Sofia

Il telefono squillava, era Manuela che mi chiamava per la solita uscita che facevamo periodicamente, risposi: “Ciao Ele, vogliamo farti una proposta che non puoi rifiutare” disse ridendo… “dimmi … “risposi un po’ perplessa. “Questa volta andiamo a rilassarci in un centro benessere…” la interruppi dicendo “non se ne parla, non ho voglia di camminare in costume in mezzo a dei maschi che sbavano al nostro passaggio, sono stufa dai… andate solo voi” risposi in modo scocciato “dai Ele, questo non è il solito centro benessere, saremo solo noi, Antonella ne ha trovato uno molto intimo e riservato” disse con voce entusiasta.

“Passiamo a prenderti domani alle 16… e poi concludiamo con una bella cena” disse contenta e aggiunse “non esiste che mi dici di no, a domani” e chiuse prima che rispondessi. Con loro due era inutile…. Quando si mettevano in testa qualcosa… era impossibile dire di no. Le volevo bene come a delle sorelle, ci conoscevamo da vent’anni, sapevano bene la mia inclinazione sessuale, e sapevano anche che negli ultimi due anni la mia vita sentimentale era affondata negli abissi più neri.

Dopo la fine della mia storia con la donna più importante fino allora, le mie uniche relazioni avute erano state solo fisiche e nient’altro. Cambiavo di donna in donna nella vaga ricerca forse di ritrovare me stessa e quello che avevo perso.
Antonella e Manuela arrivarono perfettamente puntuali, cosa strana per loro che del ritardo avevano fatto il loro credo di vita. Uscimmo dalla città per dirigerci verso le colline, arrivammo in una villa settecentesca adibita ad albergo dove dentro vi era il centro benessere.

Ci accolse una donna a cui non feci caso perché ero affascinata dall’ambiente lussuoso e raffinato, ma una voce interruppe la panoramica che facevo all’ambiente “ciao, piacere sono Sofia! Sarò l’operatore che vi assisterà dentro il centro!” Mi girai verso la voce e rimasi un attimo senza fiato. Due occhi chiari mi scrutarono. Non ne riuscivo a definire il colore. La luce era ingannevole ed i suoi occhi sembravano di un verde/azzurro intenso. Bellissimi… A stento riuscì a dire: “…piacere, Eleonora!”.

Ci avviammo dentro lo spogliatoio del centro… c’erano degli accappatoi bianchi e ciabattine in coordinato preparate sulle panchine. Mi spogliai e mi accorsi che le altre mettevano l’accappatoio senza nulla sotto e… “ma il costume non lo mettete? ”chiesi. Manuela rispose: “Che costume?… ti avevo detto che era un ambiente riservato e privato… è tutto per noi…”. Rimasi perplessa e Antonella aggiunse: “non mi dire che non hai mai visto una donna nuda!” e risero a crepapelle mentre le guardai con occhi di sfida.

Uscirono e andarono verso la vasca idromassaggio che era abbastanza grande da entrarci in otto persone. Si avvicinò Sofia chiedendo: “vuole iniziare con il massaggio?” La guardai, arrossii, ma la mia fortuna era che l’ambiente era illuminato da luci molto tenue. “No, per ora sto con le mie amiche in vasca” risposi un po’ in imbarazzo. “Va bene, allora vi spiego a tutte il percorso!” disse lei e noi ci avvicinammo. “Il percorso comprende, sauna, bagno turco, doccia emozionale, vasca idromassaggio e massaggio di mezzora con me.

