faccia da cavalla 2

la volta successiva, feci trovare una rosa per Cristina, quando gliela diedi la cavallona mostro il suo sorriso tutto denti, era brutta pure quando sorrideva! ma io volevo il suo culo e le dissi che era un omaggio per la sua bellezza, lei arrossì ma mi tranciò dicendo che non era così, che era una donna brutta e che oltretutto era pure sposata.
Avrei voluto darle ragione dicendole: sei un gran cesso di donna ma voglio incularti a sangue! Però cercai un'altra strategia.

Continuai a farle complimenti per tutto il mese ma lei sempre sviava le mie attenzioni abbassando la faccia da cavalla e lavorando come un mulo, ovviamente.
Il mio cazzo chiedeva solo di fotterla, magari sul mio bel divano di pelle marrone… non resistetti più e un giorno, mentre stava pulendo un mobile con un panno, la andai dietro e la cinsi ai fianchi, il mio cazzo duro premette sul suo grosso culo sodo.

Lei fece un salto ed esclamò: ma cosa fa! La prego mi lasci… continuai a stringerla dicendola nell'orecchio quanto la volevo, ma lei resisteva, intanto continuavo a strofinare il cazzo sul culo, lei dava segno di cedimento e iniziai a leccarle il collo, portando le mani sulle tettone.
Cercava di ripetere che era sposata ma io non la sentivo e stringevo le sue mammelle… alla fine cedette e si voltò, la troia mi infilò la lingua in bocca, e invece di farmi schifo mi eccitò! le tirai i capelli e la porca mi guardò con occhi imploranti di lussuria.

La spogliai togliendole il camice e liberandole le tette morbide dal reggiseno, sotto indossava un collant nero che le abbassai. non riusciva a camminare bene con il collant a metà coscia e riuscii a spingerla sul mio divano. scoprii il culo abbassando gli slip, era come lo immaginavo, sontuoso e morbido, allargai le natiche e vidi che i buchi erano ricoperti da una folta peluria che mi eccitarono ancora di più! non resistetti al desiderio e mi fiondai a leccarli con passione.

La troia gemeva dal piacere, dopo poco dalla figa grondava tanto miele e il suo culo si stava dilatando come speravo. Mi spogliai anch'io e le mostrai il mio cazzo duro, alla vista si impressionò, allora le dissi di guardare davanti e spinsi la cappella paonazza e lucida nella figa, Cristina urlò per l'impeto e io presi a chiavarla con foga. Cavalcai la giumenta come meritava con colpi forti e ripetuti, intanto sputavo sul buco del culo peloso e lo penetravo con le dita.

“ti piace questo trattamento da troia vero?” Le dissi mentre la chiavavo, lei provava a rispondere “sì” ma sussultava ad ogni movimento di reni.
dopo un po tolsi il cazzo e mirai al culo, le premetti la schiena in basso per far alzare il culo e iniziai a penetrarla mentre la puttana gridava e affondava le dita nel mio divano di pelle. In pochi secondi riuscii ad affondare gran parte del mio grosso cazzo nel suo culo.

Con il piede le premetti la testa per soggiogarla ancora di più, doveva capire che lei era solo la cavalla da monta che volevo sborrare.
la chiavai forsennatamente in culo per diversi minuti, quando lo tirai fuori vidi che era un po' sporco! Mi incazzai, la presi per i capelli e le alzai il viso. “Guarda il mio cazzo troia! Me l'hai sporcato!” Esclamai sputandole in faccia. “Ora me lo pulisci!” dissi infilandoglielo in bocca, le impedii di usare la mani e cominciai a chiavarla in bocca spingendo la cappella fin nella sua gola.

La cavalla gemeva e le lacrime scendevano sul suo viso orrendo. “Brutta zoccola, sento i tuoi dentoni sul cazzo!!” Nonostante fosse un cesso la puttana sapeva succhiare bene, aveva una bocca accogliente per tutto il mio enorme bastone di carne. Ebbe diversi conati di vomito, ogni tanto le toglievo il cazzo, per evitare di farla vomitare sul mio divano nuovo. “Apri la bocca!” Le comandavo e lei ubbidiva tirando pure fuori la lingua e io le sputavo dentro.

Ad un certo punto squillò il cellulare, l'aveva nel camice che ora era a terra, glielo presi e le dissi: “rispondi, chiunque sia!” lei lo prese in mano io intanto la ribaltai sul divano e le alzai le gambe sopra le mie spalle per incularla nuovamente. “E' mio marito, non posso rispondere!” Mi disse implorante.
“Rispondi ho detto!” E le infilai il cazzo in culo. “Pronto amore? – disse facendo finta di niente, ma sulla sua faccia di cavalla si disegnavano desiderio e dolore – non ho ancora finito, qui c'è tanto da fare… – disse con una smorfia di dolore, poi mi guardò negli occhi e la zoccola sorrise – si caro ci vediamo stasera quando torni!” Appena chiuse tolsi il cazzo dal culo e prendendola dal braccio la strattonai portandola quasi di peso nel bagno: “Ti sborro nel cesso, il posto dove dovresti stare!” La feci sedere per terra vicino al water e chiavandola in bocca le sborrai sul viso inondandola di sborra.

La troia era sfatta, tutta imbrattata di sborra bianca e densa. “Adesso sì che sei carina!” le dissi, poi la presi dai capelli e le infilai la faccia nel cesso tirando lo sciacquone. “Lavati troia, non puoi tornare così dal tuo cornuto!”
Tornai nel mio ufficio, dopo alcuni minuti lei uscì abbastanza in ordine, solo i capelli un po' umidi, non disse niente e andò via.

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