Alessandra e Marco (parte 1).

Alessandra è una Signora.
Ha una eleganza e una femminilità rara e preziosa.
Il suo corpo è florido e dalle curve sensuali e nell'intimità è morbido e caldo.

Da molto tempo condividiamo sotto le coperte le nostre fantasie.
Ci inebriamo avvolgendoci in peccaminosi pensieri.
Ma non è stata Alessandra la prima a proporre questo gioco… sono stato io.
Poco a poco… Piano piano.
Mi ricordo la prima volta.

Al tempo lei lavorava in un paese di provincia.
Durante un amplesso dal nulla le chiesi se ci fosse qualche suo collega a cui avrebbe voluto rivolgere particolari attenzioni.
Le chiesi di parlarmene… Ma prima di poter proferire parola un lento e denso orgasmo le tolse la voce. Me lo ricordo bene.
A breve distanza seguirono altre occasioni per parlare del suo collega… 
Mai fuori dal letto… Sempre seguite da momenti di piacere intenso che alimentavano gradualmente in Alessandra l'agrodolce gusto dell'adulterio.

Passavano i mesi e gli anni, cambiavano i nomi e i dettagli ma non la lussuriosa ed appagante fantasia che condividiamo, ci unisce, ci appaga.

Ci amiamo da sempre e ci siamo sposati da poche settimane.
Stasera condurrò mia moglie da un'altro uomo, per la prima volta.
Lui si chiama Marco e ci ha contattati via Internet, ha la nostra età ed è originario della Sicilia pur vivendo a Mestre da tempo.

Le foto di Alessandra hanno messo fin da subito in moto il suo testosterone mediterraneo che chiama femmina, calda, morbida e pronta.
Ha già avuto modo di deliziare altre coppie che incontra in un motel non troppo distante da noi. Le foto che ci ha spedito mostrano un corpo statuario e un pisello turgido dalle dimensioni decisamente superiori alla media.
Lui vuole mia moglie ed io gliela darò.

Lei ed io, però, non abbiamo fretta, vogliamo che tutto sia perfetto.

Da settimane abbiamo comperato della lingerie molto sensuale, un abito, delle scarpe e un profumo nuovo.
Siamo stati assieme anche in un sexy shop… un'altra prima volta per lei… e ci siamo regalati un vibratore, due paia di manette, alcune bende di seta, un collare con guinzaglio, un frustino, una mascherina da gatta, una da lupo e un plug anale con una coda da procione.

Stamattina Lei ha appuntamento con l'estetista e oggi a pranzo con il parrucchiere.

Io la lascio andare e penso ad altro.
Passo in farmacia e prendo una confezione di preservativi resistenti e di taglia superiore. Il farmacista mi chiede se la desidero da 6 o da 12.
Senza esitazione rispondo 12. Abbiamo uno stallone assetato e una notte intera davanti.
Insieme acquisto anche del gel lubrificante che sicuramente avremo modo di usare stasera.
Poi torno a casa e aspetto il ritorno di mia moglie.

Entrata in casa Alessandra è raggiante e splendida.
Si è fatta rifare l'acconciatura che ha portato al nostro matrimonio e che le lascia scoperto il collo e le orecchie. Spero indosserà anche la stessa collana di perle che cadendo sul suo decoltè ne sublima la sensualità.
Ha scelto uno smalto color pesca matura che porta alle mani e ai piedi.
È raro vedere mia moglie così attenta ad evidenziare la sua femminilità ed ha scelto alcuni particolari che ricordano il momento dello scambio delle nostre fedi.

Ne sono quasi geloso, ma al contempo trovo tutto morbosamente piacevole e la sento ancora più mia.
La mia Sbrodolina.

Sono le 18 e siamo un po' in ritardo. Dobbiamo vestirci in fretta.
Alessandra vorrebbe farsi una doccia ma io le chiedo di aspettare di arrivare in albergo.
Mentre indossa la lingerie nuova la osservo da poco lontano pregustando l'odore caldo che emanerà il suo corpo tra qualche ora e che crescerà minuto per minuto unendosi a quello di Marco.

Uno splendido completo reggiseno e mutandine nere dall'elaborato inserto in pizzo, un reggicalze e delle velate con una riga dietro.
Sopra il suo nuovo abito nero che veste proprio come immaginavo e la collana di perle, proprio come speravo. Del rimmel nero e del rossetto rosso acceso di qualche tono più acceso dello smalto. Un paio di gocce di profumo sul collo, su cui pendono un paio di sottili ciocche di capelli, e sui lobi delle orecchie che portano due luminosi brillanti.

