Un sogno che si avvera!

Zia Tanya è la sorella di mio padre.

Abbiamo circa quindici anni di differenza e, praticamente da quando sono nato, è sempre stata presente nella mia vita.

Sono molti i ricordi che ci legano e, talvolta, mi piace rivedere le nostre vecchie foto di famiglia; in particolare quella in cui, poco più che dodicenne, le cingo le spalle con il braccio sinistro.

Eh, sì! Zia Tanya non è certo una stangona…

Ha un corpo minuto ed energico, con due bei cosciotti sodi che, soprattutto d'inverno, ama tenere costretti in spesse calze di microfibra.

È di carnagione scura, corporatura longilinea, lineamenti regolari, folte sopracciglia in stile mediterraneo ed un piccolo neo nero, leggermente sporgente, sul lato esterno dello zigomo sinistro, appena sotto l'occhio.

D'estate, la sua pelle raggiunge delle tonalità molto prossime alla folta capigliatura riccioluta e crespa che le casca oltre le spalle, tanto da sembrare, vista in lontananza, una ragazzina brasiliana di colore.

Mia madre, che non ha un buon feeling con lei, l'ha soprannominata “il cespuglio”.

Beh, sembrerà pure un cespuglio ma, la mia cara zia di “brasiliano” non ha solo la carnagione…sopra quelle gambine tornite dimora un sederino che è una poesia!

Nonostante i sui quarantun'anni suonati, zia Tanya ha un bel culo sodo a “mandolino” che, per quanto lei non ami metterlo in mostra, indossando tendenzialmente abiti comodi, non passa inosservato nemmeno agli occhi dei meno interessati: le donne!

Infatti, mia zia ha sempre avuto un forte ascendente sugli uomini e, di conseguenza, quasi sempre destato diffidenza ed invettiva da parte delle donne: ma posso giurarvi che ha un sorriso disarmante!

Quando sorride, le guance si contraggono fino a mostrare due fossette e gli occhi neri cominciano a brillare di sincera emozione.

Purtroppo, negli ultimi tre anni, raramente ho avuto il piacere di assistere a tale prodigio, perché zia Tanya ha divorziato.

Nonostante la forza d'animo di non abbattersi ed andare avanti, sta vivendo una condizione di disagio e, molto probabilmente, di profondo dolore inconscio.

Quest'estate mio padre l'ha invitata a stare con noi, per un paio di settimane, nella casa al mare di San Marco di Castellabate.

Non ci è voluto molto perché finisse al centro dell'attenzione sul lido che abitualmente frequentiamo e, per la prima volta dopo tanti anni, i ragazzi più in vista della mia comitiva cominciano a trattarmi con maggior considerazione.

So perfettamente che lo fanno solo per potersi avvicinare a zia Tanya ma, per fortuna, lo sa anche lei e, molto abilmente, riesce a ridicolizzarli con frasi ambigue ed argomentazioni piene di doppi sensi, pur senza offenderli od irrigidirli.

Credo sia superfluo, a questo punto, parlarvi del mio “d'irrigidimento”…. senza fare troppo le pulci sulla sfera emotiva o del feeling intellettuale che, nel corso degli anni, si è venuto ad instaurare tra noi od, ancora, del trasporto che provo per il suo fascino di donna….

cari amici, debbo confessarvi che il fantasticare su mia zia Tanya mi procura delle erezioni da paura!

Sì, lo so! È deplorevole provare desideri i****tuosi e non ne vado fiero, ma ne sono letteralmente schiavo.

Lei ne è consapevole: lo è da molti anni, date le mie mal celate manifestazioni morbose adolescenziali.

Più d'una volta mi ha sorpreso ad annusare le sue mutandine trafugate dal cesto della biancheria sporca; una volta mi ha scoperto a spiarla dalla piccola finestra semichiusa del bagno, mentre stava facendo la doccia…oddìo, l'ho fatto molte più volte, ma lei se n'è accorta solo in quell'occasione.

Nonostante ciò, la cara zia ha sempre tollerato il mio atteggiamento sconveniente minimizzandolo e, soprattutto, senza mai rivelarlo ad altri.

Per assecondare, in qualche modo, il mio desiderio latente, talvolta mi concedeva di pettinarle i capelli, oppure capitava che ci sedessimo sulle scale della villetta di San Marco, in qualche sera d'estate e lei mi facesse da schienale, stringendomi tra le braccia e poggiando il mento sulla mia spalla, per poi sussurrarmi qualche riflessione filosofica sul senso della vita, mentre stavo attraversando un qualche periodo critico di transizione adolescenziale.

