Buon compleanno

Il taxi veloce e discreto che l’aveva prelevata a Malpensa la lasciò esattamente di fronte al cancello in acciaio, perfettamente lucido e ben tenuto. All’interno si poteva vagamente intuire uno splendido giardino.
“Tutto questo non ha senso”
si disse Raf, appena ebbe pagato il tassista frettoloso. Solo un paio di ore prima era a casa sua, nella sua comoda e tranquilla vita di sempre.
Però spinse il campanello con decisione, lisciandosi la sottile camicetta di seta beige che si era sicuramente sgualcita in aereo.

Il cancello che si apriva la fece sobbalzare.
L’interno era decisamente meglio di come se lo fosse immaginato.
Sapeva che era un ricco uomo di affari, ma della sua vita reale non sapeva praticamente nulla.
Di come vivesse, di dove abitasse, di cosa gli piacesse fare nel tempo libero, a parte andare a caccia di donne e scopare.
Entrò nell’enorme villa da un portoncino in legno e vetro satinato.

Dava su di un salone grande come tutto il suo appartamento, arredato con mobili di design difficilmente confondibili, per lei.
I divani erano Le Corbusier, diverse sedie Macintosh attorno ad un tavolo Cassina in vetro e acciaio. Una chaise loungue, sempre Le Corbusier, ovunque erano sparsi mobili di Writgh e di altri architetti che avevano fatto la storia dell’arte mondiale, tutti riuniti in quel salone spettacolare.
Il tutto era condito da una serie di accessori di squisita fattura, oggetti etnici, ricordi di numerosi viaggi fatti attorno al mondo.

Non si notava l’assenza femminile in quell’arredamento, nonostante fosse una casa prettamente e tipicamente maschile.
Max spuntò fuori all’improvviso, come se si fosse materializzato dal nulla.
Sorrise felice alla sua ospite gradita.
Si rese conto che dal vivo era davvero come l’aveva sognata tante e tante volte.
Le andò incontro con le braccia tese, e le baciò le guance leggero come un soffio. Il contrasto strideva molto, era un uomo alto e possente, dallo sguardo un po’ rude, ma aveva dei modi estremamente garbati, esattamente come su msn.

Si guardarono a lungo negli occhi, era incredibile che dopo tutto quel chattare fossero davvero arrivati al punto di stare di fronte.
“Fatto buon viaggio?”
Oddio, anche la voce era imperiosa. Averlo di fronte un po la intimoriva.
Max se ne accorse al volo. Era uno che le donne le conosceva molto bene.
“Si, grazie”.
Raf continuava a starsene in piedi,impacciata. Max la invitò a sedersi in poltrona. Più la guardava e più sentiva che doveva trovare il tasto giusto per accenderla.

Non doveva avere fretta. Lui non l’aveva mai, fretta.
Si sedettero uno accanto all’altra, sul costoso divano Cassina in pelle nero. La sensazione di fresco della pelle dette un brivido a Raf, ed i capezzoli si inturgidirono. Era facile vederli spuntare dalla camicetta di seta, nonostante il reggiseno.
Max le passò un polpastrello sopra uno di essi, e Raf lo guardò senza smarrimento. Aveva una luce strana negli occhi. Come se non avesse aspettato altro.

“Sto correndo?”
Max non era solito fare quel tipo di domande. Non uno come lui. Ma Raf era qualcosa che andava ben oltre le donne con le quali era stato finora.
“Non dire cazzate – disse Raf rilassandosi – non sono venuta a Milano per fare conversazione”.
Gli occhi di lei si erano puntati nei suoi. Max era quasi a disagio, quello sguardo era talmente eloquente che sentì il cazzo esplodergli nei pantaloni.

Fu li che capì come si sarebbe comportato, cosa avrebbe fatto, come si sarebbe mosso.
Le si mise a cavalcioni, e con le mani abili iniziò a sbottonarle la camicetta. Il reggiseno nero, di elegante fattura, conteneva a fatica lo splendido e generoso seno della ragazza.
Le passò le braccia dietro alla schiena per sganciarlo. Nel farlo il suo viso si avvicinò a quello di lei, e decise di baciarla. Lui non amava baciare le donne, era un passatempo troppo da ragazzini, ma Raf se li meritava i suoi baci, lo sapeva bene.

Mentre con le mani sganciava il reggiseno, posò le labbra su quelle di lei.
Raf rimase colpita da quel bacio, mai se lo sarebbe aspettato. Rispose con foga, aprendo la bocca eccitata e cercando con la lingua le profondità della bocca di lui. Max sospirò e le fece scivolare il reggiseno lungo le braccia. Si staccò dal bacio solo per guardarle i seni.
“Avevo visto giusto – disse con la voce già rotta dall’eccitazione – li immaginavo meravigliosi e avevo proprio ragione”.

Max si abbassò per succhiare un capezzolo, e con la lingua compose piccoli cerchi e tocchi, e lo morse e lo succhiò avido. Raf mugolava piano, la sentiva già sciogliersi tra le sue braccia.
Passò all’altro capezzolo, succhiandolo con forza, e non dimenticandosi dell’altro che continuò a torturare con le dita.
Durò poco l’abbandono di Raf al piacere. Max sentì le sue dita gentili sfilargli con forza la maglia per lasciarlo a torso nudo.

Aveva un bel fisico, possente e molto ben tenuto.
Profumava di uomo sano e pulito. Eccitato.
Raf gli addentò una spalla, e gli succhiò la carne soda delle braccia.
Era già molto eccitata.
Max scese velocemente lungo la pancia, e le sganciò i pantaloni, facendoglieli scorrere lungo le gambe.
Aveva un paio di slip di tulle color carne, e quando le aprì le gambe con le mani si accorse che il tulle era trasparente e bagnato.