Mia moglie appare come una star del cinema americano degli anni 60.
Ora si sente bella e sensuale e ben presto desiderata, nuda, aperta ed appagata.

Usciamo di casa verso il motel.
È molto particolare e di certo nasce proprio per ospitare incontri come il nostro di stasera. Da giorni ho prenotato una piccola suite formata da una ampia stanza da letto e un bagno con doccia. Nella stanza, oltre ad un ampio letto king size, trovano posto due divani, un tavolino e una ampia vasca ad idromassaggio ben visibile da ogni angolo.

Buona parte delle pareti e il soffitto sopra il letto sono ricoperti da specchi.

Dopo un breve viaggio in macchina condito da rari momenti di vaga conversazione, forse perché un po' tesi al pensiero di quello che stiamo per compiere, arriviamo al motel vicino all'uscita dell'autostrada.
Lascio Alessandra in auto mentre vado a prendere le chiavi in reception dove mi accoglie un gentile signore di mezza età che sorride maliziosamente augurandomi un buon soggiorno.

Torno in auto e porgo le chiavi ad Alessandra che le stringe forte tra le mani tirando un lungo sospiro. Parcheggio davanti alla suite che ha un ingresso separato e un piccolo spazio per due auto circondato da una siepe tagliata ad altezza uomo per garantire il massimo della discrezione.
Faccio scendere Alessandra dall'auto e la accompagno alla porta di ingresso.
La stanza è molto curata e pulita. Sono le 20.

30 e tra mezz'ora dovrebbe arrivare anche Marco. Mentre esco per prendere le borse in auto dico ad Alessandra di scrivergli un sms per avvisarlo che siamo arrivati e che lo aspetta.
Quando torno in stanza vedo Alessandra che armeggia arrossita con il cellulare. Non dico nulla… ma sicuramente le avrà risposto trovando il modo per farla sentire desiderata, lo fa sempre. Ma anche se mia moglie si compiace per i complimenti altrui io riesco a mettermi un po' da parte perché la amo e voglio ogni piacere per lei.

Sul tavolino appoggio la bottiglia magnum di champagne, le fragole, il tubetto di panna e tre calici che ho portato da casa.
Sarà la nostra cena. Sarà uno dei contorni al loro primo appuntamento.
Nervosa lei si osserva ad uno degli specchi delle pareti e si rifugia in bagno per sistemarsi al meglio.
Qualcuno bussa alla porta, chiedo ad Alessandra di aspettare in bagno mentre apro. È Marco… puntuale e visivamente su di giri.

Gli stringo la mano e lo invito a togliersi la giacca e sedersi sul divano.
Lui preoccupato di non vedere lei si guarda attorno più volte.
Lo tranquillizzo dicendogli che è in bagno pronta ad uscire ma che volevo lui si mettesse una benda agli occhi prima. Seduto sul divano lo bendo e poi vado in bagno e faccio lo stesso con Alessandra prima di farla accomodare a fianco del suo pronto e sconosciuto stallone italiano.

Impacciati entrambi si lasciano sfuggire un fugace “ciao” mentre io sorrido per il loro imbarazzo.
Ho davanti una coppia di amanti eccitati e un po' impauriti; ed io?
Metto a ciascuno un paio di manette, potranno usare le mani ma con movimenti limitati e un po' ridicoli.
Sono in silenzio e risuona nella stanza solo il loro respiro un po' affannato.

Ho preparato per loro un giochino… 
Gli verso da beve e gli porgo i calici che bevono a due mani, ammanettati, mentre spiego le regole del gioco.

Ciascuno lancerà due dadi sul tavolino e a chi otterrà il punteggio più alto verrà tolta la benda per qualche minuto così da permettergli di togliere un capo di abbigliamento a mia scelta all'altro che di contro per pegno dovrà bere un calice di champagne. Darò inoltre ulteriori istruzioni e chi non eseguirà prontamente i miei comandi sarà… frustato.
La prima mano se la aggiudica Marco, gli sfilo la benda e lui che la vede per la prima volta dal vivo ha un sussulto e quasi grugnisce.

