Il vecchio amico di Giulia

Giulia aveva appena lasciato la casa di Roberto e si sentiva finalmente libera. Dopo tre anni di una bella storia, aveva bisogno di respirare. Infondo a 22 anni si ha l’esigenza di fare nuove scoperte, di divertirsi e conoscere persone. Roberto con lei era sempre stato gentile, dolce, un amante rispettoso ma poco esperto, poco attento alle voglie di una ragazza bella e in fiore come Giulia, che sbocciava rigogliosa al sole della tarda primavera.

La prima cosa che la giovane fece appena arrivata a casa fu mandare un sms a Mario. “Sono libera”.
Mario era un gentile signore di 65 anni che abitava nello stesso quartiere di Giulia. Single da ormai dodici anni dopo una lunga convivenza finita male, aveva visto la piccola Giulia crescere, farsi donna e diventare ogni giorno più bella.
Ogni giorno la incontrava per strada, dal panettiere, al supermercato e non mancava mai di farle scorrere un’occhiata più che apprezzativa su quel corpo stupendo, coperto da corti vestiti, o mini gonne o jeans aderenti.

Non che ci provasse sperando in una sua risposta, era più che altro l’istinto di un uomo non più giovane che ormai si sentiva sulla via del tramonto, deluso dalle donne e dalla vita e che si beava alla vista di una splendida fanciulla.
Un giorno però la situazione cambiò. Era piena estate e Mario scese al mare per fare un bagno, quando intravide Giulia sulla spiaggia in compagnia del fidanzato. Vederla in costume certo era un’altra cosa.

Alta, snella, la pelle abbronzata, il seno pieno e sodo che riempiva il reggiseno, il ventre piatto, il sedere tondo, i capelli neri bagnati che si appiccicavano a quella bellissima schiena e gli occhi verdi come smeraldi, ridenti e luminosi. Una vista da togliere il fiato. Mario la adorava con gli occhi, senza tralasciare un cm di quel corpo meraviglioso. Era come pietrificato.
Giulia, che stava ridendo con Roberto, si sentì all’improvviso gli occhi di qualcuno addosso.

Spostò un po’ la testa e vide Mario che la guardava. Fu una sensazione strana. Conosceva quell'uomo da tempo, era sempre stato gentile con lei, ma in quello sguardo lei notò qualcosa di diverso, qualcosa che le accese un brivdo lungo la schiena. Quell'uomo la stava desiderando, la stava facendo sentire bella come mai prima.
Mario vide che Giulia lo aveva notato e cercò di svegliarsi da quello stato di incanto in cui era caduto.

Facendo finta di nulla le sorrise e la salutò con la mano. Giulia rispose distogliendo lo sguardo.
Ma da quel giorno le cose tra loro cambiarono.
Spesso Mario scendeva alla spiaggia per vedere Giulia e si era fatto un po' più intraprendente. Se gli capitava di incontrarla tra le cabine le lanciava uno sguardo malizioso, o un sorriso di intesa o le diceva qualche frase lusinghiera.
Ogni giorno che passava, il loro rapporto si intensificava.

Si ritrovavano a chiaccherare e lei aveva finito per confidargli le sue perplessità riguardo alla sua storia con Roberto.
Mario non faceva che ripeterle che avrebbe fatto qualunque cosa pur di avere una fidanzata bella come lei e che se Roberto non la rendeva felice allora non capiva niente, e le consigliava di lasciarlo per poi aggiungere ridendo che avrebbe potuto consolarla lui.
Flirtavano, ma per gioco. Lei sapeva di eccitarlo, sapeva che lui l'adorava e la cosa le piaceva.

Iniziò così a provocarlo, fingendo ovviamente di non rendersene conto.
Quando lo vedeva arrivare, si spalmava la crema abbronzante su tutto il corpo con una sensualità da togliere il fiato.
A volte si stendeva a prendere il sole e toglieva il pezzo sopra del costume rimanendo in topless.
Al povero Mario restava solo una doccia fredda per tenere a bada i bollori, incapace di trattenersi davanti a quell'esibizione sfrontata ma meravigliosa.

La cosa andò avanti per tutta l'estate, mentre il rapporto tra Giulia e Roberto pian piano si andava sgretolando, tra liti e incomprensioni.
Venne l'inverno e a Mario capitò meno spesso di incontrare Giulia, che nel frattempo aveva ripreso l'università e aveva meno tempo libero.
Ma nonostante gli esami e gli impegni, Giulia ogni tanto si fermava a pensare a Mario.
Si rendeva conto che quell'uomo era davvero troppo vecchio per lei, senza contare il fatto che anche fisicamente non era per nulla attraente.