Max aveva paura di parlare. Aveva detto solo poche frasi ed erano già a quel punto.
Lui adesso era inginocchiato di fronte al divano, e Raf, ormai nuda se non per il trasparente slip, era seduta con il sedere in avanti, e le cosce aperte

Max infilò un dito sotto gli slip, facendosi appena largo tra le pieghe umide. Raf lo guardò vogliosa.
“Sai come farmi cedere, vero Max?”
Lui rise.

Sfilò il dito e lo succhiò con piacere.
“Saprò farti fare cose che neppure immagini, tesoro”
detto questo le sfilò gli slip. Era rimasta vestita anche troppo.
Le allargò con le mani le cosce, e abbassò la testa sulla fica.
Il profumo che emanava era molto promettente.
Con le dita si fece spazio tra le grandi labbra, e le leccò il clitoride tenendo la lingua rigida e a punta.
Ci vollero pochissimi istanti perché Raf gridasse di un piacere forte e desiderato.

“Siiii, cosi, non fermarti”.
Continuando a leccarla con un ritmo blando, le infilò un dito dentro, trovandole subito il bottoncino. I gemiti si fecero ancora più forti.
Le dita diventarono prima due, poi tre. Tentò di infilare anche il quarto ma si rese conto che non era così allenata.
Mosse le dita con forza, mentre continuava a leccarle il clitoride. Si rese conto che era già molto vicina all’orgasmo.
Sfilò le dita e ritirò la lingua, lasciandola ad un passo dal piacere, e solo con l’aiuto del suo lubrificante naturale le infilò due dita nell’altro buco.

Era già abbastanza allenato, lo sapeva.
Raf tirò su il bacino per aiutarlo nell’operazione, così mentre Max le muoveva con forza le dita nel culo ricominciò a leccarle il clitoride.
Le urla di piacere si fecero di nuovo forti.
Raf gemeva, riversa sul divano di pelle nera, mentre Max sentiva il cazzo scoppiargli nei pantaloni.
Solo un orgasmo, si disse, mia bella e dolce troietta, e poi mi servirai a dovere.

Decise di accelerare i tempi.
Insieme alle dita nel culo aggiunse tre dita nella fica, e con due colpi di lingua sul clitoride la sentì arrivare di un orgasmo fortissimo. Continuò a leccarla e a muovere le dita finché non la sentì arrendersi.
Si allontanò da lei per guardarla. Aveva perso l’aria innocente. Adesso, così abbandonata e nuda, umida dei suoi stessi umori e del suo stesso orgasmo, era esattamente come l’aveva sempre sognata.

“Sei un lurido bastardo – disse sorridendo sensuale – mi hai fatta davvero morire. Mi sa che dovrò darmi da fare per compensarti”.
Detto questo si alzò in piedi e lo invitò a prendere il suo posto.
Gli si inginocchiò ai piedi, e gli sganciò i pantaloni gonfi.
Quando gli ebbe abbassato anche le mutande Raf si ritrovò faccia a faccia con un cazzo di dimensioni così notevoli che non ne aveva mai visto uno.

Max sapeva che le donne facevano facce strane quando gli vedevano il cazzo per la prima volta, ma Raf ebbe un guizzo di gioia quasi comico.
Lo prese tra le mani e lo accolse in bocca gustandolo come un dolce tanto atteso. Max capì fin da subito che Raf lo avrebbe fatto divertire
La sua novellina71 non era affatto novellina. Gli succhiò con tale foga la cappella da fargli quasi male, ma il piacere fu incredibilmente forte.

La vide staccarsi, e tirare fuori la lingua. Gli leccò tutta la lunghezza dell’asta, e rimase a lungo a giocare con la punta della lingua sulla cappella.
Max la guardava estasiato.
Non era mai stato un problema, per lui, trovare qualche troia di passaggio che gli facesse un bel pompino, ma poche volte aveva visto quella devozione, quel piacere innato nel farlo. Gli era venuta voglia di leccargliela ancora, ma decise che voleva godersi un po lo spettacolo.

Raf lo prese di nuovo in bocca; le dimensioni erano così notevoli che prenderlo tutto era impossibile, ma si impegnò ed usare anche le mani per coprirglielo tutto. Succhiava in modo preciso e costante, aiutandosi con le mani. Max le appoggiò la mano sulla testa, e sentirla muovere lo fece godere ancora di più.
Quando si rese conto di essere quasi al limite le allontanò la testa.
“Finiscimi con una sega, tesoro – le disse roco col sorriso sulle labbra – voglio vederti ubbidiente”.

Raf continuò con le sole mani, e ben presto un caldo fiotto di sborra finì sulla pancia e sul petto di Max.
“Adesso sai che fare”
E Raf si chinò per leccarlo senza neppure replicare.
Assaporò con gusto il seme di Max, era salato e aspro, ma gradevole.
Quando ebbe finito di leccargli pancia e petto, Raf era di nuovo estremamente eccitata.
Max si alzò subito, come se l’orgasmo non avesse lasciato segni su di lui, e le tese le mani.

“Voglio andare in camera, tesoro – le disse – i miei giocattolini li tengo di la”.
In camera, dove troneggiava un bellissimo letto Flou in legno wengè, c’erano molte candele accese, alcune profumate, e l’atmosfera era incredibilmente eccitante.
Max si diresse sul comodino a lato, ed aprì un cassetto pieno di aggetti sessuali di tutti i tipi.
“Adesso ti esibirai per me per farmelo tornare in tiro, ok? Scegli cosa ti piace di più di tutta questa roba”.

Trovò uno stimolatore uguale a quello che aveva anche lei a casa.
Max si inginocchiò sul bordo del letto, lei gli si stese davanti spalancando le gambe e guardandolo eccitata.
Prese il giocattolino e lo penetrò a fondo nella fica bagnatissima.
Max deglutì. Aveva già voglia di entrare in lei. Il suo cazzo cominciava già a dare segni di vita, ed erano passati pochi minuti.
Lei accese con il tasto la vibrazione ed appoggiò la parte zigrinata al clitoride.

