ci pensa la mamma

In quella casa da qualche giorno veleggiava nell’aria una sensazione di mistero e seduzione, di desiderio, di giochi proibiti.
Anche Simona voleva avere una parte in quella commedia surreale.
Il giorno dopo pioveva.
Quando pioveva mamma accompagnava a scuola i figli e andava al lavoro par poi riprenderli all’uscita.
Piovve tutto il giorno, dopo la scuola tornarono a casa per pranzare senza intenzione di uscire poi, visto il tempo che faceva.

Simona era entrata in camera sua per chiaccherare con la sua amica di facebook,
Paolo invece era ancora seduto a tavola e guardava sua madre lavare i piatti.
Per stare a casa indossava una maglietta nera comoda e lunga all’ombelico, ed un paio di fuseau grigi di cotone e lui si accorse in quei giorni più che mai che non lasciavano nulla all’immaginazione.
Quei pantaloni andavano dalle caviglie in su stretti sul polpaccio e sulla coscia esaltandone la tonicità per poi abbracciarle il sedere a fatica per diventare trasparenti tra quelle due chiappe semisferiche e segnare sul davanti un pube piatto da signorina.

Fiamma si accorse dello sguardo voglioso di quel suo figlio prima sacro e poi profano, e ne fu compiaciuta.
“Cosa stai guardando?” disse lei.
“Niente ma” rispose lui beccato in pieno.
“Si, sì, niente eh? Mi spiace tesoro guarda pure ma tanto non te la do questa – disse sorridendo lei passandosi una mano davanti – perciò fatti pure gli occhietti sul mio culetto e niente più, birichino!
E si rigirò per finire di asciugare i piatti… e lui continuò a guardarle quel culo tondo e sodo imperterrito, solo che si accorse che in mezzo alle gambe il grigio era più scuro, sua madre si era bagnata.

“ Mamma guarda che ti deve essere caduta dell’acqua sui pantaloni, sotto sono bagnati”
Stavolta aveva vinto lui perchè lei si girò arrossita, l‘aveva beccata che si era eccitata, ma quando si girò fu abile a rispondere: “Mi pare che anche tu abbia qualcosa sui pantaloni”
Parità. Lei si era accorta al volo che ce l’ aveva duro.
Si divertiva e si eccitava troppo a stuzzicare Paolo
L’ eccitazione svanì al volo all’ entrata della sorella
“Mamma – disse – oggi non vado al campo con sta pioggia, me ne resto a casa”
Paolo strinse le labbra in una smorfia impercettibile di rabbia e delusione, sarebbe voluto restare solo con sua madre per giocare ancora con lei ma tutto era sfumato.

“Va bene Simo, io ho finito in cucina; ora vado a farmi un tuffetto nella vasca così mi rilasso un po’ e mi faccio coccolare dalla pioggia che scende, mi piace un sacco” disse Fiamma, e si incammino verso il bagno grande.
Paolo si diresse nella sua stanza e si sdraio sul letto per guardarsi un po’ di tv, era disteso con la schiena appoggiata alla testiera quando ad un certo punto entrò sua sorella in accappatoio.

Pensò lui: “Cosa vuole sta rompipalle…”
Lei non fece altro che sedersi sul letto chiamandolo per nome, come per avere la sua totale attenzione, e quando fu sicura di averla si fece scivolare l’accappatoio giù fino ai fianchi come aveva fatto sua madre la sera prima; solo che Simona non portava alcun reggiseno e mise le tette davanti a suo fratello.
Silenzio.
“Ho visto tutto ieri e ieri l’altro, bei giochi che fate… perché non mi fai vedere cosa avete fatto…”
“Non abbiamo fatto niente, scema.

Vattene via – disse lui cercando di arrampicarsi sugli specchi, – questa proprio non ci voleva pensò – copriti e sparisci. ”
“Vorrai mica che racconti tutto a papà quando arriva? Decidi tu, o mi insegni i giochi che fate ogni volta o me la canto, alla mamma potrei dirlo anche subito…allora?”
“Cosa ti devo insegnare io? Guarda che la mamma visto che sono timido con le ragazze mi ha fatto vedere come si bacia e come si toccano le tette alle ragazze per farle godere, cosa te ne frega a te? Rispose Paolo tra il rassegnato e l’arrabbiato, sua sorella lo teneva per le palle.

“Fai a me quello che hai fatto a mamma!”
Lui tacque mentre fissava sua sorella, guardava un po’ gli occhi e un po’ le tette.
Fanculo!
Decise che gli piacevano troppo la porcate che le insegnava sua madre per rinunciarvi, e poi se una madre faceva i giochini al figlio accondiscendente perché un fratello non poteva farli alla sorella…accondiscendente e richiedente?
Cosa sarà stato peggio? Non importava più ormai.
“Ok se proprio vuoi,” disse, e prese la sorella per la vita nuda e la tirò piano a se, le appoggiò le labbra sulla bocca in un bacio subito timido e poi dopo qualche bacio superficiale le infilò la lingua in bocca ed iniziò a cercare la sua, i suoi denti le sue guance e di nuovo le labbra.

