Roberta la troia pt.2

Bussarono puntuali alla porta di Roberta, lei aprì e li fece entrare. Immediatamente disse: “Mio figlio è da un amico a mangiare e dormire. ”
I neri sorrisero, sapevano che l'avrebbe usata a loro piacimento tutta notte. Lei era stupenda. Perfettamente truccata e pettinata. Con i capelli leggermente raccolti. Un vestito nero attillato e corto. Scarpe con il tacco. Era davvero bellissima e i neri non persero tempo a complimentarsi ma anche ad allungare la mani.

Gli toccarono subito il sedere mentre lei faceva strada portandoli al tavolo. L'aperitivo era già in tavola. I due ragazzi si sedettero e incominciarono a mangiare mentre si complimentavano con lei per la cucina. Quando Roberta fece per servire il primo, mettendosi tra di loro, i ragazzi gli alzarono il vestito e scoprirono il suo sedere. Non portava nulla sotto, nemmeno il misero perizoma di quel giorno in spiaggia. La sculacciarono con forza e lei ridendo finì di dare loro la pasta.

Si sedette senza degnarsi di rivestirsi. La conversazione era tutta diretta verso il sesso. I neri dicevano cose del tipo: “Sei una schifosa troia bianca. Ti piacciono i cazzi neri giganti eh?”
Lei sorrideva e contenta annuiva. Contenta perché adorava essere umiliata e l'idea che fossero due neri a farlo contemporaneamente la faceva bagnare come una vacca. I neri mangiarono velocemente evidentemente interessati a concludere il pasto in fretta e a darsi da fare.

Roberta invece stava bevendo, voleva lasciarsi andare a e farsi usare per bene. Andò in cucina portando via i piatti mentre i neri parlavano tra di loro sul da farsi. Quando tornò nella stanza era completamente nuda, coperta solo con un po' di panna montata sul suo enorme seno con in mano i piatti del dolce. I neri sorrisero, lei appoggiò i piatti davanti a loro e poi volgendosi prima ad uno e poi all'altro, fece leccare loro un seno a testa.

I neri con foga ripulirono soffermandosi sui capezzoli mentre quello con la bocca vuota la insultava: “Sei una cagna!”
Arrivarono ltri insulti degradanti ma che non faceva altro che farla bagnare ancora di più. I dolci erano solo due e così mentre i neri incominciarono a mangiare, lei si inginocchiò tra di loro e incominciò a spogliarli. Tolse loro i pantaloni e guardò contenta cosa i due ragazzi avevano nelle mutande. Uno aveva un cazzo lungo, almeno 25 cm, e sottile.

L'altro era più corto, circa 20 cm ma decisamente più tozzo. Sorrise nuovamente all'idea di averli per lei tutta sera. Mentre mangiavano lei li segava contemporaneamente. Prima guardando uno e poi guardando l'altro. I neri sorridevano e si scambiavano delle parole in una lingua sconosciuta a Roberta. Lei però sperava che la stessero insultando. Quando quello con il cazzo tozzo finì di mangiare, voltò leggermente la sedia verso di lei e prendendole la testa la portò verso il suo uccello.

Lei spiazzata si trovo con il suo tronco in bocca ma ben presto si diede da fare e mentre il nero iniziava a godere lei sentiva un fiume tra le gambe. Il suo cazzo era troppo grosso per la sua bocca ma lei ci provava senza sosta, voleva prenderlo in gola. Le piaceva la sensazione di sentirsi quasi senza respiro grazie a quel cazzone gigante. Qualche minuto e anche l'altro aveva terminato di mangiare, così si voltò per occuparsi di lui ma era già in piedi di fianco a lei.

Prese la sua testa e i suoi capelli tra le mani e gli infilò il suo lungo cazzo in gola. Con questo era diverso il cazzo ci stava di larghezza ma lo sentiva spingere forte contro la parete in fondo della gola. Era sottomessa a quei due neri e non vedeva l'ora che la serata continuasse. I due si alzarono, uno di loro la prese per i capelli e la fece gattonare fino al divano poco lontano.

Si misero intorno a lei, ormai nudi. Lei passava da prendere un cazzo all'altro mentre con la mano segava quello rimanente. Gli insulti non si fermavano mai: “Troia schifosa! Puttana! Cagna bianca!” e tanti altri.
Mentre stava passando da uno all'altro, si voltò ma non si trovò davanti l'uccello ma il culo. Piegandosi un po' in avanti uno dei neri gli schiaccio la faccia tra le sue chiappe. Lei con la lingua fece del suo meglio mentre l’ambulante la insultava e sentiva che l'altro si stava mettendo sotto di lei, pronto a penetrarla.

Sentii il cazzo lungo entrare cm per cm. Sembrava non finire mai. Ad ogni cm era sempre più bello per Roberta. Era bagnatissima, fino a metà coscia. Iniziò a muoversi verso l'alto e non poteva che godere. Non vedeva nulla però sentiva solo la faccia schiacciata contro il sedere e gli insulti. Nient'altro. Ma godeva come la vacca che era. Dopo qualche tempo era con il cazzo dentro ed uno in bocca. Si sentiva piena ma sapeva che i ragazzi si stavano solo scaldando.