Il piacere arrivò forte, soprattutto per lo sguardo eccitato di Max che la guardava masturbarsi.
Gemette un po’ più forte del necessario, e lo guardò vogliosa mentre si masturbava con quell’aggeggio infernale.
Arrivò in pochissimi istanti, aveva messo la vibrazione al massimo e lo sguardo eccitato di Max che la guardava l’aveva eccitata furiosamente.
Decise di aspettare qualche istante prima di ricominciare, e le si stese accanto. Raf gli si accoccolò contro, e lui le cinse la vita con le braccia.

Averla li a disposizione era veramente bello.
Sapeva che lei si aspettava molto da quell’incontro, perché aveva dovuto affrontare tante cose per quei due giorni di sesso.
Le baciò con dolcezza le labbra che avevano ancora il sapore del suo sperma. Le era grato per quella dimostrazione di ubbidienza che aveva fatto prima. Sapeva quanto lei odiasse leccare lo sperma.
“Quanto resti, tesoro?”
“Domani pomeriggio alle tre ho l’aereo per Pisa”.

“Ho tutto il tempo per farti davvero vedere chi sono”
“Vale anche per me. Io resterò la tua novellina, ma quando sarò uscita da qui voglio poter dire che ho fatto tutto quello che fanno le mie protagoniste”.
Max rise di gusto.
Le sue protagoniste.
Ne aveva lette tante di storie di Raf, alcune erano così hot che le aveva lette in compagnia di qualche calda compagnia per recitarle dal vivo.

Scriveva in maniera semplice e diretta.
Una volta gli aveva dedicato una storia per il suo compleanno, e al termine si era dovuto fare una sega dalla disperata eccitazione.
“Cosa ti aspetti davvero da me?”
“Voglio che tu mi faccia tutto quello che scrivo”.
Max fu felice di aver fatto quella chiacchierata in ufficio, quel mattino. Sapeva che Raf gli sarebbe stata grata.
Fu Raf a riprendere i giochi.

Cominciò a leccargli con dolcezza il collo e le spalle, a succhiargli i capezzoli, e quando arrivò al sesso lo prese di nuovo in bocca.
Lo succhiò per qualche minuto, avvicinandolo e allontanandolo a piacere dall’orgasmo, poi glielo imprigionò tra le tette, e cominciò a fargli scorrere il cazzo nel mezzo.
Lo spettacolo che gli offrì fece eccitare Max al punto di non ritorno.
Fu semplice e chiaro per entrambi che adesso era ora di smettere di giocare.

Max andò al cassetto e tirò fuori un doppio fallo.
Raf lo guardò sorridendo, tremando dall’eccitazione.
Mise un po’ di lubrificante sul fallo più piccolo, e la invitò a mettersi a quattro zampe. Lei si mise in posizione, tirando bene su il culo ed aprendo bene le cosce.
Max si concedette qualche secondo di panorama.
Aveva un culo fantastico.
La fica rasata di fresco era semplicemente uno spettacolo.

Offertagli così non poté fare a meno di leccarle prima la fica, e le infilò a lungo la lingua dentro, poi le leccò il secondo buco, usando saliva e lubrificante naturale finche non riuscì a penetrarla con la lingua stessa. Sentì la ragazza gemere ed implorare il suo nome, e la vide strusciarglisi contro il viso. La leccò ancora a lungo, aprendole con forza le natiche e penetrandola a fondo con la lingua nel buco secondario.

Non voleva farla arrivare così, ma si rese conto che ormai era vicina.
Così si staccò da lei e le dette una forte pacca sul sedere.
Raf sussultò al dolore della natica.
“Non volevo farti male a caso, tesoro – le disse con voce pacata – eri troppo vicina all’orgasmo”.
Detto questo prese di nuovo in mano il doppio fallo e la penetrò contemporaneamente nella fica e nel culo.

Raf non resistette a lungo al piacere. Si dimenò con forza, gridò e gemette a pieni polmoni. Per completare l’opera, Max si stese ed infilò la testa sotto il bacino, in modo da avere la possibilità di leccarle il clitoride.
Il piacere scoppiò violento, e mentre arrivava contemporaneamente dal clitoride e dal culo, sognò di essere con tre uomini diversi, e che tutti e tre la stavano scopando.
Le ci volle qualche minuto per tornare in se.

Max si era steso accanto a lei, e la osservava respirare affannata, stesa sul ventre, con le gambe ancora aperte.
Raf sentì una mano accarezzarle dolcemente il viso.
L’orologio sul comodino le fece notare che stavano facendo sesso da due ore. Si girò e si stese di schiena. Il seno le si abbassava ed alzava ritmicamente.
“Sei stato magnifico, Max. Mi hai fatta letteralmente andare fuori di testa”
“Tu ti stai concedendo a me completamente.

Sei tu la magnifica”.
Detto questo le si stese sopra.
Aveva l’impellente bisogno di scoparsela. Non aveva ancora deciso se l’avrebbe scopata dal culo o no, ma quando l’aveva leccata aveva sentito un culetto ancora poco sfruttato. Sinonimo di piacere forte e sicuro.
“Che ne dici se adesso mi godo un po’ il tuo culo?”
Raf sorrise. Averlo addosso era veramente eccitante e bellissimo.
Max era un uomo estremamente dolce e gentile, ma aveva un’esperienza in campo sessuale da far impallidire chiunque.

Sembrava impossibile, ma lui sapeva sempre cosa fare, quando fare, dove e come premere, come e quanto leccare. Ma soprattutto conosceva sempre la donna che aveva davanti.
E Raf era una di quelle che preferiva.
Era la classica donna alla quale piace il sesso, in tutte le sue forme.
Suo marito non l’aveva saputa sfruttare, la sua possibilità.
Adesso toccava a lui premere i tasti giusti ed ottenere tutto.
Perché, sapeva bene, che gli avrebbe concesso tutto.