Nella zona relax con il solarium, a breve vi porterò delle tisane e della frutta fresca da servire a piacere. Se avete dubbi o richieste sono a vostra completa disposizione” e si allontanò. L’ambiente era davvero bello, caldo, illuminato da candele, essenze aromatiche nell’aria e musica soft. Era davvero tranquillo e riservato. Seguii le mie amiche nel percorso; una per volta andarono a fare anche il massaggio, ci ritrovammo nuovamente in vasca a parlare ma io ero assente, distratta da lei… se ne accorsero e Manuela chiese “ sei con noi Ele?… sei troppo distratta dall’operatrice” e risero “Silenzio, parlate piano, ma non è vero… certo devo ammettere che è una bella donna, ma…” risero ancora più forte “smettetela dai ragazze, che può sentirci” Antonella aggiunse “ma da quando in qua, ti fai problemi, lo sa il mondo chi sei” la guardai con odio… volevo ucciderla.

Guardai verso Sofia che sembrava troppo indaffarata a preparare il vassoio con tisane e frutta. Lei si accorse che l’osservavo e mi invitò ad andare da lei… toccava a me fare il massaggio. Mi recai ansiosa verso di lei, non ne capivo il perché… Arrivate nella cabina massaggi, mi si rivolse dicendo: “si tolga l’accappatoio e si accomodi in posizione supina”. Che mi succedeva?! Non mi ero mai fatta problemi a star nuda davanti ad una donna, anzi… Iniziò il massaggio dal viso… sensazione piacevole, raramente mi facevo accarezzare il viso da qualcuno, la guardavo, i suoi occhi mi penetravano, le sue mani iniziarono a scivolare sul mio corpo, non riuscivo a smettere di osservarla, e lei quando poteva ricambiava il mio sguardo accennando dei timidi sorrisi.

Ero incantata. “Si può girare” mi disse a bassa voce. Mi misi prona e lei continuò a massaggiarmi … mai mi ero lasciata toccare da una donna senza ricambiare o prenderne le redini della situazione. Qui ero inerme. Mi stava dando delle piacevoli sensazioni, che non alludevano al sesso, ma solo allo stare bene del corpo e della mia mente. Mezz’ora finì troppo presto. “Si può alzare quando vuole, si prenda tutto il tempo necessario!” mi sussurrò all’orecchio e andò via.

Mi aveva coperto con dei teli in cotone caldi e il lettino riscaldato mi stava facendo incontrare Morfeo… ma la voce di Manuela interruppe il mio relax dicendo “Ele sei viva o in paradiso?” Sgranai gli occhi, non dissi nulla ma non la guardai contenta. Dovevamo andare via … Le ragazze si vestirono prima di me mentre io feci una doccia, dentro il centro era rimasta solo Sofia. Mi vestii e mi avvicinai con titubanza e le dissi “wow, è il più bel massaggio che ho fatto in vita mia! Li faccio regolarmente, ma tu sei stata bravissima, peccato che è durato troppo poco…” lei sorrise e rispose: “la ringrazio, può sempre farlo di un’ora la prossima volta…” e mi diede il suo bigliettino da visita.

Aggiunse: “lavoriamo su appuntamento, il centro lo gestisco io, quando vuole … fissiamo un massaggio”. “Sì, certo con piacere…” dissi …quasi interrotta da quelle due impertinenti che stavano ridendo sulla soglia della porta del centro. “Andiamo latin lover, che abbiamo fame e ci aspetta una mega pizza!”. Una vampata di calore mi avvolse. Volevo sprofondare. Sofia mi fece un sorriso di circostanza. Allungò la mano per salutarmi ed io le strinsi la mano. Mi avviai verso la porta guardando quelle due streghe che fulminai con uno sguardo.

Passammo una piacevole serata, ma la mia testa era altrove.
Passarono giorni, il suo biglietto da visita era spesso tra le mie mani, lo guardavo… volevo chiamarla… ma tentennavo…Finalmente mi decisi e feci il suo numero. Rispose: “pronto?”, “ciao Sofia, sono Eleonora! Sono venuta con delle mie amiche a fare un percorso…” non finii la frase che mi disse: “ciao, ti ho riconosciuto…”, “ah sì?” chiesi stupita. “Si, la tua R moscia …ti distingue.

