Gli anni

La stanza era piccola, niente di che, ma fortunatamente c'entravamo tutti.
Erano quasi venti anni che non ci vedevamo. Era strano pensare a quel particolare modo di fare una rimpatriata, tutti di solito si riuniscono per una cena parlando di ricordi e di persone, di come sono diventati e della vita che fanno. Noi invece ci rivedevamo per evocare i pomeriggi alle fontane del palazzo, un labirinto di muri e porte in legno chiuse con lucchetti e catene arrugginite.

A quei tempi avevamo quattordici o forse sedici anni, ma di quelle avventure ho ricordi ancora vividi.
Quell'emozioni così forti e intense avrebbero determinato il corso di tutta la mia vita e lo capii immediatamente.
Li sopra nascosti da tutto e tutti, la mia fidanzata masturbava i miei 4 amici quasi tutti i giorni, ed a me, questa cosa mi faceva sentire come mai mi ero sentito prima.
E' assurdo a pensarci, ma evidentemente così ci sono sempre stato.

Al mondo ci sono due tipi di uomini, quelli che fottono e quelli che amano guardar fottere, io sono sempre stato al di qua della siepe, ad un passo dalla siepe.
Io mi mettevo di guardia e loro uno alla volta si facevano masturbare, fare le seghe o le pippe come dicevamo noi.
Era elettrizzante per me. Stare li, guardare e poi dover andare via a controllare per tornare.
Daniela è sempre stata una ragazza svelta.

Ricordo che quando le chiesi di farlo obiettò, ma poi accettò e ne fece una a Roberto. Da li in poi non fu difficile convincerla a farla anche agli altri tre, magari solo per mettere a paro, infine diventò un gioco vero e proprio.
Per un lungo periodo di tempo ci accontentammo soltanto di quello, tutti. Indistintamente. Forse quando si è ragazzi non si ha quella morbosità che invece attanaglia da adulti e nessuno pensò ad altro, ad andare oltre.

Nella nostra innocenza sembrava che quello fosse tutto ciò che ci fosse al mondo.
Fui io un giorno a chiederle di assaggiarne uno, di provare a vedere cosa sarebbe successo e cosa avrei provato provato se invece di fargli una sega lo avesse succhiato.
Ricordo benissimo che fu vederla la prima volta in ginocchio davanti a loro.
Lei dolcissima e carina con quei piselli eretti a pochissimi centimetri dalla faccia.

Fu devastante per quanta emozione mi regalò.
La bellezza di quegli anni me la sento ancora addosso.
Le cose cambiavano senza che nulla potesse scuoterci. Il mio ruolo restava lo stesso e il mio correre e controllare non mutava di una virgola, tutto era bellissimo ed avere davanti lei con uno di loro o con tutti e quattro assieme era ogni volta un emozione inspiegabile.
E' bello il rapporto orale, se poi donato per amicizia lo è ancora di più.

Ricordo che singolarmente, mi piaceva di più quando lo faceva con Roberto, lui dei quattro era quello che ce l'aveva più grosso e per lei era più complicato farlo entrare tutto dentro, ma era bello anche vederla inginocchiata in mezzo a quella stellina di ragazzi che la circondavano e le tenevano saltuariamente le mani in testa.
E' strano a dirsi ma c'era un grande rispetto per lei e per me. Nessuno trascendeva in parolacce o ridicolezze, nemmeno per gioco, nemmeno così, tanto per parlare.

Erano li, erano con la mia fidanzata, ma non si azzardavano a trattarla o farla sentire una “puttana”. Tutti celavamo un segreto meraviglioso e tutti lo consideravano un legame, non un opportunità.
Un giorno quando ci ritrovammo con Roberto, gli dissi di provare a venirle in bocca.
Ricordo che lei non proferì parola. Non l'aveva fatto mai nessuno. Tra noi regole non scritte decretavano ruoli ai quali attenersi senza fare obiezioni. Ero io che dovevo dare il via, proprio come era successo nel momento in cui avevo proposto di provare a metterglielo in bocca.

Chissà, magari era da un pezzo che avrebbero voluto venirle dentro, ma fino a che non lo chiesi nessuno si azzardò a farlo.
Come sempre il primo fu lui, Roberto, il mio preferito, l'amico del cuore.
Quella volta non mi mossi di un centimetro. Eravamo noi tre e noi tre rimanemmo a costo di essere scoperti perché nessuno mi avrebbe spostato per controllare.
La faccia di Roberto quando schizzò ancora la ricordo bene.