Prese il lubrificante e lo mise sul culo di lei, poi le prese le gambe sotto le ginocchia e se la avvicinò.
Senza quasi aiuto delle mani la penetrò, infilando fino in fondo il suo cazzo nel buco più stretto.
Cominciò subito a sbatterla con forza, riuscendo a malapena a contenersi. Aveva il culo ancora stretto, che lo riempiva di piacere.
D’altra parte per Raf avere a che fare con un cazzo così grosso era magnifico.

Si sentì completamente riempita per un buon po’, finché non si rese conto che avrebbe dato qualsiasi cosa per averne uno anche davanti. Senza minimamente vergognarsi sussurrò
“Ti avanzerebbe mica qualche vibratore per scoparmi anche la fica mentre ti dai da fare col mio lato B?”
Max sorrise deliziato dalla richiesta.
“Vuoi finalmente una doppia come dici tu? Cazzo vero in culo e vibro in passera? Lo sai che non chiedo altro che accontentare tutte le tue richieste, tesoro”.

Senza prendersi la briga di uscirle dal culo, si avvicinò al cassetto e ne tirò fuori un vibratore di dimensioni ragguardevoli. Si fermò solo un istante, il tempo per penetrarla col vibratore, poi ricominciò a sbatterla con violenza, ed ogni colpo di bacino erano due colpi per Raf, due piaceri forti che si mischiavano.
Il volto di lei era sfigurato dal piacere, poteva quasi toccarli i sogni che stava facendo.
“Lo so che sogni un altro uomo, con noi – disse lui gemendo – sogna pure, godi delle tue fantasie e dei cazzi che ti stanno scopando.

Stasera ci sei tu al centro dell’attenzione. Goditela, tesoro, goditela”.
Le parole di Max la fecero arrivare all’orgasmo senza riuscire a trattenersi oltre. Dopo pochi minuti Max le scaricò completamente dentro il culo tutto il seme accumulato.
Di solito non premeva mai per fare una terza ravvicinata, ma quando tornò dal bagno con il sesso completamente pulito, si rese conto che, invece, quella volta avrebbe insistito.
Raf era ancora stesa sul dorso, le gambe spalancate e le mani adagiate sulla pancia.

Aveva entrambi i buchi ancora dilatati, dal “lato B” come diceva lei, stava uscendo un filo di sperma. Max si chinò su di lei e glielo leccò via. A giudicare dal gemito non doveva essere passata nemmeno a lei la voglia.
“Che dici, ci facciamo una cenetta frugale?”
Raf annuì con gusto. Aveva giusto una discreta fame.
“Cucino per te?”
“Oh, no! Sei mia ospite, dolcezza. Tutto quello che devi fare per me è rendermi felice”.

La cena era già pronta, era tutta nelle pentole appoggiate sui fornelli.
Non si erano vestiti, e cenarono completamente nudi, seduti su degli asciugamani che aveva portato Max dal guardaroba.
La cena fu squisita.
“Non cucino io – disse Max – ho una domestica tuttofare, che oggi ha avuto una giornata di festa in più che non si aspettava… mi sono fatto fare cena per due”.
Dal frigo tirò fuori anche un ottimo dolce, che mangiarono con gusto.

Poi a Max, finito il dolce, venne voglia di panna.
Ne aveva una ciotola in frigo, perfettamente montata e zuccherata.
Tirò fuori la ciotola dal frigo e sparecchiò la tavola. Poi chiamò a se Raf e la invitò a sedersi sul tavolo di fronte a lui.
Raf si sedette sul bordo del tavolo, con le gambe ben aperte e le mani appoggiate dietro al culo, in modo da offrirglisi completamente.

Aveva appoggiato i piedi a due sedie appositamente messe a quello scopo.
Max la guardò in quella posizione, e sentì il cazzo fargli una impennata.
Avrebbe giocato ancora un po, con lei. Aveva ancora tanta voglia di insegnarle.
Prese un cucchiaio di panna e glielo stese su una spalla, poi gliela leccò voluttuosamente. Raf gemette.
Ne prese ancora un po, gliela posò su un capezzolo, e gliela leccò con la lingua, facendola roteare a lungo attorno alla punta turgida.

Raf sospirò ancora e gemette. Max capì che le piaceva.
Prese la panna con la mano, e gliela stese sui seni e sul ventre, per poi cominciare a leccargliela con devozione. Ogni centimetro di panna era un sospiro roco e profondo di Raf.
Max la fece stendere sulla schiena, col culo ancora sul bordo e le gambe ben aperte, e le spalmò la panna su tutto il sesso. Quando prese a leccargliela Raf gridò di piacere, un piacere forte ed intenso.

Gliela leccò a lungo, indugiando sul clitoride ormai gonfio e rosso, e sulla fica bagnata e profumata. Max infilò tre dita dentro e le mosse con forza.
“Adesso di cosa avresti voglia?”
Raf cercava di trovare il modo di parlare tra un gemito ed un altro, ma non era semplice con tre dita che la scopavano ed un altro dito di un’altra mano che le stuzzicava il clitoride.
“Adesso scopami – disse perentoria – voglio sentire quanto davvero è grosso il tuo cazzo dentro la mia fichetta poco allenata”.

Max la prese per le gambe e con un unico colpo forte e secco la penetrò fino in fondo. Restò qualche istante fermo, sentendo il sesso di lei avvolgerlo come un guanto. Era eccitatissima eppure la sua fica era davvero stretta. Quella era una piacevole scoperta.
La tenne per le gambe, e cominciò a sbatterla con decisione, scopandola con forza e determinazione.
“Si, così mi piace, tesoro – disse Raf gemendo – voglio sentire un cazzo vero che mi scopa forte, che mi vuole davvero sbattere, siiiiii”.

