Il ballo delle debuttanti (racconto trovato sul we

A volte l'amore per un figlia nasconde un profondo desiderio di possederla, ma si sa le leggi della morale comune sono li a fermare quell'impulso come severi poliziotti…. ma nella vita capitano situazioni imprevedibili nelle quali è la nostra morale a decidere, sempre nel rispetto della libertà altrui…

Finalmente diciotto anni!
Agnese attese il raggiungimento di quella meta con grandi aspettative, ritenendola la chiave che le avrebbe aperto un mondo fantastico.
Si era preparata mentalmente per le possibilità di libertà che offriva.

I genitori, avvocati famosi, per festeggiare degnamente la ricorrenza, la iscrissero al ballo delle debuttanti.
L’avvenimento rappresentava la cerimonia ufficiale che sanciva l’ingresso nella società degli adulti.
Era l’addio all’adolescenza ingenua e spensierata.
Dopo il ballo c’era il college, gli impegni universitari, che l’avrebbe introdotta in un mondo completamente diverso da quello in cui aveva vissuto fino allora.

I cavalieri serventi erano stati scelti nelle scuole militari e collegi del paese, tra i più prestigiosi.

Erano i rampolli del mondo che contava, mandati in quegli istituti ad imparare le rigide regole di vita, che poi avrebbero messo in pratica per prendere in mano le redini della nozione.
Tra loro c’erano i futuri generali, capitani d’imprese, dirigenti di grandi società, forse anche qualche ministro.
Poteva essere l’occasione di conoscere l’uomo della propria vita.

Agnese scelse con cura il vestito del debutto.
Era semplice, scollato, non troppo lungo, bene aderente alla vita e bianco come il suo candore.

La sera della vigilia.

“Mamma? Sei sveglia?
“Si tesoro! è tardi!
“Non riesco a prendere sonno!
“Se non dormi domani sembrerai una mummia!
“sono agitata e preoccupata! Ho paura di sbagliare tutto!
“Vieni qui!

I genitori di Agnese si erano separati da molti anni, lei in sostanza è cresciuta con la madre, che, sebbene avesse una vita mondana molto intensa e libertina, si guardava dal portarsi compagni occasionali a casa.

Preferendo non avere legami eccessivamente morbosi.

Agnese salì sul letto e si stese al fianco della madre, poggiando il capo sul suo seno.

“Adesso rilassati! Via quei brutti pensieri! Vedrai che domani andrà tutto bene!

La coccolava accarezzandole i lunghi capelli castani chiari.

“Ci sarà papà? Ha promesso che sarebbe venuto!
“Assolutamente si! Non si perderebbe mai un avvenimento così importante per te!
“Mamma il mio difetto! Credi che qualcuno lo noterà?

Agnese era affetta da blesità.

Un difetto di pronuncia che si manifestava, quando proferiva la consonante “erre”, che diventava, di fatto, un “v”.
Per lei fu una tragedia e col tempo diventò un complesso frustrante, che le provocò molta difficoltà nelle relazioni con i compagni.
Parlava poco e col passare degli anni divenne anche introversa,
per paura di doversi esporre a causa di quel difetto di pronuncia.
Per questo motivo le amicizie con i ragazzi non furono molte, di conseguenza agli occhi delle amiche appariva come una ragazza impacciata e timida, nonostante fosse molto bella e intelligente.

Il giorno del debutto, la Cadillac nera si fermò davanti al portone di casa.
Alla guida c'era Giorgio, il padre di Agnese, che l'aveva presa a noleggio.

Agnese e sua madre, appena la notarono, si affacciarono subito all’ingresso della villa. Giorgio quando vide la figlia non poté fare a meno di emozionarsi.
La sua bambina era diventata una donna. Vederla con il vestito della cerimonia, la coroncina in testa e il bouquet di fiori, che le fece arrivare nella mattinata, gli tolse il respiro di bocca.

Era la più bella delle damigelle e lui sarebbe stato fiero di presentarla come sua figlia.

Quando tutti i partecipanti arrivarono al castello medioevale, sfilando nei loro meravigliosi abiti di cerimonia, i genitori si disposero davanti alla scalinata di marmo, aspettando trepidanti l’ingresso dei figli.
Tutti fissavano le lunghe gradinate, dalla quale le ragazze, a braccetto del cavaliere servente, sarebbero scese in modo trionfale nella grande sala.

