AUTOBUS PARTE PRIMA

IL BUS

Ho sempre ritenuto una vera e propria violenza quella che commettono alcuni uomini che, sugli autobus affollati, si posizionano dietro alle donne strusciandosi e toccandole. Ciò nondimeno mi sono sempre arrapato quando ho visto i cosiddetti “maniaci” strusciare le loro patte contro le chiappe delle malcapitate di turno ed alcuni, i più audaci, anche accarezzarle lascivamente. Però mi sono sempre chiesto, e non potendo domandarlo alle dirette interessate, non mi sono mai potuto dare una risposta, se qualcuna tra quelle che non protestano non provasse un certo piacere a sentirsi desiderata e non si eccitasse ad avere, nonostante la presenza dei vestiti, un cazzo dietro le natiche.

Un giorno io e mia moglie prendemmo l’autobus per recarci al centro per fare delle compere; il mezzo era affollatissimo, noi per fortuna riuscimmo a sederci ed in piedi immediatamente vicino a noi capitò una signora sulla quarantina alle cui spalle poco dopo si appiccicò un attempato signore, molto distinto, il quale con aria indifferente cominciò a strofinare la sua patta sul rotondo fondoschiena della signora. La donna ebbe un gesto di stizza e cambiò posto ma il “gentiluomo” non si arrese, le si portò di nuovo dietro e ricominciò con la massima naturalezza a mimare un’inculata.

La signora, che nel frattempo era diventata rossa come un peperone, sembrò rassegnarsi, non si spostò e lasciò che il maniaco continuasse il suo giochino fino a quando, raggiunta la sua fermata, scese. La scena, però, non era sfuggita a Gioia che appena scendemmo dall’autobus mi disse:”Hai visto quel porco come ha dato fastidio a quella poverina?, lei si è vergognata come una ladra mentre se qualcuno doveva vergognarsi era quel zozzo rattoso l’avrei preso a sberle sputtanandolo davanti a tutti”.

“Si, però dopo lo s**tto istintivo all’inizio non si è più spostata, penso che le sia cominciato a piacere”. “E’ inutile parlare con te, sei più depravato di loro, chi sa quante volte l’hai fatto anche tu”. “Ti giuro sul bene che ti voglio che non l’ho mai fatto, lo ritengo un atto di prepotenza inqualificabile, d’altro canto tu sai bene che io non ho mai costretto nessuno a fare cose contro la propria volontà, non è vero?”.

“Se ti riferisci a noi due, non mi hai mai costretta con la forza ma con una pressione psicologica di cui sei maestro”. “Diciamo pane a pane e vino a vino, ti ho sempre saputo eccitare e quindi hai accettato e goduto le situazioni in cui ti ho coinvolto, ed a proposito della situazione di poco fa ti assicuro che la trovo molto arrapate, impazzirei se vedessi un uomo allupato che ti struscia dietro le chiappe il suo bastone”.

“Ed io, per farti contento dovrei permettere ad un vecchio bavoso di toccarmi, ma tu sei matto, scordatelo”.
“E se invece fosse un bel ragazzo con un bel rigonfio?”.
“Allora se ne potrebbe parlare ma in genere questo è un vizio delle persone anziane, i giovani non ci pensano proprio”.
“Con il culo che ti ritrovi sono convinto che ci proverebbe anche un ragazzino, e poi non mi dire che non ti attizza l’idea di un duro bastone che ti si strofina dietro, so benissimo che la cosa che preferisci è proprio l’inculata, un giorno proviamo, se capitano vecchi bavosi lasciamo perdere ma se invece c’è un bel ragazzotto lo lascerai fare, sono convinto che ti bagnerai come quando ti fanno il culo, va bene così?, promesso?”.