Conosco poche persone con la tua pronuncia. ” Mi ripresi: “ah ok, ti avevo chiamato per fare un massaggio. Sono tutta indolenzita dagli allenamenti e volevo rilassarmi un po’”. “Quando vuoi venire?” mi chiese. Avrei voluto dire subito, ma non potevo. “Domani come sei messa?” chiesi e lei rispose: “ho un posto per le 12. 00 se ti va bene, poi sono piena tutta la giornata”. “Va benissimo” le confermai. “Allora a domani Eleonora” mi rispose, ed io: “si, una buona giornata a te e a domani”.

Riagganciai felice. Avevo i battiti del cuore a mille. Ma perché? Neanche la conoscevo… e poteva avere una famiglia, un marito… ma cosa speravo? eppure mi attirava da impazzire. Spinsi il tempo con gli occhi. Finalmente…. Arrivai in anticipo di quindici minuti, ero tesa. Mi sedetti su un divano all’ingresso dell’albergo. Dopo pochi minuti lei uscì insieme ad un uomo, probabilmente un cliente. Mi vide e mi venne incontro. “Ciao Sofia…” la salutai. “Eleonora ben tornata” mi rispose.

“Chiamami Ele” le chiesi. “Certo come vuoi, entriamo” invitandomi verso ingresso del centro. L’ammiravo nella sua divisa con camice nero, molto professionale. Mi piaceva… ed era un problema. Mi fece accomodare “sai già dove spogliarti, sul lettino ci sono degli asciugamani, copriti, potresti aver freddo, sarò di ritorno tra poco. ” Mi spogliai e mi misi sul lettino facendo proprio quello che mi chiese. Mi distesi, dopo pochi secondi entrò. “Brava, hai una buona memoria.

Vuoi fare un’ora o un’ora e mezza?” approfittando della scelta risposi “un’ora e mezza” mi sorrise e annuì. Iniziò la danza delle sue mani sul mio corpo. Avevo l’opportunità di osservarla da vicino, di sentire il suo odore, sapeva far bene il suo mestiere. Mi disse “sei contratta in questa zona, vuoi che affondo per sciogliere un po’?” le risposi sorridendo “sono nelle tue mani”. Mi sarei fatta fare di tutto in quel momento.

Il dolore e il piacere del suo tocco si mischiavano in dosi sapienti. Non riuscivo a toglierle gli occhi di dosso, finché non mi fece girare a pancia sotto. Lì mi lasciai completamente andare a lei e ai suoi movimenti avvolgenti. Finita quell’ora e mezza di estasi rimasi ancora un po’ distesa a godere del calore del lettino. Andai a fare una doccia e mi rivestii velocemente. Trovai Sofia ad attendermi vicino la porta d’ingresso del centro, mi chiese: “tutto bene?” risposi: “fantastico! hai le mani d’oro, sei la migliore che ho provato in assoluto, hai conquistato sicuramente una nuova cliente”.

Lei rispondendo al mio sorriso compiaciuta mi accompagnò verso l’ingresso per pagare. Volevo stare ancora con lei, volevo conoscerla e con coraggio chiesi “visto che è ora di pranzo, possiamo mangiare qualcosa insieme?” mi guardò e mi rispose: “mi dispiace non posso alle 15 ho un percorso di coppia di un paio di ore. Magari la prossima volta. “ Ero un po’ delusa. Una voce la chiamò: “Sofia, vieni qui un attimo!” si scusò e si avvicinò alla reception e la ragazza le mostrò qualcosa sul monitor.

Tornò verso di me e mi chiese: “ancora valido l’invito per mangiar qualcosa insieme?” Sorrisi e dissi: “sì, certo, conosco un posto qui vicino dove possiamo prendere qualcosa, ma non eri impegnata?” “Sì, ma il cliente ha disdetto e quindi sono libera” disse un po’ scocciata. Mi poggiò la mano sulla mia. “Andiamo che ho un po’ di fame” disse sorridendo. ” mi cambio e arrivo”. Andammo con macchine separate… davanti a un piatto di pasta parlammo un po’ di noi ma rimanemmo sul formale, lavoro soprattutto … ricevette una telefonata e notai sul suo display la foto di due bimbi.