Ormai i segni del tempo si erano fatti sentire. I capelli in parte erano cominciati a cadere, i baffoni grigi coprivano parte delle rughe del volto, sul torace ormai privo di tonicità si estendeva una massa di peli grigi, il ventre era ormai rilassato. Nulla avrebbe dovuto attirarla in Mario, eppure lui solo la faceva fremere e solo con uno sguardo o una parola.
Non si era mai sentita così prima e vederlo di meno peggiorava la cosa.

Una notte si sorprese a sognare di essere accarezzata da lui. Si svegliò di soprassalto, con un'incredibile voglia. A sorpresa, lentamente, iniziò a masturbarsi. Chiuse gli occhi e immaginò di essere presa da Mario. Fu bellissimo, meglio di ogni rapporto con Roberto e la cosa la fece riflettere.
Da lì ci furono tante occasioni per rimanere da sola a toccarsi pensando al suo spasimante maturo.
Dal canto suo Mario faceva lo stesso.

Si era spesso trovato ad eccitarsi pensando a Giulia al mare in topless e con suo stupore aveva ripreso a masturbarsi come un ragazzino.
Si sentiva un po' patetico, ma almeno in quei momenti era come se fosse con lei.
E l'inverno passò, arrivando la primavera con le prime giornate di sole.
Fu quasi per caso che quel pomeriggio Giulia rientrò prima dall'Università. Era sop****nsiero, tutta intenta a concentrarsi su come avrebbe organizzato il pomeriggio per studiare, quando si imbattè in Mario.

I due si guardarono per un attimo senza parlare. Mario aveva la salivazione azzerata e a Giulia tremavano le ginocchia.
Poco dopo si trovarono ad un chiosco nel giardino vicino a prendere un frappè per fare due chiacchere.
Era come se non fosse passato nemmeno un giorno. Ridevano, facevano battute e tornarono a parlare di Roberto e della crisi del rapporto con lui.
Mario la guardò seriamente e le disse che se lei stava male allora avrebbe dovuto troncare e poi aggiunse: “Peccato non poter essere più giovane e renderti felice.

Non riesco a pensare ad altro!”.
Era come se fosse crollato un muro. Mario prese coraggio e le disse tutto quello che provava per lei. Giulia rimase di stucco, ma era contenta di quella dichiarazione.
Poi Mario si congedò da lei, dicendole che si era finalmente tolto un peso. Che sapeva di non avere una chance con lei, ma che almeno era stato sincero. Le augurò buona fortuna e se ne andò.

Giulia non riuscì a pensare ad altro per tutto il giorno e pure per tutta la notte.
Il giorno dopo si alzò serena dal letto perchè sapeva ciò che doveva fare.
Prese coraggio, andò da Roberto e ruppe la storia con lui.
Uscendo da casa di lui si sentì leggera come una piuma e molto più sicura di sè.
Ora non si sarebbe di certo fermata. Era giunto il momento di osare.

Erano le due del pomeriggio e Mario era seduto in poltrona a fare parole crociate, ancora confuso per il sms di Giulia, quando il campanello suonò. Quando chiese chi fosse, rimase alquanto stupito dal sentire “Giulia!”.
Dopo pochi istanti lei era sull'uscio del suo appartamento, bellissima e sorridente.
Appena entrata in casa, lei gli buttò le braccia al collo e lo baciò, esordendo con un “Grazie!”.
Mario rimase confuso e così Giulia, ridendo, gli spiegò del coraggio che lui le aveva dato con le sue parole e del fatto che aveva lasciato Roberto.

E dopo, smettendo di sorridere ed abbassando la voce, aggiunse: “E poi ho capito che quello che davvero voglio ora è essere tua. Voglio esaudire il tuo desiderio di me”.
Ci fu un lungo momento di silenzio e stupore, seguito dall'imbarazzo.
Giulia sentì le guance arrossire ed abbassò lo sguardo e Mario si sentì a disagio.
Ma ormai era partita per la tangente e nulla l'avrebbe fermata, così la ragazza aggiunse: “Mario voglio fare l'amore con te.

