Diario di un rapporto molto particolare. – 10

CuckolF – Parte sesta

Sono le 10 in punto e sono in macchina davanti al cancello della casa di Bull Bruno.
Sono ancora vestito normalmente, la mia intenzione è quella di cambiarmi prima di uscire dall’auto, una volta parcheggiato in giardino. Sto per scendere e suonare al citofono quando noto che contrariamente al solito le finestre del primo piano, quello affittato agli studenti, , sono aperte. Cavolo!
Per prudenza decido di telefonare a Marisa, per farmi aprire.

-Pronto…Marisa? Io sarei qui sotto, ma il cancello è chiuso… che faccio? Chiedo perché ho visto che al primo piano c’è gente…

La voce di Marisa è assonnata, fatica un po’ per mettere a fuoco la situazione:

-Gente? Che gente??

-Lascia perdere…mi apri il cancello, per favore, che devo entrare con la macchina?

Mi risponde Bull Bruno che nel frattempo deve essersi fatto passare il cellulare:

-Fighetta…sei tu? Che succede?

-Niente, dicevo a Marisa che il cancello è chiuso, se magari mi aprite…

Sto per continuare, spiegando che non siamo soli nella villetta, ma non me ne dà il tempo e chiude la comunicazione.

Dopo qualche secondo sento un click e il cancello comincia a scorrere. Entro con l’auto.
Che al piano di sotto ci sia qualcuno è confermato dalla presenza di altre due auto parcheggiate in giardino, oltre quella del bull. Parcheggio anch’io e, dopo aver preso il borsone con le mie cose, scendo dall’auto e mi dirigo al portone d’ingresso così come sono. Vorrà dire che mi cambierò dopo, in casa.
Passo rapidamente davanti alla porta del primo piano, da cui proviene il suono di un televisore acceso.

Arrivo sul pianerottolo della casa del bull e suono.
Avrei preferito che fosse venuta Marisa ad aprire, e invece mi trovo davanti Bull Bruno.

-Ma come cazzo sei vestita, fighetta? Ti pare il modo di presentarsi?

-No…è che…c’è gente.

E con un dito faccio un cenno verso il piano di sotto.

-Ah…devono essere rientrati stanotte… ieri sera non c’erano…

Fa come per farsi da parte e lasciarmi entrare, poi ci ripensa e rimane sulla soglia:

-Beh…comunque, tu in casa mia vestita così non entri, fighetta.

-Ma…non vorrà mica che passi loro davanti a culo nudo e sui tacchi!?

Sto tenendo il tono della voce molto basso per evitare di farmi sentire dagli imprevisti vicini.

-E chi ha parlato di passargli davanti? Ti puoi cambiare qui…sul pianerottolo. Anzi…fammi il piacere fighetta…rimani solo in autoreggenti e sandali, non mettere altro. Quando hai finito suona di nuovo.

E mi chiude la porta in faccia.
Questo è tutto scemo…penso mentre mi spoglio.

Cerco di farlo il più velocemente possibile onde abbreviare al massimo la mia permanenza nel vano scale.
Ficco tutta la mia roba alla rinfusa nel borsone, poi inizio a calzare i sandali ma ho le dita che mi tremano e ad allacciare i cinturini alle caviglie mi sembra di metterci un secolo. Finalmente sono pronto: nudo, in autoreggenti e sandali.
Suono di nuovo.
Ci mette quella che a me pare un’eternità, ad aprirmi, stavolta.

Sono sicuro che me lo sta facendo apposta.

-Buongiorno fighetta, benvenuta. Giusto in tempo per prepararci la colazione…prima però vedi di passare in bagno e vestirti più adeguatamente, troverai la tua nuova divisa appesa dietro alla porta. Colazione servita in soggiorno tra venti minuti, mi raccomando.

Detto ciò, mi fa entrare, mi leva il borsone dalle mani e se ne ritorna in camera da letto. Corro in bagno a verificare questa storia della “divisa”.

Devo ammettere che stavolta ha fatto le cose in grande.
Sul gancio appendi-abiti dietro alla porta del bagno ho infatti trovato, sulla sua stampella, un perfetto completino da sissy-maid. Sembra di buona qualità e ha l’aspetto di roba costosa, non una delle solite cosette da quattro soldi dei sexyshops insomma. E’ di raso nero, con mezze maniche a sbuffo e rifiniture in pizzo bianco al collo, attorno alle maniche e lungo tutto l’orlo della gonna; quest’ultima è scampanata e mentre sul davanti arriva un palmo sopra le ginocchia, dietro si accorcia, descrivendo un arco che lascia il culo completamente esposto.

Completano il tutto un grembiulino di tela bianco, sempre bordato di pizzo, e una cuffietta.

Infilato alla cintura del grembiulino (che dietro forma un enorme fiocco bianco), c’è pure un piumino da spolvero nero, di vera piuma.
Sono davvero sorpreso. Lo indosso e confesso che rimarrei volentieri a rimirarmi un po’ di più nello specchio, ma il tempo corre e la colazione aspetta.