Max godeva nel sentirla parlare, nel sentirla godere e lasciarsi completamente andare.
“A me piace sbatterti, come si sbattono le vere donne, quelle donne che vogliono godere e che vogliono scopare”.
“Si tesoro, scopami, scopami, scopami con il tuo fantastico cazzone, ti prego non fermarti mai”.
Max doveva davvero far forza per non avvicinarsi troppo, tra la posizione fantastica per cui vedeva il suo cazzo affondare dentro di lei, la fica stretta che lo massaggiava meravigliosamente, le parole infuocate di Raf… tutto complottava per non farlo resistere a lungo.

“Vorrei poterti sbattere per sempre, tesoro, vorrei non uscire mai da questa fica, vorrei poterti far godere ogni minuto della tua vita”
“Fammi godere adesso, tesoro, fammi sentire che uomo sei, come scopi e come sbatti le tue donne, perché anche io adesso sono la tua donna”.
Max aumentò ulteriormente forza e velocità delle spinte. Il tavolo era fortunatamente un massiccio e pesante tavolo in legno.
Raf si sentiva piena di lui, delle sue attenzioni, delle sue parole, del suo cazzo grande e del modo unico in cui lo usava.

Senza rendersene conto arrivò all’orgasmo. Lo guardò stupita, non le era mai accaduto, per arrivare era sempre dovuta ricorrere al clitoride. Era la prima volta che arrivava all’orgasmo con una scopata.
Max si accorse del breve smarrimento della sua compagna.
“Basta avere pazienza, piccola, e tutto si risolve, come vedi”.
La sbatté sul tavolo di cucina ancora a lungo, facendola arrivare altre due volte, poi alla fine decise di arrivare anche lui, e decise di arrivarle dentro.

Non era una cosa che faceva spesso, a lui piaceva eiaculare sulle tette delle sue donne, ma Raf meritava un trattamento migliore.
Lasciò che ogni goccia del suo sperma si depositasse nella sua fica, poi la abbracciò stretta.
“Sei meravigliosa, Novellina. Mi fai perdere la testa”.
Tornarono in camera, e dopo essersi entrambi lavati si coricarono.
Max si sentì abbracciare nel buio.
“Mi mancherai moltissimo”
“Lo sai che ci sono dei limiti che non possiamo superare”
“Lo sappiamo entrambi, ma in questi due giorni i limiti non ci sono.

Ci saranno dopo”.
“Sei tu quella che ha problemi, io sono libero”.
“Io non ho problemi. Io ho famiglia, e lo sai. Sai che amo mio marito e mia figlia, che amo la mia famiglia e tutta la mia vita”.
Max annuì nel buio.
L’ennesima donna sessualmente insoddisfatta.
Uomini disattenti, poco inclini a perdere tempo a guardare un film porno col la propria moglie, o a comprare qualche gioco erotico od un capo di biancheria speciale.

Forse con una donna accanto a vita si sarebbe comportato anche lui così, ma lui per scelta non voleva una sola donna. Lui voleva essere libero di potersi scopare chiunque avesse voluto.
Con Novellina le cose erano sempre state un po speciali.
“Sai che nemmeno io potrei amarti…”
“E’ per questo che ho deciso di venire. Volevo che fossi tu, e nessun altro”
“Lo avevi sempre detto che se tu avessi voluto fare una scappatella avresti scelto me.

Ma mi spieghi cos’è accaduto?”
Raf rimase un attimo in silenzio.
“Non ti deve interessare. Adesso sono qui. A tua disposizione fino alle tre di domani. Questo è tutto quello che saprai”.
“In ogni caso grazie della fiducia che mi hai dimostrato venendo qui. Potevo essere un qualsiasi cialtrone che ti ha raccontato un sacco di bugie, e ne hai incontrati tanti di questo tipo, in chat”
“Io sapevo che tu non eri così.

Io ti voglio bene, Max, te ne voglio davvero. Te lo dissi che io non riesco a scindere sesso e sentimenti, e che io fondamentalmente scopo con la testa e col cuore… se non provassi affetto per te non mi sarebbe mai riuscito neppure bagnarmi”
Max si girò e la abbracciò. Se la stese sotto il suo corpo, e le accarezzò con dolcezza la curva dei seni e l’incavo del collo.
Era di nuovo in erezione.

Aveva di nuovo voglia di scoparla, quella volta però non era solo sesso. Quella volta anche lui avrebbe scopato col cuore. Le allargò le gambe con le ginocchia, e la penetrò con dolcezza.
Raf lo accolse abbracciandolo e baciandolo a lungo sulle labbra.
Fecero qualcosa che non fu sesso, ma non fu nemmeno amore.
Fu un atto di tenerezza estrema, dove il piacere fisico si sciolse con il piacere morale, col la vicinanza, con la complicità e l’affetto.

“Sono felice che tu domani vada via” disse Max ancora dentro di lei, anche se ormai era arrivato da qualche minuto.
Il cazzo gli era ormai tornato piccolo e probabilmente, per quella sera, dopo la quarta volta, avrebbe preteso riposo assoluto.
Raf continuava a passargli le dita sui muscoli della schiena.
A quelle parole si irrigidì.
“Cosa significa?”
“Significa che potresti essere una donna per la quale potrei perdere la testa.

Che se tu rimanessi a lungo a Milano probabilmente mi potrei innamorare di te”.
“L’amore tra di noi non era compreso”
Max rise di gusto
“L’amore non è mai compreso e mai gradito, almeno per me. Per questo ti dico menomale vai via”.
Rimasero uniti e si addormentarono poco dopo, scivolando ognuno nei propri sogni.

