Facile come bere un bicchier d’ acqua

Ci avviamo lungo la passeggiata verso l' albergo. Siamo solo noi, in giro. E' ormai mezzanotte passata. Poco prima di arrivare all' albergo mi siedo su una panchina per fumare una sigaretta.
Lei si appoggia alla ringhiera che delimita la passeggiata dalla spiaggia, più in basso. E' a meno di due metri dalla mia panchina. L' eccitazione non è passata, è solo in stand by e aspetta il momento per rimettersi in pista.

Intanto mi rilasso fumando e guardando la luna piena alta nel cielo. Dal mare spira lo scirocco. Di bassa intensità di fondo, è intervallato da raffiche più violente. Una di queste solleva la gonna di mia moglie, e le sue fesses bianche sembrano una seconda luna piena. Poi la raffica passa e l' orlo ricade. La cosa si ripete due o tre volte finchè una folata più forte e più intensa delle altre solleva l' orlo fino alla fibbia laterale del giubbino e lì rimane qualche secondo, trattenuto dalla chiusura.

Ho visto abbastanza: spengo la sigaretta e sto per alzarmi e raggiungerla, per poi rientrare in albergo. Nel farlo, mi accorgo che nella panchina alla destra è seduto qualcuno, che evidentemente ha assistito allo spettacolino.
Lo osservo meglio: è giovane e sta guardando verso mia moglie.
La raggiungo e la informo che ha uno spettatore. Lei si volta e lo guarda.
“Che ne dici?” le chiedo
“Beh…carino è carino, ma come si fa?”
“Proviamo a…invogliarlo.

Siediti vicino a me e vediamo cosa fa. ” Si siede ala mia sinistra. Io sono fra lei e il ragazzo, che così può solo intravvedere mia moglie.
Mi volto verso di lei e abbasso il top,liberando i seni. Poi alzo la gonna fino all' altezza dell' inguine e inizio a carezzarla, mentre le bacio e succhio i capezzoli.
“Come va?” le chiedo
“Vai avanti, mi sto eccitando. Lui cosa fa?” Mi volto per controllare.

Non è più seduto. Si è appoggiato di schiena ala ringhiera e sta guardando verso di noi.
Glielo dico.
“Mi è rimasta una voglia. ” sussurra
“Cioè?”
“Vorrei…vorrei essere scopata…dietro. Ne avevo voglia anche al bar, ma Gabriele non ci ha pensato. Il suo,è grosso, parecchio, ma se avesse provato l' avrei lasciato fare. Tu cosa dici?”
“Se andiamo in camera e lo faccio io non va bene?”
“Sì che puoi farlo anche tu…ma vorrei provare qui, con uno sconosciuto… magari è un ragazzo che era al bar e ci ha seguiti…però se non vuoi…” lascia la frase in sospeso
“Ma certo che voglio.

Dove pensi di farlo? Qui sembra deserto, ma non credo che sia prudente. “
“Di sotto è buio. Il posto va bene, ma prima voglio vedere come ce l' ha…continua a masturbarmi…continua, credo che potrei godere. ”
Alza ulteriormente l' orlo della gonna. Ora cosce e ventre sono completamente scoperti e illuminati dalla luce del lampione.
Il tipo, intanto, si è spostato lungo la ringhiera, e ora è di fronte a noi.

Visto che non si decide, mia moglie, sempre più eccitata, gli fa segno di avvicinarsi e, quando lui è alla sua altezza, abbassa la lampo dei pantaloni, armeggia un pò ed estrae il pene eretto. Io lancio rapide occhiate a destra e a sinistra, per accertarmi che non arrivi nessuno. Dietro la panchina, un' alta e fitta siepe di pitosforo ci protegge da sguardi indiscreti. Lei gode mentre lui le titilla i capezzoli. Si alza, afferra la pochette, gli prende la mano e lo guida verso la scaletta che porta ala spiaggia sottostante.

