EPISTOLARIA: CHAT CON DOPPIO INGANNO

Un avventura erotica nell’ inferno di Facebook, il mondo virtuale dei gruppi porno, segreti e blindati, con tanto di doppio inganno.

Angelo:
<i>Ciao tesoro … buongiorno principessa … la tua foto con i capezzoli duri è da brividi … decisamente!
Stamattina mi sono alzato con un’erezione fottutamente potente.
E’ così grosso, duro e pulsante, che ti farei fare un’abbondante colazione …
Ho le palle piene di crema calda … le vorrei svuotare sopra il tuo delizioso corpo vibrante.

Così, giusto per farti sentire intimamente troia!</i>

Decido di rispondere:

Mariella:
<i>Mamma mia, che sporcaccione …
Eppure, chissà, forse dal vivo non saprei dirti di no. </i>

Aggiungo un “ah, ah” per stemperare l’aggressivo tentativo di Angelo: di iniziare una conversazione … capisco che ha giocato il tutto per tutto.
Sono settimane che mi vede aggiungere foto, molto esplicite, sul sito porno che mi indicò Carla, una mia collega amica e molto complice.

No, non è che sono impazzita a quarant’anni … è solo che ci sono arrivata troppo in fretta, il tempo è passato in un vortice.
Sposata da dodici anni, due figlie stupende; a loro e alla famiglia, ho dedicato l’impegno, la fatica, la tenacia … dimenticandomi, forse troppo, di me stessa, la mia femminilità, il mio naturale esibizionismo di donna.
Correre, sempre, ogni giorno … intanto i glutei perdono tono e i seni, grossi per natura, vengono massacrati dal tempo, in una parola: mi accorgo, all’improvviso, che sto invecchiando!

Da due o tre anni, per gioco e per fissare la mia bellezza prima che sfiorisca … “Tutto quel ben diddio”, come dice mio marito, mi sono lasciata convincere a fare delle foto … sempre più intriganti, sempre più sexy.

Lui manifesta il suo desiderio, la sua passione per il mio lungo corpo e per i miei spazi più intimi, indicandomi le pose più intriganti e … oscene.
Valorizza il mio fisico, riprendendolo dalle angolazioni più idonee a trasmettere sensualità e armonia, ma anche eccitazione e ludibrio.
Quest’abitudine mi è piaciuta da subito … mi stimolava a mantenermi in forma, a evitare di lasciarmi andare e, anche, a concludere le “sedute di posa” con delle solenni scopate, che, in una coppia ventennale, sono sempre le benvenute se spezzano la routine del solito letto a due piazze.

E così, avevo scaricato su una pen drive i file, foto e brevi filmati, e avevo trovato il coraggio per caricarle su internet.
Controllavo accuratamente che non si vedesse il mio viso, anche se mi piaceva indossare un particolare (chessò, un anello, un bracciale o un top) che potesse permettere a chi mi conosceva bene, di sospettare … di intuire: tanto, quella persona, sarebbe rimasta per sempre nel dubbio.
Ma l’idea mi eccitava … e così iniziai a postare le prime immagini, le più caste.

I miei seni prosperosi e ben evidenziati ebbero subito un effetto insperato: arrivarono nuove “amicizie”, come api attratte dal miele.
I complimenti si sprecavano … ed era interessante confrontare i diversi tipi di approccio … dal porcello, al galante, dall’imbranato al segaiolo.
Scoprii che la mia educazione alla correttezza sortiva un effetto insperato su centinaia di contatti, anche i più aggressivi e arrapati diventavano gentili e delicati, quando rispondevo educatamente e cordialmente alle loro mail … rispondere a tutti, diventò un vero, piccolo, sacrificio.

Però dalle loro parole capivo che spesso venivano completamente ignorati dalle altre donne del sito.
Questo non fa parte del mio carattere … e nemmeno della mia mentalità, visto il lavoro che faccio, con devozione, da quindici anni: mi occupo di pubbliche relazioni.
Le foto aumentarono, le pose erano sempre più sconce e provocanti e, gli ammiratori, fioccavano, con le loro mille fantasiose proposte.

Per puro caso quel sabato mattina ero in ufficio, da sola, per sistemare alcune pratiche urgenti.

Avevo acceso il PC e, mentre sorseggiavo il mio cappuccino, davo una sbirciata alle varie caselle e-mail … Angelo, appena letto “on line” si era fiondato, come al solito, sperando che questa fosse la volta buona per concupirmi.
Un sorrisetto salace si era disegnato sulle mie labbra.

Angelo:
<i>Si è vero sono abbastanza porco ma lucido: lucido e perverso.
Pensare che ti eccita sentire parole sporche … immaginarle, farle diventare immagini, mi fa diventare il cazzo duro come la pietra.

