Un papà porcellone

Il giorno in cui Alessandra (Sandra), la figlia maggiore, si è sposata con Alberto, è stato un evento indimenticabile, voi pensereste che è naturale per la vita di un padre.
Ma quando leggerete la storia che vi sto per raccontare scoprirete che l’avvenimento è diventato tale per una serie di eventi accidentali che si sono verificati ed hanno messo in luce le più basse inclinazioni che da sempre convivono nello spirito dell’uomo, al di la del bene e del male: il desiderio peccaminoso dell’i****to.

Buona lettura.

Gli invitati erano già tutti arrivati, vestiti elegantemente, a bordo d’auto addobbate con merletti e fiori.
La gioia e l’euforia alitava nell’aria, sembrava quasi di toccarla. Amici e parenti si prodigano in complimenti e manate sulla schiena.
Dopo tutto era anche la mia festa, come papà della sposa, intendo, perché stavo per completare il dovere di un padre.
L’avevo accudita per venticinque anni ed quel giorno il mio cucciolo stava per spiccare il volo dal nido.

Sapevo già che, nel momento in cui l’avrei affidata ad Alberto, sarei stato preda di un’intensa emotività e commozione. Sono un uomo sensibile e dalle lacrime facili.
Non m’importava della considerazione degli altri, quello che contava era la felicità di Sandra perché il giorno del suo matrimonio, sarebbe stato l’inizio di una nuova vita. I preparativi per la celebrazione delle nozze avevano rivoluzionato la vita familiare, già da parecchi mesi.
Le fasi della cerimonia ed il ricevimento al ristorante, gli inviti, gli addobbi della chiesa, tutto era stato disposto con meticolosità, quasi maniacale.

Ho avuto anche la fortuna di ass****re alla scelta dell’abito da sposa. Classico in bianco, formato da un corpino rigido in pizzo, ricamato a mano, gonna a tulipano con numerose balze sovrapposte. Quando Sandra uscì dal camerino con il vestito addosso gli occhi si bagnarono dalla commozione. Lei restò a fissarmi intensamente, cercando di capire se il vestito fosse di mio gradimento. Nel momento in cui intravide l’emozione che t****lava dagli occhi bagnati capì che quel vestito era perfetto per lei.

Quel clima magico era ancora presente e si coglieva nelle risate dei bambini in festa, che si sentivano in lontananza, in giardino, mentre si rincorrevano allegramente.
Mia moglie Carla e Sonia, la figlia più piccola, con Sandra, e altre amiche, si erano chiuse nella stanza delle ragazze a farsi aggiustare i capelli dalla parrucchiera. Ormai era da molte ore che le sentivo chiacchierare e ridere.
L’attesa snervante mi faceva riflettere su mille cose, ogni tanto andavo in bagno per dare un’occhiata alla cravatta, a forma di farfalla, mi sembrava tutto in ordine.

L’auto d’epoca, noleggiata appositamente da una agenzia specializzata, bianca, con le cromature dorate e brillanti dei cerchi, delle maniglie e dei paraurti, attendeva la sposa davanti all’ingresso. Molti invitati, e vicini di casa curiosi, si erano posti nelle vicinanza ad aspettare l’uscita di Sandra.
Per scaricare quei momenti di tensione uscivo spesso in giardino a godermi il tepore dei raggi di sole, di una bellissima giornata di maggio, quasi estiva. Tutto era splendido, la luce del giorno che illuminava magnificamente la siepe di rose e l’albero di ciliegie, che si innalzava possente in mezzo al giardino.

Alcuni ragazzini si erano allungati verso i rami più bassi per cercare di cogliere i frutti già maturi. La vita ferveva attorno a quell’evento gioioso, da cui sarebbe nata una famiglia.
Già pensavo alla mia bambina che da quel giorno in poi avrebbe affrontato la vita senza la sua famiglia, con tutte le incognite ed i problemi che spesso affliggevano le giovani coppie. Mi auguravo con tutto il cuore che la fortuna potesse ass****re mia figlia e suo marito.

Solo un pazzo avrebbe potuto pensare che all’orizzonte si stava avvicinando un temporale, che avrebbero funestato quel clima idilliaco.
Se qualcuno avesse soltanto pensato qualcosa di male, senz’altro lo avrei rinchiuso in un manicomio. Eppure stava per accadere.
Avevo chiuso gli occhi e con la mente ripercorrevo tutte le tappe più importanti che avevano caratterizzato la vita di Sandra, dalla nascita, alla scuola, al lavoro ed ora quel lieto evento. Quando:“Giorgio! – la voce sconvolta e la mano di mia moglie, che strattonava la spalla, mi destarono da quel attimo di tranquillità -“Si!
“Abbiamo un grosso problema!”
Era scossa.

