Quando mia moglie scoprì il piacere del nat

L’estate scorsa io e mia moglie decidemmo di trascorrere una settimana di vacanza in un’isola delle Baleari. La proposta della meta non fu da parte mia casuale in quanto ci ero già stato anni addietro e avevo avuto modo di constatare che il nudismo era piuttosto diffuso e il topless la regola.

Prima di partire non solo le avevo comprato un micro-bikini, ma mi ero ampiamente documentato su quali fossero le spiagge frequentate dai nudisti, dove la portai non appena noleggiato lo scooter.

Durante la lunga passeggiata sul bagnasciuga metà delle persone che incontravamo erano nude, e se non lo erano, le donne erano almeno in topless… non appena stendemmo i nostri salviettoni, mi liberai del costume e mi fiondai subito in acqua.
Viola mi raggiunse… “Ma sei nudo”
“ben, non mi pare di essere l’unico qui, anzi…”
Nuotammo un pò e uscimmo… io nudo e lei in costume in effetti eravamo un pò ridicoli, per cui le dissi… “Ma togliti almeno il pezzo sopra, non vedi che sei l’unica ad indossarlo?”
“Sì, ma aspetto di sdraiarmi, non mi va di fare la sfilata sul bagnasciuga che tutti mi vedono…”
“Mah, per me qui dai più nell’occhio da vestita”.

Faceva davvero molto caldo per cui c’era la necessità di rinfrescarsi con frequenti bagnetti, Viola ogni volta reindossava il pezzo sopra finché ad un certo punto le dissi “Ma non ti sei stufata di tutto quel togli e metti? Stai senza e via, no?”. Lei non rispose, però mi ascoltò, perché si avviò verso la riva senza indossarlo. Io non l’accompagnai, volevo gustarmi lo spettacolo… Arrivò l’ora di pranzo, così decidemmo di andare al baretto a mangiare qualcosa.

Si rimise il pezzo sopra, e quando stava per rimettersi anche il prendisole le dissi “Ma che fai, ti rivesti per andare al baretto della spiaggia?”
“beh, ma con questo costume sono praticamente nuda…”
“Ma cosa vuoi che sia, ti pare che qui si formalizzino?”. Prima che ci ripensasse, la presi per mano e mi avviai sul bagnasciuga verso il baretto, che distava un centinaio di metri.
Man mano che ci avvicinavamo al bar, la spiaggia diventava via via sempre più affollata, la lasciai andare avanti qualche passo per godermi lo spettacolo: da dietro si intravedeva solo la T dorata del filetto dello slip e la stringa del pezzo sopra, e davanti già sapevo che il triangolino era minimo e il pezzo sopra tratteneva a fatica le sue generose bocce che sembravano voler esplodere costrette in quel tessuto che le copriva a malapena…

Una volta arrivati al bar ci sedemmo.

Ebbi l’accortezza di prendere posto contro il muro, mentre Viola mi stava di fronte dando le spalle e il culo al locale. La sedia su cui sedeva in realtà era uno sgabello senza schienale, per cui offriva un’ampia visione del suo lato B.

Finito il pranzo, tornammo al nostro posto… Viola era piuttosto euforica, tant’è che, non appena arrivammo al nostro posto, si liberò immediatamente del reggiseno e si diede un’abbondante spalmata di crema sulle sue tettone…

Il pomeriggio procedeva pigramente fra un mezzo pisolino, la lettura del giornale e qualche bagnetto veloce.

Ad un certo punto proposi di fare una passeggiata. Viola accettò prontamente e, contrariamente alle mie aspettative, si alzò in piedi senza rimettersi il reggiseno.

Se il bar era la zona di maggior affollamento della spiaggia, subito dopo invece cominciava una zona semirocciosa completamente deserta.
Ad un certo punto incrociammo due ragazzini, che squadrarono sfacciatamente Viola da capo a piedi senza preoccuparsi di dissimulare la cosa, mancava solo che fischiassero…
“Hai visto, Viola, qui è meglio che in ospedale…”
“Perché?”
“Ti fanno le radiografie complete e non devi neppur pagare il ticket!”
“Scemo…”
“Dai andiamo più avanti che voglio farti qualche foto e qui c’è troppa gente”.

Ci incamminammo verso il faro che si vedeva in lontananza, la spiaggia da sabbiosa diventava più rocciosa, praticamente era un sentiero con da un lato gli scogli e dall’altro tutta una serie di cespugli di macchia mediterranea.
Camminavamo lentamente e con la coda dell’occhio mi accorsi che i due ragazzini di prima ci stavano seguendo a debita distanza, evidentemente il corpo di Viola doveva averli davvero stregati…
Raggiungemmo un punto in cui gli scogli formavano una sorta di piccolo anfiteatro naturale, per cui dissi a Viola che era una buona location, in favore di luce.