E lo voglio fare ora…sempre che tu mi voglia ancora”.
Mario si sentì come sulle montagne russe, con il cuore che batteva all'impazzata. Con voce roca rispose: “Certo che ti voglio ancora”. Ma poi aggiunse: “Voglio solo che tu sia sicura. Sono più vecchio di te e so benissimo che puoi pretendere di meglio. Ho gli specchi in casa e vedo quanto tu sei bella. Non voglio che tu faccia niente di cui ti potresti pentire”.

Giulia sorrise e gli rispose: “Sono sicurissima”.
Dopo poco si ritrovarono nella camera da letto di Mario. C'era una quiete perfetta ma Giulia era tormentata. Aveva rassicurato Mario ma in realtà era molto imbarazzata.
Mentre lui la spogliava lentamente lei non sapeva che pensare. Sentiva l'eccitazione montare ma aveva anche paura. Quando rimase nuda davanti a lui si sentì davvero nuda e i suoi occhi che la guardavano intensamente erano come di fuoco.

Poi lui la fece stendere, contemplandola ancora. Era bellissima. Un fiore fresco e delicato. Tutto per lui.
Poi iniziò a spogliarsi. Giulia era come ipnotizzata dai suoi movimenti. Ogni indumento che lui si toglieva lasciava vedere un corpo ormai vecchio. La pelle cadente, i peli abbondanti e grigi, i capezzoli penduli, la pancia prominente, il pube ingrigito, il pene violaceo, anche i testicoli avevano perso tonicità.
“Oddio” pensò con terrore Giulia.

Quell'uomo non era bello e la luce di quel pomeriggio lasciava vedere cose che la disgustavano.
Lui ruppe il silenzio: “Prendi la pillola, vero?”. Lei si lasciò sfuggire un debole “Sì”. Lui le sorrise maliziosamente, aggiungendo “Molto bene”.
Era in preda al panico. Era nuda sul letto di un uomo di 65 anni per nulla attraente, un uomo che le si stava avvicinando nudo per poterla toccare e scopare. L'idea di dovergli aprire le gambe per permettergli di penetrarla con quel pene disgustoso la terrorizzava.

Dov'era finita la sua sicurezza? E tutta quell'eccitazione? Solo ora si rendeva conto di essere giovane e bellissima in preda ad un anziano dall'aspetto piuttosto repellente???
Ma dove era finito il suo buon senso? Che avrebbe fatto? Si sentiva paralizzata.
Nonostante il disgusto però, i suoi capezzoli erano ritti e duri e Mario li notò, sorridendo in una maniera tale per cui lei lo vide porco come non mai. Altro che amante appassionato, davanti a lei aveva un vecchio porco laido che voleva solo godere del suo meraviglioso corpo giovane e fresco.

Che fare???
Mario avvertì che in Giulia era cambiato qualcosa. La vide nervosa e impacciata. Non voleva spaventarla, ma di certo non se la sarebbe fatta scappare. Ormai era eccitatissimo ed era passato troppo tempo dall'ultima volta che era entrato nel corpo di una donna. E poi Giulia era un bocconcino troppo prelibato, era bellissima e lui non ne poteva più, voleva solo toccarla, godere di lei e farla godere.
Così gentilmente le accarezzò una guancia e le sussurrò: “Non preoccuparti piccola.

Rilassati e chiudi gli occhi. Non devi fare nulla, penserò a tutto io. Sei bellissima”.
Giulia capì che non poteva evitarlo. Infondo era lei che si era proposta e ormai capiva che Mario era troppo arrapato per fermarsi. Così fece un profondo respiro, cercò di calmarsi e stette ferma, lasciandolo fare.
Lui si sdraiò accanto a lei, stando sul gomito, accarezzandole i capelli e guardandola in volto, con un sorriso rassicurante. Poi prese a baciarle la fronte, la guancia, l'orecchio.

Il tutto molto lentamente e dolcemente. Pian piano scese a baciarle il collo, mentre con la mano le sfiorò un seno.
Si avvicinò ancora con le labbra al suo orecchio, sussurrandole: “Sei un angelo, ma ti rendi conto di quello che mi stai facendo? Non sono mai stato così eccitato in tutta la mia vita”. Quelle parole le riportarono i brividi lungo la schiena e si inarcò alla sua mano esploratrice.
Mario si fece più audace, scendendo a baciarle i seni, succhiandole i capezzoli duri.