</i>

Mariella:
<i>Sinceramente le parole non mi dispiacciono, a volte … ma dette così … al PC, non mi dicono granché, dopotutto sono una donna adulta e sposata.
Però, nella mia mente, l’unica cosa che mi da i brividi è l'eiaculazione.
Pensare che, da qualche parte, parlandomi o guardandomi, qualcuno stia provando piacere … stia venendo per me.
E’ come quando da ragazza ti metti in mostra al balcone, intuendo che il vicino che si fa una sega, per te.

Ma credo che sia un piacere comune a molte donne. </i>

Angelo:
<i>Uhmmm …
Ti piace vedere sborrare in abbondanza?
Sai che ora ho le palle gonfie, dure e piene di crema calda, tanto che mi fanno male … non sborro da almeno quattro o cinque giorni.
Mi piacerebbe ricoprire i tuoi capezzoli duri, dopo averli strizzati, tirati, maltrattati per un po’, con i getti densi e bianchi della mia crema, bollente … mentre con le dita sottili mi massaggi le palle.

</i>

Diventa più aggressivo, capisco che parlare così, con me, lo sta eccitando … questa cosa mi riscalda tutta, più del cappuccino.
Istintivamente mi guardo intorno: nessuno, è ovvio.
Senza alcun particolare motivo le mie gambe si accavallano lentamente e mi gusto il fruscio delle autoreggenti che si sfiorano sotto la gonna nera.
Angelo, sempre più eccitato, incalza le sue profferte, non si aspettava che le cose potessero prendere una piega positiva.

Cercavo di immaginarmelo mentre il suo cazzo si irrigidiva nel pigiama.

Angelo:
<i>Se vuoi ti apro la cam ora, adesso e mi svuoto … per te.
Voglio fartene tanta, solo per i tuoi occhi, per il tuo sguardo intenso ed eccitato. </i>

Mariella:
<i>Ti ringrazio ma non m’interessa vedere; tra l’altro sono al lavoro, se vuoi, puoi raccontarmelo, sì, questo mi piace …
Se ti va, puoi cacciarla adesso … </i>

Angelo:
<i>Voglio capire quanta voglia di sperma hai …
Mi eccita anche solo guardare la tua bocca.

La tua espressione da troietta che ha voglia di sborra.
Solo il viso, solo la bocca, nient’altro … ti prego.
Puoi aprirmi la cam e continuare a fare le cose che stai facendo, continuare a lavorare e, magari, guardarmi con la coda dell'occhio. Di nascosto … mi eccita ancora di più. </i>

Mariella:
<i>No, preferisco niente cam, anche perché non c’è su questo PC.
Se vuoi, ti aiuto a … venire, ti va?
Dimmi cosa ti piacerebbe farmi, magari… </i>

Angelo:
<i>E dai principessa … con la cam è vedersi e masturbarsi a distanza, anche senza toccarsi è decisamente elettrizzante!
Ho il cazzo così grosso, duro, teso … con la cappella che pulsa.

Devo sborrare, liberarmi le palle, svuotarmi su di te … sapere che hai voglia del mio sperma … farti sentire la mia cagna, la mia puttanella lorda …
Ti metto due dita nel forellino stretto, ma prima ci sputo sopra, le bagno bene e te le faccio succhiare … e poi t’inculo con le dita intanto che ti scopo la bocca col cazzo. </i>

Mariella:
<i>Va bene, continua pure … ti seguo! </i>

Angelo:
<i>Ti voglio mettere le dita in sedere e rotearle … mentre ti faccio sentire la mia cappella bollente in gola …
Voglio sentirti vibrare.

</i>

Mariella:
<i>Uhmmm … mi stai facendo girare un po’ la testa, sai? </i>

Erano alcuni giorni che non mi masturbavo: è una pratica tutta mia a cui non intendo rinunciare, mi piace … e così intimo, privato.
Spesso lo faccio poco tempo dopo aver fatto l’amore.
Ripenso ai momenti più speciali, soprattutto a quando l’uomo eiacula … mi piace la sborra … è un trofeo.
Quando gli schizzi partono dalla cappella, prima timidi … poi a fiotti, caldi e prepotenti, sento di essere padrona assoluta del “campo”: lui (o loro) sono tutti miei … il godimento mi lascia il segno.

Un segno caldo che è sapore, è odore.
Ripenso alla sborra … una, due a volte più eiaculazioni, mi penetrano o mi si spargono sul corpo: può essermi entrata in gola e l’odore m’imbratta le narici … può essermi sparsa sul corpo, sui seni o sulla schiena o, come capita a volte, spruzzata sulle dita dei piedi.
Lo sperma dell’uomo può essere stato inalato nei miei buchi … forse questa è la sensazione più bella.