Cominciai a shittare e Viola si calò nella sua parte di modella, assumendo via via varie pose… Viola aveva il sole negli occhi, per cui non vedeva quello che aveva di fronte a lei, ma io avevo realizzato che i due segugi si erano fermati e si stavano godendo lo spettacolino…
Dopo un pò dissi: “Dai Viola, rendiamo il servizio un po’ più piccante, levati anche il pezzo sotto…”.
“Ma sei matto?”
“Maddai, machettifrega, tanto non c’è nessuno…”
Viola si chinò e si sfilò il tanga…
Io ripresi a shittare…
“Dai, amore, non fare la timida, fammi vedere bene cosa nascondi in mezzo alle gambe…” e lei diligentemente allargò le gambe…
“Ora girati che vediamo se ti sei abbronzata bene anche sulla schiena…”
Viola, manco fosse una modella di consumata esperienza, continuava ad assumere pose sempre più sexy…
“Ora facciamo qualche foto insieme”
“Ma come facciamo, non hai mica il treppiede…”
“No, ma possiamo sempre chiedere a quei due ragazzini che si stanno segando guardandoti…”
“Cooome???”
“Massì, dai, divertiamoci un pò a provocarli…”
“Sei il solito maiale…”

Mi girai e, a voce alta, mi rivolsi ai due ragazzini: “Scusate, potreste farci qualche foto ricordo?”
Loro, inizialmente sorpresi, probabilmente pensavano di non essere stati visti… “Sì, un attimo…”
Il loro busto spuntava dai cespugli, e notai che prima di muoversi armeggiarono un attimo, probabilmente dovevano prima rinfoderare la spada…
Quando si avvicinarono titubanti notai che erano entrambi ancora in considerevole erezione, che il sottile tessuto dei costumi non riusciva a dissimulare…
Quando furono a tiro, consegnai la macchina fotografica al più basso dei due andai verso Viola.

La presi in braccio cercando di fare in modo che avesse il corpo non in ombra ma ben esposto al sole…
Dopo che shittarono una foto, i due pensavano di dovermi restituire la macchina, ma io gli dissi “Fatene altre, così conserviamo un bel ricordo…”.
A quel punto abbracciai Viola e cominciai a palparle una tetta.
Lei: “Macheffai, ma sei pazzo?”
Per tutta risposta le infilai la lingua in bocca e cominciai a baciarla profondamente.

Mi staccai un attimo e dissi ai due: “Se volete continuare quello che stavate facendo prima, fate pure…”
I due non si fecero pregare e in men che non si dica si ritrovarano con l’uccello in mano e ripresero a segarsi…
Viola oramai non capiva più niente, le infilai la mano in figa e la trovai completamente fradicia… cominciai a masturbarla… gemeva rumorosamente…
“Hai visto zoccoletta che effetto fai ai nostri amichetti?”
“Sì, sono una zoccola…”
“Sù, puttanella, fai vedere ai nostri amici come ti prendi cura del mio amichetto…”
Lei allora allungò la mano e la infilò nel mio costume, afferrandomi il cazzo oramai granitico e cominciò a segarlo sù e giù… La cosa non era molto agevole, per cui mi abbassò il costume liberandomelo e accarezzandomi anche le palle…
“Avete visto com’è brava a menare l’uccello questa troietta?”
“Ss…sì…” erano palesemente entrambi in dirittura d’arrivo… decisi di dare loro una mano: “Mica vorrete che la mia mogliettina si scotti queste belle tettone, ha bisogno di tanta cremina, su, venite ad idratarla…”
I due non fecero in tempo ad avvicinarsi che esplosero entrambi in una copiosa sborrata, che indirizzarono sul seno di Viola, che si era inginocchiata verso di loro per facilitarne la mira.

Visto che era già in posa, non resistetti e la inforcai da dietro… Con le mani afferrai le sue bocce tutte schizzate e cominciai a spalmarle la sborra dappertutto…
“Hai visto che gentili i nostri amici che ti hanno riempita di crema?”
“Sì, ma adesso riempimi tu di sborra che non resisto più…” Questa richiesta fu il colpo di grazie, sentii l’orgasmo montarmi irrefrenabile… Cominciai a svuotarmi nella figa di Viola e lei, eccitata dal sentirsi pompare, scoppiò a sua volta in un orgasmo intensissimo…
Era la prima volta che lo facevamo di fronte ad altre persone e la cosa ci aveva stravolti di libidine…
Placati gli animi, ringraziai i ragazzi del servizio fotografico e chiesi loro di lasciarci gentilmente soli a ricomporci.

