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Sono pochi mesi che ci siamo “incontrati” su quel sito e da quel primo messaggio non ho fatto che pensare a lei, al suo corpo e a come potrebbe essere il nostro primo incontro. Sono mesi che mi eccito ogni volta che la penso…e lo faccio spesso. Anche lei mi pensa, me lo scrive ogni volta. Finalmente arriva il giorno dell’incontro. Il pensiero di lei è una ossessione. Dopo tante email, finalmente l’incontro! Io la aspetto fuori dalla stazione (più tardi mi confesserà di essersi masturbata in treno.

«Non ce la facevo ad aspettare» mi dirà). Sono nervoso ed eccitato allo stesso tempo. Finalmente la vedo avvicinarsi a me. La riconosco perché mi ha inviato delle foto. Indossa un vestitino corto e leggero e porta i tacchi alti; i capelli sciolti ricadono sulle spalle. Si avvicina lentamente, senza fretta, con passo cadenzato. Mentre la guardo mi viene duro, marmoreo. Il suo passo e una leggera brezza fanno svolazzare il suo vestito lasciando intravvedere le gambe lisce.

Finalmente mi raggiunge. Le sue labbra carnose dipingono una O di sorpresa. Nient’altro. Non ci diciamo nulla, ma ci scambiamo degli sguardi lunghi e complici. Ho una visione fugace: il mio cazzo diritto serrato tra le sue labbra morbide. Ma è solo un attimo. Devo tornare alla realtà. L’unica cosa che le dico è che ho la macchina vicino e che possiamo andare. Lei mi segue, le carico i bagagli e andiamo.
Durante il tragitto ci scambiamo pochissime parole (più che altro convenevoli: «Come stai?», «Come è andato il viaggio?», «Quanto intendi rimanere?» ecc.

) e il desiderio a malapena controllabile di accostare immediatamente a lato della strada e cominciare a metterle le mani dappertutto è altissimo. In fondo, penso, è per questo che ha fatto tutta questa strada. «Sei venuta per scoparmi», penso. Adesso sento che anche lei è eccitata. È nervosa e continua a spostarti sul sedile. Con nonchalance scosta leggermente il vestito per scoprire di più le gambe che divarica leggermente. Allora allungo la mia mano e comincio ad accarezzarle la coscia.

La sua pelle è liscia e vellutata. «Sei fantastica!», penso. A questo punto, comincia ad ansimare leggermente e ad inarcare il petto. Il suo corpo scivola leggermente in avanti come se volesse chiedermi di portare la mia mano più su. Non mi faccio pregare, così comincio ad accarezzarle l’interno coscia e a salire piano piano fino all’inguine. Le accarezzo leggermente la vagina attraverso le mutandine. Le mie dita sfiorano dolcemente la morbida carne delle sue labbra e indugio ancora un po’ col dito medio proprio nel mezzo.

Lei risponde al tocco delle mie dita con movimenti del bacino. È il momento. Scosto le mutandine di seta, sentendo che sono fradice, e comincio a massaggiarle più a fondo. Si è depilata completamente, sa che mi piace. È calda e bagnata. L’eccitazione sale, così la penetro con le dita mentre lei, per tutta risposta, comincia a gemere e ad aprire sempre di più le gambe. I gemiti si fanno dei gridolini di piacere che acuiscono il mio desiderio ed evidenziano il suo.

Allora di dita ne metto due e comincio a sfregare con più decisione l’interno della vagina. Entro ed esco, le mie dita sono fradice e le massaggio un po’ anche il grilletto. A quel punto soffoca con grande fatica un grido di piacere.
«Se fai così ora, che farai dopo, quando te lo sbatterò dentro?». Credevo di averlo solo pensato, ma poi mi sono reso conto di averglielo sussurrato nell’orecchio. Allora lei mi fissa con sguardo famelico, mentre io con i polpastrelli continuo a massaggiare piano il clitoride con dei movimenti circolari, e fissandomi risponde: «Fallo, poi vedrai!».

Ormai mi sento il cazzo scoppiare e mi convinco di non averlo mai avuto così gonfio e dolorosamente duro. Ho paura di venire da un momento all’altro. Anzi, non riesco a capire come ho fatto fino a qual momento a non schizzare.
Proprio mentre penso questo, siamo arrivati a destinazione. È’ sera e siamo in aperta campagna! Un posto tranquillo sotto un cielo stellato. Appena scesa dalla macchina, la vedo controllare il sedile per timore di averci lasciato sopra un’impronta umida.