L’orchestra partì con un valzer lento.

Sulla cima delle scale comparvero le prime coppie, seguite dalle altre.

Agnese era la terza. La sua statura imponente spiccava nettamente su tutte.
Al suo fianco c’era un giovane cadetto. Formavano una bella coppia.
La madre e il padre, appena la videro, si guardarono commossi. Trattenendo a stento le lacrime.
Nonostante fossero avvocati di successo e preparati ad affrontare situazioni difficili, in tribunale e/o in mediazioni conflittuali private, quel giorno sembravano persone comuni.

I ragazzi, una volta scesi, si disposero a cerchio. Il maestro di ballo si collocò al centro del salone. Scrutò a una a una le coppie. Poi fece un segno e queste, partirono una alla volta, iniziando a veleggiare al ritmo dolce del valzer lento.

Ballavano divinamente. Erano state preparate personalmente dal maestro.
I ragazzi si erano accoppiati nel corso delle lezioni, per simpatia e anche per attrazione fisica.

Il compagno di Agnese si chiamava Silvio, aveva 21 anni, ed era al terzo anno accademico. Era il figlio di un imprenditore che possedeva emittenti televisive e società finanziarie sparse in tutta Italia, ed era anche il presidente di una grande società di calcio.

Agnese, quando lo conobbe, si legò subito a lui.
Gli piacque così tanto che si era presa anche una cotta.
Sua madre lo aveva intuito dall’entusiasmo con cui aveva partecipato alle prove di ballo, e delle buone maniere.

La giovane coppia ballava con leggiadria. Era perfettamente coordinata.

Dopo una serie di balli. Il maestro invitò i ragazzi a fare una pausa, informandoli che nella stanza attigua era stato approntato un buffet.
Nello stesso istante invitò i genitori ad approfittare di quella circostanza per farsi qualche giro di valzer.

Giorgio guardò sua moglie aspettando un cenno di assenso.
Valeria, nonostante gli anni, era ancora una bella donna.

Aveva scelto un vestito lungo e stretto che esaltava le sue forme di femmina maggiorata.
Lei gli sorrise e lo invitò a farsi avanti.
Quella sera si era tenuta libera da tutti gli impegni mondani.

Appena Giorgio cinse i fianchi dell’ex moglie provò un brivido alla schiena.
Dopo tanti anni la percepiva ancora sensuale come la prima volta che l’aveva conosciuta.
Ripensò, suo malgrado, al giorno in cui, dopo una violenta baruffa, fece le valige ed andò via.

Aveva scoperto che il suo migliore amico, e collega, era il suo amante.

“Esci ancora con quel coglione di consigliere comunale?
“No! Appena ho capito che voleva fare sul serio l’ho mollato!
“Lo sai che sei molta chiacchierata nell’ambiente?
“Si Lo so, molti mi considerano una troia! Ahahah E chi se ne frega! Mi godo la vita!
“Con Agnese come va?
“Perfettamente! Sai bene che la mia vita privata la tengo lontana dai riflettori!
“Si lo so! Per questo ti ammiro! Hai fatto un bel lavoro con lei!
“Grazie anche a te! Anche perché, fuori dei tribunali, non ci siamo mai scontrati sulla sua educazione!
“Ahahahah certo!
“Fa caldo qui! Ci prendiamo un drink e andiamo sul terrazzo?
“Che cosa è? Una proposta?
“ahahahahha sei sempre il solito malizioso! Ahahah

Giorgio afferrò due flute di spumante al volo, dal cameriere che stava passando in quel momento, e con Valeria a braccetto si avviò verso il terrazzo.

“Anche tu sei rimasto singolo? Perché?
“Basta! Con le complicazioni! Dopo la rottura del nostro matrimonio ho pensato che sarebbe stato meglio se non mi fossi più impelagato in un altro rapporto serio!
“Mi dispiace! è anche colpa mia!
“Lascia perdere! E’ inutile rimuginare sul passato! Forse è anche colpa mia!