Sembrava che gli fosse caduto il mondo addosso. La fissai perplesso, cosa poteva mia essere successo per farla preoccupare in quel modo?
“Che tragedia! Sandra! È impazzita! Non vuole più sposarsi!”
“Che cosa stai dicendo? È uno scherzo?”
“Non sto scherzando! Ci ha buttati fuori dalla stanza! Sembrava una belva! Gridava di andare tutti al diavolo!”
“Ma che cosa è successo!”
“Non lo so!”
“Ma cazzo eri lì! Una non impazzisce all’improvviso! Deve essere successo qualcosa!”
“So solo che il suo cellulare poco prima ha suonato! Sai quelle suonerie strampalate! Disse che aveva ricevuto un mms!”
“E poi?”
“E’ andata in bagno! Quando è tornata era stravolta dalla rabbia! Ci ha cacciati fuori dalla stanza e si è chiusa dentro! Non vuole più uscire!”
“Ma porco diavolo!”
La botta mi bloccò il respiro, dovevo calmarmi e far mente locale, senza farmi prendere dal panico, perché le conseguenze di quel gesto sarebbero state molto gravi.

Eppure stentavo a credere a quello che era successo. Dovevo fare qualcosa per aggiustare la situazione. Ma cosa? Tuttavia mi sforzai di mantenere un contegno apparentemente tranquillo, per rassicurare mia moglie e gli invitati già allarmati, quindi decisi di affrontare il leone.
“Mi fate una cortesia? Tenetevi lontano il più possibile! Io vado di sopra a cercare di capire che cosa è successo, e magari tentare di aggiustare le cose!”
“Va bene Giorgio! Ti prego “….

“Non ti preoccupare! Vedrai che tutto si aggiusterà … spero …. ”
Dopo aver salito le scale, raggiunsi la porta della camera da letto della ragazze. Sonia era ancora lì che cercava di convincere la sorella ad uscire e di finirla con quella pagliacciata. La voce di Sandra usciva ovattata e sconvolta dal pianto.
“Stronza! Proprio tu parli che sei la causa di tutto!”
Sonia appena mi scorse fissò i miei occhi con imbarazzo, poi mi fece una smorfia, come dire che non sapeva di cosa stesse parlando.

“Senti ora vai giù!” ,“Ok papà!”
“Tesoro! Sono papà! Ti prego aprì la porta!”
“No, ho detto che non voglio più sposarmi!
“Ma diavolo maledetto si può conoscere almeno il motivo! Porco Cane! Non si può mandare a s**tafascio un matrimonio, per giunta proprio alla vigilia! Fammi capire che cazzo è successo!
“Chiedilo a quella puttana di Sonia!
Era la seconda volta che accusava la sorella di essere la responsabile di quella situazione.

“Tesoro! Ti prego! Se devo mandare a monte il tuo matrimonio, almeno fammi capire il motivo!
“Voglio restare da sola cazzo! Come debbo dirvelo!
La voce era spezzata dal pianto. Dal tono si capiva che si stava dannando l’anima. La causa di quella tragedia doveva essere seria e, da quello che avevo sentito, Sonia ne era la causa.
“Tesoro facciamo così tu mi apri, poi mi racconti quello che è successo! Se Sonia ha fatto una cazzata ne dovrà pagare le conseguenze! Te lo prometto! Ti voglio aiutare! Fammi entrare!”
Due s**tti secchi annunciarono l’apertura della serratura.

Prima che ci ripensasse entrai velocemente dentro la stanza:
“Chiudi subito quella porta! Non voglio nessun altro qui dentro!”
“Va bene! Farò come vuoi tu tesoro!”
Trovai Sandra allungata sul letto. Si era tolto il vestito da sposa. Appena la scorsi mi venne un colpo. Nonostante la gravità della situazione non potei fare a meno di osservare affascinato la scena che si stava presentando sotto i miei occhi.
Lei era adagiata su un fianco, con la faccia ficcata nel cuscino.

Il corpo era nella tipica posizione fetale, ma la cosa sconvolgente era che in quel momento indossava calze bianche, di nailon, e reggicalze bianche con merletto. Le mutandine erano ridotta ad un succinto tanga bianco che si perdevano tra le natiche rotonde e ben tornite. Il busto era coperto da un corpetto di rigido a cui erano attaccate le reggicalze. Le tette erano completamente esposte e sostenute dal corpetto. Sandra in quelle condizioni appariva in tutta la sua giovane e conturbante bellezza, una bomba sexy che mi suscitò un attacco di libidine mirabolante.

Per fortuna che era girata di spalle altrimenti avrebbe notato l’espressione allupata dei miei occhi, mentre la stavano letteralmente mangiando centimetro per centimetro. Il cazzo somatizzò immediatamente quel senso di eccitazione, ingrossandosi nei pantaloni in un modo osceno, senza alcun rispetto per l’oggetto del desiderio. Non riuscivo a dire un sola frase. Ero completamente incantato ad ammirare il suo magnifico corpo, esibito in una posizione erotica incredibile. I cardiopatici sarebbero morti di infarto.
Ad un certo punto mi accorsi che nelle mani stringeva il suo ipod.