Sentirmi quelle tettine di pietra puntate nella schiena ed i sussurri all'orecchio…. oh, che ve lo dico a fare!

Certo! Anche ciò che diceva era molto utile nell'aiutarmi a prendere coscienza dei miei errori e mi era di conforto, oltre che d'aiuto per il futuro…per fortuna, però, mia zia non ha mai guardato in basso, altrimenti temo che quell'idìllio si sarebbe irrimediabilmente infranto, facendole mutare l'affetto che ha per me in disprezzo.

Comunque, anche quella è ormai storia antica…dopo essersi sposata, zia Tanya si era trasferita a Sesto San Giovanni, nei dintorni di Milano e, per circa otto anni non c'erano più state molte occasioni d'incontrarci.

Inutile dirvi che… una passione può affievolirsi, ma non svanire come se nulla fosse.

Ormai prossimo ai ventisei anni e piuttosto consapevole delle mie pulsioni, ora che so come tenere a freno la libido, per osservarla finalmente con occhi nuovi, più maturi di allora, esserle nuovamente accanto accresce smisuratamente in me il desiderio di lei, istigandomi a nuove “sordide” fantasie.

Ma come potrei azzardarmi a tentare un approccio e sperare di ottenerne ciò che desidero?

Sono già cinque giorni che facciamo colazione insieme, che la porto al mare in vespa, che si lascia spalmare la crema abbronzante in spiaggia; in un paio di occasioni, abbiamo avuto delle lunghe conversazioni stando in acqua, appartati e quasi nascosti dai grossi scogli lisci e verdastri, arsi dal sole d'Agosto, che interrompono la monotonia del litorale sabbioso.

Mi ha raccontato di suo marito e di come il loro rapporto sia gradualmente collassato.

Io, altrettanto, le ho detto di Cristina e di come, ultimamente, la routine di coppia stia diventando l'anticamera di una probabile separazione.

“Il fatto di non essere insieme durante le vacanze, quest'anno, è un grave campanello d'allarme…”.

Stasera, però, sento di aver raggiunto la saturazione e devo trovare il modo di placare i miei “bollenti spiriti”.

Ho salutato gli amici inventando una scusa ed ho comprato un giornale pornografico, uno di quelli dal formato medio ma molto voluminosi.

Nell'era di internet, dove tutta la pornografia di questo mondo è a portata di clik, credo che il giornalaio mi abbia benedetto più volte per avergli sgomberato un tassello di quella che, ormai, può considerarsi “tappezzeria” per edicole.

In casa non c'è nessuno e nessuno tornerà prima di un paio d'ore almeno.

I miei sono a cena da amici, mia sorella è al bar del lido con le amichette e zia Tanya si è aggregata a due coetanee conosciute stamattina, per una passeggiata in paese.

L'afa m'induce a desiderare di purificarmi con una ricca doccia gelata; mi libero facilmente degli abiti leggeri, poso il “pornazzo” sulla scrivania della cameretta e, a passi lenti, mi avvio nel bagno antistante.

L'acqua fredda non mi dà noia, anzi, la sensazione d'improvviso refrigerio fa si ch'io mi frizioni più vigorosamente e il bagnoschiuma comincia a scivolare, lentamente, lungo il mio corpo nudo verso il piano doccia, addensandosi in vaporosi grumi, lasciando la muscolatura umida e lucente.

Trascino svogliatamente un grande asciugamani bianco sulle spalle, per poi farlo roteare in avanti sul torace ed, infine, cingendomelo in vita con il classico nodo da spiaggia.

Ne prendo un altro più piccolo e, fissando il mio riflesso sbiadito nello specchio appannato, prendo a frizionarmi la testa; dopo pochi secondi, mi pare dintravedere un grosso porcospino.

Con lo stesso asciugamani dò una strisciata allo specchio per fissarmi…che faccia! Sembro un cane bastonato.

Intuisco che, in realtà, non ho una gran voglia di masturbarmi: magari sarà meglio sdraiarmi sul lettino per riflettere…diciamo più “compiangermi”.

Esco dalla doccia col capo chino, tenendomi l'asciugamani teso sulla testa, come un egiziano in processione al tempo dei faraoni e non mi accorgo che…

“Ciao! Serata romantica per uno?”.

Zia Tanya dà le spalle alla scrivania e tiene in mano la rivista hard core, mostrandomi la copertina e fissandomi con un risolino a metà fra il divertito ed il compassionevole.

Confuso e smarrito, in preda al più totale imbarazzo, mentre l'oggetto dei miei desideri, sul quale sarei rimasto steso a fantasticare per il resto della serata sta in piedi davanti a me, in carne ed ossa fissandomi in quel modo, non riesco ad accennare la minima reazione e resto immobile sotto l'arco della porta a fissarla in silenzio.