Nel frattempo senza accorgersene l’aveva abbracciata per i fianchi e lei, subito immobile cominciava a sciogliersi ed a rispondere alla sua lingua ed all’abbraccio;tanto che le sue tette grosse quasi come quelle di mamma le si schiacciarono contro il fratello.
Si staccarono dopo due minuti e Simona con gli occhi aperti ritornò ad infilarsi nella bocca di Paolo, avida della sua saliva e della sua lingua.
Mentre la baciava sentiva quelle tette spingergli addosso allora si staccò e nella penombra della stanza le guardò e vide come erano uguali a quelle della mamma però aveva i capezzoli più piccoli e più rosa, duri come il marmo; le prese in mano e le tenne come fossero due arance poi le allargò e ci mise la faccia dentro, quando sentì l’odore della pelle iniziò a leccarle dal mezzo fino agli apici e poi in alto ed in basso.

Simona respirava affannosamente, godeva, tanto da indurre Paolo a smettere per non rischiare di farsi beccare da sua madre.
“Ti è piaciuto?” chiese lui
“Si, tanto” rispose timidamente lei
“Ho sentito, adesso però tocca a te farmi godere, stronza! Ho ceduto al tuo ricatto e adesso merito un premio; dai toccamelo un po’ come ha fatto mamma ieri. Volevi che ti facessi vedere tutto no?” disse lui rompendo ogni tabù con il coraggio di chi ha voglia di godere.

“Così?” gli rispose sua sorella mettendogli una mano sull’ uccello durissimo ed iniziando a fare sù e giù goffamente.
“No, cosi me lo stacchi. Dai qua. ”
Lui mise la mano sulla sua ed inziò a masturbarsi pilotando la mano della sorella che dopo poco capì il movimento e potè andare da sola facendo venire il fratello, che le massaggiava le tette, di lì a poco.
“Ah che bello – disse – complimenti, sei stata una buona allieva.

Ora però la lezione è finita, esci se no la mamma ci becca; tanto io devo andare a pulirmi” disse lui facendole vedere la mano piena.
Simona guardò un secondo quella mano, ci intinse il dito e lo mise in bocca: “Mmh, è salato, buono; alla mamma è piaciuto? “ disse lei in tono provocatorio e con uno sguardo ancora peggio.
Dai esci glissò Paolo, e sua sorella uscì…bagnata e lui potè andare in bagno.

Si passò poi il pomeriggio ognuno svolgendo le proprie abitudini, poi venne l’ora di cena dove a tavola regnava un clima di allegria; quello che era successo in quei giorni aveva stuzzicato l’umore della famiglia. Mantenevano ognuno un segreto che gli altri due conoscevano, ma si taceva per non interrompere quei giochi proibiti.
Cena, un po’ di tv e poi a nanna, Fiamma salutò Simona poi passò in stanza da Paolo.
Si sedette e gli augurò la buonanotte, lo baciò sulla bocca.

Lui non rispose come lei si aspettava.
“Amore mio, cosa c’è? Non li vuoi più i miei baci… mi pareva che ti piacessero a giudicare da come mi hai baciata ieri e da cosa hai fatto con il mio seno…” sussurrò lei provocandolo.
“Ma mamma, se oggi ti guardavo e mi hai detto di scordarmela che tanto non me la davi ‘questa’ “
“ Oh tesoro – disse – vieni qui dalla mamma”
E lo strinse a sé facendogli sentire le tette e poi dandogli un bacio ed un leccata con la punta della lingua sulla bocca.

Continuò: “Sono belli i nostri giochini no? Vuoi smettere? Perché, ci piacciono così tanto…”
Aveva ragione, piacevano a tutti e…tre.
“Si mi piacciono, ho goduto da morire”
Capì che sua madre ci aveva preso chiaramente gusto allora lui, forte dell’orgasmo che gli aveva fatto venire sua sorella nel pomeriggio, resistette a sua madre che era una figa da spavento e concluse la frase dicendole che tre giorni di seguito avrebbero rischiato di trasformare la magia in normalità.

Quindi quella sera non successe nulla, si ridiedero la buonanotte sottovoce, per non svegliare la sorella… che era nascosta dietro la porta a godersi lo spettacolo e Paolo abbracciò sua madre di fianco, per poterle toccare ancora una volta le tette e la baciò sulla guancia, per poter sentire l’odore dei suoi capelli.
Fiamma si alzò dal bordo del letto di Paolo, aggiustò la sua giacca da camera e si diresse nella sua stanza.

Superfluo dire che quella situazione glielo aveva fatto venire duro come l’acciaio, ci pensò un po’ su e quando fu sicuro che sua madre fosse definitivamente in camera sua si alzò ed andò in punta di piedi nella camera di sua sorella che si era sdraiata da poco sopra il letto ancora fatto.
“Allora, sei venuta a spiare anche stasera?”
“Certo, solo che non c’è stato niente di interessante da imparare da nostra madre.