“Sandra.. allora? Mi dici che cosa è successo!
“To! guarda con i tuoi occhi!

Dopo aver pigiato un tasto mi porse il cellulare. Sullo schermo comparve la classica clessidra, che voleva significare che stava caricando un filmato.
Dopo un po’ apparve una persona. Era Alberto.
Voce maschile:
“Cazzo! Chiudi sto cellulare! Lo sai che non mi piace essere ripreso!
Quella frase venne seguita da una risata di donna.
“Brutto porco lo so che ti piace riprendere!
“Ok! Troietta! Dammi qui che ti riprendo mentre mi fai un pompino!
Il cellulare passò di mano e dopo un po’ inquadrò il volto della ragazza.

Appena lo vidi mi venne un colpo. Non c’era alcun dubbio. Era quello di Sonia, che rideva follemente mentre apriva la patta dei pantaloni. Dopo aver armeggiato sulla cerniere lampo abbassò la zip e dopo un po’ tirò fuori il cazzo duro di Alberto. Si leccò le labbra mentre osservava l’obiettivo del cellulare, e con le mani cominciò a stimolarlo facendo scivolare la pelle tesa sulla massa dura. Il movimento era lento ma costante.

““Dai brutta troia! Succhialo!””
Sonia non se lo fece ripetere di nuovo, aprì la bocca ed inghiottì l’intero cazzo di Alberto.
Vedere mia figlia Sonia impegnata a succhiare il cazzo di Alberto mi dette una sensazione di libidine che mi fece esplodere il cazzo nelle mutande. Mi ero maledettamente eccitato da quelle immagini sconvolgenti.
Per me era troppo, la mente sembrava che si stesse sciogliendo come il burro, sentivo le vene del cazzo che pulsavano al ritmo impazzito del cuore.

Chiusi il cellulare e lo buttai sul letto.
“Hai visto!
“Si!
“Chi avrebbe immaginato una cosa del genere! Cazzo mia sorella! Ti rendi conto!
“Già! Chi ti ha mandato quel video!
“Il numero è sconosciuto! Ma credo che mi conoscesse bene!

Faceva un caldo infernale. Forse no, ma la sensazione di caldo mi stringeva il collo della camicia. Per alleviare quella sensazione afosa, mi tolsi la giacca e sciolsi in nodo della cravatta.

Intanto non riuscivo a togliere lo sguardo dal culo di Sandra. Era li, distesa su un fianco, con le natiche in bella vista e le mutandine che si perdevano nello scoscio, da cui si intravedeva la protuberanza della figa. L’eccitazione suscitata dal filmato si andò a sommare a quella che sprigionava lei adagiata sul materasso, in quella posizione eccitante. Mi sedetti sul bordo del letto. Sandra non si era mossa, e se ne stava ferma, con il suo borioso culo a pochi centimetri dal mio cazzo.

Allungai un braccio e lo posai su un fianco, la mano sfiorò la pelle nuda, liscia come il velluto. Appena la toccai sentì una scarica di adrenalina che percosse tutta la schiena.
“Sandra! Non so cosa dire! Quel video ha sconvolto anche me!
“Ed io dovrei sposare quello stronzo? Ti rendi conto che si scopa mia sorella!
“Nella vita succedono tante cose! A volte terribili! Ma poi bisogna affrontarle e superarle!
“E cosa dovrei fare secondo te? Far finta che non sia successo nulla?
“Non dico questo! Un matrimonio è una cosa seria! Magari col tempo certe cose si aggiustano!
“Stai scherzando? Mi stai dicendo di accettare il tradimento di Sonia ed Alberto!
Ero maledettamente eccitato e non riuscivo più a ragionare.

In quel momento avrei voluta saltarle addosso e succhiarle le tette. La mano intanto si muoveva sulla pelle morbida dei glutei, lei, distratta dalla rabbia, non aveva colto le intenzioni morbose che si celavano dietro quel gesto.
Il corpo fremeva dall’eccitazione, dovevo fare qualcosa altrimenti sarei impazzito. Così, seguendo il solo istinto a****le, mi aprì la cerniera lampo e dopo aver armeggiato dentro mi tirai fuori il cazzo. Lei non poteva vederlo, perché mi girava la schiena, mentre lo menavo freneticamente, con la cappella a pochi centimetri dal suo scoscio, facendo scivolare la pelle lungo l’asta dura e palpitante.

Era difficile restare inerti di fronte a tante grazia. Il cervello era andato completamente in tilt.
Mentre mi masturbavo, allungai la mano fino ad afferrale un seno. Appena lo ebbi nella mano cominciai ad impastarlo come se fosse plastilina.
“Ma che cazzo stai facendo papà!
“Dio quanto sei bella!
Nello stesso istante si girò mettendosi supina sul letto.
Quando vide il cazzo duro e palpitante che serravo nella mano, lanciò un urlo.