Quando loro hanno finito e resto da sola con i miei sentimenti più intimi, mi piace pensare di essere stata usata … per il loro piacere …
Come una casalinga che rimette in ordine dopo un pranzo ben riuscito con gli amici, ricordo le cose più piacevoli della “serata”.
Quando sono sola, difesa dalla porta chiusa del bagno, prima di lavarmi, cerco le tracce liquide o attaccaticce della sborra.
Le carezzo, le assaggio prendendole sulle dita, leccandole con la lingua o succhiandole tra le labbra …
Allora, ricordando quegli spruzzi accompagnati da gesti inconsulti di goduria, da rumorosi sospiri, a volte da sordi ruggiti, mi masturbo deliziosamente e raggiungo il mio lungo orgasmo: continuo, appagante, delicato … un orgasmo tutto femminile, fatto di sensazioni uniche, raffinate, segrete.

Ecco, mi decido, mi alzo e tiro via le mutande: mi imbarazza sentire che sono già bagnata in figa, come una giovane troia.
Decido di far segare quell’uomo del tutto sconosciuto, che fantastica col cazzo tra le dita … lontano, chissà in quale punto lontano del mondo.
Intanto l’uomo, di cui non conosco neppure l’età, m’incalza.
Mi piace!

Angelo:
<i>Ti fotto la bocca con la mia asta e ti sfondo il sedere con tre dita.

Te le spingo fino in fondo, nell’ano, e massaggio.
Ti massaggio il buco del culo internamente, scavando e strusciando le tre dita sulle tue pareti morbide e calde … e ti invito anche a toccarti la fighetta, intanto.
Ti chiamo puttana … la mia puttana, che ha tanta voglia del mio cazzo. </i>

Mi piace essere maltrattata, usata frettolosamente; mi piace essere chiamata puttana e ricevere ordini secchi, decisi.
Ovviamente quando sono eccitata … nella vita e nel lavoro la leonessa sono io.

Ma quando la soglia della mia eccitazione raggiunge il punto cruciale … allora divento volentieri una donna oggetto … un corpo da godere, imbrattare, sborrare con rabbia e senza rispetto.
La signora alta, altezzosa, sprezzante e irraggiungibile, lascia posto alla zoccola da strada che si nasconde nella mia vulva infoiata.
Leggo vogliosa le parole che si susseguono corrette e piacevoli sullo schermo bianco … con la sinistra, libera, mi cerco la vulva … ho bisogno di dilatarmi …

Mariella:
<i>Va bene, ti lascio farmi … se ti va, ti faccio anche da puttana.

</i>

Angelo:
<i>Hummmm …
Cazzo non riesco più a scrivere tanto sono eccitato … ho le palle così piene.
Ti riempirei una scodella con la sborra densa e bianca.
Voglio fartela leccare, ancora calda, come farebbe una cagnetta ingorda … la mia cagna in calore! </i>

Mariella:
<i>Allora dai, ti aiuto io, volentieri.
Mi piace pensare che qualcuno stia emettendo dello sperma liquido in mio onore.
Spero che il tuo cazzo sia grosso, adesso! </i>

Angelo:
<i>Oh, si ho il cazzo enorme … </i>

Continuo a stuzzicarlo …
Ormai sono troppo eccitata per tirarmi indietro, desidero davvero che quell’uomo della strada, uno qualunque … mi prenda, mi possieda e mi scopi senza ritegno …

Mariella:
</i>Perché adesso davvero ne ho voglia … voglio specialmente vedermelo davanti alla bocca …
Vedere che arrapi!
La tua mano che si agita, su e giù, lungo il cazzo, che per metà mi tieni in bocca …
I miei seni grossi davanti a te, come nelle foto … ricordi?
Ti sbatti il cazzo in maniera sempre più violenta.

La cappella mi sbatte sulle labbra aperte … in attesa. </i>

Angelo, allora, mi manda un link … lo guardo assetata, è una foto del cazzo: è bello, gonfiato dalla passione, la mano di lui lo circonda, forse è davvero il suo pene …
Il desiderio di fargli un pompino mi inebria e mi porta calore alle tempie.

Demone:
<i>Ti vedo … allora, ci sei?
Ti decidi a farti Cyberinculare?!? </i>

Cazzo!
Questa non ci voleva … un matto assillante … un rompiballe che farnetica d’inculate e di cazzi spropositati.

Deve essere uno dei cosiddetti affamati di figa, magari uno sfigato, che vive nascosto dietro uno schermo.
Probabilmente si tira cinque seghe al giorno … sulle foto mie e di altre, senza speranza di farsi mai una vera scopata.
E’ un grossolano, volgare, scrive male … non l’ho bloccato perché la sua irruenza mi faceva ridere … lo fermo … non gli rispondo.
Ma lui continua … che matto.

Demone:
<i>Allora?
Sarà possibile “farti” il culo finalmente?
Amore? </i>

Angelo intanto continua a farselo in mano.

Angelo:
<i>Uhmmm! Si, cazzo! Voglio la tua bocca. </i>

Mariella:
<i>Sì, caro, imboccami col tuo ciucciotto adesso … fammi succhiare. </i>

Rincaro la dose per farlo eccitare di più … intanto con le dita mi strapazzo la fessura che gocciola ormai sulla sedia bagnata.
Sono matta per l’eccitazione.
E’ così che mi viene l’idea … perché no?
Chi mi vede? Chi mi conosce?
Non l’ho mai tentato prima.