Gli ordino di toglierle le scarpe e annusarle i piedi per qualche secondo ma lei si rifiuta lamentandosi di non averli lavati prima di uscire di casa. Non avendo ancora una superficie di pelle da frustare sono costretto a fare il giro del divano per avvicinarmi al suo orecchio e minacciarla: 
“Non penso che ti convenga contravvenire alle regole. Potrei far decidere a lui cosa fare e penso che ti prenderebbe subito sul tappeto senza alcun genere di protezione e io starei a guardare.

Non penso poi che gli basterebbe un giro. Ti farebbe male e ti farcirebbe come un bignè caldo. “
Lei si zittisce e lascia che lui le tolga le scarpe e si riempia le narici dell'aroma dei suoi piedi. Non posso esserne certo ma dall'espressione del viso penso che il suo pene stia pulsando come il muscolo di un cavallo da corsa.
“Posso?” mi chiede.
“Annusa pure ma non superare le ginocchia e non usare la bocca.


Così lui inizia ad accarezzarle i piedi ed ad annusare ogni centimetro coperto dalle calze velate. É in ginocchio e sbircia sotto il vestito.
“Ora basta…” e dopo averlo nuovamente bendato lo riporto a sedersi sul divano.
Altro turno. Alessandra tira dadi e così pure lui. La fortuna sorride ancora a Marco ma nessuno dei due può saperlo. Sono bendati.
Così mento e le tolgo la benda: “Amore… é il tuo turno…”.

Per un attimo le lascio scrutare il corpo del suo prossimo amante ma dopo pochi istanti intimo:
“Ora toglili lentamente la camicia, versagli un calice e portagli il bicchiere alle labbra… Stai attenta a non far cadere lo champagne. Dovrai leccare ogni goccia che cadrà. “
Ancora ammanettata la aiuto ad alzarsi dal divano e a mettersi a cavalcioni su di lui. L'abito le tira sul sedere tondo e pieno che entro qualche ora penetrerò mentre lei cavalcherà il suo stallone ruotando lentamente e con sapienza il suo bacino.

 
Intanto le tiro su il vestito quasi fino in vita.
Con la coda dell'occhio noto che lei muove più volte il sedere su Marco facendo finta di sistemarsi e trovare una posizione comoda ma sono certo che in realtà si stia godendo il primo contatto tra la passera e la patta gonfia dei pantaloni che cingono il nostro manganello.  
Si muove piano piano a lungo e con calore.
La guardo bene negli occhi per farle capire che l'ho vista e lei arrossisce come una scolaretta che scopre il piacere delle prime carezze, penso che le giri la testa e l'occhio inizia a diventare vacuo.

Si sta distraendo così le tiro due serie frustate sui piedi che rompono le sue calze sottili scoprendole a tratti la pianta già arrossata. Sussulta e urla ma capisce presto che deve rispettare le regole e prosegue.
Inizia, impacciata dalle manette sttte, a sbottonargli la camicia… 
Piano piano… Al terzo si ferma e insinua le sue mani all'interno per accarezzargli il petto muscoloso e bronzeo. Sta per abbassare la testa sul suo collo per morderlo o probabilmente per un profondo succhiotto ma le fermo la testa e le infilo collare e guinzaglio.

“Sei troppo birichina amore mio… Rispetta i tempi. “
“Non così stretto!”
“Lo chiamano collare a strozzo, ci sarà un perché… Tu ubbidisci e io non tiro… Anche se a me tira già parecchio. “
Così con una mano lo tiro velocemente fuori e con l'altra strattono il guinzaglio facendo capire bene a mia moglie chi comanda.
La lingua è morbida e calda e la sua bocca è piena di saliva.
Voleva usarla sul collo di Marco, la piccola troietta in calore.

“Scusa l'interruzione… Mia moglie forse parla troppo… Uhmmmm… Brava sì… ora basta… Continua a spogliarlo, dai. “
Alessandra continua a succhiare così le chiudo il naso con due dita, apre la bocca per respirare e io lo sfilo. Con un gesto del capo le indico il nostro ospite e le ricordo il motivo per cui siamo qui e per cui l'ho educata per anni.

Lei annuisce, si volta verso di lui e finisce di sbottonargli la camicia che io gli sfilo da dietro il divano.

Alessandra lo mangia con gli occhi e accarezza a tratti il suo petto marmoreo. Non riesce a vedergli gli occhi ma sembra proprio un bel ragazzo. Vorrebbe misurargli il torace, stringerlo.
“Maledette manette” si lamenta e con un pizzico gli stringe i capezzoli con rabbia.
“ahiii” urla Marco.
Il nastro rosso torna a coprire gli occhi di Alessandra e l'aiuto ad alzarsi ma non la faccio sedere sul divano, la lascio in piedi davanti a lui ad un metro di distanza.