“D’accordo, prometto, ma lo sai che diventi ogni giorno più porco?”.
“Sarà la vicinanza con un’adorabile maiala come te”.
Non feci trascorrere che pochi giorni e ricordai a Gioia la promessa della corsa in autobus, le consigliai una gonna a campana in seta ed una camicia.
Andammo, come due estranei, al capolinea e mentre aspettavamo il bus un ragazzo alto, ben piantato, poco più che trentenne cominciò a guardare con ammirazione la mia signora, sperai ardentemente che osasse, a Gioia non sarebbe certamente dispiaciuto.

Me lo confermò quando con un cenno gli indicai il bel fusto.
Saliti io mi sedetti e cominciai a fingere di leggere il giornale mentre Gioia, come d’accordo, rimase in piedi reggendosi al corrimano del sedile davanti al mio.
C’era poca gente ed il ragazzo, rimasto anche lui in piedi, si manteneva a debita distanza; era molto distinto quindi temetti che non avrebbe osato, invece appena cominciò a salire altra gente, fingendo di essere trasportato dalla calca, si posizionò dietro mia moglie e timidamente poggiò il suo pacco sul tondo culo di Gioia attendendo di vederne la reazione.

La mia adorabile troiana non fece una piega e quello sentendosi ben accetto cominciò a strusciare il suo bacino sull’invitante sedere della mia signora.
Cominciai ad eccitarmi, il ragazzo si stava infoiando, si vedeva chiaramente dal rigonfio dei pantaloni, che dimostrava che il cazzo gli si era indurito, e dalla maggiore sfacciataggine con cui ormai si muoveva, prima glielo passava da una natica all’altra e poi fermatosi al centro spingeva come a volerla inculare.

Tutto ciò avveniva a meno di venti centimetri dal mio viso e cominciai a immaginare la goduria del ragazzo e cosa stesse provando Gioia a quel contatto, la cosa mi arrapò tremendamente, anche il mio cazzo si era indurito, per fortuna il giornale nascondeva tutto.
Alzai gli occhi per vedere l’espressione di mia moglie, era leggermente arrossita ma si mordeva le labbra come le capita di fare quando è eccitata.
Decisi allora di guardare anche il viso del “maniaco” per verificare se tradisse qualche emozione o se, per nascondere la cosa, riuscisse ad essere imperturbabile.

Era impassibile, niente denotava l’azione del suo basso ventre, ma vedendosi osservato si scostò, lo guardai e gli strizzai l’occhio e con un breve cenno del viso gli comunicai il mio pensiero: “se alla troia piace, perché no”.
Quasi sentendosi autorizzato dal mio gesto, si girò più verso di me, forse per nascondersi meglio alla vista degli altri viaggiatori, e poi riaderì al culo di Gioia e ed in più cominciò anche a palparle la coscia tentando di raggiungere la fica.

Ma la manovra risultò troppo visibile, desistette, ma ormai era partito, quindi cominciò spudoratamente ad accarezzarle il seno.
A quel punto, vista l’intesa raggiunta, pensai di poter tranquillamente guardare.
Il rossore di Gioia era notevolmente aumentato, forse per pudore adesso non si mordicchiava più le labbra ma aveva i lineamenti tesi come li ha mentre scopa, la guardai negli occhi dove lessi tutto il piacere che provava a sentirsi oggetto del desiderio di quell’uomo infoiato alle sue spalle e conoscendola bene si leggeva anche il suo desiderio di volerlo prendere per davvero nello sfondatissimo culo.

Il ragazzo, ormai indaffaratissimo, invece aveva perso del tutto la sua compostezza, aveva gli occhi rossi e mi fece chiaramente intendere di sentirsi in estasi dietro ad una così bella zoccolona.
Ci avvicinavamo al capolinea, la gente cominciò a scendere, l’autobus si svuotava ma il giovanotto non mollava la presa, era sempre più appiccicato al culo di mia moglie la quale però compreso che il gioco era troppo sfacciato e fingendosi infastidita, si portò due sedili più avanti permettendomi comunque di osservare comodamente la scena.