Probabilmente il primo vero orgasmo da adulto. Schizzò nella bocca della mia fidanzata sporcandola tutta. Si. Lei non riuscì a trattenerlo, forse non aveva nemmeno idea di cosa sarebbe stato. Lo sperma le cadde dalle labbra imbrattandole il maglione e i pantaloni. Ricordo che quasi pianse dalla paura di quelle macchie, che invece poi poco alla volta evaporarono sole.
Non lo dicemmo agli altri. Per un periodo diventò una sorta di segreto che riguardava solo noi tre, poi, Maurizio si fece coraggio e chiese di poterlo fare ed alla fine entrò a far parte della naturale conclusione delle cose.

Più difficile fu passare oltre, varcare la linea.
Per quello lei non sembrò affatto disponibile.
L'avevamo fatto noi, io e lei intendo, ma nonostante questo avere un rapporto completo con i miei amici lo considerava troppo.
La convinsi solo molto tempo dopo, quando Daniele compì diciotto anni utilizzando quella come scusa.
Ricordo benissimo l'organizzazione della cantina nella quale ci nascondevamo il giorno in cui portammo la brandina.
A pensarci oggi quelle quattro mura sporche ed ammuffite sarebbero squallide, ma a quei tempi per noi era come avere una casa dei sogni.

Quel giorno volle rimanere da sola, nessuno di noi sarebbe dovuto entrare.
Io ricordo perfettamente la sensazione che provai quando uscirono da li.
Un miscuglio di ansia, piacere, paura. Nessuno sapeva se l'avevano fatto, se era andata bene, male, tutti li guardammo ed io più degli altri li guardai col cuore in gola.
Daniele sorrise mescolando imbarazzo e soddisfazione da sciupa femmine, lei sorrise abbassando la testa ed io dentro esplosi letteralmente.

L'aveva fatto! L'aveva fatto con un altro, con un mio amico, l'aveva fatto a due metri da me e quasi certamente l'avrebbe fatto anche con gli altri. Credo che li capii definitivamente che io lei saremmo stati insieme per sempre.
In quei via vai che continuavo ligio tra le mura e la porta c'era tutta l'emozione della nostra evoluzione, aveva iniziato masturbandoli ed ora li sorvegliavo mentre uno alla volta facevano sesso con lei.

con la mia fidanzata.
In quel”anno e mezzo andò con loro quasi tutti i giorni, si concedeva mentre loro, ligi, attendevano il proprio turno uno alla volta, senza mai sbraitare, senza mai discutere su chi dovesse essere il primo.
Fu meraviglioso quel periodo, bellissimo per tutti noi.
Come è ovvio però le cose cambiano. Crescendo cambiano le abitudini, i luoghi e nel nostro caso anche le città. Due di loro si trasferirono, io e lei ci fidanzammo ufficialmente ed alla fine ci perdemmo di vista.

Circa otto anni dopo ci sposammo, naturalmente la nostra relazione è rimasta come doveva rimanere, con lei tra le braccia di altri uomini ed io fedele compagno bramoso di mandarcela.
Col tempo abbiamo conosciuto altre guide, uomini più o meno grandi con i quali si è giocato e si è potuto giocare meravigliosamente, abbiamo conosciuto il piacere degli sconosciuti e degli incontri occasionali nei bagni e nelle stazioni di servizio ed io il piacere di prestarla ad altri, di accompagnarla nelle loro case e di andarla a riprendere uno o due giorni dopo.

Adesso, fortuna vuole, quello di re incontrare quei ragazzi ormai uomini con i quali ho diviso lei e l'origine del mio modo di essere.

La stanza era piccola, niente di che, ma fortunatamente c'entravamo tutti.
Su quel grosso letto matrimoniale, leggermente più maturi ed appesantiti, i miei amici hanno scopato mia moglie tutti e quattro assieme, per la gioia dei miei occhi, per la sua e la loro soddisfazione. Lei è rimasta bellissima, eccitantissima in quei vestiti da troia di classe e su quei tacchi da femmina.

I loro cazzi sono tornati nuovamente nella sua bocca, il loro sperma si è fatto nuovamente assaggiare, una sola cosa è stata piacevolmente nuova, la sua disponibilità nell'essere presa da dietro, sodomizzata. Da ragazzina, a quindici o sedici anni non l'avrebbe mai fatto.
Per il resto sono stati due giorni lunghi, divertenti e leggermente nostalgici. Me l'hanno scopata, me l'hanno consumata come si deve, a gambe larghe, in ginocchio, in piedi. Se la sono passatae ripassate uno alla volta e tutti assieme.

Ha ingoiato sperma tra sorriso e commozione. Siamo stati benissimo ed ora è il caso che io la sposi di nuovo.

Estemporaneo stralcio di idee tra il surreale ed il nostalgico.
Comincio evidentemente ad invecchiare ed a temere “l'anno che verrà”.

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