Ancora molto gli avrebbero fatto. I due ragazzi si scambiarono di posto e mentre sentiva quello tozzo riempirla aveva in bocca le palle dell'altro mentre dentro di se si sentiva felice perché umiliata. Poco dopo i due ragazzi la fecero mettere a pecora sul tavolo, ancora tra le stoviglia sporche della cena. Uno dietro di lei la sculacciò e la prese forte per i capelli e gli spostò la testa verso il grosso cazzo dell'amico mentre il suo si faceva strada tra le labbra della figa.

Era la posizione che preferiva: da dietro. Godeva di più e si sentiva completamente loro. Ci mise pochi minuti a venire e quando lo fece provò un piacere enorme tanto che dovette fermarsi dal succhiare l'altro. Il piacere era troppo. Ma subito il nero gli prese la testa e tornò a farsi succhiare, dicendo: “Brutta troia non ti ho detto di smettere. Succhiamelo cagna!”
Lei obbedì eccitata all'idea di farsi comandare. Quando i due si scambiarono i pochi secondi prima di farsi penetrare di nuovo le sembrarono infiniti.

Voleva solo godere. Voleva essere riempita e già pregustava lo sperma dei due. Quello dietro di lei era davvero un gran scopatore e così venne una seconda volta. Molto velocemente. Non appena lei ebbe finito però sentì il cazzo uscire da lei, fece per girarsi e pregarlo di continuare ma non poteva perché aveva il cazzo dell'altro in gola. Poi sentì il cazzo scivolare verso l'alto e quindi verso l'altro buco. Quando sentì la cappella enorme farsi spazio nel suo buchetto ebbe una scarica di piacere tale che quasi svenne.

Il cazzo era davvero enorme ma a lei non importava provare dolore. Importava sentirsi umiliata e degradata. Il nero disse: “Guarda questa che culo cha ha. Ti piace nel culo troia?”
Roberta annuì. Non poteva fare altro, aveva il cazzo lunghissimo in gola. Mentre le scopava il culo lei si trovò ad immaginarsi in mezzo ad ancora più cazzi. Sapeva le sarebbe piaciuto. Fu strappata da quei pensiero quando si sentì presa per i capelli e trascinata di nuovo verso il divano mentre uno dei due ragazzi diceva: “Adesso ti scopiamo insieme! Uno in figa e uno in culo! Vuoi vacca bianca?”
Lei disse: “Si vi prego, scopatemi come la vacca che sono.

Vi voglio dentro di me. ”
Era al settimo cielo. Sentirsi tratta come una schiava sessuale la faceva contenta. Nient'altro ci riusciva allo stesso modo. Solo essere usata. Uno si sedette sul divano e la fece salire sopra. La impalò e la schiaffeggiò insultandola mentre l'amico glielo metteva nel culo. Roberta urlò di piacere e disse anche: “Sono una troia, scopatemi forte! Sono la vostra schiava. Usatemi!”
I due neri a sentire quelle parole non si fecero pregare e ci diedero dentro come meglio potevano.

Quello dietro di lei le tirava i capelli e la insultava, quello sotto la schiaffeggiava e con una mano la soffocava. Lei rossa in faccia per il caldo e la mancanza di aria stava però godendo come una matta e mentre veniva l'idea che potesse esserci un altro cazzo nella sua bocca la faceva godere ancora di più. Per qualche minuto rimase inerme nelle mani dei due neri che si divertivano come matti. Quando si fermarono la fecero mettere in ginocchio e seduti sul divano incominciarono ad elencare diversi oggetti: “Manico della scopa, banana, bottiglia”.

Lei li andò a prendere e seguendo da brava cagna gli ordini incominciò ad infilarseli dove i neri ordinavano. Il manico nella figa poi la bottiglia, la banana nel culo. Roberta stesa per terra con quegli oggetti infilati nel culo godeva come una vacca, anche solo vedendo la faccia soddisfatta dei due neri seduti sul divano con i loro enormi cazzi duri. Avrebbe fatto di tutti per soddisfarli. Loro si segavano mentre lei eseguiva.

Dopo qualche minuto un ragazzo si alzò, prendendola per i capelli la fece mettere in ginocchio. La schiaffeggiò con forza prima, poi le sputò in faccia e infine infilandoglielo in gola venne coprendole la faccia. L'altro quando l'amico ebbe finito si avvicinò a sua volta, le sputò in faccia anche lui e poi mentre la chiamava “Puttana di merda” le copriva anche lui la faccia con grosse quantità di sperma. Roberta era lì inginocchiata con tutti i buchi infiammati, con ancora la banana mezza infilata nel culo, con il fiatone, il trucco sbavato ovunque, la saliva e lo sperma dei neri in faccia e tra i capelli.

Ma era felice come non lo era mai stata. Si sentiva usata e non gli interessava nient'altro.

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Thomas 4. Luglio 2016 um 23:33

Bellissimo racconto

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Thomas 4. Luglio 2016 um 23:35

La roberta e ‘ una gran vacca

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