Il “porco” lasciò trascorrere qualche secondo e poi con fare disinvolto si riavvicinò a Gioia le riaccostò il pacco dietro le chiappe ricominciando a strusciarglielo oscenamente.
Il traffico, nel frattempo, era bloccato e mancando due fermate al capolinea alcuni chiesero all’autista di farli scendere.
Scesero quasi tutti, sul bus rimanemmo io, Gioia, il “maiale” ed una anziana signora che era seduta sul sedile dietro al mio.
“Ma vede che schifo, lei ha notato quel maniaco come sta dando fastidio a quella povera signora, e’ da quando siamo saliti che le si e’ poggiato dietro e la tocca, quella poverina e’ diventata rossa ma per vergogna ha dovuto subire, ha visto è sposata ha la fede, e quei maiali profittano di questo, le donne preferiscono tacere per evitare uno scandalo, poveretta lei si e’ pure spostata ma il porco l’ha seguita e come vede sta’ continuando, che tempi, anche se questi tipi ci sono sempre stati, anche quando io ero giovane era la stessa cosa ma molto più velata,io comunque avevo un metodo molto efficace per far des****re quelli che ci provavano, gli mollavo una gomitata nello stomaco, e così cambiavano idea, quelli sono dei vigliacchi, profittano delle donne sole, quando vedono che c’e’ anche il marito evitano per non farsi rompere la faccia” mi bisbigliò all’orecchio la signora.

“Ho visto tutto, tanto che per un attimo ho pensato di intervenire ma poi ho pensato che non erano affari miei e poi questi tipi possono avere una reazione violenta, meglio lasciar perdere, non le pare”, le risposi.
“Ha fatto benissimo”
“E poi la signora non ha dato nessuna gomitata, può darsi che non le dispiaccia tanto” aggiunsi.
“Che le devo dire, ai tempi d’oggi non si capisce più niente,
ma sa che forse ha ragione lei, ci sono tanti posti a sedere e la signora rimane in piedi a farsi strusciare e palpare, quindi anche secondo me non le dispiace quindi sa che le dico, deve essere una signora, scusi l’espressione, un pò puttana, poverino il marito che si ritrova una moglie così”.

“Poveraccio”, commentai, ma mi arrapò tantissimo che una sconosciuta definisse puttana mia moglie, ma d’altro canto Gioia si stava comportando proprio come tale, infatti, il ragazzo visto l’autobus quasi vuoto, l’aveva leggermente piegata in avanti, le accarezzava entrambi i seni e le si muoveva oscenamente dietro mimando una vera e propria inculata.
Mi ripromisi di farle il culo appena tornati a casa, la troia stava letteralmente sbavando, ero sicuro che non desiderava altro.

L’arrivo al capolinea, con sommo rammarico di tutti e tre, mise fine al giochino, scendemmo fingendo ancora di non conoscerci ed io cominciai a seguire mia moglie a debita distanza con l’intento, come concordato, di avvicinarmi a lei appena lontani da quel posto.
Ma a questo punto ci fu un imprevisto, il furbo avendo capito che alla signora non era dispiaciuto, le si avvicinò e come mi raccontò più tardi Gioia, educatamente si presentò, dicendo di chiamarsi Ludovico e di essere un assistente universitario, e le chiese di rivederla.

Gioia, che non si aspettava un tale comportamento, restò un attimo perplessa ma si sentì anche imbarazzatissima, in quanto al centro ci conoscono quasi tutti, “non vedo perché dovremmo, buongiorno”, e lo congedò.
Ma l’uomo era deciso a raggiungere il suo scopo, non mollò, “ho una voglia matta di realizzare quello che ho sognato sul bus, lei è una donna splendida, ha un corpo stupendo e credo che la cosa, visto il suo comportamento non le dispiaccia più di tanto, o sbaglio?”.