Valeria, lo fissò intensamente, si avvicinò a lui e gli passò la mano sul viso.
Dopo tutto, una volta, lo aveva amato tantissimo.

Lo aveva tradito fisicamente ma mai mentalmente.

Giorgio fremette appena la mano di Valeria sfiorò la sua pelle. Era come se un soffio di freddo le avesse sfiorato la schiena.
D’istinto la cinse dai fianchi e la tirò verso di se. Posarono i flute sul muretto e si abbracciarono con forza.
Valeria ebbe un sussulto e sentì il suo corpo vibrare.
Tra loro c’era ancora qualcosa. Sotto le ceneri era rimasta qualche brace accesa.

Giorgio percepì la sensualità di Valeria.

Il clima si era surriscaldato. Tra loro c’era ancora attrazione.
Le bocche d’istinto si unirono e le lingue iniziarono a danzare con la melodia del valzer lento che arrivava ovattato dall’interno del castello.

Giorgio si era eccitato. Il suo cazzo esplose ingrossandosi e premendo contro il grembo di Valeria. Il tessuto leggero del suo vestito non impediva di avvertire il caldo delle sue membra.

Valeria, eccitata, fremette, quando avvertì la grossezza del cazzo di Giorgio che premeva contro il suo scoscio, impaziente di violare la sua intimità.

“Vieni! Andiamo in macchina!
“Come ai vecchi tempi?
“Si! ahahahah

Si afferrarono per mano e come ragazzini corsero verso la Cadillac nera parcheggiata in un angolo dell’immenso parcheggio.
La fortuna li aveva anche aiutati perché era parcheggiata lontano da occhi indiscreti.

Giorgio, appena fu vicino all’auto sentì dei gemiti, e fece subito segno a Valeria di bloccarsi.

Qualcuno aveva avuto la stessa idea di utilizzare l’auto come un’alcova.

Giorgio si accostò per primo. Quello che vide gli fece venire la pelle d’oca. Nei sedili posteriori c’era Agnese a pecorina e dietro di lei il Silvio, il suo cavaliere servente, mentre si agitava scopandola con foga.
Non aveva più il vestito indosso ed il reggiseno era stato spostato sotto le tette scoprendo quelle meraviglie della natura.

Giorgio si soffermò a guardare sua figlia.

Era la prima volta che la vedeva nuda.

Nonostante l’imbarazzante situazione, si fece coinvolgere emotivamente da quella situazione incandescente,
Inoltre, aveva ancora i sensi sconvolti.
L’eccitazione s**tenatagli da Valeria non si era placata. Pulsava viva nelle sue vene come lava incandescente.
Cosicché davanti a quelle scene infernali, nelle quali era in azione sua figlia, la sensazione morbosa si stava rafforzando, facendogli palpitare il cazzo allo stesso ritmo folle dei battiti del suo cuore, stimolato dai movimenti forsennati di quei giovani amanti.

Si soffermò ad fissare il corpo magro di Agnese. La sua bellezza era impressionante.
Suo malgrado, non riuscì a prendere le distanze da lei, trovandosi bloccato ad ammirarla con la mente alterata dalla libidine, piuttosto che con gli occhi.

“Che fai spii tua figlia adesso? Lasciamoli tranquilli e andiamo da un’altra parte!

Giorgio, con la mente corrotta dal desiderio, ansimando, si girò verso Valeria l’afferrò dai fianchi e se la tirò verso di se.

Era eccitato come un montone pronto alla monta.

Valeria, per fronteggiare quello impeto dovette appoggiarsi con la schiena contro un’auto; subendo l’assalto convulso di Giorgio, e, nel contempo, si lasciò coinvolgere dalla libidine.
Del resto anche lei sentiva una forte emozione interiore, all’idea che l’ex marito, come un guardone maniaco, era eccitato da quella situazione incandescente.

Quindi, lo lasciò fare, quando le sue mani le alzarono il vestito, e s’infilarono nel perizoma.

Godette, quando le dita di Giorgio iniziarono a tormentarle le fenditure della figa. Allargò le gambe, quando lo vide inginocchiarsi e ficcare la bocca nello scoscio e leccare in ogni parte.
Gemette in silenzio, quando la sua bocca aveva afferrato il clitoride e lo stava stimolando con forza, mentre alcune dita le sollecitavano il buco del culo.

