Sesso e numeri pt.2

Riaccompagnammo le due ragazze sotto casa di S. , io e G. dovemmo aspettare un buon quarto d'ora mentre il mio amico e ed S. si scambiassero gli ultimi baci appassionati. G. ed io ci scambiammo i numeri di telefono mentre prendevamo bonariamente in giro i due piccioncini poco distanti da noi. Oltre ad essere uno spettacolo per gli occhi era anche molto simpatica. Romeo e Giulietta finalmente portarono a termine le loro smancerie e potemmo cosi salutare le due ragazze.

Saranno state le due birre e le risatine sulla coppia di romanticoni, ma nel momento di salutare G. mi sentii in diritto, dopo averla baciata sulla guance di dirle: “Allora aspetto che mi chiami per le ripetizioni” e darle in pizziccotto sul sedere. Lei non si scompose, arrossì e mi sorrise.
Passarono un paio di giorni poi un sabato mattina mi ariva un messagio di G. che mi chiede se volevo andare con lei al parco vicino al nostro quartiere.

Ovviamente le risposi di si e ci demmo appuntamento di lì a poco. Arrivammo quasi contemporaneante. Con lei c'era anche un bel cagnolone di cui non mi aveva parlato al pub. Lei era vestita con una tuta Adidas bianca che dalla quale si potevano notare le mutandine colorate. Sopra aveva una t-shirt con due disegni. Il primo raffigurava Jorge Bush mente il secondo era una stilizzazione del pube femminile. Sopra i due disegni la scritta “Bad Bush” – “Good Bush”.

Perc hi non lo sapesse bush ininglese vuol dire cespuglio. Camminammo molto e parlammo di tutto; senza rendercene conto erano passate due ore e ci trovammo in una parte del parcopoco frequnteta. Ci fermammo e ci sedemmo sul prato. Nel sedersi G. venne colta da un crampo al polpaccio destro. La feci sdraiare sulla pancia ed inizia a massaggiarle la gamba per far passare il fastidio. Mi guardai intorno per controllare la situazione. Eravamo noi due soli ed il suo cane intento a godersi ogni secondo di libertà.

Soli dunque. I miei massaggi si fecero meno localizzati e più lunghi dal polpaccio slivo su per la coscia sempre più finoa sfiorarle il sedere. Sentivo il suo respiro diventare sempre più pesante e cedenzato fino a quando durente un massaggio mi resi conto che, come una gatta, inanrcava la schiena mostrandomi il suo sedere sempre più man mano che la mia mano saliva. Galvanizzato dal qull'invito portai la mia mano sul quel culo giovane, sodo e di li a poco scoprii anche accoglente.

Le mia mano inziò a testare prima da sopra la tuta, poi da sotto la consistenza, la rotondità delle sue chiappe. Il mio uccello si era dato una vglaita già durante i miei massaggi e appena vidi la sua schiena inarcarsi ebbe un sussulto. Ora era dritto, duro e pronto. Lei era ancora pancia sotto e sembrava non voler cambiare posizione. Aveva la fronte appoggiato su una mano e l'altra? L'altro braccio era disteso lungo il corpo e spariva all'altezza dell'anca.

Continuando ad accarezzarle le natichemi infilai sotto le sue matandine, le toccai il buchetto ed il suo corpo risose con uno spasmo ed un ulteriore inarcamento della schiena. Scesi sempre più…il calore che sentivo li sotto era elevato, e li come speravo trovai l'altra sua mano…si stava toccando…. le sue dita vorticvano fuori le sua fica bagnatizzima. Ritrassi le mie dita per dedicarmi al buchetto del suo sedere, ma lei allungando la sua mano riportò le mie dita nel centro del suo piacere.

Le toccavo le dita, le accarezzavo la mano fradicia mentre si toccava decisi che era arrivato anche il mio tempo per godere..mìinfilai la mano libera nei pantaloni…avevo la cappella fradicia e calda. Inizia a segarmi. Con un occhio osservamo il turbinio delle nostre mani sotto i suoi pantaloni, con l'altro cercavo di dare un occhiata in giro per controllare…. non si sa mai…. Mi avvicinai al suo corpo, avvicinai la mia testa alla sua, la mia bocca al suo orecchio e le disse: “Aituami a godere come sto facendo con te”.

Lei girò il viso si bagno le labbra con la lingua, abbasso gli occhi in direzione del mio pacco, sfilò la sua mano da sotto la fronte e senza esitare la face scivolare sotto i pataloni. Ora era lei che aveva trovato le mie dita, il calore, il mio piacere. Lei venne poco dopo…. sentii il suo corpo tendersi come un arco, la mano che si toccva strinse le mie dita mentre quella che mi segava strinse il mio menbro duro prima di rilassare tutto i muscoli del suo corpo.

Smise per un attimo di farmi godere, si mise più comoda appoggiando la sua testa sul mio petto. Pochi secondi che mi sembrarono minuti e che accrebbero la mia voglia di lei…. ricomciò quindi. Questa volta con più cura. Me lo accarezzava, mi stuzzicava la cappella stringendola con la mano, percorrendo tutto il bordo inferiore con le dita, mi soppesava le palle…. mi faceva godere. Su e giù, su e giù su e giù, chisi gli ochhi per godermi ogni secodno, ogni msuo respiro.

Eccomi…..sono al cumine delpiace, pronto per imbrattare le sue dita del mio piacere…..”GIOVANNI! GIOVANNI!” mi sentii chiamare apri gli occhi. “A che pensi?” Era G. che mi parlava. Era stasa sulla pancia con il cellulare in mano. “Era mia madre. Dice che per lei va bene se mi dai te le ripetizioni”. Si era fato tardi, il sole stava andando via e al parco iniziava a fare feddo. Richiamammo il cane e ci avviammo verso la fermata dell'autobus che lei doveva prendere per tornare a casa.

Sfortunatamente l'utobus era già li ptono per partire. Facemmo un breve s**tto. Arrivammo in tempo…ci salutammo con rammarico alla fine il pomeriggio passato insieme aveva dato piacere ad entrambi. Ci salutammo con abbraccio caldo e sincero. Stava salendo sull'autobus, io la gurdava da dietro…l'autista accese il bus, lei si girò, face per scendere io le andai incontro mi poso la mano destra sul viso e mi baciò sulla bocca….

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