*

Con le scarse riserve alimentari della casa sono riuscito ad imbastire una colazione appena decente e la sto servendo alla mia Signora e al suo Bull, nel soggiorno.

I termosifoni sono accesi probabilmente da ore e l’aria dentro casa è molto calda. Dei tre, infatti, la persona più vestita sono io: il bull mostra il possente torso nudo, indossando soltanto un paio di ampi shorts da ginnastica da cui, di tanto in tanto, fa capolino la punta dell’ uccellone in posizione di riposo, la mia signora indossa un’ampia camicia jeans, che deve essere di Bull Bruno, e nient’altro. Ha gambe e piedi nudi e quando si siede posso vedere che non porta mutandine.

Lei ha i capelli arruffati e gli occhi ancora gonfi di sonno, lui invece sembra avere l’aria fresca e riposata.

-Paola…oggi, dopo le normali faccende di casa, dovresti occuparti anche di lavare i vetri delle finestre…sono secoli che non vengono puliti come si deve…la colf di prima era svogliata e approssimativa. Meno male che me ne sono liberato…

Immagino che questo significhi che sono stato assunto in pianta stabile e la cosa non mi riempie certo di piacere.

Cerco di guardare negli occhi Marisa, che invece evita il mio sguardo tenendoli fissi sulla fetta biscottata che sta imburrando.
Finisco di servire la colazione evitando ogni commento, mentre loro continuano a parlare del più e del meno, come una normale coppia durante la colazione della domenica mattina.

Mentre rassettavo la cucina Marisa ha fatto la doccia e ora posso finalmente pulire anche il bagno. Proprio mentre sto cambiando gli asciugamani la incrocio nel corridoio.

E’ vestita di tutto punto; in mano ha la sua borsetta e le chiavi della MIA macchina.

-Ascolta Paolo…io devo andare a pranzo dai miei, proprio non mi andrebbe ma ho rifiutato i loro inviti troppo a lungo e non vorrei che ci rimanessero male…giustificherò la tua assenza con un impegno di lavoro fuori Roma…per cui, se ti capitasse di sentirli, sai come regolarti. Prendo io la tua macchina così evito di far uscire Bruno.

Tu poi semmai prendi un taxi, ok? Civediamostaseraacasaciaounbacio.

OHCCAZZO!
Ciò che più mi consolava oggi era la presenza di mia moglie, che avrebbe significato non rimanere da solo con l’ipervirile e imprevedibile padrone di casa. Pare proprio che non avrò una tale consolazione, per il resto della giornata.

Non ho nemmeno finito di sbirciare dalla finestra la mia macchina che se ne va, infatti, che arriva il mio datore di non richiesto lavoro…

-Beh, fighetta? Non mi hai ancora fatto sapere se ti è piaciuta la tua nuova divisa… la indosserai ogni volta che sarai a servizio qui, te l’ho comprata apposta…la puoi lasciare nell’armadio a muro vicino alla porta di ingresso e cambiarti quando entri e quando esci.

Ma…piuttosto…non vedo il piumino che era con la divisa…dove lo hai messo?

Sinceramente non so dove sia. Devo averlo poggiato da qualche parte per preparare la colazione, ma adesso non ricordo dove. Mi affretto a cercarlo, sculettando velocemente sui tacchi, onde non procurargli il pretesto per somministrarmi una delle sue bizzarre punizioni.
E’ in bagno, lo prendo e torno di là a mostrargli che lo ho trovato.

-Mmm…è così che si lasciano in giro i regali? Cos’è…non ti piace, forse?

-No…mi piace…è un bel piumino…

E così dicendo passo le dita tra le piume non sapendo bene cosa dire e sentendomi profondamente scemo.

-Non mi stai convincendo, fighetta…e se non mi convinci potrei pensare che non hai gradito il mio regalo…lo sai che potrei rimanerci male? Sono sicuro che rimarresti molto male pure tu, se dovessi rimanerci male io…non è così, fighetta?

Chissà perché, ma quella frase piuttosto carica di sottintesi mi convince a mostrare più entusiasmo:

-Ma no, davvero! Mi piace tantissimo! La trovo molto carina e originale come cosa, davvero!

-Dimostramelo allora…

-E…in che modo?

-Guarda fighetta…io non conosco molte cose che ti piacciono, per cui per poter fare un confronto devo per forza far riferimento ad una delle poche cose che so per certo che ti piacciono…come ad esempio un bel cazzo…

Rimango in silenzio, sconcertato.

Non ho ben capito dove voglia andare a parare…

-…quindi, per dimostrarmi che ti piace davvero, adesso tu mi fai vedere che tratti quel piumino come tratteresti un bel cazzo…avanti…comincia, io sono qui che guardo per giudicare come si deve…

Sono perplesso e non so proprio cosa fare… Come cavolo si fa a trattare un piumino come un bel cazzo!? Accenno qualche timida carezza alle sue piume con la mano, un patetico tentativo di passarmelo tra le tette (che non ho) con aria lasciva, provo a tirare fuori la lingua e titillarci le piume, in punta…tutte cose insomma che solo a ripensarci mi fanno arrossire ancora adesso che le sto scrivendo.

