Elvira (II parte)

Dopo la pausa pranzo, era da poco tornata al lavoro, ricevette una mail: era il suo Padrone/aguzzino.
La lesse, con il cuore in gola:
“lurida troia, oggi ti do il permesso di tornare a casa qualche ora prima. Ti ho appena fatto un bonifico di 1000 euro per acquistare alcune cose più adatte alla tua futura vita. A te la scelta, ma se acquisterai cose che il tuo Padrone non gradisce, ti verranno addebitate con il prossimo stipendio.

Puoi uscire anche ora. Vai puttana!!”

Fece come le era stato ordinato. Uscì in preda alla angoscia ed alla paura. Fece come le era stato ordinato facendo gli acquisti e cercando di interpretare i gusti del Suo Padrone. Tra minigonne, calze, scarpe e magliette aderenti spese quasi tutto il budget che aveva a sua disposizione.
Torno a casa e cercò di rilassarsi e di non pensare all'incubo di cui era stata appena protagonista.

Il giorno seguente era una nuova Elvira, almeno nel modo di vestirsi:
Scarpe con il tacco, calze velate autoreggenti, minigonna e maglia scollata ed aderente, come le era stato richiesto non indossava nè slip e nè reggiseno. Il suo ingresso in ufficio destò molta meraviglia tra i colleghi e dentro di sè ne fu un pò compiaciuta.
Si mise a lavorare, aveva il terrore di vedere il suo Padrone ma per fortuna la cosa non avvenne.

Ad una certa ora ricevette una mail:
era Lui.
“Troia, nel cassetto della tua scrivania c'è un cuneo anale, vai in bagno e indossalo! Sbrigati!! E se mi accorgo che non lo indossi immagina le conseguenza della tua disobbedienza!”
Elvira aprì il cassetto e vide lo strano oggetto di forma conica con alla base un disco. Senza farsene accorgere lo mise in borsa ed andò in bagno. Era lungo circa 12 centimetri e nella parte più larga aveva un diametro di 5.

Una volta in bagno inizio a studiarlo, lo inumidì con la saliva e iniziò a inserirlo nel culo. Le faceva male, ogni millimetro le procurava fitte dolorose. Dopo circa 10 minuti di tentativi il “coso” le entrò nel culo. Si sentiva piena e l'intruso sembrava ben piantato nel suo culo. Usci dal bagno e tornò alla scrivania. La posizione seduta faceva in modo che il cuneo penetrasse ancora di più nelle sue carni provocandole dolore e fastidio.

A stento riusciva a concentrarsi sul lavoro.
Passate poche ore un collega tornado dall'ufficio del Padrone le disse che questi la cercava.
Oddio! Penso…ora cosa vorrà da me? Ma non poteva declinare la richiesta. Bussò all'ufficio ed entrò.
Lo vide era seduto alla scrivania e la accolse con un sorriso cordiale.
– Entra e chiudi la porta! – Le disse in tono imperativo
Elvira chiuse la porta.
– Noto che il tuo abbigliamento è molto cambiato lurida cagna!
– Sì Padrone come lei mi ha ordinato.

– Iniziamo ad intenderci, ti conviene lurida cagna!
– Metti le mani dietro la nuca e girati su te stessa!
– Sì Padrone. – Elvira obbedì, e fece il giro completo su se stessa.
– Molto bene mia schiava. Molto eccitante per come ti sei vestita – Grazie Padrone. – rispose Elvira.
– Ora solleva la gonna e mostra la fica al tuo Padrone!! Sbrigati!
– Sì, Padrone…
Elvira sollevo la gonna e mostro la fica al Suo Padrone.

– Ora girati e vediamo se indossi ciò che ti ho ordinato di fare!
Cosi dicendo Elvira si giro e piegandosi in avanti mostrò al suo torturatore l'oggetto che da ore tormentava il suo orifizio.
– Apri bene le gambe e con le mani allargati le chiappe lurida troia di merda!
Elvira esegui l'ordine. Si posiziono con le gambe aperte e le mani che allargavano le chiappe.
– Proprio un gran bel culo da puttana! Come deve essere il culo di una puttana?
– Non lo so Padrone…me lo dica Lei.

– Non lo sai, come?…aperto e sfondato troia! Come il tuo…. !
– Sì mio Padrone, La ringrazio per ciò che farà di me.
Non fini di pronunciare questa parole che Elvira senti una violenta sculacciata sulla chiappe che la fece sussultare, seguita da un movimento del Suo Padrone che le sfilava con forza il cuneo. Trattenne a fatica un urlo di dolore. Il bruciare si fece insopportabile. Dal momento in cui lo aveva “indossato” il suo corpo avevo quasi accettato la presenza dell'estraneo dentro di sè.

Non fece in tempo a riabituarsi a non avere più l'oggetto che lo sentì entrare di nuovo con forza devastante. Tutto questo la fece piangere per il dolore e la sofferenza.
– Inginocchiati e vieni sotto la scrivania, troia! E succhiamelo! Muoviti!
Elvira si inginocchio, e la trovò ad aspettarlo il cazzo del Padrone già in erezione.
– Ingoialo tutto fino in fondo e guai se fai resistenza. – La poverina iniziò la prestazione orale, succhiava e leccava, leccando tutta l'asta mentre il padrone la obbligava premendole la testa ad ingoiarlo tutto in gola.

Dopo un tempo indefinito senti il cazzo vibrarle in bocca ed emettere una copiosa ed abbondante sborrata che le invase la bocca completamente.
– Ingoia sborratoio e latrina umana! Sei solo tre buchi da usare e di cui abusare!
Elvira ingoio tutto come le era stato ordinato.
– Ora levati dai coglioni, troia e vai a lavorare, mica ti pago solo per farmi i pompini? – ed aggiunse
– Per stasera sarai al mio servizio.

Non prendere impegni ed una cosa che ancora non ti ho detto: depilati la fica completamente. Capito puttana?
– Sì Padrone.
– Alle 11 stasera vieni qui in ditta; troverai cosa dovrai indossare per stasera. Sii puntuale zoccola.
– D'accordo Padrone.

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