Deciso: accontento anche l’altro, quel porco volgare e arrapato di Demone.

Mariella:
<i>Ho visto il tuo cazzo nella foto … allora verrai in bocca?
Schizzi anche sulla mia pancia? Vero? </i>

<i>Angelo:
Oh si … si ti riempirò pancia e petto di crema …</i>

Demone:
<i>Ehiii!
Dati i nostri “rapporti” potresti anche rispondere, no?

Non ti capisco.
Ti ho chiesto un POMPINO in differita e ora che sei online non rispondi? </i>

Questo è matto penso con un sorriso, mentre non trovo pace sulla sedia, sapendo che quell’altro si sta masturbando sulle mie immagini intime.

Demone:
<i>Sei a casa? </i>

Mariella (a Demone):
<i>No, al lavoro! </i>

Demone:
<i>Hai scopato con tuo marito stanotte? </i>

Decido di stuzzicarlo, deve sborrare anche questo pazzo sextenato, ho deciso.
Sarà come se fossi capitata in un vicoletto malfamato e pericoloso … due maschi, due energumeni da accontentare: entrambi col grosso cazzo in tiro, entrambi decisi a inondarmi di sborra.
Quasi una violenza ma non mi tirerò indietro … ormai sono più troia che mai.

Mariella (a Demone):
<i>Sì, Venerdì verso le undici … ah ah
Se guardi il profilo, ho messo la foto … le ultime sono quelle della scopata di ieri sera</i>

Non era vero, ma sapevo che questo bestione era talmente allocco da crederci ciecamente.

Demone
<i>Scopa meglio lui o io? </i>

Mariella (a Demone):
<i>Dai, non essere scemino!
Lui scopa … tu no, almeno non con me.
Come faccio a sapere se lo sapresti fare meglio? </i>

Intanto Angelo ha sempre il cazzo in mano, mi ha mandato un’altra sequenza di foto.

Angelo:
<i>Devi guardarmi mentre sborro per te … lo voglio … ti prego. </i>

Mariella:
<i>Tesoro, ma non capisci? Non ce l’ho! </i>

Angelo:
<i>Non fa niente, accetta il video, mi vedrai mentre me lo faccio in mano per te … amore. </i>

Ci penso … m’infilo le dita in figa … sono sul punto di avere un orgasmo.
Ok! Decido e autorizzo l’invio delle immagini.
Non c’è dubbio, è proprio il suo cazzo nelle foto precedenti.

E’ un bel cazzone non c’è che dire … sospiro, vorrei tanto che fosse qui … adesso.

Angelo:
<i>Devi vedermi sborrare …</i>

L’altro si ripresenta … l’ho trascurato …

Demone:
<i>Lo hai detto a tuo marito che voglio Cyberscoparti? </i>

Mariella (a Demone):
<i>Sì, gli racconto tutto. </i>

Demone:
<i>E lui che ha detto?
Allora? Si sente cornuto o no? </i>

Mariella (a Demone):
<i>Lui sorride di queste storie …
Poi a volte, quando facciamo sesso, mi dice di pensare se mi piacerebbe farmi fare veramente da quell’altro.

Se gli aprirei le gambe per farmelo mettere dentro, eccetera …
Per esempio, gli ho detto delle tue “proposte oscene” … ah ah … e mio marito mi ha chiesto se veramente, da te, lo avrei preso nel sedere. </i>

Lo stuzzicavo, ne ridevo eccitata: ero vincente … funzionava! Mi sembrava di vedere Demone sbuffare e smaniare come un toro prigioniero di una gabbia … inferocito dall’odore del sangue.
Sullo schermo del PC, in un lato, Angelo si faceva il cazzo in mano, ormai perduto nei suoi sogni erotici … un lampo di furbizia mi attraversò lo sguardo: e se avessi chiesto anche al “toro” di mostrarmi la sua bestia?
Ma mi trattenni.

Con le dita della sinistra sfrecciavo sul clitoride, la mia figa schiumava e piccoli schizzi trasparenti si spargevano nella penombra, come un vapore primordiale nella bruma del mattino.
Intanto, la frase di Demone campeggiava nel suo riquadro, in chat.

Demone:
<i>E tu che gli hai detto?
Gli hai confessato che vuoi essere la mia Troia! Si? Zoccolona … sì? </i>

Mariella (a Demone):
<i>Oh, sì! Gli ho detto che avrei fatto tutto ciò che mi chiedevi, anche se, di certo, mi avresti voluto fare il culo.