Mi viene in soccorso lui: mi strappa il piumino dalle mani, lo capovolge e mi punta il manico sulle labbra.

-Lecca fighetta, prendilo in bocca come prenderesti un bel cazzo…fammi vedere che cosa sai fare… Obbedisco e inizio a rappresentare un languido pompino con oggetto il manico di gomma nera, bull Bruno sembra apprezzare:

-Mmmhhh…brava…così…continua…

Intanto si massaggia il pacco con aria allusiva. Continuo nella mia prestazione oral-piuminica.

-Brava Paoletta… lubrificalo bene tutto…

Mmm…inizio ad avere un vago sospetto su quale sarà la destinazione finale di questo manico, ma continuo.

-Dammelo adesso…

Me lo prende dalle mani…

-Girati e piegati in avanti, mani sulle ginocchia…

Faccio come dice.

-Va bene, sei stata convincente e meriti un premio…

E me lo infila ben dentro nell’ano…

-…il premio di tenerlo dentro per tutto il tempo che starai ancora qui, oggi. Ringraziami e continua pure con le pulizie.

-Err…grazie…

Mi da una pacca sul culo e mi spedisce a continuare le pulizie.

Ho finito di fare le faccende con quella sorta di coda piumata, sotto lo sguardo divertito di lui, e sto cominciando a preoccuparmi dell’ultima incombenza che mi aspetta, quella di lavare i vetri, perché questo vorrà dire rimanere esposto a eventuali sguardi indiscreti che dovessero provenire dall’esterno.
Squilla il suo cellulare.
Noto che legge il display e che, prima di rispondere, si apparta in camera da letto chiudendosi la porta alle spalle.

Sono incuriosito.
Sono tentato di origliare alla porta, ma sono anche troppo spaventato dalle conseguenze di essere eventualmente beccato nel farlo, per cui mi astengo.
Dopo una decina di minuti eccolo riemergere. Ha la borsa con le mie cose in mano.

-Fighetta…basta così per oggi. Lascia perdere tutto, cambiati e chiamati un taxi.

Mi lancia la borsa e rimane lì a guardarmi mentre mi cambio. Mi sento come se avessi vinto alla lotteria, anche se un po’ mi scoccia di non aver origliato quella telefonata che deve per forza essere stata la fonte della mia fortuna.

Sono in strada, fuori dal cancello che aspetto un taxi. Ho chiamato da un pezzo, ma la centralinista del servizio radio taxi, pur essendosi presa indirizzo e tutto, non mi ha dato ancora né conferma né orario. Piove leggermente. Finalmente compare un taxi in lontananza e si dirige verso di me: sono decisamente sollevato.
Il taxi si ferma davanti al cancello e, prima che possa afferrarne la maniglia, lo sportello si apre da solo e ne esce il passeggero che era a bordo.

Evidentemente il taxi non veniva a prendere me: si tratta solo di una fortunata coincidenza. Non posso che rallegrarmene. Oggi, decisamente, mi vanno bene tutte.
Proprio mentre sto facendo cenno al tassista di aspettare dopo aver scaricato il cliente, quello finisce di pagare ed esce, lasciandomi a bocca aperta. Si tratta di uno dei più gran pezzi di figa che io abbia mai avuto il piacere di vedere in vita mia: Altissima, di carnagione leggermente ambrata, viso perfetto e sensualissime labbra carnose, gambe slanciate, curve da urlo.

Mi lascia lo sportello cortesemente aperto mentre mi dice con un accento che non so individuare ma che è sicuramente straniero:

-Deve salire?

-Emm…si, grazie.

Faccio io, poi rivolgendomi all’autista. continuo:

-Libero?

Quello mi dice di si e mi chiede dove devo andare, salgo, e mentre gli do’ l’indirizzo osservo il gran pezzo di figa dirigersi verso il cancello. Ho come la sensazione di averla già vista da qualche parte ma nono ne sono sicuro: se così fosse, me ne dovrei ricordare meglio.

Di più non vedo perché il tassista parte non lasciandomi nemmeno il tempo di guardare a quale dei due citofoni suoni.
Continuo a chiedermi dove mai possa aver già vista quella dea e sto già per lasciar perdere quando un’immagine mi attraversa la mente: ora si che ricordo dove!
E’ una delle trans dei filmati di bull Bruno! Non l’ho riconosciuta subito perché nei filmati era nuda ed ero alquanto distratto dalle misure della sua… “clito”, inoltre la pettinatura era diversa, però non avevo potuto non notare la sua straordinaria femminilità e bellezza nonché quelle labbra così perfette…
Mentre il taxi mi riporta verso casa, mi sto chiedendo se Marisa sia al corrente o meno delle frequentazioni particolari del suo Macho e se mai, qualora come credo non lo fosse, potrebbe essere interessata a saperlo…
Per ora decido di tenere la notizia per me.

Questa potrebbe essere una buona carta nelle mie mani, da giocare qualora le cose tra me e bull Bruno dovessero farsi troppo pesanti….

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