Perché non hai voluto fare niente stasera?”
“Così, pensavo che per oggi avessi già dato, per colpa tua e così stavolta ho giocato io con la mamma; chissà cosa aveva in testa…”
“Già, chissà cosa ti avrebbe fatto, che porca”
“Non lo so cosa avrebbe fatto, ma di sicuro me lo ha fatto rizzare di nuovo da bestie e così non posso dormire sorellina!”
“E io cosa dovrei fare? Vai in bagno e smanettati come fanno i maschietti” disse Simona ironicamente, ma già sapeva cosa voleva suo fratello.

Se la madre lo aveva arrapato, la sorella non era da meno: era sul letto con la schiena sulla testiera ed indossava solo una canottiera stretta ed uno slip mini a righe orizzontali bianche e rosa e stava comodamente con le gambe aperte,una distesa e l’altra piegata.
“ Dai Simo non farti pregare, paga lo spettacolo di prima; lo so che ti sei arrapata, hai la chiazza sulle mutande. ”
Mentre lei si guardava in mezzo alle gambe Paolo si tirò giù il pigiama e mise il suo uccello straduro davanti alla sorella, che lo guardò curiosa ed un po’ stupita.

“Però, io non ne ho mai visti da vicino ma penso che tu ti difenda fratellino. ”
Lui le prese la mano e la appoggiò sull’attrezzo come diceva lei e lasciò che sua sorella partisse a masturbarlo.
Non si fece più pregare, iniziò a muovere su e giù come il fratello le aveva insegnato; era brava, le piaceva, sentiva l’odore del sesso di suo fratello si eccitava da morire.
D’altronde la loro era l’età dell’esplosione ormonale, non ci capivano più nulla, un delirio in quelle stanze.

Mentre lei si divertiva con il cazzone del fratello lui le guardava in mezzo alle gambe e vedeva che erano bagnatissime ed erano diventate trasparenti, si intravedeva la passerina della sorella, bella,piccola e rosa; con tutto il pelo sopra ed intorno, lei non li tagliava ed infatti ai lati qualcuno spuntava dalle mutandine, che spettacolo meraviglioso.
“Sei vergine suppongo” chiese Paolo.
“Certo, perché?” rispose lei rellentando il movimento”Cosa ti sei messo in testa? “Guarda che qui ci divertiamo ok, ma siamo già fuori da ogni logica possibile”
“Niente, niente.

Però non fare la moralista con il mio uccello in mano!” rispose lui provocandola.
Simona allora si ritrasse come per fare l‘offesa,anche se non lo era, lui si allungò verso di lei e le mise la lingua in bocca dolcemente ma senza preludi, poi si fermò, allora iniziò lei a leccargli in bocca come per ricambiare il bacio.
Lui nel frattempo prese la canotta dal fondo e la tirò su e gliela sfilò, le guardò le tette e si ci sciolse sopra ed in mezzo, sui capezzoli; avrebbe potuto consumarsici la lingua su quelle bocce.

Intanto lei glielo aveva di nuovo preso in mano e stantuffava ormai come un’ esperta, due minuti e lui si senti venire
“ Tra poco schizzo,dai prendilo in bocca” disse.
“Cosa? Vuoi spruzzarmi in bocca scherzi!”lei rispose stupita dall’intraprendenza del fratello.
“Oggi hai detto che ti piaceva, allora facevi solo la figa” la provocò
Lei reagì aumentando il ritmo e quando lui arrivò, lo spinse giù sul letto e si mise l’uccello di suo fratello in bocca, e prese tutto il succo del suo orgasmo.

Lei inghiottì tutto soddisfatta. ”Visto? Hai goduto bene porco?”
“Si sorellina, mi hai fatto impazzire. Tu come fai adesso, devi divertirti anche tu. Posso guardare mentre te la tocchi, così imparo…dal vero non l‘ho mai vista” Paolo non capiva più niente.
“Niente da fare – rispose lei – oggi pomeriggio mi hai fatto assaggiare la tua sborra con il ditino e poi basta, perciò accontentati di questo. ”
La luce in camera era soffusa.

Si tiro giù gli slip, li tolse da una gamba sola e spalancò le gambe, Paolo lo aveva di nuovo duro, la fica di sua sorella, che meraviglia quel pelo nero, le gambe larghe tenevano aperte anche le labbra e si vedeva il buchino che sembrava una cashita di eccitazione che le scendeva dalla passera al sedere, era fradicia.
Simona si passò allora le dita sulla figa bagnata e le diede da leccare a suo fratello, che non si fece pregare e le succhiò avidamente bevendo quel nettare divino.

“Ti piace?”
“Si, da fare schifo. Me ne dai ancora?”
“No caro, adesso vediamo cosa ti farà la mamma la prossima volta e poi TU mi farai la ‘ripetizione’!”
“Stasera me la tocco da sola, come le altre volte, come ieri, quando vi ho visti. ”
Simone le diede un bacio, non per affetto me per farle sentire il gusto della sua stessa fica e da come si fece baciare capì che lei lo aveva gradito.

Dopo essersi fermato in bagno, per calmarsi Paolo andò finalmente a dormire.

Continua…. a presto

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