Probabilmente i miei occhi parlano per me, perché Tanya abbassa lo sguardo, rilasciando il braccio a posare la rivista sulla scrivania e, in un sussurro soffocato dichiara:” Scusa, Carlo! Non avrei dovuto permettermi…”.

Avanza verso di me con passi rapidi, cercando di scartare alla mia sinistra e dileguarsi ma…. non so spiegare come, travolto da una tempesta di emozioni, perdo il controllo di me stesso ed allargo le braccia per raccoglierla.

“Tanya, io…”.

Lei mi guarda negli occhi, un po' imbarazzata ma amorevolmente e, con voce rassicurante:”No, Carlo! Non ti preoccupare…non è successo niente ma, ora, preferisco uscire e…”.

“No, aspetta!…” il tono della mia voce è supplichevole ma deciso.

Il suo viso assume un'espressione dura; tende le braccia in avanti e prova a fare pressione sul mio petto per spingermi, ma a nulla servono i suoi sforzi e rimbalza indietro di due passi, fissandomi con occhi di fuoco.

“Tanya, io…io non so come dirtelo!”.

“Dirmi che cosa?” grida lei…

“Che vuoi da me? Non vedi che mi stai mettendo in grave imbarazzo? Lasciami andare!”.

L'ultima frase la pronuncia con un gemito di terrore.

“Aspetta! No!…Lasciami dire…”.

Zia Tanya comincia a piagniucolare:”Ma che vuoi da me? Sono la sorella di tuo padre…lasciami andare!”.

Raccoglie tutte le sue forze e, come un ariete, abbassa la testa per balzare in avanti contro di me, puntando la fronte ed i gomiti verso la bocca del mio stomaco; nell'impatto gli asciugamani scivolano in terra e resto nudo, in piedi dov'ero, tenendola a forza tra le mie braccia, sospesa a mezz'aria, come un satiro che ha catturato la sua baccante.

“Caarrlllooo!!!”.

Il suo grido, come un tuono, rimbomba nella cameretta e la sua mano destra colpisce violentemente la mia faccia con un ceffone, che schiocca come una frustata fra l'occhio e lo zigomo, obbligandomi ad allargare immediatamente le braccia, per farla ricadere sul pavimento.

Entrambi restiamo lì immobili a fissarci, con gli occhi gonfi di lagrime, ma Tanya legge nei miei qualcosa d'inspiegabile: intuisce la mia rassegnazione!

Balza nuovamente in avanti, stavolta, però, con un'espressione di rammarico; poggia la mano sulla mia spalla per sollevarsi sulle punte e forza delicatamente il mio mento con le dita per farmi ruotare il viso, osservando il rossore provocato dallo schiaffo.

Con gli occhi al suolo, mi ritraggo lentamente per andare a raccogliere l'asciugamani e riacquistare qualche brandello di dignità; dunque, mi avvio verso il bagno per sciacquarmi la faccia.

“Carlo!” sento la sua mano sulla spalla che mi trattiene.

Mi volto a guardarla, pieno di vergogna per quanto è accaduto, ma lei, non meno sofferente, mi tira delicatamente per un braccio, invitandomi a sederle accanto sul lettino.

“È davvero così intenso il sentimento che provi per me?”.

Mi lascio andare giù sulla schiena e tiro un profondo sospiro:”Non saprei…a quanto pare, io stesso non avevo idea di quanto…cazzo! Ho completamente perso il controllo…”.

Sgrano gli occhi, incurante della mia nudità, erompendo in una fragorosa risata ed…eccole! Quelle due meravigliose fossette spuntano sulle sue guance.

Mi giro sul fianco destro e punto il gomito sul lenzuolo per tenermi su la testa; così comincio a carezzarle timidamente l'avambraccio con l'indice… sembro un antico romano ospite di un banchetto luculliano, con l'asciugamani spiegazzato che mi copre appena il bacino.

Lei ruota la spalla sinistra e reclina il capo a guardare indietro, osservandomi teneramente con occhi sognanti, quasi stesse rivivendo tutti i momenti trascorsi insieme.

“Potrai mai perdonarmi?”… le sussurro distogliendo lo sguardo, sentendomi, d'un tratto, tremendamente colpevole per l'accaduto.

Lei si lascia cadere sul fianco sinistro, acquisendo la mia medesima posizione come un'immagine riflessa ed allunga la mano destra per carezzarmi delicatamente il viso ferito.