E quando tu saresti stato soddisfatto … appena finito di inculare, avrei trattenuto lo scorrere del tuo sperma, depositato dentro il mio sedere, sarei corsa da lui per fargli vedere come usciva a goccioloni bianchi come latte, allargando le due chiappe con le mie stesse mani. </i>

Demone:
<i>Brava!
E lui lo leccare … deve pulire la mia sborra!
Sei arrapata ora? </i>

Sullo schermo, vedo che Angelo si è posto in piedi: vedo la pancia abbastanza piatta e il fisico asciutto, ma soprattutto, vedo il suo cazzo, molto lungo, in primo piano … che voglia!
Ora Angelo scrive poco e lentamente; è troppo scomodo per dedicarsi alla tastiera.

Angelo:
<i>Mhmmmm …
Dai, continua, fammi sborrare: sono di fronte a te … in piedi, con il mio bastone davanti a te … e ti struscio la cappella bollente sui capezzoli duri.
Uhmmmm … cazzo!!! Ti piaceeee? </i>

Mariella (digita e con copia e incolla, risponde ai due, insieme):
<i>Oh … siiii, mi piace, ti faccio fare tutto ciò che vuoi adesso …</i>

Demone:
<i>Ti piace chattare con me? Vuoi toglierti le mutande? </i>

Angelo:
<i>Mi stai facendo impazzire … tesoro, che cosa sei!? </i>

Prendo la palla al balzo, mi masturberò dopo, con calma, ripensando a tutta quest’ assurda situazione … devo avere le mani libere, ma non posso non sentire il piacere in corpo.

Approfitto delle loro parole per liberarmi un minuto.

Mariella (digita e con copia e incolla, risponde ai due, insieme):
<i>Si … tesoro, sono eccitatissima, dammi un minuto per togliere le mutandine.
Devo andare nel bagno … altrimenti i miei colleghi mi vedono … capiscono che sto facendo sesso … già adesso sono tutta rossa …</i>

Erano bugie, naturalmente: ero meravigliosamente sola …
Corsi al mio armadietto e ne trassi quello che io chiamavo: l’oggetto “misterioso”; sorrisi tra me e me nell’impugnarlo.

Anni prima, facendo acquisti per l’ufficio, avevo acquistato del materiale per i servizi, regolarmente fatturato alla mia ditta, stranamente comprai due ventose per sturare il lavandino.
Era stata una folgorazione che poi si sarebbe rivelata vincente.
Nel negozio mi ero accorta che il manico di legno era grosso, levigato accuratamente e fatto leggermente a forma di pera.
Ricordo ancora che, a vederlo e a toccarlo, arrossii di piacere; mi sembrò incredibile che avessero dato, ad un oggetto, una forma talmente fallica da farlo sembrare osceno.

Ne comprai due.
Uno lo misi sotto il lavello e l’altro, in una busta di cellophane, lo conservai, insieme ad altre cose utili, nel mio armadietto. Era facile che qualcuno ci sbirciasse facilmente, ma non avrebbe potuto notare niente di compromettente.
Invece quell’oggetto si rivelò un “amico” indispensabile … chissà quante altre donne lo avevano comprato con la mia stessa idea.
La cosa meravigliosa che scoprii era che la ventosa ne faceva un comodissimo, insostituibile, gadget.

Infatti, sulle mattonelle del bagno si bloccava decisamente e non mollava la presa … così il fallo di legno svettava, deciso e disponibile, in qualsiasi posizione: sia che lo fissassi al pavimento, sia che lo bloccassi ad una mattonella, verticalmente.
Persino su un mobiletto piccolo e basso, dalla superficie liscia, s’innestava perfettamente, permettendomi di cavalcarlo in ogni posizione.
Avevo imparato a usarlo bene e mi dava grandi soddisfazioni.
Lo avvolgevo, prima, in un abbondante strato di soffice carta igienica, poi bloccavo il tutto con un preservativo, che rimaneva così ben fissato sull’oggetto.

Devo dire la verità che all’inizio, per molto tempo lo avevo usato spesso, anche cavalcandolo col culo: era talmente spesso da farmi godere da matti, ma non abbastanza grosso da farmi veramente male nella penetrazione.
Ne avevo poi cercato un altro, così, per la casa … ma di fatti così bene non sono più riuscita a trovarne.
Forse anche per questo è rimasto un segreto anche per mio marito.
Ritornai rapidamente in ufficio, mi assicurai che la porta fosse chiusa e mi liberai della gonna.

Restai solo con le autoreggenti beige.
Mi vedevo nel cristallo riflettente della parete che affacciava sul piazzale … di giorno, da fuori, con la luce, non si vedeva dentro e poi, dopotutto, ero al dodicesimo piano.

