Viaggiando in tram

Sono sul tram, ho tanto caldo, intorno gente sudata che non sembra usare deodorante.
Torno a casa dal lavoro, sono le 18.
Ho trovato un posto a sedere, così evito di penzolare pericolosamente.
Guardo dal finestrino, la città è nuovamente vitale, sono finite le ferie estive; una signora anziana mi guarda stanca, le cedo il posto.
Sale una ragazza mora, la seguo distrattamente con lo sguardo. E' alta, indossa comode ciabattine da spiaggia, gambe affusolate e carnagione olivastra.

E' avvolta in un fresco bianco vestito di lino, trasparente, voluttuosamente intravedo un perizoma rosa carne sotto; le spalle scoperte, su quella sinistra c'è un tatuaggio di una farfalla in volo di un colore rosato.
Anche la schiena è scoperta, non porta il reggiseno. A tracolla porta una borsetta vintage.
Il desiderio di vederla di fronte mi assale.
Il tram rallenta di colpo, la ragazza si sposta. Adesso vedo il suo viso solare: occhi verdi, labbra carnose, capelli sciolti sulle spalle; un solo brillantino al collo.

Seno generoso.
Squilla il cellulare, risponde distrattamente e sbuffando riattacca. Marito, compagno, amico o amica?
Questa donna mi intriga.
Si fa dondolare lentamente, ancheggiando elegantemente, tenendosi per la maniglia del tram.
Osservo con cura ogni dettaglio del suo corpo, sono eccitata, solo le scure lenti degli occhiali mi permettono di fissarla senza darle nell'occhio.
Si lecca le labbra maliziosamente, sarà il caldo.
Gli occhi verdi sono del colore del mare in tempesta.

Preme il pulsante per la fermata, si porta verso l'uscita centrale. Passa vicino a me, mi sfiora con il suo corpo.
Sto bollendo dentro.
Ho deciso: stasera non torno a casa, la seguo, a casa non ho nessuno ad aspettarmi tranne il cibo no ciccia e brufoli (yogurt magro e rucola già pulita).
Scende alla fermata. Anche io.
Mi trovo in una zona della città che non conosco, la seguo a distanza per non insospettirla.

Si ferma davanti ad una vetrina di un negozio di borse.
Accidenti, cosa faccio?
Continuo a camminare qualche metro e vado avanti. Mi fermo ad un bar vicino.
Ho il cuore in gola ! Non voglio perderla.
Compro due cicche e guardo dalla vetrata; è sempre lì a guardare le borsette.
WOW!
Aspettando che si allontani dalla vetrina, leggo distrattamente un giornale.
Esco dal bar.
Come una farfalla innamorata, la seguo leggiadra nella folle avventura.

La seguo per vie e vicoli.
Entra in un portone signorile. Accidenti, almeno trenta campanelli !
Nell'androne del palazzo, la vedo salire su un ascensore retrò, quelli con la gabbia.
Assetata d'amore salgo le scale con passo deciso; un piano, due, tre ansimo ma sono determinata. L'ascensore avanza con un cigolio metallico.
La vedo guardarmi dall'ascensore distratta. Penserà: “Sta scema poteva salire con me”.
Magari !
Ogni pianerottolo ha tre appartamenti.

Spero non abiti al 10° piano !
Sono al 5° piano, l'ascensore è al 7°, si ferma !
Oh, finalmente.
Adesso, nascosta, sbircio dove sta per entrare. La sinistra quella del cuore, è un segno. Prende la chiave dalla borsetta ed entra.
Ok 7° piano porta a sx.
E adesso ?
Sono le 19,30, l'insalata e lo yogurt sono in frigo, a casa non ho nessuno che mi aspetti. Deglutisco, mi asciugo la fronte con un kleenex, mi fermo un attimo.