Era impossibile res****re a quello uragano d’emozioni.

Giorgio, ere come impazzito dalla bramosia, si tirò fuori il cazzo, duro come una roccia, menandolo contro lo scoscio di Valeria.

Valeria lo notò subito, lo placco con una mano, e senza che lui glielo chiedesse, si piegò al suo cospetto iniziando a fargli un lavoretto di bocca e di lingua.

Valeria stava succhiando il cazzo, mentre Giorgio non riusciva a distogliere lo sguardo da sua figlia.
La vedeva nettamente, quando seduta sul suo Cavaliere Servente si lasciava scopare. Soprattutto vedeva la sua figa assalita dal palo di quel giovane cadetto che s’infilava in profondità, lasciando fuori solo i coglioni, schiacciati dai candidi glutei.

Era dannatamente eccitante guardare la figa di Agnese, oscenamente slabbrata, aperta da quel palo impertinente, che nella sua azione devastante stimolava le labbra ed il clitoride.

Il viso di Agnese era deformato dall’intenso piacere che le veniva dal basso ventre. Ansimando come una cagna in calore.
La sua vocina lo esaltava a tal punto che afferrò la testa di Valeria, e cominciò a scoparla in bocca, concordando i movimenti con quelli del giovane, quando spingeva il suo grosso palo nella fica di Agnese.

Era come scopare sua figlia a distanza. Ogni affondo nella bocca di Valeria corrispondeva ad un acuto di Agnese, mentre il cazzo gli sconquassava la fica.

Ad un certo punto non riuscì più a tenere a bada un incipiente orgasmo. E stringendo il capo di Valeria gli scaricò un fluido di sperma nella gola. Nello stesso istante il giovane cadetto cosparse di sborra il ventre di Agnese

Mmmmmmmmmmmmmm godo oooooooooo

Dopo che ebbe scaricato tutto il suo impeto, tirò su Valeria.

“Presto allontaniamoci! Quelli hanno finito!

Giorgio e Valeria, scapparono via da lì. Dopo alcuni metri. Valeria trascinò Giorgio dietro una siepe.

“Che cazzo ti è preso! Ed io che sono stata al tuo gioco!
“Non lo so! Ho perso il controllo!
“Su tua figlia?
“Già! La situazione era… Cazzo! Anche tu del resto potevi fermarti!

Per Valeria sarebbe stato impossibile rinunciare al piacere di una sborrata in bocca.

Era una maniaca del pompino con l’ingoio, ed era anche la sua specialità.

“OK! Abbiamo perso la testa tutte e due! Che facciamo stasera?
“Ne parliamo dopo il ballo! Continuiamo il discorso a casa mia!
“ahahah ci puoi giurare! Questa! caro mio! È un’opera incompiuta!
“Cazzo! Non sei cambiata! Hahahah Ora andiamo dentro va! Aspetta! Una cosa! Tua figlia stasera ha bruciato in fretta le tappe! Mi pare! Si può dire che oggi sia entrata a buon diritto nella società degli adulti! Dovresti farle un discorsetto sui rischi!
“Già! Anche io sono rimasta sorpresa! Pensare che ieri sera era agitata! Ma ho visto che le è passata in fretta la paura hahahah
“Non c’è dubbio! È nostra figlia hahahah

Stavano entrando nella sala, quando videro Agnese che correva verso l’esterno in lacrime.

Giorgio cercò di fermarla, ma lei non lo vide e proseguì oltre.

Le corse dietro fino a quando non riuscì ad abbrancarala da un braccio.

“Bastardo! Lasciami stare! Sei come tutti gli altri! Mi hai promesso mari e monti e poi mi hai preso in giro!

Piangeva come una fontana.

“Tesoro che cosa è successo?
“Papà!

Piangendo si buttò nelle sue braccia. Dopo un po’ arrivò Valeria.

“Tesoro che cosa è successo!

In lacrime raccontò tutto.