Il mattino dopo Raf si svegliò da sola nel grande letto dalle lenzuola rosse di seta.

Si godette il fresco contatto della stoffa sulla pelle nuda, e si scoprì già eccitata al solo pensiero che Max era in quella stessa casa.
Si stiracchiò dolcemente, poi scese dal letto. In terra trovò un paio di deliziose pantofole di seta nera con ricami giapponesi, mentre in fondo al letto era stata deposta con cura una vestaglia in seta nera, con gli stessi ricami delle pantofole. La infilò direttamente sul corpo nudo, infilò le pantofole e si diresse in bagno, dove fece una lunga doccia.

Max non aveva mancato di farle trovare un accappatoio nuovo, ed un bagnoschiuma speziato al profumo di sandalo ed ylang ylang.
Ne uscì profumata e rinvigorita. L’orologio del bagno segnava le 8. 30, il pensiero di avere ancora tanto tempo a disposizione non fece che eccitarla ancora di più. Mentre si lavava non aveva potuto fare a meno di concedersi un piccolo massaggio supplementare alla fica, senza arrivare.
Adesso, con la vestaglia di seta e le pantofole ai piedi, si incamminò nel corridoio che conduceva alla cucina.

Ad ogni passo poteva avvertire l’aria che le passava sulla fica bagnatissima. Era sicura di aver fatto un favore a Max, quando avrebbe scoperto che era già pronta per lui.
Si affacciò alla cucina illuminata dal sole con sensualità ma si accorse che Max non era solo. Seduto ad un lato del tavolino, con una tazza di caffè di fronte, c’era un ragazzo.
Raf trasalì alla scoperta. Max le andò incontro, intuendo il suo stupore.

La abbracciò discreto e la baciò sulle guance.
“Questo è il mio braccio destro Federico. Lavora con me da cinque anni, ed è un ragazzo estremamente in gamba. Probabilmente sarà quello che mi darà una pedata nel culo quando sarò vecchio!”
Federico rise e si alzò per salutare Raf.
Era alto almeno quanto Max, con un fisico asciutto e muscoloso, messo in risalto da una maglietta bianca e nera aderente di D&G, ed indossava un paio di pantaloni a vita bassa che sottolineavano il culo perfetto.

Raf gli tese la mano, un po in imbarazzo dal pensiero di essere praticamente nuda di fronte ad uno sconosciuto.
Fede la guardò a lungo. Max lo aveva avvisato che non era una delle solite troie da monta, e che non era nemmeno una di quelle strafighe.
Era una bella donna, in carne, la vestaglia di seta conteneva a stento i suoi seni generosi ed i suoi fianchi. Una donna così Fede non l’aveva mai neppure sfiorata.

Aveva avuto paura di non eccitarsi nemmeno, quando l’avrebbe vista. La descrizione che ne aveva fatto il suo capo era decisamente inferiore alla realtà.
Più che altro aveva un odore da far girare la testa. Quando le si era avvicinato aveva sentito subito che sarebbe stato estremamente facile e piacevole eccitarsi.
Raf si sedette, e Max le servì una colazione perfetta, cappuccino non bollente ed una sfoglia alla crema ancora calda.
Mangiò con appetito, accompagnata dalle chiacchiere frivole di Max e Fede, alle quali non partecipò più che altro per imbarazzo.

Fede era decisamente quello che si dice un bellissimo ragazzo.
Mai Raf aveva avuto a che fare con tipi così belli, se non per amicizia. Era una categoria che non si era mai potuta e voluta permettere.
Fede ogni tanto la guardava e le sorrideva con un certo calore, lei rispondeva abbassando lo sguardo e sorridendo.
Se non fosse stato per la presenza di Max, avrebbe pensato che Fede stava spudoratamente flirtando con lei.

Ma come poteva permettersi di fare una cosa simile con il padrone di casa presente?
Quando la colazione fu terminata, Raf si alzò e tornò in bagno, dove si lavò i denti e raccolse i lunghi capelli rossi in una semplice coda di cavallo.
Uscì dal bagno e fuori dalla porta trovò Federico che la stava aspettando, appoggiato alla parete. Le andò incontro e la prese per le spalle, per poi appoggiarla al muro e guardarla con attenzione.

Raf non ebbe il tempo di dire nulla che le aveva già sciolto il nodo della vestaglia, e la sua prorompente nudità venne allo scoperto.
Raf stava ansimando, per la sorpresa e l’imbarazzo.
“Federico, come ti salta in mente?”
Fu la voce di Max a risponderle.
Era improvvisamente spuntato dietro a Federico.
Raf per un attimo non riuscì a capire.
Poi fu chiaro.
“Gliel’ho dato io il permesso.

Avevo voglia di vederti scopare con un altro uomo in mia presenza. Ti va? Se non vuoi hai solo da dirlo, tesoro”.
Raf guardò Fede, che le stava di fronte con uno sguardo chiaramente eccitato. Il tocco delle mani sulle spalle era forte e deciso. Probabilmente scopava bene almeno quanto Max.
“Si, mi va” disse in un soffio.
“Ho anche un’altra cosa da chiederti. Hai voglia di farti shittare delle foto? Voglio godermi lo spettacolo e potermelo rigodere”
Raf annuì, con la testa che le girava dall’eccitazione.

Aveva due uomini.
Insieme.
Fede le fece scorrere le mani lungo il seno ed i fianchi. La vestaglia scivolò lungo le braccia e si ritrovò nuda di fronte ad un perfetto estraneo. Era eccitata come poche volte era stata in vita sua.
Fede chinò la testa per succhiarle un capezzolo, mentre con una mano le afferrò con forza una natica.
Il fresco del muro a contatto con la schiena era l’unica cosa che teneva Raf nel mondo reale.