“Diooooooo papà ma che cazzo stai facendo! Ti stai sparando una sega?
“Siiiiiiii non c’è la faccio piùù ti desideroo

Ormai ero completamente partito di testa. In preda alla bramosia più estrema e schiavo della più bassa depravazione sessuale, non riuscivo più a controllare la situazione, così mi allungai sopra di lei e le afferrai le tette con entrambe le mani, poi mi incollai con la bocca sulle mammelle ed iniziai succhiare quei meravigliosi capezzoli!

“Papà! Sei impazzitoooooo papààà sono tua figliaaaaaaaaa!
“Lo so! Ma sei anche un gran pezzo di figa! Dio non ce la faccio!
“Ma papà fermatiiii! “Che cosa ci perdi! Dai lasciami fare! Mmm belleeeeeeeee !
“Noooo! Papà ti pregooo!
Era completamente sconvolta da quella situazione assurda.

La sua voce era totalmente stravolta, quasi implorante di fronte a quella imprevista aggressione. Tuttavia, la sua reazione mi era del tutto indifferente, quindi, insensibile alle suppliche, proseguii nel mio scopo, senza alcuna remora morale, pensando a soddisfare esclusivamente l’intento libidinoso. Con forza le spalancai le gambe ponendomi in mezzo, poi, preso dalla follia del desiderio sessuale, come un cane rabbioso, le spostai il tanga di lato esponendo una figa imberbe, completamente rasata.
Era bellissima, le labbra esterne scure e grosse, divise da quelle interne nere e frastagliate, il tutto sormontato da un clitoride rosa ed invitante.

Le spinsi le gambe verso il materasso per avere una visuale completa dello scoscio. Sandra sembrava una bambola di pezza. La potevo manovrare come meglio volevo. Era completamente soggiogata dal mio impeto bestiale. In quella posizione iniziai a sollecitare le fenditure della figa ficcando alcune dita nelle carne viva.
“papààà è sbagliatooooo nonnnn mmmmm
Nonostante fosse in preda alla disperazione a causa di quella aggressione inaudita, il tono della voce tradiva una velata eccitazione.

“Dai lasciami fare…. È quello che si merita quello stronzo di Alberto…!
Dopo aver incalzato il clitoride e le pieghe della figa, allargai le piccole labbra e come un disperato in preda alla fame mi tuffai con la bocca in quella fonte di piacere.
“hooooo papà che stai fecendoooooo! Nooooooooooo!
Sandra, alla fine sfinita, smise di opporre resistenza attiva, restandosene ferma con le gambe completamente flesse verso il materasso, lasciava che le stimolassi la figa in ogni dove.

Tuttavia, indomita, continuava ad inveire con frasi senza senso. Intanto manteneva le cosce completamene spalancate per permettermi di penetrare più a fondo con la lingua..

“Oddioooo papàààà sto godendooooooo mmmmm
“Lo sapevoooo, che in fondo era quello che voleviiiiiiii vieni ora voglio provare la tua bocca.
Mi alzai sulle ginocchia, dopo avermi sbottonato i pantaloni e le misi davanti agli occhi il cazzone duro, che palpitava come un cavallo imbizzarrito.
Sandra si mise a pecorina sul letto con il volto verso il mio cazzo, poi lo afferrò con una mano, menandolo delicatamente e proseguendo, cominciò a leccarlo, e successivamente a succhiarlo.

Finalmente, Sandra, alla fine, si era lasciata trascinare da quella passione i****tuosa, non opponeva più alcuna resistenza, la follia dei sensi aveva acceso anche lei.
La sua bocca stava ingoiando il cazzo paterno fino in fondo alla gola. Era un piacere vedere le labbra che scivolavano veloci lungo l’asta. Ogni tanto la lingua seguiva i contorni del glande, levigando la pelle fino ai coglioni.
Ad un tratto la fermai. Lei capì il motivo.

“Voglio scoparti!
“Si! lo voglio anche io!
Si adagiò con la schiena sul letto e spalancò oscenamente le gambe. Mi sembrava di sognare. In quella posizione superba era meravigliosa. Le tette spuntavano dal corpetto, dritte come la punta di due pere, e la figa, bella e bagnata aspettava trepidante di essere penetrata. Il tanga era ancora spostato di lato.
Mi piegai sopra di lei, tenendo il cazzo puntato contro la vulva vaginale, quindi iniziai a spingere verso il basso fino a quando non vide il cazzo scomparire completamene dentro quella fucina incandescente.

“Hoooooooo papàààààààà siiiiiiiiiiii scopami, fottimi…. Ti pregoooo
“Sei bellissimaaaaaaaa cazzoooo! sei strettissimaa!
“hooooooo papààààààà lo sentono mmm è bellissimo mmmmm
Avrei voluto che qualcuno mi avesse dato un calcio nei coglioni. Eppure non stavo sognando, mia figlia Sandra era sotto di me, che fremeva dal godimento datogli dal mio cazzo, che scompariva velocemente dentro la sua calda ed accogliente figa. Ogni affondo era come una sinfonia.
Poi il lamento si trasformò in un canto cacofonico costante, una nenia che usciva dalla sua bocca ed accompagnava come le urla dei tifosi gli affondi del cazzo dentro di lei.