Mariella (digita e con copia e incolla, risponde ai due, insieme):
<i>Eccomi, ho fatto più presto che ho potuto! </i>

Angelo:
<i>Uhmmm sì, fa presto, ti voglio inculare come una cagna! </i>

Demone:
<i>Mi vuoi? </i>

Mariella (digita e con copia e incolla, risponde ai due, insieme):
<i>Sì, adesso si, ti vorrei … </i>

Demone:
<i>Mettiti la mano in figa!
Pensa ventitré centimetri di cazzo tutto per te! </i>

Mariella (a Demone):
<i>Mi ci passo le dita sopra, allo spacco, è tutto bagnato …
se mio marito me lo chiedesse adesso, glielo direi che sì, voglio prendere questo cazzo estraneo dentro di me! </i>

Demone:
<i>Lo vuoi prima in bocca, così me lo succhi un po’? </i>

Angelo:
<i>Guardalo, tesoro, guarda che cazzo grosso mi hai fatto fare …
voglio mettertelo tutto nel culetto … ci stai?
Su … mia troia, ti prego … fammi esplodere la sborra … fai la porca per me! </i>

Mariella (digita e con copia e incolla, risponde ai due, insieme):
<i>Si … io te lo prendo in bocca, anche tutto se ti va, ti farò una pompa eccezionale, sperando che vieni al più presto, così evito di prenderlo dietro … il tuo cazzo è troppo grosso … ho paura! </i>

Intanto mi sono piazzata tra le gambe il bastone di legno, la ventosa, bloccata sulla sedia dal mio peso, lo tiene fermo … io me lo metto tutto in figa e, mentre digito per questi due sporcaccioni, giro col bacino sull’asta piantata in me, per sentirmela viaggiare dentro la pancia.

Sono tutta sudata, ormai.
Da questo momento in poi digito le stesse risposte ai due tori infuriati … cerco solo di immaginare che cosa mi combinerebbero se fossero lì con me, nella stanza.

Mariella:
<i>… ma tu non ti fai fregare dalla mia furbizia. Hai deciso già, lo sento!
Mi vuoi sfondare per riempire il mio culo col tuo seme caldo: allora, mi fai girare … davanti al tuo pene eretto.

</i>

Demone:
<i>Lo senti il mio dito nel sedere? Odora il tuo buco … leccati le dita.
Ti piace?
Ti stai arrapando, puttana, sei un po’ bagnata?
E intanto spompinami, succhia i miei ventitré centimetri di cazzo tutti in bocca! </i>

Angelo:
<i>Girati adesso troietta … preparami il deretano. </i>

Mariella:
<i>Speravo di farti venire con il bocchino ma non credo che ti arrenderai facilmente … devo prendertelo per forza tutto indietro?
Lo so che voi uomini vi sentite potenti nell'inculare … </i>

Demone:
<i>Sei la mia puttana! Arrapata! Bagnata! </i>

Mariella:
<i>Si, obbedisco alla tua voglia … </i>

All’improvviso bussano alla porta: cazzo, è mio marito.

Non so che fare.
Eravamo d’accordo che appena si sarebbe liberato, mi veniva a prendere al lavoro … ma non riuscirei a chattare con questi due, seguire il filmato di quello col cazzo in mano e, contemporaneamente, discutere col mio uomo …
Senza dimenticare che, in mezzo alle cosce, ho infisso nella figa due palmi di manico di legno …
Che faccio?
Decido di aprire, sperando lui sia in vena.
– Un momento, aspetta.

– grido verso la porta, ancora chiusa.

Mariella:
<i>Scusa un secondo, mi squilla il cellulare. Sarà mio marito. </i>

In fretta tiro fuori il cazzo segreto, che esce dalla mia fessura carico di umori chiari e lo nascondo in un cassetto.
Poi vado di corsa ad aprire.
Umberto mi guarda stupefatto … dimenticavo di essere senza nemmeno le mutande.
Non gli permetto di parlare. Lo zittisco con un gesto.

Lo faccio entrare furtivamente e poi lo bacio …
– Zitto, amore, vieni … – lo porto con me per la mano presso la mia scrivania.
Mentre riprendo in mano le due chat, gli faccio dare una sbirciata ai colloqui precedenti, per fargli capire …
La sua espressione stupita mi avverte dei suoi sentimenti …
Sta pensando:
“Ma tu guarda che troia!” ne sono certa.

Mariella:
<i>Eccomi, caro … è mio marito … è al telefono.

</i>

Demone:
<i>Digli che stiamo facendo sesso al Cornuto! </i>

Angelo:
<i>No … ti prego, non mi lasciare così … mia troietta … sto per sborrare!
Trova una scusa. </i>

Mariella:
<i>Ma dai … che dovrei dire? </i>

Demone:
<i>Digli che sei arrapata, no? Insomma, sei bagnata o no? </i>

Mariella:
<i>E va bene … adesso cerco di dirglielo. </i>

Demone:
<i>Ci sei? </i>

Mariella:
<i>Sì, gli ho detto anche che sono bagnata.

Aspetta, mi abbasso sulla scrivania, mi metto giù … faccio del mio meglio per non farmi male.
Mi apro per te … </i>

Angelo:
<i>Mhmm … ma io ti “voglio” fare male, troietta! </i>

Demone:
<i>Insomma … lo vuoi in culo o no? Mi senti puttana? </i>

Mariella:
<i>Sì, lo voglio, ma non farmi troppo forte … ecco, sono pronta, appoggiamelo dietro.
Mi sono tutta bagnata di saliva.