“E di cosa?”…avvicinando le labbra al mio orecchio, sussurra con ironia:”Di avere una zia tanto sexy da non poterle resistere?”.

Nooo!!! Ecco ancora quella meravigliosa sensazione ma, stavolta, l'erezione è piuttosto visibile e l'asciugamani s'impenna, quasi che qualcosa ci si fosse infilato sotto.

Ma lei, gran donna come sempre:”Vedi? Che ti dicevo?” e torna a fissarmi con occhi sognanti.

“Tanya, io…. credo che sia meglio defilarmi…tenerti a distanza ravvicinata mi fa venire una gran voglia di b…”.

Tanya protrae le labbra contro le mie e, agilmente, spinge il suo fianco in avanti, imponendomi di sdraiarmi.

La stringo teneramente fra le braccia ma il nostro amplesso dura pochi istanti perché, vinti dal desiderio, cominciamo a contorcerci l'uno contro l'altra in maniera convulsa, quasi volessimo strapparci vicendevolmente la pelle.

Le nostre bocche s'impiastricciano di saliva fino alle guance ed il sottofondo di mugolii s'interrompe solo per qualche istante, mentre, in tutta fretta, Tanya si sfila il vestito.

Il suo corpo, ora coperto soltanto della lingerie nera di pizzo, è caldo e sinuoso.

Quello spettacolo dà maggior vigore alla mia erezione, mentre la sua mano scivola sotto l'asciugamani per afferrarmi il cazzo, cominciando ad agitarlo ritmicamente.

È abilissima nel carezzare delicatamente il frenulo, costringendolo nel palmo ed esercitando fluide rotazioni del polso per accentuare l'intensità del massaggio.

Io, intanto, mi faccio strada con le dita della mano destra, facendole scivolare sul suo addome fino ad insinuarle nello slip, in cerca del clitoride.

Tanya sembra coinvolta quanto me, perché ha la fica fradicia di umori e, appena la tocco, ha un sussulto improvviso e dirige la testa verso il mio ventre; la sua mano si stringe intorno al glande e scivola giù tendendo la pelle, fino a scoprirlo completamente.

La sua bocca umida ingoia la nerchia fino a far toccare le labbra sull'indice della mano, che sovrasta i miei testicoli gonfi; poi la testa risale e prende ad oscillare, così come prima il polso, ripetendo lo stesso abile gioco.

La sua lingua saetta sull'uretra, poi compiedei semicerchi intorno al frenulo e le labbra serrano ermeticamente il glande, mentre la bocca trattiene e shekera il cocktail di saliva ed umori maschili che diviene più copioso ad ogni risucchio.

Respiro affannosamente e, quando l'eccitazione diviene insostenibile, emetto dei profondi sospiri soffocati.

Lei, invece, sembra ignorare il mio massaggio quando, improvvisamente, fa shittare il bacino verso sinistra, come per sottrarsi ed emette un verso gutturale a bocca chiusa “uhm!” senza interrompere il pompino; però comincia a muovere la mano incrementando la velocità e la fluidità del gesto, come se volesse indurmi a venire.

Sono infoiato oltre misura e non riesco più a trattenere il desiderio di penetrarla, di essere cavalcato da lei e tenerle quel bellissimo culo tra le mani.

Sfilo le dita dalle mutandine e porto entrambe le mani sui suoi fianchi per denudarla.

“No!…Aspetta…” Tanya s'impenna sulle ginocchia, con le cosce ancora larghe e mi punta una mano sul petto per fermarmi.

Ho il panico! Come può essere tanto crudele da interrompere così bruscamente l'azione sul più bello?

“Non possiamo farlo qui! Se torna qualcuno… che gli raccontiamo?” dichiara Tanya con sincera preoccupazione.

“E dove potremmo andare?” una piccola quantità di sangue mi risale al cervello e la preoccupazione assale anche me.

Tanya mi scruta con aria riflessiva e, dopo qualche istante, improvvisamente le sue labbra si dilatano in un sorriso furbetto:”Lo so io! Vestiti!”.

Si china di shitto verso di me per schioccarmi un ultimo bacio appassionato e poi, in tutta fretta, recupera il vestito e le scarpe per indossarli alla meno peggio.

Io faccio quel che posso per seguirla a ruota, ma l'erezione non accenna a calare ed ho qualche difficoltà ad abbottonare i pantaloni.

Tanya coordina le operazioni di fuga:“Prendi le chiavi della vespa ed una coperta dall'armadio…. a proposito: ce li hai i preservativi?”.

Ah, già: i preservativi!