Ho voglia di conoscerla
Mi intriga questa situazione che si è creata. Era tanto che la mia pelle con si accapponava tanto, per un brivido d'amore.
Salgo fino al 7° in punta di piedi. Nessun vicino esce di casa un altro segno.
Sono al 7° davanti alla porta a sinistra del pianerottolo.
Porta blindata (vivrà da sola) con due serrature, un colore leggermente rosato. Al centro una piccola targa verde pastello, con una scritta in corsivo di colore rosa “Teresa Torno”.

A sinistra della porta il campanello, un semplice bottone con sopra un fiorellino ancora rosa.
Non c'è dubbio ama il colore rosa.
Teresa Torno, buffo cognome, situazione curiosa; se ora apre la porta cosa le dico ?
Buonasera sono la lattaia !
Beh ho la 4° di tette. Magari !!!
Gioco con le parole: Teresa Torno ??? E se fosse un messaggio in codice ?
Intrigante !
Teresa Torno -> Tesoro reaTn -> Tesoro entra
Tesoro Entra …
Suono il campanello una volta … nessuno risponde.

Aspetto un minuto, suono ancora …
Dormirà o sarà sotto la doccia (mmm)
Suono più forte 5-10 secondi; aspetto. Sono trepidante, voglia di scappare e di entrare.
Sento dei passi morbidi: deve essere scalza, il legno scricchiola.
Una voce di donna, suadente, chiede chi è (non c'è lo spioncino).
Farfuglio un: “Mi scusi” a mezza voce. Apre la serratura, mettendo il gancetto alla porta, mi apre una feritoia.
La vedo, è nuda, avvolta da un accappatoio di spugna colore verde mare.

I suoi piedi sono bagnati, intravedo una coscia vellutata.
Balbetto tutto d'un fiato: “Dovrei controllare se l'impianto del suo citofono funziona,
mi manda l'amministratore del palazzo, è rimasto solo il suo appartamento da controllare, se vuole torno domani mattina”.
Mi vede donna, si fida.
Mi apre la porta.
Dio non ci posso credere; sono in casa sua ed adesso ?
Si mette a sedere sul divanetto, accavalla le lunghe gambe, accende la tv.

Nel frattempo guardo il citofono, si trova vicino alla porta, seduta riesce a controllarmi, non è sospettosa.
Provo a chiamare un Mario immaginario, dall'altra parte del filo, provo a premere i tasti; “Mario puoi andare va tutto bene ci vediamo domani”.
Mi avvicino, le dico: “Si signora, funziona”
– Bene – , mi dice lei ed aggiunge: “Le devo qualcosa ?”
Il mio cuore, subito, dice: “Una notte d'amore tesoro”
La mia lingua, in ritardo, “No signora, pagherà suo marito all'amministratore”.

Risentita, ma ferma, ribatte: “Uomini ?, no grazie, vivo sola”
“Sono d'accordo”, le dico e stavolta la lingua non riesce a battere il cuore.
Arrossisco …lei se ne accorge, sdrammatizza.
“Anche lei vive sola?”
Emetto un si balbettando.
Mi rilasso, il mio seno è turgido ed eretto, anche il suo.
Si è creato un feeling.
“Le posso offrire un aperitivo prima di andare a cena”, mi dice, “non abbiamo nessuno ad aspettarci”.

Stappa due bitter rossi: uno per lei, uno per me. Un liquido rosso come la passione
scende nel bicchiere, aggiunge una fettina di limone.
Mi offre da bere, sorridendo, mi fa accomodare sul divano e mi chiede: “non ha paura ad entrare in casa di sconosciuti la sera, da sola ?”
“Dipende”, le rispondo chiosando, “se trovassi belle donne come lei, non avrei paura”.
Arrossisce, accenna un sorriso e un grazie.

Beviamo insieme l'aperitivo, felici di essere single.
Nessuna cena, se non vogliamo, da preparare.
Nessun marito, nessun bambino da accudire.
Beate della nostra libertà.

Immersa, nei miei pensieri, sento una voce, dolce, di uomo mentre mi tocca delicatamente la spalla destra. Ascolto, ebbra, le sue parole gentili: “Signorina”, “Signorina mi scusi”, “Si svegli” , “Siamo al capolinea”. “Deve scendere”.

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