Io mi affaccio alla ringhiera. Si fermano sotto di me. La luce del lampione, benchè di riflesso, è sufficiente a farmi vedere quel che succede.
Mia moglie si sfila la gonna. Lui toglie pantaloni e boxer. Lei gli spiega quel che vuol fare. Lui fa segno di ok con indice e pollice. Lo fa sedere sul bordo di una barca e riprende ad eccitarlo con la bocca, mentre con le dita intrise d' olio si lubrifica il buchino.

Quando è pronta, si mette a squadra, le braccia sul bordo della barca. Lui la penetra senza incontrare difficoltà. Affonda un paio di colpi e si ferma. Mia moglie volta la testa e lo guarda. Lui riprende a muoversi, prima lentamente, poi sempre più velocemente mentre lei si titilla la vulva fino ad avere un altro orgasmo, che precede di poco quello del ragazzo. Risalgono insieme. Si salutano con un doppio bacio sulle guance e, finalmente, lei viene verso di me.

Attraversiamo la strada, facciamo pochi passi sul marciapiede e suoniamo al portiere di notte per farci aprire la porta. La testa di uno sconosciuto fa capolino da dietro al bancone.
L' apriporta shitta ed entriamo.

Esce dal bagno e si sdraia sul letto, avvolta nell’ accappatoio. Le passo accanto, e le do un bacio:
“Amore, non ti addormentare, torno subito. ”
“Vai, stai tranquillo che non dormo. Non voglio perdermi il più bello.


Mentre sono sotto il caldo getto della doccia, nella mia mente si susseguono come in un turbine le immagini della serata. Rivedo mia moglie inginocchiata intenta a succhiare il cazzo a Gabriele, la vedo mentre lui la scopa e poi, bere il suo seme. La risento dirmi che avrebbe voluto essere sodomizzata da lui, proprio mentre io così la immaginavo. Non voglio forzarla a parlarmene. Sono eccitatissimo. Mi asciugo sommariamente ed entro in camera.

Lei, il mio amore, si è liberata dall’ accappatoio e aspetta, nuda, il mio ritorno. Nota la mia eccitazione, sorride:
“Wow, mi sembra di vedere un passerotto che cerca il suo nido. ”
Sono eccitato, ma non perdo l' occasione per una battuta:
“A quest’ ora più che i passerotti volano i pipistrelli..vanno bene lo stesso?”
“Beh, per questa volta farò un’ eccezione. ”
“Allora girati, tesoro. ”
Lei pensa che la voglia amare nel lato oscuro del paradiso.

“Ecco fatto – dice – mi prendi la pochette in bagno?”
“Non serve, amore. ”
“Ma…vuoi farlo così..senza niente?”
“Ma no, cosa hai capito – rido – volevo solo controllare se te lo ha rassodato bene, il ragazzo. ”
Accarezzo i glutei, li stringo, li massaggio…
“Insomma..a me sembrano sodi come prima…”
Lei resta in silenzio. So che sta rimuginando, cercando di capire il senso di quello che le ho detto. Non ci mette molto
“Scemotto..ti sembra l’ ora dei trabocchetti?”
Si volta e mi tira il cuscino, ridendo.

“Avevo voglia di prenderlo nel culo…va bene così?”
“Ahhh. Ecco, avevo frainteso. ” Non ce la faccio più; voglio solo che il pipistrello si rifugi nel nido.
Il nido è caldo, umido, pulsante di vita. Vorrei prolungare l’ azione, farla partecipare , ma non è possibile. Troppo a lungo ho aspettato, a troppi stop and go mi sono sottoposto e il risultato è che mi ritrovo a soddisfare quella che ora è diventata una pura necessità fisiologica.

Mentre mi sdraio al suo fianco, il primo tuono rimbomba nella stanza, seguito dal tintinnio della pioggia sulle tapparelle.
“Cara, temo che dovrai tenertelo ancora bianco, il culetto. ”
“Ho paura di sì, ma non mi dispiace di essere venuta, anche se non mi potrò abbronzare. Buonanotte, caro. ”
“Buonanotte, amore. Sogni d’oro. ”.

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