Per uno come me, praticamente incapace di avere una incontro sessuale occasionale, sarebbe perfettamente inutile girare con un preservativo in tasca: per fortuna, da queste parti, si usa tenerne almeno due nel portafogli, se non altro, per prestarli a qualche amico della comitiva più fortunato.

“Sì, come no!”.

Sembriamo due ragazzini infervorati da chissà quale bizzarra idea e ci muoviamo furtivamente, stando accorti a non essere notati dal vicinato.

Salto in sella alla vespa, mentre Tanya corre ad aprire il cancelletto laterale della villa; ripiego la coperta a cilindro e me la infilo tra le gambe, ma quasi mi casca quando poggio il piede in terra per far salire lei che, nel frattempo, ha richiuso la serratura cercando di non fare rumore.

“Dove andiamo?” Le chiedo con eccitazione, fantasticando di ricominciare presto quello che abbiamo bruscamente interrotto.

“Sulla spiaggia! Non ti è mai capitato di fare sesso sulla spiaggia prima d'ora?” nel dirlo si stringe forte a me e parto senza pensarci.

“Dimmi tu che strada seguire!” Muoio dalla curiosità di scoprirlo…

“L'ultimo lido: quello con le cabine che fanno angolo con la scogliera! C'infiliamo dentro l'ultima e ti spacco in due!” Mentre ride mi tocca il petto con una mano ed emette una specie di sibilo quando, con l'altra, si accorge che il mio pene è ancora turgido di eccitazione.

Grazie ad una scorciatoia arriviamo a destinazione in pochi minuti e, data l'ora, posso parcheggiare la vespa proprio accanto alla cabina, nascosta dal buio e completamente isolata.

Il cielo è coperto e, salvo un paio di lampare in lontananza che brillano dal mare, c'è buio pesto.

“Accidenti! Avrei dovuto portare una pila!” Dichiaro con tono seccato; ma dal buio, improvvisamente, compare una fiammella d'accendino.

Intravedo il suo splendido viso sorridente e mi sembra più bella che mai.

“Entra e stendi la coperta in terra, poi togliti solo i pantaloni…” la fiammella si spegne ma, nel buio, vedo la sua ombra nell'atto di sfilarsi le mutandine.

“Dobbiamo restare più o meno vestiti perché, se dovesse venire qualcuno, dobbiamo dileguarci il più in fretta possibile!” Anche lei entra e sento lo shitto del bloccaporta di metallo che ci isola dal resto del mondo.

La fiammella dell'accendino illumina i listelli bianchi di legno delle pareti, intrisi di salsedine e costellati di crepe.

Alle mie spalle c'è una piccola panchina verniciata di blu, sovrastata da un attaccapanni e…non posso crederci: una lampadina appesa ad un filo nero che pende da un angolo, sotto la quale è posto un interruttore di plastica bianco.

Provo ad accenderlo e…. Eureka, funziona!

Tanya mette via l'accendino e mi guarda fisso negli occhi, con un'espressione di desiderio che non avevo mai visto prima d'ora.

“Ci ho ripensato: mettiti nudo!” Sentenzia lei, aiutandomi a spogliarmi.

Incrocio le braccia sui fianchi e tiro su la maglia ma, mentre i gomiti si allineano alla testa ed il tessuto mi copre il viso, sento le sue mani scivolare sulla mia schiena e la lingua prende a saettare sul mio capezzolo destro inumidendolo.

Emetto un gemito soffocato ed il mio pene s'impenna con vigore contro il suo addome; mi strappo via la maglia e voglio abbracciarla, ma lei si lascia cadere in posizione accovacciata ed ingoia avidamente il mio cazzo, reggendosi saldamente ai miei fianchi.

Guardo verso l'alto tenendo gli occhi semichiusi, in preda all'eccitazione e devo confessare che, pur nelle mie più torbide fantasie, non avevo mai immaginato una cosa così travolgente.

Torno a guardare in basso e noto che lei mi scruta per constatare l'effetto del suo lavorio; le carezzo delicatamente la fronte e mi ritraggo lentamente, perché sento che è ormai tempo di accoppiarci.

Mi giro di spalle per sfilare il portafogli dai pantaloni e prendere il preservativo; la sento armeggiare col vestito e quando mi volto la trovo a capo chino, le braccia infilate dietro la schiena a gomiti larghi, intenta nello sganciarsi il reggiseno.

Con un colpo di denti strappo l'involucro del profilattico, lo estraggo e, tenendo premuto il cappuccetto tra le dita, poggio l'anello sulla nerchia tesa per srotolarlo.

A cose fatte Tanya prende a massaggiarmi l'uccello teso per accertarsi che la guaina in lattice aderisca perfettamente e mi fa cenno di sdraiarmi sul pavimento di cemento.

