Guarda come schizzo mamma

Potevano essere all'incirca le tre del pomeriggio di un pomeriggio di sabato quando, recandomi in bagno per fare una pisciata, passai davanti alla porta chiusa della camera di mia madre, dalla quale sentii provenire degli strani rumori.
Incuriosito, mi avvicinai silenziosamente e, messomi in ginocchio, spiai dal buco della serratura.
Accidenti, che spettacolo!
Mamma, sdraiata sul letto a gambe larghe con la gonna rialzata e le mutandine abbassate, si stava tirando un furioso ditale massaggiandosi il grilletto con le dita della destra e facendosi scorrere velocemente in figa tre dita della sinistra! Smaniava come una cagna in calore quella maiala, cosicchè, senza pensarci un attimo mi aprii la patta e, con l'occhio fisso al buco della serratura, mi apprestai a tirarmi un bel segone.

Ne avevo giusto voglia dopo tante ore di studio e, quando la vidi godere con un potentissimo orgasmo che le squassò tutto il corpo, mi feci anch'io una bellissima sborrata lanciando lunghi schizzi di crema sul pavimento del corridoio.
Non era certo la prima volta che mi segavo spiando mia madre,quando andava al bagno a pisciare o defecare,quando si cambiava e si faceva il bagno, ed ero convinto che lei lo sapesse e che facesse apposta tutto quel casino quando si sbatteva la figona pelosissima per farsi sentire da me.

Fatto sta che quando ebbi finito non mi preoccupai neppure di dare una pulita al pavimento: volevo che lei trovasse i miei schizzi davanti alla sua porta e sapesse che avevo goduto spiandola.
Mamma ed io viviamo da soli da molti anni e adesso che sono diventato un uomo non mi dispiacerebbe affatto farmela. Non è che sia una bellezza, con quel corpo un pò appesantito ed il viso segnato dalle tante vicende della vita, però ha ancora due belle tettone a pera; e anche il suo culone,bello tondo e grosso,con tanta cellulite e qualche smagliatura mi fa impazzire.

Uscito dal bagno, dove ero andato finalmente a pisciare e a darmi una ripulita, me la ritrovai davanti.
Non ti vergogni? mi domandò a bruciapelo.
Di che? le risposi.
Di spiare tua madre e tirarti le seghe. Guarda che casino hai combinato, hai sporcato anche il muro con i tuoi schizzi.
E allora? le feci io. Ho visto che ti stavi tirando un ditale e mi hai fatto venire voglia.

Sei proprio un porco, mi apostrofò ridendo, e se ne andò in bagno.
Il giorno dopo, era domenica, la scena si ripetè. Questa volta, però, lasciò la sua porta socchiusa ed io potei spiarla molto più comodamente e, altrettando comodamente, sfilarmi del tutto calzoni e mutande e spararmi una sega lunghissima e farmi una sborrata colossale nello stesso momento in cui lei, guardando nella mia direzione, fu squassata da un potentissimo orgasmo.

Avevo nuovamente sporcato dappertutto e quando usci dal bagno dove mi ero dato una ripulita, me la ritrovai un'altra volta davanti.
Stava indicando, sul pavimento di marmo scuro, le tracce inequivocabili della mia attività.
Ti piace spiare tua madre! mi apostrofò, accidenti se ti piace! A giudicare dal pavimento devi esserti fatto una bella goduta!
La colpa è tua, le dissi, che hai lasciato la porta socchiusa.
Hai ragione, fece lei, ma l'ho fatto apposta per farti piacere.

So che ti piace spiarmi mentre mi pastrugno la figa e in questo periodo stai studiando così tanto che ho pensato ti potesse far bene sfogarti un pò.
Grazie, mamma, riuscii solo a dire.
Non c'è di ché. Adesso però prendi uno straccio e dai una pulita.
La settimana successiva lei tornò al lavoro ed io mi dedicai intensamente allo studio. La sera cenavamo insieme e poi guardavamo un pò di tv.

Il giovedì sera trasmettevano un programma particolarmente noioso, cosicchè andammo entrambi a letto presto.
Verso le dieci, io stavo già per addormentarmi, lei mi chiamò.
Antonio?
Che c'è mamma?
Vuoi venire qui?
Temendo che non si sentisse bene la raggiunsi immediatamente.
Che c'è, non stai bene? domandai allarmato appena fui in camera sua.
Ma no, sciocchino, sto benissimo, mi rispose ridendo. Solo che mi è venuta voglia di tirarmi un ditale e, se ti fa piacere, puoi guardarmi da vicino.