Dopo aver fatto sesso con Silvio. Erano rientrati nella sala. Appena dentro si accorse che il ragazzo aveva preso le distanze, rideva facendo dei gesti ai suoi amici, in segno di vittoria.
Inoltre si mostrava anche distaccato.
Lei, nonostante tale atteggiamento, cercò di stringersi a lui, baciandolo su una guancia.
Silvio si sottrasse da quello abbraccio, e, guardando negli occhi Agnese, con uno tono glaciale:

“Ma che cazzo ti sei messa in testa! Sei bella, ma parli come un’oca! Da te volevo solo una cosa: la figa! Adesso fammi il piacere di non soffocarmi, altrimenti togliti dal cazzo!

I genitori di Agnese rimasero basiti.

Giorgio voleva entrare dentro e spaccare la faccia al ragazzo. Valeria glielo impedì.

“Ora dobbiamo pensare a nostra figlia! Cazzo!

Giorgio si calmò. I due si guardarono attorno e si accorsero che Agnese era sparita.

“Cazzo! Dove è andata?
“Oddio! Speriamo che non faccia stronzate! Cerchiamola subito!
“Tu vai dentro! Io la cerco fuori!

Giorgio si avviò verso il parco. Ad un certo punto vide una sagoma scura che rifletteva sullo specchio del laghetto artificiale.

Si avvicinò alla sponda. La prima cosa che notò furono i vestiti di Agnese sparsi sul prato.

Scrutò il centro del lago e la vide. Immediatamente si buttò in acqua per raggiungerla.
Le arrivò da tergo afferrandola dalle spalle.

“Che cavolo ti sei messa in testa! Usciamo subito da qui!
“Lasciami stare papà! Voglio annegare qui!
“Ma sei cretina! Non ne vale la pena! Tipi come lui è meglio perderli che trovarli!
“Papà quello mi ha scopato e mi ha buttato nella spazzatura come uno straccio vecchio! Gli ho dato la mia verginità! Cazzo! Mi sembrava un angelo ed invece era un diavolo! Mi ha umiliato! Nessuno mi vuole! Sono un mostro! Non piaccio a nessuno!

Piangeva disperata.

Giorgio se l’abbracciò, stringendola forte a se.

“Tesoro sei ancora una ragazzina! E’ soltanto una brutta esperienza! Tutto qui!
“Papà! Papà! Aiutami ti prego!

Giorgio la teneva stretta tra le braccia, quando, durante le carezze, si accorse che Agnese era completamente nuda.

Quella scoperta gli fece tremare il corpo, come se fosse stato folgorato da una forte scarica di corrente elettrica.
La sua mente si destò, tornando indietro di alcune ore, quando Agnese era in macchina intenta a scopare con il suo giovane cadetto.

Quel ricordo lo eccitò; così, d’istinto, mosse le mani verso il basso, lungo la schiena, fermandosi appena sopra la zona lombare.
Poi abbassò lo sguardo a notò il seno a punta di Agnese, compresso contro la sua camicia bagnata. Era un’immagine di straordinaria sensualità.

La sua mente non aveva considerato quella variante conturbante.

Immediatamente riemersero altri ricordi di lei, a pecorina, mentre quello sciagurato gli trapanava la figa.

La sua figa, si era stampata chiaramente nella sua mente, in modo particolareggiato.
Nonostante gli sforzi di mantenersi neutrale da quei sentimenti, il suo cazzo si mosse autonomamente, somatizzando i suoi desideri, così si ingrossò in pochi secondi diventando duro e palpitante.

Le carezze divennero sempre più lascive.
A un certo punto superarono la linea dei fianchi, scendendo ancora più giù, fino a lambire le rotondità delle natiche.

Era un piacere toccarla e stringerla.

“Papà ti prego aiutami! Sto soffrendo!
“Certo che ti aiuto!

Mentre Agnese era attaccata alle sue spalle, Giorgio si sbottonò i pantaloni e lentamente se li fece calare nell’acqua insieme alle mutande. Ora il suo cazzo spingeva vivo e vegeto direttamente contro il monte di venere di Agnese.

“Papà! Aiutami!
“Si piccola lasciami fare! Papà ti aiuterà a superare questo brutto momento!

Lentamente la sollevò su, costringendola ad aprire le gambe.

