Il suo primo pompino

Come molti bisex, con gli uomini prediligo la parte passiva, quella che mi dà maggiori novità e diversità rispetto al rapporto con le donne. Eppure chattando con questo trentenne a caccia della sua prima esperienza, mi incuriosisco e appassiono, anche perchè abitiamo vicini. In chat sfodera la tipica aggressività dei timidi, si lancia in proclami di perversione ben radicata nelle sue fantasie ma ancora non realizzata.

Gli mostro il mio cazzo in cam e lui inizia il sesso virtuale, raccontandomi per filo e per segno quello che vorrebbe farmi.

Noto dei dettagli di ingenuità che mi fanno pensare che davvero non sappia di cosa sta parlando, e quindi proseguo nella lenta e inesorabile sega davanti all'obiettivo spione. Dalla sua lentezza nelle risposte mi è facile immaginare che si stia a sua volta masturbando. Vuol farmi godere e godere nel vedere il mio sperma schizzare. Io gioco e trascino il momento dell'orgasmo, indagando e strappando informazioni su di lui.

Si chiama Marco, dice di essere un bel ragazzo, 180 di altezza per 75 kg, moro, occhi chiari.

Gli chiedo il cellulare per sentirci e godere insieme ma è troppo riservato, allora gli dò il mio secondo che non uso praticamente mai, e lo invito a chiamarmi col numero nascosto. Ha una voce molto timida e parla sottovoce, lo stuzzico e lui mi descrive il suo pompino immaginario, stavolta a voce, lo sento che si sta masturbando. Lo invito a succhiarsi le dita e farmi sentire il suono, la cosa eccita entrambi, gli dico che voglio venire e lui dice che è sul punto di godere.

– Ci sei Marco?
– Sì…
– Chiudi gli occhi e tira fuori la lingua, e immagina di aspettare la mia sborrata
– Sì…
– Bravo… Ti piace Marco?
– Sì…
– Sei proprio bravo, ora ti sborro in bocca sai… lo sai?
Lui non risponde, ansima forte, ha il fiatone, è al vertice del godimento.
– Bravo Marco sborra, vieni, godi Marco godi.
– Ahhhhhhhhh ahhh… ahh. –

Riaggancia e chiude la chat.

Ma io ho il suo indirizzo email e il giorno dopo gli scrivo e lo invito a ritrovarci la sera su messenger. Lui si fa trovare e si scusa perchè è finita la batteria (sì sì, come no, penso io). Stavolta al telefono me lo scopo fino in fondo e gli godo nelle viscere. Lui ansima e gode quasi piangendo, poi si calma, mi ringrazia sottovoce e mi augura la buona notte. Gli chiedo un bacio e lui lo butta via telefono, poi riattacca.

Tenero…

La sera dopo ci troviamo più presto. Lo invito a vederci dal vivo, in auto. Senza obblighi nè pretese. Lui tentenna insisto, me lo lavoro un pò ai fianchi per farlo cedere e alla fine cede. Fissiamo al parcheggio di un supermercato e poi da lì ci saremmo spostati in un posto più tranquillo con la mia auto. Vado e aspetto mezzora. Non arriva e non chiama. Se l'è fatta sotto. Torno a casa e mi trovo bloccato, non posso chattarci nè scrivergli.

Faccio un nuovo account e gli mando una mail. Gli scrivo che non sono arrabbiato, che la prima volta ho fatto così anche io (non è vero, ma voglio rassicurarlo) e che se gli va vorrei ancora incontrarlo il giorno dopo, stessa ora e posto.

Ci vado e aspetto 5 minuti… stavolta arriva la sua auto, parcheggia vicino alla mia. Scende con l'aria di un condannato a morte. Non corre ma si guarda intorno, e sale subito sulla mia auto.

Lo saluto, cerco di essere molto gentile e faccio qualche battuta per sdrammatizzare. Mentre guido verso la strada di campagna che avevo scelto la conversazione langue e lui è tesissimo. Accosto in uno spiazzo piccolo e spengo auto e autoradio. Nel buio quasi totale lo guardo, è come nella descrizione, maschile carino e imbranato.

Mi sono messo dei pantaloni ad elastico e in un gesto rapido e deciso li calo insieme alle mutande.

– Rompiamo subito il ghiaccio, dai… toccalo se vuoi.
Lui lo tocca con la mano, è ancora moscio, lo masturba piano ma si vede che non è esperto nel toccarlo ad altri. Per non sembrare troppo imbranato allora si butta in un attimo giù e lo prende in bocca, con una decisione terrorizzata e terrorizzante. Lo succhia e lo scappella aiutandosi con la mano destra, la sinistra protesa in avanti e appoggiata al finestrino.

Gli accarezzo la schiena alzandogli la maglietta, noto che anche lui ha pantaloni ad elastico… Con una mano gli palpo con decisione il culo, per lui deve essere una scossa di adrenalina e inizia a pomparmi più forte.

Il mio cazzo si gonfia e si indurisce, sento che lui ha sempre più difficoltà a succhiarlo bene. Quasi si ferma, quindi prendo io l'iniziativa e prendendogli la testa inizio a scoparlo in bocca dal basso verso l'alto, senza esagerare per non dargli la nausea.