Hooooooo mmmmm graooooooo hoooooooo

I suoi singulti erano frenetici. Più spingevo dentro di lei e più lei ansimava e si dimenava come se fosse in preda ad un spirito maligno.
Dopo alcuni minuti la girai a pecorina, e qui mi fermo perché non ho parole per descrivere il culo di Sandra. Il panorama era da infarto. Pensate ad immaginare una stupenda puledra vestita con le calze bianche, interrotte a metà coscia, il corpetto da cui pendevano i lacci delle reggicalze, il tanga spostato di lato, uno spettacolo che era possibile vedere solo in certi film hard, incantevole ed irresistibile.

Il tempo incalzava, dovevo arrivare subito al dunque.
Ormai ero certo di aver risolto positivamente quella situazione.
Il metodo non è stato certamente paterno, dopo tutto c’è stato un grande scrittore che ha giustificato qualsiasi mezzo per arrivare allo scopo, anche quello più meschino.
Comunque, accettai tutte le conseguenze di quel gesto scellerato, peraltro approvato da mia figlia, quindi consapevole del bene che le stavo facendo, le afferrai i fianchi e cominciai a martellare la sua figa fino quando non senti i primi stimoli inguinali, che preannunciavano una poderosa sborrata.

Non le chiesi il permesso di lasciarlo dentro, perché era in piena estasi e tirarlo fuori in quel momento di intenso godimento sarebbe strato un vero delitto, quindi, mentre le pareti della sua figa si contorceva dall’orgasmo, in pieno follia dei sensi, esaltato da quel meraviglioso istante, in cui Sandra stava urlando di piacere, mi lascia andare in una poderosa sborrata dentro il suo caldissimo utero.

“Toooooooooooo diavolo di una figliaaaaaaaaaaaa mmmmm
“Siiiiiiiiiiiiii mmmmmmmmm godoooooooooo mmmm

In quei frangenti frenetici lei si era distesa sul letto, con il ventre in giù, ed io da dietro continuavo a muovermi dentro la sua bollente figa, fino a quando i moti cominciarono a diventare sempre più lenti.

Alla fine ci fermammo completamente, mentre il cazzo si afflosciava soddisfatto dentro di lei.

“Ho papà! Sei stato magnificooooooo!
“Piccola, ora faccio venire la mamma e Sonia, così tu ti rivesti e poi ti sposi!
“Ma! “Nessun ma! Come dicevano gli antichi, occhio per occhio…! Credo che tu gli abbia reso pan per focaccia! Ahahah
“ahahahh hai ragione papà! E con Sonia come la mettiamo?
“A quella ci penso io! Dopo quello che ho visto penso che le farò un discorsetto!
“Papà! Quel tono di voce mmmm, non hai per caso intenzione strane!
“Sai! Ritrovarsi una figlia troia, dopotutto ha suoi vantaggi no?
“ahahahah! Quasi quasi la invidio!
“Ei tesoro! Guarda che noi due siamo solo all’inizio! Ahahahah
“hahahah….

Già!

Sandra si lasciò vestire dalla madre e da sua sorella, verso cui aveva seppellito l’ascia di guerra. Scese le scale con un sorriso smagliante. Mia moglie, sussurrando in uno orecchio, mi chiese che cosa avessi fatto per convincerla. Gli dissi una cazzata qualunque. Mentre osservavo Sandra scendere le scale spostai lo sguardo su Sonia, che in quel momento la seguiva insieme alle altre damigelle.
Mi soffermai ad ammirare il vestitino nero, completamente scoperto nelle spalle e corto abbastanza da lasciare intravede le gambe belle, sode e dritte.

Non c’era dubbio, era appena uscita dall’adolescenza, ma manteneva un corpo asciutto e ben forgiato dalla natura. Del resto per un uomo della mia età sarebbe stato comunque un dono divino aver la possibilità di poter mettere le mani su prede così giovani. Le ragazzine sono tutte belle e sensuali e Sonia aveva le stesse caratteristiche della sue coetanee, quelle che quando vai in giro per le strade ti lasciano l’amaro in bocca, perché hanno la cosiddetta bellezza dell’asino, che non necessita di alcun ritocco artificiale per essere tale.

In quei momenti di riflessione non potei impedire alla mia mente di provare un attrazione sessuale per Lei. Con Sandra avevo scoperto una strada, una via che non compariva sulle mappe della morale comune, ma che esiste nascosta tra le fronde della perversione umana. Ed io l’avevo scoperta. Non era asfaltata dal fuoco dell’inferno ma coperta da una piacevole e soffice moquette. L’avevo sperimentata sulla mia pelle, mi è piaciuta, ed ora, come un drogato, non riuscivo a pensa ad altro.

Sonia in quel momento mi appariva come era un'altra occasione.