Due adorabili bottoncini rosa.
Scese ancora con la bocca, baciandole quel ventre piatto perfetto, accarezzandole i dolci petali tra le sue gambe. E poi più giù, sui fianchi, le cosce…. finchè gentilemente con le mani le aprì le ginocchia.
“Voglio baciarti la fica Giulia. Apriti per me”. A quella frase Giulia non potè trattenere un gemito ed obbedì.
La bocca di Mario fu sulla sua vagina. La leccò lentamente, poi la succhiò, la baciò e le diede tante emozioni.

Giulia poteva vedere le sue cosce oscenamente aperte e la testa con pochi capelli di Mario in mezzo.
Non aveva vinto del tutto la repulsione per lui, ma quella cosa le piaceva un sacco, come le piacevano le sue mani su di lei.
Poco dopo sentì salire l'orgasmo. Travolgente, dirompente. Venne nella bocca di Mario, mentre lui si beava del suo dolce nettare.
Dopo alcuni istanti si calmò, ansimando e Mario fu su di lei, baciandole ancora il collo, la guancia e sussurrandole “Tutto bene piccolina? E' stato così bello per me, spero anche per te”.

Giulia sorrise annuendo, mentre Mario si inginocchiò davanti a lei.
Era paonazzo in volto e il suo pene era eretto, scuro, pulsante. Mario si passò una mano sulla fronte e poi le disse sorridendo: “Però ora ti voglio davvero. Ho bisogno di penetrarti”.
Giulia capì che il momento era arrivato. Quell'uomo vecchio stava per penetrarla.
Guardò ancora il suo addome flaccido e grasso, i suoi peli grigi e poi fece un cenno, capendo che non si poteva più rimandare.

Con la voce roca di desiderio Mario le disse: “Apri bene le gambe per me, piccola”.
Lei ubbidì in silenzio e lui si piazzò in mezzo. Le toccò le labbra della vagina che era umidissima e si passò quegli umori sulla cappella gonfia.
Guardò ancora un attimo quella giovane fica. Era perfetta. Le labbra gonfie e piccine, i peli del pube ben tagliati e neri e là in mezzo un clitoride eretto e pulsante.

Era perfetta.
Ancora più eccitato dai quei pensieri e da quella vista, Mario volle assolutamente entrare in lei, così avvicinò il bacino al pube di Giulia.
La cappella del suo cazzo era calda, gonfia, pulsante e appena Giulia la sentì toccare le sue labbra vaginali trasalì. Poi Mario spinse lentamente e le labbra di quella vagina, contro la volontà di Giulia, si aprirono come petali di un fiore per far entrare quell'uomo.

Piano piano, sentiva quella lenta penetrazione. Mario aveva uno sguardo appannato dall'eccitazione e una smorfia di piacere gli segnò il volto vecchio. Non potè trattenere un gemito di godimento “Ahhhhh”. Giulia pensò che fosse un gran porco, che si stava godendo una bella scopata con una giovane donna.
Ma per assurdo, a quel viscido pensiero, aprì ancora di più le gambe per agevolarlo nella penetrazione e si sentì colare tra le gambe.

Mario entrava con calma, ma senza fermarsi. Ce l'aveva al massimo, grossissimo e durissimo come mai prima nella vita. Quella giovane fichina era un guanto che aderiva al suo arnese e la cosa gli dava un piacere infinito. Tra quelle bellissime gambe c'era il paradiso, un paradiso stretto, caldo, umido, giovane.
Quant'era che non penetrava una fica e poi che fica! Che corpo! Era fantastico.
Giulia si sentiva riempire dalla virilità di Mario.

Lo sentiva grosso, quasi le faceva male per la dimensione. Improvvisamente lui si fermò. Sentì i suoi testicoli penduli toccarle le labbra esterne e capì che lo aveva infilato tutto.
Mario si abbassò su Giulia, stendendosi su di lei. I loro due corpi ora aderivano perfettamente. Quello vecchio di lui la schiacciava su quel materasso. Il suo pene duro le riempiva la fica.
Sentiva i suoi peli grigi sfregarle contro il seno e la pancia.

Mentre il suo ventre rilassato e schiacciava il pube.
Tutto ciò che più le dava fastidio di lui ora era in pieno contatto con il suo corpo delicato e stranamente si sentì baganare ancora di più. Quel senso di fastidio le dava piacere. Era uno strano mix di eccitazione e repulsione che le dava sensazioni fisiche e spirituali fortissime e uniche.
Mario le sussurrò all'orecchio: “Grazie per esserti donata a me, per avermelo lasciato fare”.

