rimasti esterrefatti vedendo la mia Sophie. Credo che la differenza di età li abbia imbarazzati un po’.

Io, uomo sulla quarantina avanzata in compagnia di una ragazzina di quasi vent’ anni… ma nel mio lavoro è facile incappare in queste neo-Lolite… e io non sono capace di rimanere indifferente al loro fascino di ragazzine angelicate, ma con il fuoco dentro. Il silenzio cala sulla tavola, mentre la mia donna si alza per raggiungere la toilette. Noto Luca osservarla allontanarsi “La trova interessante? Non mi voglia fraintendere… io la trovo parecchio interessante..” “E con degli ottimi argomenti per esserlo…” risponde Valentina.

“E’ molto giovane, vero? E come avete fatto a conoscervi?” “Sì, parecchio giovane… ma io ho un debole per le donne come lei, capricciose, tutte da domare.. ci siamo conosciuti su un set fotografico. Vedete, io sono un fotografo…” Luca sembra essere interessato sul mio lavoro, oltre che appassionato a sua volta di fotografia. E quando Sophie ritorna tra noi, spiego loro che lei posa sempre per me, per shitti particolari di nudo, nelle più svariate occasioni e posizioni.

“Io ho notato sua moglie fin dalla banchina – continuo – e se non fosse stata già occupata, le avrei di sicuro chiesto di posare per me, con la mia donna. Ma credo che questo non sia possibile, ora. ” “E chi lo dice? – interrompe quasi stizzita Valentina – potrei posare volentieri io… e perché no, anche mio marito!” Mi coglie alla sprovvista questa volta, è vero, ma l’occasione è veramente impedibile. “Di solito io fotografo solo nudi di donna, ma per questa volta posso fare un’eccezione, data la vostra simpatia e disponibilità” Sophie è entusiasta: evidentemente gradisce parecchio sia la presenza di Valentina che quella di Luca.

Dopo cena, ci rechiamo tutti assieme nella nostra cabina. “Mettetevi a vostro agio, nel frattempo che preparo i ferri del mestiere”. Sophie mostra loro alcuni suoi ritratti, che guardano e commentano interessati. Chiacchieriamo ancora un po’, fino a che, scaldati anche da qualche bicchierino di troppo, le due donne iniziano a giocare tra loro. “Bene – dico rivolto a Luca – è arrivato il momento di lavorare. Per ora mi aiuterai; lascia fare a Sophie, e vedrai che anche la tua Valentina si divertirà” Come al solito non mi delude… le sue idee sono sempre state perfette per ogni mio shitto.

Vederle sul letto ridere, sfiorarsi ed accarezzarsi, è per me una cosa molto eccitante. Ma il desiderio maggiore era di vedere Valentina nuda accanto a Sophie, i due corpi avvinghiati e desiderosi di scoprirsi a vicenda, le mani che esplorano ogni loro angolo, le bocche che baciano e mordono. Si stanno spogliando lentamente, mentre io inizio a shittare, cercando di cogliere ogni smorfia di piacere sui due volti. Luca è visibilmente eccitato dalla situazione, tant’è che si siede sulla poltrona davanti al letto ed inizia a sua volta a spogliarsi.

Restano sorpresi dal piercing di Sophie, quando Valentina le leva le mutandine di pizzo: un anellino con un piccolo diamantino sul clitoride. Valentina si china per vederlo meglio, mentre Sophie l’invita a farle un cunnilingus… questi saranno gli shitti migliori della mia vita. La dedizione con cui Valentina lecca tra le labbra la mia donna, la cura e la delicatezza dei movimenti, fanno in poco tempo bagnare abbondantemente Sophie, che per il piacere inizia ad inarcare la schiena e a muoversi vogliosamente nel letto.

Ogni cosa è immortalata sul mio rullino, ogni movimento è registrato nella mia mente. Valentina sarebbe la mia nuova l****a, così donna e così bambina nello stesso tempo, fuoco e acqua nella medesima persona. Luca è emotivamente preso dalla situazione, e lo invito ad intervenire tra le due donne. Non esita ad accarezzare i piccoli seni di Sophie, a titillarne i capezzoli tra la lingua ed i denti, mentre la sua donna continua a masturbarla.

Presto raggiunge l’orgasmo, sotto i colpi di lingua di Valentina, che presa dalla foga invita il marito a partecipare attivamente al piacere delle due donne. Faccio distendere Valentina sul letto, Luca le alza il bacino iniziando a penetrarla, mentre Sophie le si mette sopra a 69, leccandola e stimolandole il clitoride ad ogni colpo sempre più frenetico di Luca. Anche Valentina masturba Sophie, ma presto si dimentica di lei per godere della situazione. Gli shitti si fanno sempre più intensi, e la camera si impregna del profumo degli umori delle due donne.

Finisco il primo rullino, e, seduto sulla sedia mentre inserisco il secondo nella macchina, resto a guardare il contorcersi di corpi che si godono il momento. Le due donne sono al limite della resistenza psicofisica, Valentina raggiunge presto l’orgasmo, continuando a gemere e a pregarlo di continuare. Sophie nel frattempo si è alzata e osserva anche lei compiaciuta la buona riuscita del suo lavoro. E mentre si stende accanto a Valentina, Luca esce dalla moglie e si avvicina alla mia donna.

Ora Valentina li osserva, e sussurra qualcosa all’orecchio del marito. Lui si mette a sedere sul letto ed invita Sophie ad avvicinarsi. Si stende e lei si cala sopra di lui, facendo scomparire dentro di se ritmicamente il membro di Luca. Valentina mi guarda, sconvolta dal piacere “E le tue foto? Questa mi sembra una scena ideale” Ed avvicinandosi a Sophie, le si mette di fronte accarezzandole il seno, leccandoglielo e baciandola, mentre offre alla bocca di Luca il suo fiore sbocciato e ricco di miele.

Ricomincio a shittare incessantemente le mie foto, fino a notte fonda. Un lavoro estenuante che si protrae fino a mattina. I primi raggi del sole fanno capolino tra le tende della cabina, Valentina è la prima a svegliarsi. Luca dorme pesantemente sul divano, mentre Sophie è avvolta in una coperta e sogna ancora chissà che mondi lontani. Quando Valentina apre gli occhi, mi trova intento a fissarla e mi sorride. Lentamente si alza, ancora nuda e prendendomi per mano, mi accompagna sul letto.

Mi fa stendere, mi spoglia lentamente, mi eccita e, seduta sopra di me, inizia lentamente a dimenarsi e a cavalcarmi. Sophie si sveglia, sorride e le porge un foulard. Lo stesso che il giorno prima era tra i suoi capelli. Mi benda e da allora non vedo più nulla, solo le forti sensazioni di una donna che cavalca il suo stallone.
Arriviamo a Livorno, e ci ritroviamo, per gli ultimi saluti prima della loro discesa, sul ponte della nave, là dove l’avevo notata solo un giorno prima tra la folla.

Ci scambiamo i numeri di telefono e gli indirizzi “per il vostro prossimo viaggio”. Gli regalo i due rullini che ho shittato la notte precedente. “Li conserveremo tra i nostri ricordi di viaggio – conclude Valentina – E questo è per te” mi dice porgendomi un pacchettino. A Parigi, nella mia camera oscura, sviluppo il rullino che mi aveva regalato Valentina: quello che avevo sognato quel giorno, vedendola dalla nave, era realtà…vederla fare l’amore, dimenarsi e sospirare mentre cavalca il desiderio….

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