Tolgo a Marco la benda e con un gesto di intesa gli faccio l'occhiolino avvicinando il dito al mio naso per fargli capire di rimanere zitto.
“Ora Alessandra stai ferma…” le tolgo le manette e vado dietro di lei ad abbassarle la zip dell'abito.
Infilo la mano tra le sue spalle e il vestito, avvicino la bocca al suo orecchio e respiro vicino a lei che sussulta.
“Ti sta guardando…” le sussurro dolce e con un veloce colpo di mani le sfilo l'abito che cade ai suoi piedi.

“ahhh” risponde con un secondo e più deciso sussulto mentre per istinto porta le braccia al petto per coprirsi.
Riavvicino la bocca al suo orecchio “Sei qui per lui. Ha ancora le manette ma si sta strofinando per bene le palle con le mani. Penso voglia vedere di più per poi prenderti e scaricarle. Lascia che ti mostri a lui. “
Delicatamente apro le sue braccia e le tiro giù le spalline del reggiseno annusandole intensamente il collo, baciandolo mentre il mio sguardo cade sul suo seno importante che rimane cinto da reggiseno ma più libero e morbido alla vista.

“Toglilo” chiede lui mentre prendo le mani di Alessandra e le porto dietro la sua schiena, facendo shittare ancora le manette.
Ho bisogno di qualcosa di lungo e rigido, mi volto verso l'armadio e prendo il bastone appendiabiti e una sedia.
Mi accomodo seduto al lato di Alessandra che rimane bendata, seminuda e con il guinzaglio che le pende dal collare.
“Cosa ne pensi?” chiedo a Marco che quasi irritato risponde “Spogliala tutta e scopiamola subito!”
Scuoto la testa e con la punta del bastone stuzzico il corpo di Lei che ad ogni movimento rabbrividisce.

“Non subito”
Prendendolo per le manette aiuto Marco ad alzarsi mentre tiro il guinzaglio di Alessandra. Li porto entrambi al bordo dell'ampio letto. Libero un polso di lui per richiudere nuovamente le manette dietro così che entrambi con le mani sulla schiena non possano toccarsi. Libero gli occhi di Alessandra dalla benda e spingo giù lui  che cade di peso sul materasso. Ora possono guardarsi negli occhi entrambi uno davanti all'altro e si scrutano, si piacciono e si desiderano.

Mi avvicino a Lei da dietro e le sussurro: “fammi sentire se ti piace” infilandole una mano tra le gambe. Le mutande sono umide e calde come mai le ho sentite prima, le sfilo lentamente e le appoggio sul viso di Marco che ancora grugnisce.
Il maschio siciliano sente l'odore della cavità della donna e la natura lo porta a possederla ma non può, ? irritato, rabbioso.
Gli sfilo i pantaloni, le calze e le mutande e con quello appendiabiti muovo il suo bastone per mostrarlo per bene ad Alessandra da diverse angolazioni.

Mi riprendo le mutandine di lei tra le mani e annuso forte, forse grugnisco anche io e vedo un luccichio tra le sue gambe. Voglio il suo sapore.
Apro un preservativo e lo stendo per bene sul suo membro mentre guardo lei fissa negli occhi. Lei già intuisce.
Prendo il guinzaglio con una mano e con l'altra tengo ben verticale il manganello di Marco, pronto e pulsante. Alessandra ormai ? in uno stato di torpore e non si fa ripetere le cose due volte.

Si mette in ginocchio sul letto e si riempie la bocca
“Più pianooo… Goditelo… Non tutto in bocca… Avvolgi la lingua sul suo glande e scendi… delicata, più morbida. Leggera, quasi impercettibile… Piano… Torna su… Succhia… Continua…”.
È bello grosso e le riempie tutta la bocca ma le basta poco per abituarsi ed imparare.  
Penso che ora abbia ben capito qual'è il suo ruolo, è pronta.
Le tolgo prima il collare e poi le manette infilandole il guinzaglio tra le mani e per poi richiudere il collare al mio collo.

“Sei tu la mia padrona e io il tuo cagnone. “
Lei forse non capisce ma io scendo ai bordi del letto ad abbeverarmi dalla sua fontana come un pastore assetato. Mentre lei lecca lui, io lecco lei e le nostre menti si confondono ed entrano in un labirinto denso, pieno e peccaminoso.

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