Poi, la prese in groppa al suo grembo.
Nel momento in cui la solleva in aria, le tette bagnate strofinano sulla sua bocca.
Lui le bacia subito con passione.
Agnese è quasi sospesa in aria, quando Giorgio, da sotto, punta la grossa cappella contro l’apertura della figa.
Poi, tenendola in braccio come una bambola, lentamente, la scende verso il basso facendo entrare il cazzo in quello inferno di fuoco.

“Papà! Mmmmmmmmmm
“Papà ti vuole bene! Lasciati fare mmmm
“Si papà! Mmmm fai fai fai mmmmm

Il cazzo di Giorgio scivolò interamente dentro la figa di Agnese.

Alla fine della corsa, solo i coglioni rimasero fuori.
Sudava freddo. Per questo si fermò un attimo a prendere fiato, per scaricare la tensione accumulatasi in quegli istanti vorticosi.
Il suo cazzo intanto pulsava dentro la vagina di Agnese al ritmo impazzito del suo cuore.

“Tesoro papà ti aiuta!
“Si papà aiutami! Mmmmmmmmm si lo voglio mmmm

Considerandolo un assenso, le afferrò le natiche e tenendola sospesa appena sopra il livello dell’acqua, prese a muovere il cazzo da sotto, spingendo dentro fino a quanto poteva.

“mmmmm si mmmmm si papà mmmm
“Tesoro mmmmm

Dopo i primi colpi leggeri, iniziò a spingere con più veemenza. L’acqua non era alta. Superava di poco i loro fianchi.
Giorgio, in quelle circostanze, saldamente piantato con i piedi sul fondo del laghetto, la teneva sollevata dalle cosce, quel tanto da poterla chiavare con più forza.
La sua mente era completamente alterata dalla libidine.
Aveva soppresso il controllo della ragione, e c’erano solo gli istinti primordiali a guidare la sua audacia.

I movimenti convulsi di Giorgio agitavano l’acqua, formando delle piccole onde, che si allontanavano in cerchi concentrici.
Agnese era attaccata alle spalle del padre, con le gambe incrociate ai suoi fianchi, mentre incassava con godimento i suoi assalti spietati.

“Si iiiiiiiii papà mmmmm mi piace eeeee
“Tesoro mmmmm

Dopo un po’, lo scroto andò in fibrillazione. Erano gli spasmi che gli preannunciavano una imminente sborrata.

“Mmmmm si si si si mmmmm

La dolce voce di Agnese alterata dal godimento gli destava una forza incredibile.

Un attimo primo di sborrare diede dei forti colpi, in sequenza, devastanti, che mandarono la mente di Agnese in estasi.

“Godo oooooooooo mmmmmmm

Era un orgasmo.
Nello stesso istante se la strinse forte a se, scaricando nelle profondità della vagina, il suo fluido di sperma.

“Mmmmmm tesoro ooooo si godo oooo
“Mmmmm papà si mmmmmmmm

Alcuni secondi dopo. La fissò negli occhi.

“Come ti senti?
“Mi sento benissimo papà! Hai ragione tu! Quell’idiota non merita la mia sofferenza!

Giorgio guardò sua figlia.

Aveva l’aria di una persona serena. La scopata le aveva messo il buon umore.

Si rivestirono in fretta. Raggiunsero Valeria che, in preda alla disperazione, aveva coinvolto altri invitati nelle ricerche.

Quando li vide arrivare tirò un sospiro di sollievo. Poi si soffermò a guardare sua figlia.
Rimase colpita dall’atteggiamento smaliziato che ostentava. Non sembrava affatto disperata.

Agnese notò che al fianco di sua madre c’era Silvio.

Anche lui sembrava disperato. Gli sorrise, si avvicinò, quando lo ebbe nel suo raggio di azione, gli assestò un forte calcio nei coglioni. Lo lasciò sofferente a terra, scavalcandolo con un passo.

“Agnese!

Gridò Valeria con espressione sbalordita.

“Papà! Andiamo a ballare?
“Certo tesoro! Andiamo! Da adesso in poi papà si prenderà cura di te!
Ahahahahahah (risata corale)

Valeria guardò perplessa la figlia e il suo ex marito, abbracciati, con i vestiti bagnati, mentre a passo di danza entravano nel castello.

Così va la vita.

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