Si alzò scusandosi. I miei timori si stavano rivelando veri. Tornò al tavolo e con un po’ di sfrontatezza chiesi: “sono i tuoi figli quelli?” Lei sorridendo mi rispose “Sì!” accese il display del telefono e me lo porse per vederli. “Che bei bambini che hai! Da quanto sei sposata?” le chiesi per ulteriore conferma. “Veramente mi sto separando in questo periodo” disse abbassando il capo. “Scusami” dissi desolata. “Non scusarti, non è mica colpa tua” aggiunse e la sua mano sfiorò la mia nel prendere il telefono che le stavo porgendo.

Un brivido mi percosse il corpo, ci guardammo intensamente, mi perdevo nei suoi occhi. Che situazione imbarazzante che avevo creato! Pagammo, uscimmo e ci avviammo alle macchine. Davanti alla sua auto la salutai dicendo: “Alla prossima Sofia, amo i massaggi, verrò certamente a trovarti. Ora si è fatto tardi…” guardai il polso e mi accorsi di non avere l’orologio. “Cavolo, mi sono dimenticata l’orologio al centro” dissi un po’ irritata. “Torniamo insieme allora” rispose lei.

Durante il tragitto pensai che le mie fantasie erano andate oltre la realtà, quella donna era etero con tanto di prole, eppure a volte mi guardava come se… sembrasse che … potessi piacerle. Arrivai in villa con questo pensiero. Avevo appuntamento tra mezz’ora con Manuela a casa sua, mi aveva chiesto di aiutarla a montare un armadio. Entrai con Sofia dentro il centro, mi diressi verso lo spogliatoio, l’orologio era proprio dove l’avevo lasciato.

Lo indossai e tornai a salutare Sofia, che si era appena cambiata tornando nella sua veste d’operatore olistico. Quanto era bella! Sarei rimasta ore a guardarla. Accendeva delle candele. Mi avvicinai con intento di dirle quanto mi piacesse, ma avrei rovinato tutto. “Sofia vado, ti lascio preparare per il tuo prossimo fortunato cliente. Ci vediamo presto” le dissi sorridendo. Si avvicinò e mi disse “certo con piacere” mi diede la mano per stringerla. Mi diressi verso la porta chiusa del centro e mi chiese “ma non mi hai detto di te, hai la donna?” Impietrii, mi girai e la guardai.

“Perché mi chiedeva questo?” pensai. Mi avvicinai lentamente a lei “non ho una donna da due anni circa, quelle che ho avuto fino a oggi sono state tutte avventure, niente di importante” mi accorsi che ero a pochi centimetri da lei “un latin lover in gonnella” disse con uno sguardo intrigante. Avrei voluto incenerire quelle due. Mi giustificai dicendo “ascolta, io non sono una bastarda che si approfitta delle donne, non sono un uomo, semplicemente non ho ancora trovato quella che mi fa battere di nuovo il cuore… o forse l’ho trovata”.

Abbassò il capo ed io mi sorpresi di ciò che avevo appena detto. Feci un respiro e continuai dicendo “tu mi confondi…” Mi guardò confusa ed io aggiunsi con tutta la follia di quel momento: “Mi piaci Sofia!” rimase in silenzio, non mosse un muscolo. “Ora devo andare, altrimenti faccio tardi…” finii a stento la frase. Si lanciò tra le mie braccia, abbracciandomi stretta. Era minuta ed il suo viso era sotto il mio collo.