E poi si spostò sulle sue labbra, baciandola con passione.
Addirittura baciata così intimamente da un vecchio. Era il massimo…e le piaceva.
Lo lasciò fare finchè lui non si staccò dalle sue labbra e le sorrise.
“Ti sei abituata alla mia presenza dentro di te o ti fa ancora male?” chiese lui.
“No, ora è ok” rispose sommessamente lei.
Come rinfrancato da quelle parole, Mario si tirò su sui gomiti e prese a muovere il bacino.

Lentamente iniziò a scoparla e si sentì benissimo. Era la cosa più bella del mondo.
Aveva sotto di sè una ragazza giovane e stupenda e la stava scopando. Stava cogliendo quel bocciolo e si sentì immensamente fortunato.
Quella piccola fica era strettissima, ma molto umida e il suo cazzo ci scorreva alla grande.
La guardava, incapace di togliere gli occhi da quel viso meraviglioso o da quei seni pieni e sodi.

Giulia aveva davvero un corpo da dea e gustarselo così alla sua età non era cosa comune.
La piccola ad ogni colpo emetteva un piccolo gemito, tenerissimo. I suoi seni sobbalzavano appena e le sue guance erano rosse per l'eccitazione. Uno spettacolo divino per un uomo della sua età. Doveva chiavarsela e godersela.
Giulia dal canto suo era paralizzata ma eccitata. Voleva solo donargli il suo corpo e lasciarlo fare. Provava sensazioni positive, anche se lui non era nè giovane nè bello e l'unica cosa che contava in quel momento era stare così, sotto di lui a gambe aperte a permettergli di farle quelle cose.

Voleva che lui la sporcasse. Era troppo eccitante!
Mario inizio a gemere su Giulia mentre se la scopava. Aveva un gemito roco, di una persona che sta godendo, di un vecchio porco in calore. Era una cosa che faceva impazzire Giulia. Quel respiro affannoso, quel rantolo non facevano che eccitarla di più.
Mario aveva un bel ritmo, ma in quella stanza presto si mise a far caldo. L'odore del sesso era forte e inebriante.

Piano piano la fronte di Mario si imperlò di sudore, così come il torace villoso, le spalle, la schiena.
In poco tempo Mario fu una maschera di sudore e Giulia provò ancora più disgusto. Ma di nuovo quel disgusto si trasformò in eccitazione.
Si inarcò verso Mario che la stava schiacciando alla grande e l'uomo prese quel gesto come un invito. Si abbassò nuovamente sulla ragazza, stendendosi su di lei.
I loro corpi aderirono ancora, ma questa volta il sudore di Mario bagnò completamente la pelle morbida di Giulia.

La baciò ancora e lei sentì il suo sudore sul volto, mentre il bacio aveva un sapore salato.
Continuava a gemere su di lei come un cinghiale in calore, imbrattandola del suo sudore.
Poi si sollevò ancora sui gomiti, continuando a scoparla in un dolce ritmo.
Il sudore che si era accumulato sulla fronte rugosa di Mario iniziò a colare su Giulia.
Una goccia sul collo, una sul capezzolo, una sulla spalla, una sul naso.

Era completamente sua, piena dei suoi umori e lui la stava guardando con bramosia mentre se la chiavava per benino.
Incapace di trattenersi oltre, Giulia esplose in un orgasmo che la portò in alto, come se stesse volando. Sentì le labbra della sua fica contrarsi sul cazzo di Mario e sentì che dal ventre scendeva un liquido caldo. I capezzoli si fecero sensibili all'aria ed ebbe l'impressione che il suo seno gonfiasse.

Non trattenne i gemiti e socchiuse gli occhi, dimenandosi sotto il corpo del vecchio.
Mario la guardava eccitato e soddisfatto. L'aveva fatta godere.
“Sì piccola, godi così tesoro. Brava la mia piccolina” le sussurrò mentre lei si contorceva sotto di lui.
Poi le spostò teneramente una ciocca di capelli dalla guancia e continuò “Prendilo tutto piccolina. Te lo do tutto. Prendilo che ti fa bene” e continuò a scoparsela mentre Giulia tornava in sè dopo quel fantastico orgasmo.