Levò la maglia di Federico con un gesto perentorio, e con altrettanta passione gli sbottonò i pantaloni.
Glieli calò assieme ai boxer aderentissimi, liberando un cazzo di dimensioni pari a quelle di Max. Gli si inginocchiò di fronte ed accolse in bocca quel sesso sconosciuto, di quel ragazzo sconosciuto, mentre Max era tornato con la macchina fotografica ed aveva cominciato a shittare foto.
Fede grugnì di piacere al contatto della lingua. Era probabilmente una ottima pompinara, sapeva perfettamente come farlo godere, un uomo.

Lo fece arrivare velocemente, in pochissimi istanti, e si fece arrivare in bocca senza darsi troppi problemi.
Quando si staccò Fede la vide sorridergli.
Era indubbiamente una bella donna, eccitante e disinibita.
La condusse in camera deve la invitò a stendersi.
Max si sedette sulla poltroncina in fondo alla stanza, con la sua macchina fotografica al collo. Vedere Raf con un altro uomo gli piaceva moltissimo.
E Raf era evidentemente felice di farsi anche il suo braccio destro.

Fede le spalancò le cosce con le mani, ed ammirò la fica perfettamente rasata, già umida e rossa.
“Ti è piaciuto farmi quel pompino?”
Fede era incredibilmente diretto. Quasi più di Max.
“Si, mi è piaciuto molto”
“E ti è piaciuto farti arrivare in bocca?”
“Certo, l’ho voluto io”.
Raf fece scorrere lo sguardo sul corpo di Fede e vide che aveva di nuovo il cazzo in tiro. Gli era bastato veramente un nulla per eccitarsi ancora.

I suoi tempi di ripresa erano incredibilmente brevi, al pari di quelli di Max.
Fede si girò verso Max, che non aveva ancora shittato nessuna foto in camera, e gli fece un sorriso eloquente.
Probabilmente non era la prima volta che scopavano la stessa donna insieme. Quel pensiero non fece altro che eccitare ancor di più Raf.
“Se vuoi shittare qualche bella foto avvicinati, adesso la faccio divertire”.
Detto questo Fede si chinò verso il sesso di Raf, e la annusò profondamente.

Aveva un odore da far girare la testa.
Tirò fuori quanta più lingua poteva e cominciò a leccarla freneticamente. Max shittò diverse foto a ripetizione, e si rese conto che il suo cazzo gli stava esplodendo nei pantaloni.
Sentire Raf che gemeva e gridava di piacere con un altro uomo, di fronte a lui, lo eccitava da morire.
Fede si stava dando da fare come poche volte lo aveva visto fare.

Era molto selettivo, e non amava molto i preliminari.
Riuscire ad immortalarlo mentre si dedicava con tanta passione a leccare una fica era una vittoria anche per Max.
Raf gridò di piacere, ogni stoccata di lingua era ben dosata, della forza giusta. Fede si accompagnò con due dita nella fica, e cominciò a muoverle con forza dentro di lei.
I gemiti divennero grida. Fede sapeva esattamente cosa fare. La condusse all’orgasmo in pochi istanti, e continuò a leccarla finche non la sentì arrendersi al piacere.

Fede ormai era così eccitato da non riuscire neppure a pensare.
Aveva solo una cosa in testa, scoparla.
Attese pochissimi istanti, poi le si mise sopra e la penetrò con forza.
Max si avvicinò, e shitto a raffica foto del cazzo di Fede che entrava nella fica della sua amante.
Max era così eccitato che avrebbe già voluto partecipare.
Ma non era ancora arrivato il suo momento.
Sapeva che Fede aveva tempi di recupero migliori dei suoi, e che la sua migliore era la terza.

Continuò a shittare, godendosi lo spettacolo unico che gli stavano offrendo in quel momento.
Fede lo stata stupendo sempre di più, stava scopando ben oltre le sue potenzialità. Gemeva con voce roca e maschia, e il fatto che Raf lo avesse afferrato alle natiche non sembrava affatto dargli noia. Anzi.
Max li guardò eccitato, si fece da parte facendosi forza, cercando di godere nel vedere un altro uomo che scopava la sua Novellina.

Fede le arrivò dentro. Max si congratulò dentro di se col ragazzo.
Aveva capito da solo che Raf non era di quelle da sborrata sulle tette.
Si alzò dal corpo della ragazza e si stese accanto a lei, che rimase stesa di schiena con le cosce ancora spalancate.
Max, a quel punto posò la macchina fotografica e si spogliò.
Raggiunse Fede e Raf sul letto, che si stavano ancora riprendendo dalla magnifica scopata appena conclusa.

C’era un patto preciso tra Max e Fede. Dovevano completamente ignorarsi. Erano entrambi estremamente eterosessuali, la sola idea di fare qualcosa tra loro li schifava al punto da fargli diventare il cazzo minuscolo. Solo che molte delle amiche di Max sognavano di essere scopate da due uomini contemporaneamente, spesso erano proprio loro a chiederglielo, e per caso aveva scoperto che Fede era uno che sguazzava benissimo nelle orgette a tre. Era un ragazzo giovane e molto bello, aitante, sportivo, molto pulito, con un bell’arnese a disposizione che sapeva usare molto bene.

Inoltre aveva delle capacità di recupero degne di un ragazzo di 32 anni. Era accaduto ormai già una ventina di volte che si ritrovassero a fare una orgetta con una delle troie di passaggio di Max, una delle tante donne che erano passate dal suo letto.
Ma quella volta sapevano entrambi che c’era qualcosa di diverso.
Raf si ritrovò con i due uomini a fianco.
Non le ci volle molto per capire le intenzioni di Max.

Quante volte gli aveva detto che avrebbe voluto fare una vera doppia.
Con due cazzi veri.
Gliel’aveva servita.
Fede ormai era di nuovo in tiro, pazzescamente quella volta si era eccitato al solo pensiero di fare una doppia a quella splendida donna.
Le si avvicinò e la baciò a lungo sulle labbra. Aveva le labbra morbide e carnose, delicatamente profumate. Le succhiò lentamente una ad una, mentre sentì che Max agiva con la bocca da qualche altra parte.