La coperta mi punge la schiena ed i glutei, ma sono troppo eccitato per curarmene e, fra le ginoccha rannicchiate, vedo lei completamente nuda che si appresta a calarsi su di me.

S'inginocchia cingendomi i fianchi con i polpacci e si spinge lentamente all'indietro, tenendomi la verga con la mano destra per infilarsela nella passera fradicia.

Tanya socchiude gli occhi e china il capo in avanti, emettendo un profondo sospiro; poi alza di shitto la testa e mi fissa, contorcendo la bocca in una smorfia di dolore che subito muta in un sorriso malizioso.

Resto immobile per qualche istante, mentre lei è intenta a calibrare l'intensità dei primi affondi e, incredulo, comincio a realizzare che il sogno della mia vita, tutto ciò su cui avevo fantasticato milioni di volte, sta incredibilmente divenendo realtà.

Le stringo le natiche fra le mani e faccio pressione sugli addominali per sollevarmi e baciarla.

Lei mi abbraccia, tenendomi i capelli sulla nuca stretti in una mano e fa danzare ritmicamente il bacino, cavalcandomi con affondi brevi e rapidi.

Gli schiocchi dei baci ed i sospiri echeggiano nella cabina per un po' quando, improvvisamente, Tanya si stacca violentemente da me e, ritta sulla schiena, sbotta in un profondo gemito di piacere:”Ooh! Mhm!…” e, tesa all'indietro, con le mani sulle mie ginocchia piegate, s'impernia sul mio cazzo per tutta la lunghezza, oscillando leggermente la testa con gli occhi chiusi e compiendo affondi più lenti e profondi, in preda all'eccitazione.

I suoi lamenti sono musica per le mie orecchie e il solo pensiero di esserne l'artefice mi fa ingrifare oltre ogni limite; ritorno su e le succhio i capezzoli mentre, con le mani sulle natiche, contribuisco ad aumentare le spinte del suo bacino.

“Ah, Ah, Aah!!!” Tanya è ormai al culmine dell'eccitazione; gli umori hanno lubrificato il lattice a tal punto che pare di sentire il rumore di un qualcosa che stia picchiando ritmicamente in una pozzanghera.

“Wooh, Ah, Ah, Aahhh!!!” è impressionante! Il suo corpo comincia a tremare, come una lenza vibra quando vi abbocca un grosso pesce; mi pone le mani sul petto e mi costringe al pavimento, gemendo e sorridendo mentre compie lentamente gli ultimi affondi e fissandomi estasiata.

Poi si lascia cadere in avanti e poggia la testa sulla mia spalla sinistra, scivolando sul fianco e contorcendo spasmodicamente le cosce per resistere alle pulsazioni residue dell'orgasmo.

“Uh!…Ma sei incredibile! Quanto devo strapazzarti ancora per farti venire?” Tanya sorride e mi carezza il viso mentre io, in silenzio, mi godo il trionfo.

“Ti andrebbe di fare il bagno?” Mi chiede con curiosità.

“Vieni: sono sicura che ti piacerà! Togliti il preservativo e spegni la luce…” Nel cielo è apparsa la luna e, qua e là, splende qualche stella: il mare è nero come la pece ed incute timore, ma Tanya s'incammina frettolosamente giù per la scalinata di legno che conduce alla piccola conca circoscritta da scogliere e s'immerge in acqua fin sotto i seni:”Vieni! L'acqua non è molto fredda…è bellissimo!”.

Sì, è bellissimo ed è un'altra cosa che ho sempre desiderato fare, quella di scopare in mare di notte.

In breve le sono accanto e, per qualche istante, ci soffermiamo a guardare in alto la luna che c'illumina.

D'improvviso mi sento afferrare il cazzo, che immediatamente ritrova la completa rigidità, mentre lei prende a menarmelo con la mano al contrario, come quando si porge per presentarsi a qualcuno e mi bacia voluttuosamente stringendosi a me.

“P…posso leccarti!” Le sussurro timidamente all'orecchio…

Lei non risponde, ma cambia la presa e prende a trascinarmi verso la riva, come fossi un cagnolino al guinzaglio; si volta e fa qualche passo all'indietro in direzione degli scogli, poi si lascia cadere sul bagnasciuga ed allarga le cosce.

M'inginocchio e lei si spinge in avanti, cingendomi il collo con il braccio e baciandomi ancora con passione; poi porta la mano sulla mia nuca e si ritrae, calandomi lentamente la testa verso il basso ad incontrare l'oggetto del mio desiderio.