A questo punto non ha più senso che tu mi spii come un ladro.
Stai parlando seriamente? domandai.
Ma certo. L'importante è che tu non ti metta in testa strane idee. Se vuoi puoi guardare e basta. Al massimo puoi tirati una sega.
Davvero posso segarmi davanti a te?
Ma si, perché no! In fondo fa piacere anche a me.
Nella stanza aleggiava un odore di femmina,sentivo l'odore della sua figa non lavata,quell'odore di pesce mi faceva bollire il sangue.

Inutile dire che di fronte a quella proposta mi sentii subito formicolare i coglioni e sentii il cazzo indurirsi e premere contro il cotone del pigiama.
Vedo che la proposta ti alletta, disse lei ridendo ed indicando il rigonfiamento dei miei calzoni.
Forza, mi disse ancora, levati il pigiama; sei ridicolo con quella specie di tenda sul davanti.
Accortasi che, nonostante tutto provavo un certo imbrazzo a denudarmi davanti a mia madre, fece lei la prima mossa sfilandosi la camicia da notte e mostrandosi a me completamente nuda.

Sono brutta vero?
Ma no, mamma, cosa dici, sei bellissima.
Non è vero, sono vecchia e grassa.
Ma no, ti dico che sei bellissima, davvero.
Grazie, mi fa piacere sentirtelo dire anche se so che non lo pensi.
Mamma, credimi, lo penso davvero.
Bene, allora vieni qua, levati il pigiama e sdraiati vicino a me. Ci tocchiamo e ci diamo piacere guardandoci a vicenda. E' da tanto che non ho un uomo nudo nel mio letto.

Quando mi sfilai il pigiama vidi che il suo sguardo si posava sul mio cazzo ritto.
Ce l'hai grosso, mi disse, è cresciuto parecchio dall'ultima volta che ti ho visto nudo. Allora eri ancora un ragazzino.
Te lo seghi spesso? mi domandò.
Abbastanza.
Da solo o con qualche amica?
Quando capita.
E ti fanno anche altro? Magari te lo prendono in bocca.
A volte si.
Aveva spalancato le cosce e potevo vedere che il suo figone nero si stava bagnando.

Raccontami cosa ti fanno quelle maialine, mi disse poi cominciando a titillarsi il clitoride che si stava indurendo come un piccolo cazzo.
Racconta tutto alla tua mamma che ha tanta voglia di godere.
Adesso se la stava proprio sbattendo e non potei fare a meno, mentre le raccontavo alcuni episodi della mia modesta vita sessuale, di avvicinare il viso alla sua figa per guardare meglio ed aspirare il forte odore di figa vogliosa che proveniva dai suoi umori.

Nel frattempo avevo impugnato la mazza e me la stavo facendo scorrere lentamente nella mano destra, quando sentii la sua mano scostare la mia.
Fammelo toccare, mi disse, è da tanto che non tocco un bel cazzo duro.
Quando sentii la sua mano, calda, morbida e bagnata dei succhi della sua figa stringersi intorno alla mia mazza, mi feci ancora più vicino e allungai timidamente la destra a sfiorarle le poppone.

Le vorresti toccare? mi domandò.
Da morire, sibilai.
Toccale pure, allora.
Non me lo feci certo ripetere e mi tuffai con entrambe le mani su quelle due belle tettone dai capezzoli larghi e inturgiditi.
Giocaci un pò, piccolo, mentre mamma si sditalina e ti sega il cazzo.
E così feci, perdiana!
Le sue poppe erano davvero fantastiche, grosse, morbide e sode allo stesso tempo e la sua mano, che lei di tanto si bagnava infilandosela nella figa fradicia, mi stava facendo godere davvero come un maiale.

Vedevo che lei era forse ancora più arrapata di me e così staccai una mano dalle poppe e la allungai verso le sue cosce.
Cosa vorresti fare? domandò.
Te la posso sbattere un pò io?
Sei capace?
Credo di si.
Prova, allora.
Era calda la sua figa, calda e fradicia. Non so se fossi davvero capace di sbattergliela per bene, ma lei mi parve apprezzare perchè sentii che la stavo facendo godere.

Giocai a lungo col suo clitoride, poi infilai tre dita all'interno e le tirai un bel ditale.
Sei bravo, mi sussurrò, sei davvero bravo, mi stai facendo godere. Ti meriti anche tu una bella goduta.
Vieni, cambiamo posizione, mettiamoci in ginocchio.
In quella posizione potevo sbattergliela meglio e potevo imapastarle meglio le poppe con la mano libera; inoltre lei poteva massaggiarmi i coglioni e segarmi più agevolemnte la mazza che aveva ormai preso a colare un filo di bava.