Durante tutta la cerimonia non ebbi occhi per Sonia. Intanto stavo riflettendo su come avrei potuto sfruttare quella occasione.
Alla fine decisi di fare la stessa cosa che avevo fatto con sua sorella, visto che avevo avuto fortuna. La festa è stata bellissima. Tutti gli inviati si sono divertiti. Il pranzo, i balli, le risate, gli scherzi, si sono succeduti l’uno all’altro in una magnifica atmosfera idilliaca.

Nel corso del ricevimento, mentre tutti erano intenti a ballare, ho afferrato la mano di Sandra e lo trascinata ai piani superiore dell’albergo. Ci siamo infilati nella prima camera aperta. Ero troppo eccitato dai pensieri che avevo avuto su Sonia ed il cazzo non mi dava un attimo di tregua.
Dovevo soddisfarmi in fretta e con l’unica persona che in quel momento era disponibile.
Appena entrammo nella camera da letto le alzai il vestito da sposa e le feci assumere la posizione della pecorina.

Cristo che spettacolo. Il colore della pelle era messo in risalto dal bianco della vestito e dalle calze e reggicalze. Era di una sensualità sconvolgente e tale da fare venire i brividi alla pelle.
Appena le infilai il cazzo nella figa lanciò un urlo forte. Per evitare che quelli di sotto ci sentissero scopare, la invitai a ficcare la faccia nel cuscino e di cercare di sopprimere la voglio di gridare.
Ero troppo eccitato per i preliminari.

Così avevo optato per una piacevole sveltina. La scopata durò un quarto d’ora circa, ma fu intensa.
Quando raggiungemmo la sale, gli invitati ci accolsero con un applauso. Ci stavano aspettando. Mio fratello mi disse che mi avevano visto fuggire con la sposa. Ma la cosa non aveva insospettito nessuno perché tutti avevano pensato che fosse naturale per un padre ritagliarsi un attimo di intimità con la propria figlia, perché poi l’avrebbe persa per sempre.

Alla fine di quella giornata memorabile, ci trovammo tutti raccolti nel cortile dell’albergo-ristorante a dare il saluto agli sposi che, a bordo dell’auto addobbata per la circostanza con le classiche scritte e con il codazzo delle lattine, fuggivano via, per intraprendere il viaggio di nozze da favola.
Quando la macchina scomparve all’orizzonte la gente iniziò a salutare.
Quindi, dopo aver espresso i ringraziamenti di commiato verso tutti gli ospiti ed i parenti, stanchi, ma felici, rientrammo a casa.

Il basculante del garage si schiuse alla nostre spalle, mia moglie scese dall’auto.

“Sonia, rimani li, io e te dobbiamo fare una chiacchierata!
Mia moglie aveva intuito che la crisi isterica di Sandra era stata causata in qualche modo da Sonia, per questo mi disse:

“Giorgio, ti prego non essere troppo severo, in fin dei conti è andato tutto bene!
“Non ti preoccupare! Ti raggiungiamo tra poco!

Mia moglie prima di lasciare il garage, rivolgendosi a Sonia:
“Non so che cosa tu abbia fatto a tua sorella! Qualunque cosa fosse, comunque, sappi che poteva causare una tragedia, che per fortuna tuo padre ha evitato! Io non voglio sapere di cosa si tratta, chiarisciti con tuo padre e mi auguro che finisca qui, in questo garage!
Sonia non aveva la forza di parlare.

La vedevo abbattuta e costernata, con le spalle reclinate e le mani incrociate e posate sul grembo.
Appena sentii la porta interna del garage che sbatteva mi volsi verso Sonia.
“Non hai niente da dirmi in proposito?
“Papà! Ti giuro che non so che cosa le sia preso a Sandra!
“Cazzo che faccia tosta! Sei una bugiarda e lo sai?
Il tono forte della voce la fece sussultare. Le sue mani si muovevano nervose.

“Papà! Se mi devi fare la solita ramanzina! Sbrigati! Sono stanca e ho voglia di andarmene in camera! Mentre ero girato a guardarla, le osservavo le gambe, il busto, il seno semi scoperto. Decisamente era un gran pezzo di figa.
Quel giorno avevo i sensi totalmente scombussolato dagli eventi. Quindi, in quel momento, i pensieri libidinosi riaffiorarono immediatamente alla coscienza. Il mio corpo iniziò nuovamente a fremere come un fuscello, ero eccitato ed il cazzo si era ingrossato iniziando a palpitare allo stesso ritmo dei battiti cardiaci.

Avevo una gran voglia di scopare.
Tirai fuori dalla tasca l’ipod di Sandra e lo mostrai a Sonia.
“Lo riconosci questo!
“E’ l’ipod di Sandra! E allora?
Pigiai il tasto menu, e dopo aver individuato il file mpg lo selezionai. Appena la clessidra ebbe finito di carica il filmato.
“To! Guarda che performance! Una ottima prestazione non c’è che dire!
Sonia guardò le scene che si susseguivano sul piccolo schermo. Un silenzio tombale calò nell’auto.