Sposto il mio bacino sul fianco destro, per evitare di fare un buco nella sabbia a grani grossi con la mia erezione e punto il naso sul monte di Venere, per avere un punto di riferimento nel buio ma, altrettanto, per inebriarmi dell'odore frammisto di umori ed acqua salata che emana la sua fica nuovamente eccitata.

Spingo in avanti la punta della lingua dal basso verso l'alto, in cerca della fessura per raggiungere il clitoride; in un paio di lappate trovo l'estremità sporgente e faccio saettare la mia lingua in senso circolare, provocando in Tanya delle lievi contrazioni del bacino ed inducendola a rilassarsi sul dorso.

Dopo un po' decido di rincarare la dose e le costringo il lembo di pelle che copre il clitoride fra gl'incisivi ed il labbro superiore, risucchiando come se la stessi spompinando.

Tanya non riesce a resistere e comincia a sussultare, contorcendo il bacino in modo convulso e mordicchiandosi un dito per soffocare le grida, ma io incrocio le mie braccia sul suo addome in una morsa d'acciaio e non diminuisco d'intensità, anche se ho la bocca piena di fluidi che trasborda sulle guance ed imbratta l'interno delle sue cosce tremanti.

Il naso è talmente compresso contro il suo pube che sono costretto all'apnea ma, solo di tanto in tanto, emetto degli sbuffi e recupero un po' d'aria dai lati della bocca, per non rallentare l'azione micidiale dei miei “baci”.

D'improvviso Tanya emette un grido straziante; stende le gambe e comincia a vibrare tutta, cercando di liberarsi della mia testa per chiudere le cosce.

La lascio immediatamente… lei rotola sul fianco e si contorce, le mani serrate sul pube, come se le avess'inferto una coltellata; emette dei rantoli profondi e gutturali alternati con suoni acuti smorzati, simili a singhiozzi ma più intensi, quasi fosse sul punto di piangere dal dolore:”Uh, uh, uh…Ooh! Mmh, mh…Aah!!!”.

La scena si protrae per quasi un minuto ed io vi assisto sinceramente perplesso, combattuto fra l'orgoglio di averle provocato un orgasmo così potente ed il timore di aver oltrepassato il limite.

Non so che fare!

Sotto i raggi della luna, il suo splendido corpicino appena visibile continua a tremare, come se ricevesse delle scosse e, appena sembra placarsi, mi avvicino e le poso una mano sulla spalla per tentare di farla voltare delicatamente verso di me, cercando di vedere come si senta; ma lei ruota di shitto e mi si avvinghia al collo con entrambe le braccia, trascinandomi giù al suo fianco, tanto da sentirne il respiro affannoso ed i gemiti residui, mentre allunga la gamba sinistra e mi pianta il tallone nei quatricipiti per unire il suo bacino contro il mio.

“Wow, Carlo: mhm…ma sei un demonio!”.

“È tutto merito tuo! Hai sempre saputo quanto ti desiderassi e, non so come, ho finalmente coronato il mio sogno impossibile…”.

Lei guarda in basso, perché sente crescere la mia erezione sul suo ventre ed esclama:”Mi sa ch'è giunto il tuo turno di venire! Seguimi…”. Si alza in piedi e si dirige a passi lenti verso l'acqua, con i glutei e le cosce imperlati di sabbia.

Per qualche istante resto immobile a cercare d'imprimermi nella mente quella stupenda visione ma, poco dopo, lei s'immerge fino alla vita e si volta a fissarmi:”Vieni, ti ho detto!”.

Piego le gambe e ruoto sulle ginocchia, poi punto le mani e faccio leva per sollevarmi in piedi: noto qualcosa d'insolito nei movimenti di Tanya.

Tiene il braccio destro flesso verso dietro: dapprima penso che si stia ispezionando le natiche con la mano per liberarsi della sabbia residua che si è insinuata nelle parti intime, ma si sfrega con eccessiva insistenza e sembra che provi disagio.

Avvicinandomi riesco finalmente a comprendere cosa stia accadendo, ma proprio non riesco a crederci…Tanya sta cercando di dilatarsi l'ano con le dita e, appena le arrivo a tiro, s'inginocchia e mi afferra la verga tesa con la mano sinistra portandosela alla bocca.

Sento i suoi denti scorticarmi leggermente la pelle ed i risucchi sono fortissimi, mentre la mano stantuffa ritmicamente alla base del cazzo, agitandomi i testicoli induriti dall'acqua fredda.

Mi sembra d'essere sul punto di esplodere, ma non riesco a raggiungere il culmine; mi godo quelle meravigliose sensazioni emettendo dei profondi sospiri smorzati.

