Il Viaggio del Marinaio

Questa è una storia di completa fantasia.

Alla fine degli anni sessanta avevo vent'anni ed ero marinaio di leva. Durata 24 mesi. Provengo da un paese di montagna a pochi chilometri dal confine con l'Austria. Per ironia della sorte sono finito militare in una delle zone più a meridione d'Italia. Come ogni estate aspettavo con ansia il periodo della licenza estiva. Il viaggio fino a casa era lunghissimo, per fare prima mi sono perso su un treno di una linea secondaria in Puglia.

Faceva caldissimo, senza una nube, nel pomeriggio il treno era quasi deserto. In una minuscola e calcificata stazione salgono due passeggere, nonna e nipote che si siedono nel mio scompartimento. Studio attentamente le due nuove venute: la nonna è senza tempo, magrissima e tuua vestita di nero. La nipote è giovanissima, ed è un misto fra figlia di Maria e contadinella. Vestito sicuramente tagliato e fatto in casa, colori fuori moda, però sfoggiava una strana pettinatura, forse andava o veniva da un matrimonio.

Più la guardo noto quanto sia distante da me, però ha anche qualcosa di carino. Timida non sa dove guardare. La nonna subito si addormenta. Il treno è lentissimo e il caldo insopportabile. Mi tolgo il camisaccio di tela bianca e aspetto che caldo e tempo passino. Improvvisamente sento che il mio cazzo si sta indurendo. Non ci faccio caso. Ma il fenomeno non termina. Sento che ho una vera e propria erezione. Sono quasi infastidito.

Poi mi viene un'idea. I pantaloni dei marinai, hanno una strana patta come uno sportello che si apre sul davanti. Manovro per aprire, mi metto il camisaccio in grembo per nascondere il mio cazzo ed aspetto. Quando vedo lo guardo della contadinella su di me, con un gesto rapido e sicuro, metto in vista il cazzo.
E' in pienissima forma. Torreggia sfacciato come un totem, è arrogante come una trivella, duro come un obelisco di granito.

Per quanto non enorme è ben proporzionato, nodoso e agressivo. Aspetto la sua reazione. Niente. Aspetto una nuova occasione e ripeto l'operazione. Lei mi sta guardando impassibile. Lo prendo con la mano destra ed inizio a masturbarmi lentamente. Si fa ancora più duro e teso. Lo sguardo di lei non si stacca e segue ogni mio movimento.
Penso che sto per sborrare. Mentre penso questo la giovane sconosciuta scivola ai mie pidi, mi scosta la mano,afferra il cazzo.

Lo piega sulla mia pancia. Veloce come un fulmine passa la lingua sulle mie palle e risale lungo l'asta.
Naturalmente io rimango fermo. Lo frusta con la lingua, inizia a farlo sparire fra le labbra per ingoiarlo. Ero realmete al limite e sborro nella sua bocca come un fiume. Sempre senza un sospiro lei inghiotte ogni goccia, si ricompone, come faccio anchi'io. Un secondo dopo, sento il controllore che chiede i biglietti, la nonna si seveglia….

Il treno continua nella campagna bruciata gialla e ocra, il cielo è azzurissimo. E' l'estate del 1968…….

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