Le prendo la mano e la adagio su di una coperta che ho steso a terra. Non faccio tempo a stendermi che mi sbatte a terra e mi infila la lingua in bocca. Io, afferrandole la testa rispondo con foga al suo bacio. Stretti l’uno all’altra mi struscio con forza contro di lei per farle sentire quanto sono eccitato. Anche lei mi viene incontro con il bacino. Cazzo dritto e monte di venere si sfregano a vicenda attraverso un duplice strato di stoffa.

Mi sta dicendo con tutto il corpo che è pronta, vuole che la prenda subito.
Allora le infilo le mani sotto la gonna e le sfilo le mutandine bagnate. Senza tanto stare a pensarci infilo un dito dentro la vagina e, subito, lei geme e apre di più le gambe. È talmente bagnata che le entrerei con tutta la mano. Sono eccitatissimo e avido del suo corpo. Smetto di toccarla e inizio a sfilarle le spalline del vestito per scoprirle il seno.

Allora comincio a lavorare sul reggiseno. Ha la chiusura davanti. Ne escono libere le tette. Seni turgidi e alti. Il suo ansimare sembra dirmi di stringere forte, di farle male…Non mi faccio pregare e le prendo tutte e due tra le mani stringendo forte. Sono lisce e dure, e calde, molto calde. Mi abbasso e prendo in bocca un seno e inizio a succhiarlo, a leccarlo e a mordicchiarlo piano, a strizzarlo tra le labbra e…
Ormai mi sento il cazzo scoppiare.

Proprio in quel momento sento le sue dita che mi frugano nella patta. Con mani frenetiche me lo cerca, probabilmente non ce la fa più neppure lei. Me lo tira fuori dalla chiusura lampo e sospirando abbassa la testa per guardarlo. Dapprima lo accarezza delicatamente, fa scorrere la mano su e giù lentamente, sfiorandolo appena, poi con un po’ più di forza fino a stringerlo con fermezza, come a dire: «questo è mio!». Mi schiaccia il glande tra il pollice e l’indice.

È umido e arrossato. Ha atteso troppo. Poi lo stringe tra il palmo della mano e la pancia. A quel punto emetto un suono soffocato, liberatorio. La sollevo, le metto le mani sul sedere e la stendo sul cofano dell’auto. Prima di stendermi su di lei, le sollevo la gonna per bene, fino alla vita. Mentre mi libero dei pantaloni non riesco a staccare gli occhi dalla tua figa rasata, liscia e perfetta. Ha delle goccioline di liquido brillante tra le labbra e mi viene voglia di gettarmi sopra per leccargliele via e fare un bel servizio di pulizia.

proprio in quel momento inizia a pisciare. Gli schizzi mi irrorano il cazzo e così, in tutta risposta, comincio a orinarle sulla vagina bagnata del suo piscio e dei suoi umori. Mi aspetta con le cosce allargate e non chiede altro che di essere impalata.
Le sollevo leggermente le gambe e le allargo bene, dopodiché la penetro a fondo mentre lei comincia ad agitarsi contro di me gemendo senza sosta, sfregando le pareti della vagina su quel membro che l’ha riempita completamente.

Mi godo la sensazione della sua figa che si contrae convulsamente massaggiandomi il pene dall’interno, stringendolo e rilasciandolo, stringendolo e rilasciandolo…da parte mia rispondo muovendomi dentro di lei; ritraendomi e spingendo, lentamente ma con decisione, ogni volta andando sempre più a fondo, fino a che sento che con la punta del mio cazzo arrivo a sfiorarle l’utero. Poi torno indietro più che posso, stando attento a non uscire del tutto. Lascio dentro solo il glande e resto così per un secondo.

Quando riaffondo dentro di lei lo faccio con una certa potenza. Sentendosi penetrare con risolutezza si lasci andare a un grido di piacere, in balia delle mie spinte che arrivano una dopo l’altra, e ogni volta, quando crede che sia l’ultima, ne arriva sempre un’altra, ancora più forte. Ha un orgasmo dopo l’altro e dopo qualche decina di colpi vigorosi mi lascio andare anch’io.
Aspetto l’ultimo momento e non appena lo tiro fuori mi dirigo verso la sua bocca.

Lei si piega verso di me, cercando il mio glande con la bocca. Desidera il mio sperma caldo. È l’esplosione di un vulcano. Fiotti di sperma le inondano le labbra leggermente schiuse: uno, due, tre. Un fiumiciattolo di liquido biancastro cola tra le sue labbra e gocciola sui suoi seni, mentre con la lingua gioca col mio glande, continuando a tenere ben saldo nelle sue mani il mio cazzo fino a farmelo tornare duro.

Non mi permette di andarmene. Ne vuole ancora, e così, ricominciamo….

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