Amore Fraterno (pt. 1)

«Devi sloggiare tra qualche ora arriva mio fratello dal paese e non voglio che ti trovi qui i miei sanno che vivo da sola».
«E… dove vado di punto in bianco?».
«Torna da tua madre sarà felicissima nel riaverti in casa non mi ha mai sopportata diceva che le avevo rubato il figlio».
«Mi stai lasciando?».
«No, è solo una cosa momentanea voglio che mio fratello Francesco, ti accetti piano – piano dopo ritornerai qui non fare quella faccia secca anche a me cosa credi?».

«Perché viene? Non poteva starsene al paese?».
«Bravo, come se vivere al sud per un ragazzo appena diplomato fosse semplice qui a Milano, ha più probabilità di trovare un posto di lavoro».
«Tu studi frequenti l’università in più lavori al pub con quei pochi soldi dovrai mantenere anche lui come farai almeno con me, dividevamo le spese».
«E’già tutto deciso i miei aumenteranno l’assegno che mi hanno sempre mandato alla fine del mese, qualcosa in più per permetterci di vivere senza grossi patemi.

Poi potrebbe anche lui arrangiarsi in qualche locale nell’attesa che venga fuori qualcos’altro». Andrea, libera l’armadio e i cassetti mette tutto in due grossi borsoni.
«Allora io vado quando ci vediamo?».
«Ti faccio sapere io ora devo andare alla stazione ciao ti amo», si danno un bacio sulle labbra. «Ancora una cosa. Dillo prima no eh!?».
«Mia madre mi ha chiamata un’ora fa quando tu eri fuori dicendomi che mio fratello era già in viaggio per venire da me che ci posso fare se sono fatti così avvisano sempre quando le cose sono già fatte».

«Ok, fammi sapere», si danno un altro bacio.

“Non ci voleva proprio questa seccatura trovare un lavoro oggi non è così semplice nemmeno a Milano città assai industriosa”. Questo pensa mentre guida la sua Panda rossa in direzione della stazione. Per Enza, separarsi dal suo ragazzo è un vero dramma lei che è abituata a fare sesso tutte le sere diversamente non si addormenta deve essere sfatta per prendere sonno. Come farà? Ma soprattutto dove dormirà Francesco? Ha una sola camera da letto e il divano è troppo piccolo per un ragazzone alto più di un metro e ottanta dove lo mette? L’unica soluzione dormire nello stesso letto.

Tanto sono fratello e sorella che male c’è? Nessuno. Solo che i suoi genitori non approverebbero. “Cazzo! Me l’avete mandato e ora che faccio lo metto in mezzo a una strada?” E’arrabbiata. Parcheggia la macchina e scende. Un marocchino si
avvicina vuole dei soldi. «Vaffanculo pure tu», lo manda a quel paese mostrandogli il dito medio. Entra nella stazione, la solita bagarre, un viavai di gente che non finisce più.

Cammina nervosamente avanti e indietro sul marciapiede numero quattro è lì che arriverà la “FRECCIA ROSSA” proveniente da Napoli.
Un signore sulla cinquantina distinto ed elegante la osserva con molta attenzione. Enza, indossa una minigonna di pelle nera dello stesso colore e materiale sono anche gli stivali che le arrivano alle ginocchia coprendole. Collant color carne. Sopra una camicia di jeans e un foulard avvolto intorno al collo capelli biondi raccolti in una coda.

È davvero una bella ragazza di ventidue anni, con l’eternità davanti. L’uomo si avvicina. «Se stai aspettando quello delle 16:50, devi pazientare ancora una ventina di minuti il treno ha avuto un guasto presso Firenze. Me la comunicato mia figlia che è su quel treno». Gli dà le spalle non si volta sbuffa e tamburella con il piede destro sul marciapiede ha le braccia incrociate. «sarai ansiosa di stringere il tuo ragazzo tra le braccia resisti ancora un po’ nel frattempo potremmo ingannare l’attesa con un’idea che mi è venuta», Enza, gira la testa e lo guarda di sbieco.

«Che cosa vuole mi lasci in pace». Il tono non è certo fraterno – amichevole. «Non essere così arrogante la mia idea potrebbe piacere anche a te soprattutto molto conveniente per una ragazza così giovane». Enza, non risponde fa un passo avanti.
«è un po’ “indecente”».
«Lo immaginavo cos’altro ci si può aspettare da voi vecchi maniaci». L’uomo abbozza un sorriso. Sono uno di fronte all’altra molto vicini. «Non sono un vecchio maniaco diciamo uno che apprezza le cose belle e tu lo sei parecchio.