</i>

Angelo:
<i>Ma tuo marito sa cosa stai facendo, allora? E’ ancora al telefono? </i>

Demone:
<i>Sei la mia puttana, dillo a tuo marito. </i>

Mariella:
<i>Sì … lui ascolta … lo sa cosa mi succede.
Sto raccontando ad alta voce cosa ci scriviamo … </i>

Demone:
<i>Mi arrapa ancora di più, diglielo che ora t’inculo … al cornutone!
Digli pure che mi hai appena fatto il pompino, perché sei la mia troia.

</i>

Mariella:
<i>Lui dice che se vuoi il mio culo … va bene, è d’accordo. </i>

Guardo lasciva il mio uomo, accanto alla scrivania, che non crede a ciò che vede, ma per farmi felice comincia a stringermi i seni, dopo averli catapultati fuori dal reggipetto.
Intanto mi accorgevo che Angelo era quasi allo stremo, si tratteneva per leggermi … ma voleva schizzare al più presto.

Mariella:
<i>Mio marito dice di fare in fretta a fottermi, perché la sua pazienza ha un limite …
Fa così … poggiami la cappella sull’ano e aprimi.

Poi ti fermi per un po’ … lascia che mi abitui al tuo grosso glande.
Io respiro e aspiro profondamente per aiutare la penetrazione in arrivo. </i>

Angelo:
<i>Ti sfondo con la cappella in una botta sola … entro fino in pancia.
Voglio farti un clistere con la mia sborra. </i>

Demone
<i>Eccolo, lo senti nel sedere, puttana? </i>

Mariella:
<i>Ahia … che male, lo sento tutto dentro. Mi massaggio lo sfintere con le dita, ma sento il palo dentro il culo.

Mamma mia, sono bloccata sul tavolo.
Non posso muovermi. </i>

Demone:
<i>Puttana, troiona … tutto in culo lo devi prendere.
Vuoi il gel? </i>

Mariella:
<i>Fa presto, bagnami con lo sputo.
Ti attiro dietro di me con le mani … tu ricominci come una trivella. </i>

Angelo:
<i>Mhmmm … caaazzzooo! Mi fai impazzire, guarda con che velocità mi meno il pesce tra le dita … </i>

Mariella:
<i>Affondami tra le natiche … ormai non sento più dolore.

Scendimelo … fino a farmi sentire i coglioni. </i>

Demone:
<i>Prendilo in culo, puttana … ti aspetta un fiume di sborra tutta dentro. Zoccolona. </i>

Mariella:
<i>Sì, daiii! Senza pietà! </i>

Demone:
<i>Stammi sotto, rotta in culo!
Il mio è una sbarra di ventitré centimetri … non il cazzetto di tuo marito, il cornuto! </i>

Angelo:
<i>Tesoro … non mi trattengo più … sto godendo.
Guardami … guarda il mio cazzo che esplode.

</i>

Infatti, lo vedo, se lo sbatte come un forsennato, mi eccita da morire, faccio un cenno d’intesa mio marito, che si porta dietro di me.
Mi toglie la sedia … mi mette in piedi, in modo che posso continuare a scrivere, ma lui mi lecca la figa per portarmi a un orgasmo inconcepibile.

Mariella:
<i>Lo sento, con la mano sulla pancia, mi si gonfia sotto l'ombelico.
Mi brucia ma ne godo.

Non riesco a farne a meno.
Non mi resta che tirarmi le natiche con le mani e sentire il bastone che va e viene dietro di me.
Spero solo che sborri presto e ti soddisfi … non ce la faccio più a prendere cazzo! </i>

Angelo sborra copiosamente sul tavolo scuro, davanti al monitor, muovo inconsapevolmente le mie cosce, stringendo la vulva sulla lingua di mio marito.
Ora tocca all’altro toro da monta di sborrare al mio comando: mi sento una strega onnipotente e molto puttana.

La vista del fiumiciattolo di sperma che fuoriusciva dal cazzo di Angelo mi ha caricata all’inverosimile.

Demone:
<i>E’ un piacere per te prenderlo in culo, puttana, o vuoi la sborra in gola? </i>

Mariella:
<i>Siiii … dai! Tutto ciò che vuoi.
Ma ora voglio godere …
Sai sto raccontando tutto a mio marito.
In diretta.
Tutte le porcate che mi dici e che mi fai. </i>

Demone:
<i>Che cornuto!</i>

Mariella:
<i>Si è fermato per strada, ora mi dice che si sta facendo una sega.

</i>

Angelo:
<i>Tesoro io non so che cos’hai nelle vene, ma posso solo dirti che mi hai fatto impazzire …
Perdonami vado a lavarmi … ho fatto un casino, ho spruzzato sborra anche sulla tastiera. </i>

Mariella: <i> Va bene … </i>
(Chiudo con un click la conversazione per dedicarmi a quest’altro che pure sta per venire).