“Vieni, avviciniamoci agli scogli…” E mi trascina nuovamente tenendomi per il pene come fosse un guinzaglio.

“Scommetto che l'hai sempre sognato ma non l'hai mai fatto!”.

“Sì, infatti!” Dichiaro senza vergognarmene.

“Scordati quello che hai visto nei film o sulle riviste…non è facile a farsi, discretamente doloroso per buona parte delle donne e non è il caso che duri a lungo”.

Si solleva sulle punte e mi schiocca un bacio appassionato mentre agita la mano per masturbarmi, in modo così violento da generare un mulinello di schiuma in acqua.

Poi si volta e poggia la mano sinistra sullo scoglio, piegando la gamba dello stesso lato per tenere le chiappe meglio dilatate, mentre con la destra trattiene il mio glande contro lo sfintere ed accenna dei movimenti di bacino per agevolare la penetrazione.

Sembra che la cosa non possa succedere, quand'ecco che la cavità anale si dilata ed ingolla la testa del mio batacchio.

“Uuh…Mmh…Ooh, oh!!!”.

Tanya evverte un forte bruciore e quasi shitta in su per la pressione, ma resiste e, dopo qualche attimo di concentrazione spiega:”Devi farlo entrare di pochi centimetri ancora e poi, lentamente, affondare e ritrarlo ritmicamente per la stessa misura…ma, piaannoooo!”.

Lo sfintere è molto stretto e, francamente, temendo di farle male, sono sul punto di estrarre il cazzo e venire masturbandomi da solo, quand'ecco che lei si mette in piedi ed inarca la schiena all'indietro, afferrandomi la nuca con la mano destra e portando la bocca vicina al mio orecchio, gridandomi tutta la sua eccitazione, mentre controbilancia il peso del corpo tenendo la mano sinistra ben salda sul mio fianco.

In preda alla lussuria le agguanto saldamente i fianchi e comincio a far oscillare ritmicamente il bacino, esercitando una grande pressione sulle gambe piegate; sento il glande costretto farsi strada a forza, dilatando la cavità anale con l'aiuto dell'acqua che fa, in qualche modo, da lubrificante.

Sento che il cazzo mi sta diventando di fuoco a furia di sfregamenti e Tanya sembra non riuscire più a sopportare quel doloroso supplizio, quando…Ecco!!!

Uno schizzo incandescente le inonda il buco del culo, seguito da altri d'intensità via via minore e lei, guaendo come una cagna ferita a morte, porta entrambe le mani sui miei fianchi, spingendo per liberarsi da quel supplizio.

Ho il fiato corto e mi sento letteralmente svuotato; quasi non riuscendo a stare sulle gambe, mi trascino verso gli scogli per sedermi.

Tanya, che nel frattempo si è tenuta le natiche larghe sforzandosi di espellere lo sperma, con una smorfia in viso che sottolinea il gran bruciore, si avvicina respirando anch'essa a fatica e s'inginocchia davanti a me abbracciandomi forte, puntando la fronte contro il mio petto.

“Vorrei che questa notte non finisse mai…” mi confessa sotto voce, mentre alza gli occhi per fissarmi.

“Non avrei mai immaginato di poter provare sensazioni così intense e, soprattutto, mai avrei lontanamente fantasticato di poterle vivere insieme a te…eri il mio angioletto e adesso sei un uomo: e che uomo!” mi sorride e viene a sedersi sulle mi ginocchia, cingendomi il collo con un braccio e afferrandosi il polso con l'altra mano, mentre mi poggia la testa riccioluta sulla spalla.

“Che succede adesso fra noi?” le chiedo con voce sommessa…

“Che vuoi che succeda? Questa serata resterà un ricordo indelebile per entrambi…certo, non sarà possibile far finta di niente: e perché, poi?” Tanya solleva la testa e rilascia il polso, per allungare la mano sinistra a carezzarmi il viso.

“Sei il mio nipote preferito…ho sempre avuto un trasporto nei tuoi confronti e, anche se ciò è degenerato in un rapporto sessuale, niente cambierà fra noi…Sai? In realtà non siamo nemmeno i primi in famiglia a fare una cosa del genere!”.

Sgrano gli occhi, incredulo, esclamando:”Chi? Dove? Qu…” ma Tanya mi tappa la bocca con le dita e dichiara:”Preferisco non dirtelo e poi si tratta di un fatto vecchio…”.

Con un sorriso malizioso la imploro:”Dai, ti prego, dimmelo!”.

“Ok! Se proprio ci tieni, ma non ti azzardare a chiedere conferme in giro. Si tratta di…”.

MA QUESTA È UN'ALTRA STORIA!

Alex Lenzi.

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