– Ti scopo in bocca Marco, ti piace? –
Lui mugula e muove leggermente la testa per annuire, io gli dò una pacca sul culo, poi un'altra. Sento distintamente i suoi denti strusciare sul cazzo, è un pò doloroso quindi lo fermo, lo faccio alzare, lui mi guarda preoccupato di aver sbagliato qualcosa. Lo invito a sfilarsi anche lui i pantaloni per toccarsi, si spoglia in pochi secondi come se avesse paura di ripensarci, toglie anche la maglietta.

Mi piego in avanti verso di lui per abbassargli lo schienale del sedile, lui fraintende e me lo spinge verso il viso, già un pò duro. Posso farmi sfuggire l'occasione di assaggiare un nuovo cazzo?

Ovviamente no, lo succhio subito con avidità, gli diventa durissimo, lo lecco bene lungo tutta l'asta, le cosce, l'addome, le palle. Mi succhio il dito e in un attimo individuo il suo buchetto e lo spingo per entrare.

– No, dai.
Non lo ascolto, mi rilecco il medio e stavolta lo affondo. Lui fa un piccolo verso di dolore e si spinge in avanti, infilandomi il cazzo fino in gola. Io gli spingo il dito nel culo e lui mi spinge il cazzo in bocca. Andiamo avanti per un pò così, sento un sapore amarognolo in bocca e mi rendo conto che sta quasi per venire. Non dice niente lo stronzetto, o forse non se ne rende conto.

In ogni caso adotto la tecnica del prolungamento, masturbandolo con la mano e facendogli trovare la lingua alla fine della mano stessa, così da dargli l'impressione del pompino. Tra il sommesso “godo, godo!” e la schizzata passa un secondo al massimo, faccio in tempo a ritirare la lingua ma mi schizza con potenza nel viso. Penso “cazzo, i sedili” e me lo ri-infilo in bocca. Continua a schizzare altre due-tre volte poi si calma e lascio colare lo sperma sul suo addome.

Mi appoggio sul suo petto mentre lo masturbo piano e sento il suo cuore a mille battiti al minuto, più un fiatone da maratona. Pulendomi la bocca e il viso con un fazzoletto, penso “sono sempre il migliore nell'arte del pompino”.

Dopo molto torno a guardarlo in viso, è sorridente e ancora più carino. Mi ringrazia sottovoce. Io gli bacio il petto e i capezzoli, poi il collo poi gli metto la lingua in bocca.

Lui sta un pò fermo, poi ricambia. Sono disteso su di lui, il mio cazzo a mezz'asta struscia sul suo moscio e sullo sperma che ha ancora sull'addome. La mia mente perversa mi suggerisce di inzuppare il mio cazzo nel suo sperma per bene, poi scivolo in avanti lungo il sedile e gli porto il mio cazzo alla bocca.

– Ma sei venuto? –
– No, è roba tua, quindi non fare lo schizzinoso –
Lui non se lo fa dire due volte e inizia a ripulirmelo dal suo sperma.

Lo faccio scivolare più giù per essere più comodo e inizio a scopargli la bocca, sempre senza esagerare ma con la decisione di una scopata vera e propria. I suoi denti sul cazzo mi danno rabbia e foga, poi ripenso a quando mi scriveva “voglio essere la tua troia in cui tu puoi scaricarti quando sei pieno”, ripenso al telefono attaccato, al bidone, alla sua schizzata in bocca con pochissimo preavviso… e mi lascio andare.

Non lo faccio mai ma stavolta sì. Se lo merita. E' la mia troia e mi ha mancato di rispetto troppe volte. Sborro senza freni nella sua bocca schiacciata contro il sedile, ansimo forte e la prima auto della serata che passa per quella via illuminandoci solo per pochi istanti mi fa trattenere per un attimo il respiro, quel tanto che basta per schizzare di nuovo nella sua gola appena rilascio la tensione. Lui non può far altro che ingoiare e bere tutto, mentre continuano i miei fiotti più lenti.

Finalmente glielo sfilo dalla bocca e lo schiaffeggio col cazzo bagnato. Mentre scivolo sul suo corpo lascio una traccia come una lumaca. Lui ha gli occhi chiusi e la bocca ancora un pò piena, forse pensa di sputare quel poco che non ha ingoiato ma mi faccio strada con la mia lingua e lo spingo a bere tutto il mio seme.

Sta per dire qualcosa.
– Marco, sono donatore di sangue, puoi stare tranquillo.

Ma la prossima volta non fare quello che non vuoi ricevere. –
Lui annuisce arrossendo ma il suo cazzo tornato duro tradisce l'eccitazione con la quale ha vissuto il tutto. E' fradicio. In un gesto rapido e improvviso mi ci impalo per tutta la lunghezza. Scivola, ben lubrificato. Assaporo quel piacevole dolore per un attimo, lui mi dà un colpo da sotto ma io esco.
– Non te lo meriti, per questa volta.


Mi rivesto e lo riporto alla sua auto. Mentre scende gli dò una pacca sul culo. Sarà mio.

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