Il profumo dei suoi capelli mi inebriava. Con una voce sottile mi disse: “Mi piaci anche tu Ele, dal primo momento che ti ho vista, ho sperato che mi chiamassi perché volevo rivederti, e poi …” Non la lasciai finire … la baciai e lei ricambiò con un bacio intenso. La volevo… mi aveva scosso con il suo tocco, con il suoi massaggi, ora toccava a me. Le slacciai il camice che indossava. Mi fermai a guardarla cercando un suo consenso, mi guardava intensamente mentre le sue mani entravano dentro i miei capelli.

“Ti voglio!” le dissi e lei rispose “prendimi!”. La liberai dal camice, il suo bellissimo seno era imprigionato in un reggiseno di pizzo bordeaux. La baciai sul collo, le mie mani scesero lentamente sulla schiena fino ad arrivare ai suoi pantaloni, che sbottonai e le feci scivolare lungo le gambe, scoprii cosi il perizoma coordinato con il reggiseno, mi allontanai un po’ per ammirarla. Era stupenda ed era mia. La baciai e lentamente la portai verso una parete.

Le sganciai il reggiseno liberando i seni, li baciai, e diventarono turgidi al tocco delle mie labbra. Scesi lentamente sul suo ventre, e mi inginocchiai davanti a lei. Le sfiorai con le labbra il perizoma, rabbrividì, risalii con le dita con tocco leggero lungo le gambe, arrivai al suo perizoma che sfilai delicatamente. Iniziai a baciarle il pube. Con la lingua mi intrufolai arrivando al clitoride. Emise un gemito, mi prese dai capelli e mi tirò verso di lei, le feci alzare una gamba su una sdraio lì vicino, la posizione mi consentì di passare la mia lingua tra le sue labbra circumnavigandole fino ad arrivare a penetrarla.

Emise un forte gemito, mi strinse più forte. Volevo darle il piacere più intenso che avesse mai provato, continuai a baciarla, sfiorarla e penetrarla. Il suo piacere non tardò, e i suoi fremiti rilasciarono il suo fluido che bagnò le mie labbra. Mi alzai e la guardai, era piacevolmente sconvolta, ma io volevo altro ed ero affamata di lei… mi spogliai del tutto, lei divertita mi guardò, aggiungendo: “magari volevo spogliarti io. ” ed io: “magari la prossima volta” ridendo.

La presi per mano e la portai dentro la vasca idromassaggio, l’acqua era calda. Ci baciammo, mi adagiai su una seduta e lei si mise seduta su di me a cavalcioni, non smettevo di baciare quelle labbra stupende che avevo bramato fin dall’inizio. Feci scivolare un braccio lungo la schiena, fino ad arrivare al suo sedere. Le toccai le labbra, e lei mi osservò con aria maliziosa, iniziai a toccarla, a massaggiarla per poi entrare con le dita dentro di lei.

Un brivido mi percosse, lei emise un gemito e sussultò. L’acqua agevolò i suoi movimenti su di me diventando più costanti e veloci, ondeggiava seguendo la mia mano, le sfuggì un “oh Dio” si aggrappò alle mie spalle, la sua bocca dava baci soffocati sul mio collo tra un gemito e l’altro, le sue mani non avevano tregua… infilò le dita tra i miei capelli, stringendoli con forza quasi a farmi male, sentivo i battiti del suo cuore impazzito, i suoi movimenti divennero più decisi ed il suo piacere arrivò al culmine.

Strinse le braccia intorno al mio collo e si lasciò andare al suo orgasmo. Mi baciò, mi guardò intensamente. Soddisfazione e stupore trasparve dal suo viso. Mi abbracciò fortemente ed ebbi la sensazione che volesse dirmi qualcosa, ma il suo silenzio diceva più di mille parole.
Appena rivestita la salutai con un dolce bacio sulle labbra e mi diressi verso la porta. “Hai intenzione di ritornare tra un po’?” mi girai per guardarla…lei rise … aveva il mio orologio in mano.

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