Non ti chiedo né sesso orale né penetrazione quello che vorrei è mettertelo tra le cosce, tutto questo per 150 euro questa è la cifra che ti offro». Enza lo guarda storto. «Con chi pensa di avere a che fare sono una ragazza seria io cosa crede». È indignata. «Non lo metto in dubbio, ma penso che 150 euro ti farebbero comodo». Con quella cifra farebbe una gran scorta di generi alimentari poiché la dispensa è vuota e non farebbe una brutta figura con suo fratello.

Manca una settimana all’arrivo dell’assegno che gli invia suo padre e dieci giorni allo stipendio che prende al pub ed è senza un centesimo chiedere soldi ad Andrea le sembrava poco corretto dopo averlo messo fuori di casa. Che fare?
Il problema è che Enza ha le mani bucate non si sa amministrare quando ha un euro, lo spende subito senza pensare al domani.
«sto aspettando una risposta, il tempo passa tra un po’ arriva mia figlia deciditi».

«Non mi spoglio».
«Non sarà necessario. Dovrai solo sollevare un tantino la gonna già corta di per sé aprire le cosce e poi stringerle quando te l’ho messo in mezzo tutto qui a muovermi ci penso io».
«Dove pensa di farlo?», domanda guardandosi intorno. «In quel treno. (indica il treno alle sue spalle). È un regionale parte tra venti minuti andremo nel cesso. Allora?».
«Prima i soldi». L’uomo mette mano al portafoglio e da questi tira fuori tre banconote da 50 euro che mette nelle mani di Enza.

Salgono in treno, non c’è anima viva entrano nel cesso chiudendo la porta alle loro spalle. L’uomo si tocca la patta per indurire il cazzo maggiormente. Enza appoggia le spalle alla parete tira su la gonna.
L’uomo abbassa la cerniera ed estrae il cazzo. Un cazzo lungo, sottile e dritto. La ragazza allarga leggermente le cosce, l’uomo glielo mette tra esse a questo punto Enza le serra. «Cerchi di sbrigarsi a venire ho paura che questo treno parte».

«Non parte stai tranquilla e, soprattutto stai zitta», il tizio si muove come un cane attaccato a una cagna. Lo sfregare del cazzo tra le cosce non lascia indifferente Enza che inizia a sentire un leggero benessere. «Stringi di più sto per venire», la ragazza per avere una migliore presa incrocia le gambe. «Oohhh… sì… sì… sborro vengo». Tutto finito. Non è durato più di cinque minuti peggio di un coniglio. Enza si pulisce con la carta igienica, tra le cosce è tutta imbrattata di sperma.

L’uomo è già andato via scende anche lei il treno con sopra suo fratello è arrivato.

Camminano abbracciati mentre escono dalla stazione, sembrano una coppia di fidanzatini. «Come stai fratellone? Vedo che cresci sempre dove vuoi arrivare. Io, sono una “nanetta” nei tuoi confronti». Solleva il capo per guardarlo in faccia.
«Non sei una nana per una donna sei abbastanza alta. Mamma e papà, mi hanno dato 1. 000 euro da darti per le prime spese hanno detto che se abbiamo bisogno basta una telefonata».

Ironia della sorte a saperlo prima non ci sarebbe andata con quello lì. Che le ha appiccicato i collant di sperma.
Prima di andare a casa, vanno a fare la spesa. Enza compra un po’ di tutto con i soldi che si è guadagnata. «Questa è la mia casa, che ti sembra?». Poggiano le borse nel cucinotto. «Molto carina».
«Non è la Reggia di Caserta, ma a me piace ho tutto». Francesco, gira per l’appartamentino.

«Dove dormo io?». Domanda vedendo un solo letto. «Con me fratellone nello stesso letto», gli risponde buttandogli le braccia al collo. Intanto si sono fatte le otto di sera. «Con te? I nostri genitori non approverebbero».
«E… noi non glielo diciamo. Mi sono presa una serata libera non vado a lavorare per stare insieme a te. Sei contento?».
«Ti amo sorellina», quello che Francesco dà alla sorella doveva essere un casto bacio sulle labbra se quest’ultima non avesse tirato fuori la lingua maliziosamente.

Il viso del ragazzo prende fuoco. Enza, ha voglia quello che è successo alla stazione la turbata se solo ci fosse Andrea in questo momento, saprebbe come appagare le sue voglie. «Che fai?», dice Francesco sconvolto. «Scusa, mi è partita la lingua istintivamente. Noi due siamo sempre andati d’accordo ci siamo sempre detti tutto ho una gran voglia di fare sesso alla stazione mentre ti aspettavo, mi è successa una cosa particolare che voglio raccontarti».