Il suo respiro divenne subito affannoso. Ad un tratto spense l’ipod e lo gettò sul sedile al suo fianco.
Mise una mano sulla maniglia.
“Questa è una vigliaccata!
Velocemente andai fuori dall’auto, bloccandola nel momenti in cui stava per uscire.
“Dove credi di andare? Io e te non abbiamo ancora finito!
Io ero in piedi di fronte alla portiera posteriore aperta. Le aveva precluso ogni possibilità di fuga. Sembrava un tigre in gabbia.

“Mi dici che cazzo vuoi da me! Ora sai tutto! E allora?
“Allora! Ho deciso che meriti una punizione! Non puoi farla franca dopo quello che hai combinato!
“Cosa devo aspettarmi? Dieci frustate? Digiuno per una settimana? Mi sospendi la paghetta? Papà sei ridicolo!
Il desiderio sessuale che provavo per lei, in quel momento, era di inaudita potenza e stava diventando incontrollabile. Avrei voluto saltargli addosso buttarla sul sedile e scoparla violentemente.
“Nulla di tutto questo!
Lei mi fissò perplessa, con atteggiamento di sfida attendeva di vedere le conseguenze delle mia parole.

Il suo atteggiamento spregiudicato mi infondeva un desiderio inaudito.
Bella e disinibita, un alchimia sempre apprezzata dall’uomo
“”Bene – pensai — mi sfidi? Ora vedrai!””
La fissai intensamente negli occhi, improvvisamente mi sbottonai i pantaloni, e dopo avere aperta la zip, mi tirai fuori il cazzo duro come una pietra.
Appena lei lo vide gli occhi stralunarono, quasi a voler uscire dalle orbite. Assunse una espressione sconcertata. Non si aspettava quella azione scellerata.

“Visto che ti piace succhiare il cazzo! E lo fai molto bene! Ora, se permetti vorrei sperimentare di persona le tue grandiose capacità! SUCCHIA!
Alle parole feci seguire l’azione, le afferrai puntando la cappella, dura e rotonda come una biglia da bigliardo, contro le sue labbra. Spinsi e la cappella impattò contro la sua bacca chiusa, impregnandola di liquido seminale segreto dall’eccitazione.
“APRI STA CAZZO DI BOCCA E CIUCCIA!
Ero eccitato, e non riuscivo a più controllarmi.

Desideravo che lei lo prendesse in bocca ed iniziasse a succhiarlo.
Dopo un momento di tensione, finalmente qualcosa si mosse. Infatti, le labbra si aprirono permettendo alla cappella di entrare in bocca.

Appena dentro, con entrambi le mani la tenni ferma dalla testa ed iniziai a chiavarla freneticamente in bocca. Ogni tanto mi fermavo per permetterle di sputare i conati di vomito e saliva.
Nonostante fossi io a muovermi dentro la sua bocca, percepivo comunque una parziale partecipazione al pompino.

“Senti! Mi piacerebbe se continuassi da sola!
Non esprimeva alcuna reazione mentre il cazzo bagnato, coperto completamene dalla sua saliva, era a pochi centimetri dal suo naso.
Lei si limitò a fissarlo, poi sospirando con affanno, lo afferrò con entrambe le mani, incominciando a far scivolare lievemente la pelle tesa sull’asta.
Sospirai dal sollievo perché con quel gesto dava segnali positivi.
Il tocco delle mani era delicato. Dopo alcuni colpi di sega, si fermò e riprese a succhiare il cazzo.

La sensazione di caldo della bocca mi fece venire la pelle d’oca, perché avvolgeva totalmente il nerbo e si muoveva lentamente, senza interrompersi, su tutta la lunghezza dell’asta.

“Ohhh cazzo! Sei bravissima!

Stimolato da quel piacevole pompino, iniziai ad accarezzarle le spalle, la schiena, poi afferrai la cima del vestito e lo spinsi giù fino al costato, esponendo le sue meravigliose tette.

“Dai fammi una sega con le tette!

Sembrava un automa telecomandato.

Non riuscivo ancora a capire se fosse coinvolta o no. Però i suoi movimenti erano quelli di una che si ci stava, non c’era dubbio.
Afferrò il cazzo e lo ficcò in mezzo alle mammelle, poi lo serrò dentro facendo scivolare i meloni lungo l’asta. Sentire il colore delle sue tette attorno al cazzo era un sensazione straordinaria che mi infondeva una libidine estrema.
Era comunque uno spettacolo indescrivibile con le semplici parole.

In quella situazione, man mano che muoveva le tette, il glande spuntava da sopra e lei lo aspettava con la bocca aperta per accoglierlo tra le sue labbra.

“Stenditi sul sedile, ho voglio di leccarti la figa!
Eseguì l’ordine come un perfetto soldatino. Infatti si distese su un fianco alzando una gamba in aria, scoprendo lo scoscio, con le mutandine nere che si perdevano tra i glutei, in quel momento mi apparve come un miraggio.