Infatti la senti mugolare contro la sua bocca, e capì che Max la stava leccando.
Fede si staccò dalle labbra e cominciò a succhiarle i capezzoli turgidi, mentre Max continuava a succhiarle il clitoride.
Raf era in preda ad un piacere che rischiava di farla rimanere senza fiato. I due uomini si davano da fare su di lei, e lei era al centro dell’universo, in un turbine estremo di piacere e di lussuria.

Fu fede a staccarsi dai sui seni. Si stese sulla schiena e le prese una mano.
“Adesso, mia dolce amica, cavalcami per bene. Fammi vedere quanto sei brava a scoparmi”.
Raf gli montò sopra, e lasciò che il sesso di Fede le entrasse di nuovo dentro. La sensazione fu bellissima. Appoggiò le mani al petto muscoloso del giovane ragazzo, e si mosse con forza, in una cavalcata ai limiti del piacere.

Max la guardò scopare ancora col suo braccio destro. Poi gli si mise dietro, la abbracciò alla vita e le fece appoggiare le spalle al suo petto.
Raf ce lo aveva dietro, poteva sentire l’alito caldo di Max sulla sua nuca.
“Adesso faremo finalmente quello che hai sognato per tanto tempo, tesoro. Come vedi stai scopando con un ragazzo giovane con un cazzone notevole. Io invece entrerò nel tuo adorabile culetto, e ti scoperemo insieme, e ti arriveremo dentro insieme”.

Detto questo la fece stendere completamente sul corpo di Fede, che la accolse tra le braccia baciandole le labbra e succhiandole la lingua voluttuosamente. Max si era già coperto il sesso di lubrificante, così appoggiò la punta al culo di lei e lasciò che entrasse senza troppi problemi.
Il gemito arrivò subito, fortissimo, sensuale, caotico.
Era nel mezzo, con i due cazzi entrambi dentro di lei. I due uomini la stavano entrambi coccolando, in attesa che uno dei due cominciasse le danze.

E fu proprio Max ad iniziare a muoversi, senza preliminari, cominciò subito a sbatterla con forza, come era abituato a fare, quasi con rabbia. Fede si mosse in controtempo, per compensare le spinte di Max.
Raf godeva di un piacere inaspettato e fortissimo, qualcosa di unico e speciale, un’esperienza difficile anche da vivere.
Arrivò dopo pochissime spinte, e gli orgasmi cominciarono a susseguirsi senza freni, prima dalla fica, poi dal culo, un crescendo di piacere che la stavano facendo gridare senza ormai nessun freno.

Fede si godeva la scena, il volto della ragazza era trasformato dal piacere, dal godimento estremo, dalla consapevolezza di quello che stava facendo.
Si godette il suo ruolo quasi passivo finche non riuscì più a contenersi, e le arrivò di nuovo dentro. Max le arrivò dentro a sua volta poche spinte dopo Fede. Quando si staccarono da lei Raf rimase qualche minuto stesa sulla schiena, completamente abbandonata e felice.
Aveva avuto la sua meravigliosa e desiderata doppia.

Max le si stese accanto, magicamente Fede svanì nel nulla.
“Sapevo di renderti felice, tesoro”
“Mi hai fatto un regalo stupendo”
“Difficile vedere una donna tanto appassionata, ma con la tua serietà”
“Lo sai che tutto sommato sono una brava ragazza”
“Il fatto che ti abbiamo scopata in due non rende te una cattiva ragazza, tesoro… ti rende solo diversa, più completa”
“Era quello che mi ci voleva, Max. Adesso potrò tornare alla mia vita di sempre con più serenità, perché so che donna sono adesso”.

“Ti piaci di più o di meno?”
“Adesso mi amo. Mi amo veramente. So di cosa sono capace, e provo un gran rispetto di me stessa”.
Max la baciò a lungo sulle labbra e poi sussurrò
“Adesso vattene, per favore. Non rimanere un minuto di più in questa casa. Se scopiamo ancora un volta non potrò mai più lasciarti andare via”.
Si baciarono a lungo, accarezzandosi e vicenda i corpi stanchi e sudati.

“Non dimenticherò mai questi due giorni, tesoro”.
Con quelle parole Max si alzò e si chiuse in bagno.
Raf si vestì in fretta.
Capì che non sarebbe riuscita a salutarlo decentemente.
Gli lasciò due brevi righe scritte ed uscì in fretta dalla casa. Non aveva neppure salutato Fede, ma sapeva che non sarebbe potuta rimanere un solo istante in più. Troppo coinvolti.
Max uscì dal bagno sospirando.
Trovò il biglietto appoggiato sul tavolo di cucina.

“Mi hai aiutata a capire, ad accettarmi, a sapere davvero cosa volere dalla vita. Non ti ringrazierò mai abbastanza, Max. Sarai per sempre il mio amante preferito”.
Max rise. Capì che non era un addio.
Fede sbucò dall’altro bagno.
Si era già rivestito.
“E’ andata via Raf?”
“Si giusto qualche istante fa”.
“Ti da fastidio se la corteggio un po in msn?”
“Perché dovrebbe darmi fastidio?”
“Perché lei è tua”
“E’ qui che ti sbagli.

Lei non è di nessuno. Lei è di se stessa e basta”.
Max sospirò di nuovo.
Scrisse un indirizzo mail.
“Voi due state bene insieme. Vi ho visti scopare davvero bene. Secondo me dovresti provarci”.
Fede si mise in tasca il biglietto, proprio mentre Raf saliva su un taxi che l’avrebbe ricondotta a casa sua.
Con una consapevolezza nuova nel cuore.

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