Gli racconta tutto. «Caspita questi milanesi ragionano solo con il portafoglio. Non hai un ragazzo?».
«Fino a stamattina l’avevo poi, l’ho dovuto mandar via per fare posto a te».
«Questo mi dispiace se sapevo, non sarei venuto». È davvero dispiaciuto. «se non fossimo fratelli, non ci sarebbe alcun problema tu mi piaci sei una gran bella ragazza al paese, una come te se la sognano».
«Anche tu non sei per niente male».

Si fanno i complimenti avvicenda.
«Va dal tuo ragazzo non darti pena per me mangio qualcosa e poi vado a letto».
«A quest’ora mi sa troppo da puttana meglio di no aspetterò che mi passi la voglia».
«Non sacrificarti ogni lasciata, è persa fallo venire qui così ci conosciamo».
«Davvero! Sei grande fratellone». Si abbracciano. Enza va in camera per chiamarlo.
Torna dopo un po’ mogia – mogia. «Allora?», chiede Francesco vedendola triste.

«Sta cenando con sua madre e altri parenti che sono venuti per dargli il bentornato a casa, che stronzo». Si lascia cadere sulla sedia con le mani tra le cosce. Francesco si alza e si mette davanti alla sorella abbassa la cerniera e tira fuori il cazzo semiduro.
Enza sgrana gli occhi. «Vedi se questo può andar bene?», le dice mettendole la mano sulla testa. «Devi amarmi moltissimo per fare una cosa del genere».

«Molto», risponde lui mettendoglielo in bocca in un lampo il cazzo cresce. Enza, pompa. Da lì alla camera il passo è breve i due si spogliano. Enza, si mette nel centro del letto come un ragno tenendosi sulle braccia e le gambe con la schiena sollevata dal materasso. Leccarle la fica in quella posizione è un gioco da ragazzi Francesco, s’inginocchia tra le sue cosce e con la lingua lambisce la fica fradicia di umori.

Enza geme. Le labbra vaginali sono gonfie e scure il clitoride molto sviluppato sembra il cazzetto di un bimbo di pochi mesi lo stuzzica con la punta della lingua. Enza geme sempre più forte. La ragazza lascia quella posizione mettendosi supina il fratello è rimasto attaccato alla fica non la molla. «Cristo! Perché è così bello chiavare? Oohhh… sì… sì… fammi godere ancora qualche colpo e ci sono dai fratello».
«Il tuo ragazzo deve essere proprio un fesso per perdersi una scopa con te sei straordinaria», Francesco annaspa morde il pube privo di peli.

«Vengo Francy sto venendo aahhh… oh… sì… sì… uuu…». Si dimena sul letto mettendosi a pancia sotto Francesco le lecca le chiappe. Ora il fratello si distende su di lei. «Adesso ti faccio il culo», le dice in un orecchio. Glielo mette nell’ano, tutto.
«due sono le cose: o ce l’ho piccolo io oppure sei talmente abituata a prenderlo nel culo che non ci fai più caso non hai battuto ciglio».
«Non farti dei problemi sono abituata l’ho prendo spesso nel retto», risponde a denti stretti.

Dopo aver riempito la vena, “cacatoria” di sperma, fanno una piccola pausa.

Vanno in cucina per “sgranocchiare” qualcosa. Enza, mette a tavola un grosso salame che ha portato il fratello dal paese Francesco se lo gira nelle mani. «Riusciresti a prendere un cazzo grosso così?». Domanda mettendoglielo vicino alla bocca che sua sorella spalanca per accogliere il salame ingoia un pezzo, il cazzo di Francesco torna duro. «Non ti facevo così troia».

Se lo toglie dalla bocca. «Nemmeno io così porcello». Francesco toglie lo spago e il piombo. «Fammi vedere la tua vagina quanti centimetri riesce a ingoiare. La sorella si siede con le cosce aperte il fratello le passa il salame inizia a metterlo dentro. «E’ruvido mi graffia». Lo spinge dentro piano – piano. «Oohhh… è fantastico se trovo un uomo che ce la così non lo mollo più».
«Ed io se trovo una ragazza come te la sposo subito», Francesco si alza e glielo mette in bocca mentre lei fa entrare e uscire il grosso salame dalla topa.

Gemono. Tutta la polvere bianca che rivestiva il salame, è stata lavata dagli umori di Enza ora è bello rosso. «Vengooo…», farfuglia con il cazzo in bocca. «Anch’io sorella sborrooo…».
Le riempie la bocca di sperma.

Continua….

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