Era incredibile come Mario durasse nell'amplesso. Quando lo faceva con Roberto, il rischio era quello che lui godesse senza nemmeno averle acceso una fiammella, ma con Mario era totalmente un'altra cosa. Aveva già goduto grazie alla sua sapiente lingua ed ora con il suo randello ben piazzato nella passerina. Si sentiva sconvolta, non sapeva se sarebbe durata ancora a lungo.
Ormai era un tutt'uno con Mario. Lui spingeva con il suo arnese dentro di lei che le aveva aperto il suo corpo.

Era piena dei suoi umori nella fica, aveva la pella bagnata del suo sudore e qualche pelo del suo torace era appiccicato ai suoi seni e alla sua pancia. Per non parlare della saliva che si erano scambiati con i baci. E dei grigi peli pubici di lui che sfregavano contro quelli neri di lei.
Era tutta sua e tuttosommato non era male, pensò Giulia in preda all'estasi.
Mario continuò a spingere dentro di lei a ritmo cadenzato, godendo e gemendo e facendola ansimare.

Poi improvvisamente con voce roca le disse: ” Non ce la faccio più, devo venire tesoro”. Lei gli sorrise e lui aggiunse: “Voglio riempirti del mio seme, lo voglio versare nel tuo ventre”.
Giulia come tacito assenso aprì bene le cosce e offrì ancora di più la sua fica ai suoi colpi poderosi. Mario gemette più forte ed aumentò il ritmo.
Giulia lo guardava e vide che gli piaceva quello che le stava facendo.

Aveva il viso beato di un uomo che gode.
Dopo qualche colpo di reni ben dato Mario gemette più forte, quasi urlò con voce roca.
“Ahhhhhh” e Giulia lo sentì in profondità. Sentì quell'enorme cappella eruttare il suo seme in lei. Si sentì invadere nell'utero da un liquido caldo, denso, copioso.
Mario continuava a gemere “Ahhhhh” mentre si abbassava su di lei.
La schiacciò totalmente sul letto, mentre con le natiche dava ultimi gli colpi in quella vagina giovane e fresca.

Poi si placò, ansimando e rilassandosi su di lei.
Giulia aveva il ventre pieno di un liquido caldissimo. Sentiva la fica piena di umori e sentiva il cazzo del vecchio ben piantato nel suo pancino.
I suoi profondi respiri le solleticavano il collo.
Dopo poco lui alzò il volto, la guardò negli occhi e le disse: “Ti amo”. Poi scese a baciarla con dolcezza.
Giulia ricambiò il bacio. Era bello averlo ancora dentro mentre la baciava.

Poi Mario si rialzò sui gomiti e scese a baciarle entrambi i seni, succhiando bene i capezzoli eretti.
“So che prendi la pillola, ma in questo momento voglio fingere di fecondarti. La trovo una cosa molto bella e molto intima”.
Giulia sorrise imbarazzata, ma aveva capito quello che lui intendeva dire. Lui avrebbe voluto marchiarla come sua per sempre.
Ma in un certo senso lo aveva fatto. Non aveva mai permesso a nessuno di venirle dentro, non si era mai data ad un uomo senza il preservativo, non aveva mai mischiato i liquidi del corpo in maniera così intensa con un'altra persona e non aveva mai goduto così tanto in vita sua.

Mario era vecchio e brutto, ma la faceva godere come nessun altro al mondo. E per ora non contava niente altro.
Mario si mosse, estraendo il pene che si stava afflosciando dalla sua vagina. Nel sentirlo uscire dal suo corpo, Giulia provò un'improvviso senso di vuoto e di frustrazione.
Si alzò per guardarsi tra le gambe e vide che tra le cosce scorreva un liquido denso e biancastro, il misto tra i suoi umori vaginali e lo sperma di Mario.

Anche i peli del suo pube erano imbrattati da qualche gocciolina bianca. Sorrise e tornò a sdraiarsi, mettendosi una mano sul ventre e godendosi il calore che lo sperma del vecchio Mario le aveva diffuso nella pancia e nel corpo.
Mario notò quel gesto e si sdraiò accanto a lei mettendo la sua mano callosa e rugosa su quella delicata della ragazza.
“Se mi dai un'oretta di tregua, torno a cavalcarti” ammiccò lui con un sorriso malizioso.

Sorridendo e baciandolo sulle labbra, lei rispose: “Non vedo l'ora tesoro. Alla mia fichetta manca già il tuo cazzo meraviglioso”.
E appagati restarono una nelle braccia dell'altro, per poi riprendere a fare l'amore.

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