“Sbaglia, lei ha frainteso, comunque la prego si allontani, ho un appuntamento con mio marito che è molto geloso, non mi faccia avere problemi in famiglia, la prego”, implorò mia moglie.
Vidi il ragazzo lasciare Gioia ed entrare di corsa in un negozio da dove uscì subito dopo con in mano un foglietto che lasciò cadere nella borsa di mia moglie.
“E’ il mio numero di telefono, spero ardentemente che ci ripensi e mi chiami, sei bellissima”, e si allontanò.

Quando lo vidi scomparire mi avvicinai alla mia signora, la baciai, prendemmo un taxi e senza profferire parola ritornammo a casa.
Appena entrati l’abbracciai facendole sentire il cazzo duro sotto la pancia, la baciai e le dissi: “brava troiona mia, dimmi è piaciuto anche a te?, dimmi che vi siete detti per strada”.
“Onestamente non mi aspettavo che fosse così eccitante, aveva un cazzo molto grosso e con quel pantalone di lino l’ho sentito tutto tra le chiappe, mi sono bagnata tutta” e mi raccontò cosa si erano detti.

Le sollevai la gonna ed infilai due dita nella fica, era completamente fradicia.
“Aveva ragione la signora sull’autobus, sei una signora un pò puttana”.
“Quale signora sull’autobus?”.
“Quella seduta dietro di me, ha visto tutto e quando vi siete allontanati, prima ha definito lui un maniaco ma poi quando ha riflettuto che tu con tanti posti a sedere stavi in piedi a farti palpeggiare da uno sconosciuto ha detto testualmente: deve essere una signora, scusi l’espressione, un pò puttana, poverino il marito che si ritrova una moglie così”.

“Che vergogna, lo sapevo che qualcuno ci avrebbe visto ed io rimanendo ferma avrei fatto la figura della viziosa, tutto questo sempre per fare le cose che piacciono a te, e poi anche tu ci fai la figura del poverino”.
“Lascia stare me che sono il marito più fortunato dell’universo ad avere una moglie così bella, così dolce e così zoccola, invece rispondimi: per te è stata una sofferenza?, io non credo vedendo come sei spugnata, dimmi la verità se non fossimo stati sul bus ti saresti fatta inculare?”.

“Certo, mica sono di ghiaccio, quello si muoveva proprio come se me lo stesse mettendo in culo e tu sai che è la cosa che preferisco mi facciano gli uomini”.
Parlando ci eravamo completamente spogliati ed eravamo entrati in camera da letto, mi stesi al centro del letto con il cazzo svettante e l’invitai a cavalcarmi, se lo infilò nella gnocca e cominciò a sgrillettarsi.
“Adesso mentre mi chiavi mi racconti tutte le sensazioni che hai provato e poi, stai tranquilla, ti faccio il culo”.

“All’inizio ero molto tesa, guardavo in giro per vedere se qualcuno ci stesse osservando, poi quando mi hai guardato mi sono sentita più serena, lui spingeva sempre più sfacciatamente, ad un
certo punto non ho badato più a niente, per me sul bus non c’era più nessuno ed ho cominciato ad assecondarlo strusciandomi io sul suo rigonfio, ti ho detto ho avuto la sensazione di un cazzo nudo dietro le mie chiappe e quando lui spingeva spingevo anche io come a dirgli: se tu mi vuoi inculare, io non aspetto altro”.

“Sei una grande troia, altro che un pò puttana come diceva la signora, il ragazzo ti ha fatto perdere ogni pudore, a dire il vero è un bell’uomo, ti piacerebbe scopartelo ed ovviamente farti sfondare il culo?”.
Non rispose, emise un lungo gemito, serrò le gambe e venne, poi rasserenatasi disse: “certo che me lo scoperei e mi farei fare anche il culo ma adesso sfondamelo tu, non resisto più, voglio godere con il tuo bastone sprofondato nel mio buchetto”.

“Aspetta ancora un pò, ho pensato che se il ragazzo ti piace perché non gli telefoni e fissiamo per stasera, digli di venire alla casa al mare e fondamentalmente digli che ci sarò anche io”.

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