Demone:
<i>Ah, il cornuto si fa il cazzo in mano?
Che ne dice il cornuto … e tu, mia troia?
Lo sa che ce l’hai tutto nel culo? </i>

Mariella:
<i>Si, gliel’ho detto.

Gli ho detto che mi chiami sempre puttana.
Sento la sua voce che affanna, credo sia arrapato come un cane. </i>

Demone:
<i>Troia … rotta in culo … ti sfondo! </i>

Mariella:
<i>Gli ho detto che mi fai bruciare il sedere … </i>

Demone:
<i>E a lui gli piace? </i>

Mariella:
<i>Io credo di si … aspetta, chiedo.

Ha detto che se tu vuoi incularmi davvero, visto che mi farai male perché è troppo grosso, mi devi pagare.

Anche un solo euro, come simbolo che mi paghi per farmi fare la tua puttana.
Una sborrata completa nel mio sedere, un euro … ci stai?
Che gli dico? </i>

Demone:
<i>Si … si … un euro e lui è un cornuto. </i>

Mariella:
<i>Lo sa … </i>

Demone
<i>E’ contento? </i>

Mariella:
<i>Dice che l’importante è che mi piaccia il tuo membro … e il sapore del tuo sperma.

</i>

Demone:
<i>Tu mia puttana … </i>

Mariella:
<i>Oh … si … si! </i>

Demone:
<i>Sto per schizzare, troia … moglie di cornuto.
Un euro per essere la mia puttana e per romperti il sedere.
Ahhh, siii … mi fate impazzire … tu e il cornuto.
Digli che il tuo culo adesso è mio! </i>

Mariella:
<i>Siii … anche mio marito sta per venire al telefono. </i>

Demone:
<i>Rotta in culo … troia … moglie di cornutone.

</i>

Mariella:
<i>Daiii … sto venendo come una troia! </i>

Demone:
<i>Puttana!
Zoccola!
Zoccola da un euro … prendilo tutto indietro.
Eccomi … sto sborrando nel culo … nel tuo culo, ahaaa!
Dillo al tuo marito …
fallo leccare la sborra mia!
Bocchinara! </i>

Mariella:
<i>Siii!
Dimmi che cacci tanto sperma. </i>

Demone:
<i>Sto sborrando nell’ano … mi fai morire!
Dieci cc di sborra liquida e bollente, tutta dietro.

Che bello. </i>

Mariella:
<i>Pagami e vienimi in culo …
Voglio che mi vieni tanto dentro e che poi, la roba, mi coli fuori … bianca, bianca. </i>

Demone:
<i>Ti ho riempito il culo, mia puttana.
E il cornuto lo lecca tutto. </i>

Mariella:
<i>Lui ha chiesto se hai sborrato bene?
Che gli dico? </i>

Demone:
<i>Siii, digli di si. </i>

Mariella:
<i>Ecco … bene.
Lo voleva sapere perché ha finito di farsi la sega e si sta venendo sulla pancia.

</i>

Demone:
<i>E tu, amore … mia puttana, sei arrivata? </i>

Mariella:
<i>Oh si … caro, sto venendo continuamente. </i>

Demone:
<i>Dici a tuo marito che è cornuto e sua moglie è la mia puttana.
Digli che ora, sporco della sborra depositata in culo, glielo metterei in bocca a lui … finche non si fa moscio, cosi me lo succhia.
Digli se gli piace … al cornuto! </i>

Mariella:
<i>Ha detto di si … se ti va.

Dice anche che succhierebbe il tuo sperma mentre mi scorre dal sedere … </i>

Demone:
<i>Bravo il cornuto. </i>

Mariella:
<i>Dice che gli fa piacere perché tu sai usare bene il cazzo. </i>

Demone:
<i>Ma tu sei venuta, mia puttana? </i>

Mariella:
<i>Sì, abbastanza … ma adesso spengo e vado avanti come piace a me … finalmente.
Continuo a masturbarmi e appena arriva mio marito vengo mentre gli faccio un pompino.

</i>

Demone:
<i>Oh … cazzo! </i>

Mariella:
<i>E sì, caro il mio amante virtuale … dopo tutto questo parlare mi è venuta voglia … e sete di … ah ah, tu mi capisci, vero?</i>

Ecco, clicco e chiudo la conversazione.
Mio marito è al mio fianco.
Eccitatissimo, mi mette il suo cazzo in mano ed io, come promesso, comincio a succhiare … ho sete di lui e del suo sperma.

Lo so già … lui farà in modo di irrorami con gli spruzzi sulle tette, sulle labbra e in bocca, non appena si renderà conto che sto godendo.
Però, deve aspettare ancora un attimo, perché ho deciso di confidargli il mio piccolo grande segreto.
Dal cassetto estraggo il bastone di legno e me lo infilo completamente in vagina.

Buon week end anche a voi!

FINE.

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