Stai colando, mi disse, hai voglia di sborrare?
Si, tanto, ma non subito, facciamolo durare ancora.
Va bene, piccolo, lo facciamo durare quanto vuoi.
Adesso con la mano libera avevo momentaneamente abbandonato le poppe e le stavo carezzando le grosse chiappe carnose.
Mamma ha il culone grosso, scherzò lei.
E' bellissimo, feci io.
Bugiardo.
Ti giuro, è bellissimo, tondo e carnoso.
Scommetto che ti piacerebbe rompermelo.

Ci puoi giurare!
Scoppiò a ridere. Scordatelo!
Nel frattempo mi ero fatto più audace e avevo dato qualche leccata alle poppe. Visto che lei non protestava ci tuffai il viso e presi a baciargliele e leccargliele.
Ti piacciono le poppe di mamma, brutto porcellino. Baciale e leccale quanto vuoi. Mordile anche se ti fa piacere.
Stai colando avvero un casino, aggiunse poi, guarda come mi hai ridotto le lenzuola. Non vuoi che ti faccia sborrare?
Non ancora, posso ancora trattenermi.

Sentii che la sua mano si staccava dal mio cazzo. Era piena di bava e Vidi che prese a leccarsela.
Stai leccando la bava del mio cazzo, le dissi.
Si, mi piace, ha un buon sapore.
Le sfilai la mano dalla passera e mi leccai le dita.
Anche la tua figa ha buon sapore, le dissi.
Ti piacerebbe leccarla?
Eccome! esclamai.
E allora fatti sotto porcellino!
Me la diede da leccare e, contemporaneamente si imboccò la mia cappella.

Non era certo la prima figa che leccavo né il primo bocchino che mi facevo fare ma, dovete credermi, nessuna aveva una figa così saporita e nessuna aveva mai saputo ciucciarmi la mazza con tanta perizia.
Oramai gli argini si erano rotti e quando mi sfilai dalla sua bocca e la feci mettere alla pecorina lei non protestò.
Sapevo che sarebbe andata a finire così, disse solo quando le montai in groppa ed iniziai a spingere la testa del cazzo contro il buco scuro del suo culone.

Non farmi troppo male, mi implorò, sono anni che non lo prendo nel culo.
E invece le feci male, perché il suo buco del culo era davvero stretto e ci misi un sacco ad infilarci tutta la mazza. A poco a poco, però, spingendo come un forsennato, sentii che i suoi muscoli si stavano rilassando e, centimetro dopo centimetro, mi piazzai nel suo culo fino ai coglioni.
Aggrappato alle sue spalle la montai come un toro facendomi un'inculata davvero epica e quando sentii di non riuscire più a trattenermi mi sfilai.

Perché ti levi, mi domandò.
Perchè devo sborrare.
E non vuoi sborrarmi nel culo?
No, sono anni che sogno si sborrarti in faccia.
Il mio cazzo, duro da farmi male, ondeggiava davanti al suo viso colando bava, pronto a scaricarle addosso la piena dei miei coglioni.
E allora sborrami in faccia, sporcami tutta.
Sul viso e sulle poppe, quasi mi misi ad urlare dall'eccitazione, ti sborro sul viso e sulle poppe, brutta maiala.

E, finalmente, potei liberarmi, scaricandole addosso un fiume di sborra calda e cremosa che troppo a lungo avevo trattenuto.
Si, bravo sborrami sul viso e sulle poppe, la sentii incitarmi mentre le riversavo addosso secchiate di sborra spessa e untuosa. Sborra, bravo, sborra, così, così, ancora, dammene ancora. Fai vedere alla tua mamma quanto sei bravo, falle vedere come la sporchi tutta con i tuoi schizzi.
Nel frattempo se la sbatteva furiosamente, potevo sentire lo sciabordio delle sue dita nella figa fradicia, e venne anche lei.

Guardami, mamma, guardami, stavo urlando, guarda come sborro, guarda come ti sborro addosso!
Stavo sborrando davvero come un cavallo colpendola con lunghi schizzi violentissimi che la ricopersero letteralmente da capo a piedi.
Fu una notte lunghissima, quella.
Ci addormentammo all'alba dopo che la ebbi fatta godere non so quante votle sbattendole la passera e leccandogliela. Purtroppo non volle farsi ciulare perché aveva paura di rimanre incinta. In compenso mi leccò dappertutto, dalla testa ai piedi.

Mi ciucciò la cappella, mi leccò i piedi, i capezzoli ed il buco del culo. Si fece sborrare in bocca, in faccia, e sulle sue maestose chiappone.
Mi fece godere per ore insegnandomi posizioni e trucchi per fare godere una donna senza metterglielo in pancia.
Purtroppo non ci furono altre nottate come quella.
Da allora ho ripreso a spiarla e a tirarmi le seghe nel corridoio.
Ma io sono fiducioso.

Prima o poi….

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