Quella posizione era di una sensualità da fare venire i brividi alla schiena. Dio quanto era bella. Stentavo a credere che quel giovane bocconcino era disponibile ad immolarsi sulla tavole dei miei più perversi sentimenti.
Attratto da quello scenario divino, entrai subito nell’abitacolo, inginocchiandomi tra le sue meravigliose cosce spalancate. Poi le spostai di lato le mutandine esponendo una figa pelosa.
Il folto pelo nero le copriva il monte di venere e parte della labbra grosse.

Le piccole labbra spuntava appena. La cosa che più mi colpì fu il grosso buco che si intravedeva in mezzo. Segno che quella puttanella aveva fatto largo uso della figa e si vedeva.
“Cribbio! Hai una figa da paura! Non ti piace depilarti!
“No! Agli uomini piace così!
Finalmente aveva parlato.
“Credevo che avessi perso la favella!
Si mise a ridere. Poi
“Ti decidi a leccarmi la figa! O vuoi continuare a parlare!
L’invito andava soddisfatto, e alla svelta.

Così, cominciai a stimolarle il clitoride e a frizionare la parte interna delle labbra, poi, ficccando alcune dite, incalzai la carne viva con un movimento lento e costante!

“mmmmm papà continua mi piaceeeeeeeeee mmmm!

Alla fine affondai la bocca in mezzo a quel pelo nero e morbido, abbondantemente impregnato di umori.
L’odore forte della vulva vaginale inebriò le narici, facendomi sentire un brivido che percorse tutta la spina dorsale.
E’ difficile descrivere le sensazioni che provavo a vedere Sonia meravigliosamente adagiata sul sedile, con la figa pelosa esposta tra le gambe spalancate, che spiccavano in alto fino a toccare il soffitto dell’auto.

“Ora! Scopami!

Sbottonai i pantaloni per avere più libertà di movimento. Poi mi piegai sopra di lei e puntai la grossa cappella tra le piccole labbra. Non incontrai nessuna resistenza e in solo colpo affondai dentro quella fucina incandescente che si era infiammata dal desiderio.

“Siiiiiiiiiiiiiiii è bellissiiiiiimooooooo ho papà mi piaceeeeeeee!

Non era molto stretta, ma era comunque calda ed accogliente. In quella posizione era completamente rannicchiata sotto di me, con i polpacci delle gambe appoggiate alle spalle, mentre io continuavo a scoparla con veemenza.

In pochi secondi vidi il cazzo impregnasi di una sostanza biancastra che cominciò a espandersi sul pelo pubico e sui coglioni.

Hooooooo godooooooooooo godoooooooo

Cazzo se godeva, in effetti, ogni affondo era devastante perché era favorito dal peso del mio corpo massiccio.
L’avevo ridotta a stare in un piccolo spazio angusto, sul sedile posteriore, mentre da sopra le stavo sconquassando la figa.
Le pareti vaginali si contorcevano dagli orgasmi che stava provando con una frequenza impressionante.

Quell’estasi era accompagnata da un lamento di piacere che riempiva l’abitacolo dell’auto ed il garage.

Il tempo incalzava, dovevo concludere quella maratona di sesso. Così, mi appoggiai alla spalliera e cominciai ad aumentare il ritmo degli affondi. Ormai ero sulla direttiva di arrivo e nessuno poteva fermare quella macchina infernale del mio cazzo, che scivolava dentro la figa di Sonia con un frenesia che rasentava l’assurdo.

Ero eccitato come un cavallo da monta, e Sonia si era dimostrata la degna cavalla pronta a soddisfare il suo stallone.

Tutto quello che avevo immaginato su di lei si stava realizzandosi sotto i colpi micidiali del mio cazzo, che le stava martellando la figa.

Nonostante l’angusto spazio si muoveva come un diavolo, cercando di trarre da quel rapporto il massimo piacere possibile. Gridava e godeva con tutta l’anima.
Cribbio era un amante perfetta.

“Vieniiiiiiiiiii dentrooo prendo la pillolaaaaa mmm godooooooo!

L’ultimo colpo, poi tenendo il cazzo dentro quella fucina infernale, svuotai i coglioni fino all’ultima goccia di sborra.

Continuammo a muoverci fino all’estremo sacrificio. Poi esausti, con il cazzo che si stava afflosciando dentro di lei.

“Credo che la punizione sia stata adeguata! Severa, ma adeguata! Ahahahahah
“Sei un porco papà! Ahahahhahah

Le nozze di Sandra sono state meravigliose, e la giornata si è chiuse magnificamente non c’era dubbio.
La scoperta di avere in casa una troia del livello di Sonia per me ha significato la possibilità di conciliare in una perfetta simbiosi l’amore sacro e l’amore profano.

Come padre mi sentivo pienamente orgoglioso delle mie figliole.
Il futuro si prospettava roseo ed emozionante.

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