3.

Ci sedemmo su degli scogli per rifiatare… Viola era tutta cosparsa di sborra: oltre a quella che le avevano schizzato i due ragazzi sulle tette, aveva la mia che le colava dalla figa e le scendeva lentamente lungo la gamba…
“Vado a sciacquarmi che sono tutta ricoperta di sperma…”
“No”
“Come no?”
“Rimani così”
“Stai scherzando, vero? Dobbiamo attraversare un lungo tratto di spiaggia con centinaia di persone…”
“Appunto”.

Detto questo, con una mano afferrai il pezzo sotto del suo bikini, con l’altra la sua mano e mi avviai deciso.
“Dai smettila, ti rendi conto che sono completamente nuda e piena di sperma dappertutto???”
“Certo, ed è proprio per questo che, nonostante sia appena venuto, mi è già tornato di marmo…” e, detto questo, le posai la sua mano che tenevo saldamente sul mio uccello…
“Tu sei pazzo!!!”
“Dai, smettila di fare la santarellina noiosa… visto che siamo in ballo, continuiamo a ballare…”
“Sì, facile per te dirlo, visto che sono io quella che fa la figura della zoccola…”
“Perché, vuoi forse farmi credere che prima il mostrarti nuda a gambe larghe davanti a quei due ragazzini che si segavano per te non ti ha eccitata come una bestia?”
“beh… ovvio che sì, l’hai visto… ma inizialmente non sapevo che mi stessero guardando”
“Infatti, per cui avresti fatto la pudica e ti saresti persa uno degli orgasmi più belli della tua vita… dimmi che non ho ragione?”
“E’ vero…” rassegnata di fronte all’evidenza dei fatti, smise di brontolare…
Quando arrivammo sul bagnasciuga rallentai il passo, volevo gustarmi lentamente il momento…
Mi resi subito conto che la sua sfilata non stava passando affatto inosservata… è sì vero che c’erano altre donne nude in spiaggia, ma si limitavano ad andare dalla sdraio al mare e tornare indietro, nessuna passeggiava nuda… oltretutto nessuna aveva il corpo ricoperto da evidenti tracce di sperma ovunque…
Quando eravamo arrivati quasi a metà della spiaggia, all’altezza del baretto (la zona più affollata), davanti a noi vidi un ragazzo che indossava il braccialetto del nostro villaggio e mi si accese la lampadina…
“Ciao, scusa se ti disturbo…”, Viola mi strinse la mano e mi diede uno strattone… “Che cazzo fai?”
Io la ignorai e proseguii…
“Vedo dal braccialetto che alloggi anche tu all’Acquarius”
“Sì, perché?”
Viola, rassegnata a questa conversazione del tutto imprevista, cercava di rimanere coperta, standomi dietro, ma io le tirai il braccio affinchè rimanesse di fianco a me e, tenendole la mano, non potesse usarla per coprirsi…
“Stamattina non abbiamo fatto in tempo a partecipare al briefing, per cui volevo sapere se ci siamo persi qualcosa di importante”… domanda assolutamente pretestuosa, ovvio che avevamo partecipato…
Il ragazzo si addentrò in una descrizione dettagliata di quanto era stato esposto, io gli facevo domande inutili di cui conoscevo già tutte le risposte, e lui ben volentieri si prodigava nel fornirmi ogni dettaglio…
“Ah, a proposito, questa è mia moglie Viola”, come se la sua presenza fosse passata inosservata… il ragazzo indossava degli occhiali da sole con delle lenti piuttosto trasparenti, per cui si vedeva chiaramente dove cadeva il suo sguardo, che non era certo su di me…
Io guardavo lui, ma buttavo l’occhio anche in giro, abbastanza da capire che la sosta di Viola aveva indotto non poche persone a fermarsi in quel punto della spiaggia proprio in quel momento… i meno discreti se la mangiavano letteralmente con gli occhi… Due ragazzi facevano finta di farsi foto ricordo l’un l’altro, e chissà perché il soggetto si era messo in posa clamorosamente vicino a Viola…
Ad un certo punto arrivò, con fare non certo amichevole, la fidanzata del tizio, per cui conclusi velocemente la conversazione, ringraziai, li salutammo e ci incamminammo…
Fatto qualche passo, sentii distintamente lei chiedere a lui: “Chi è quella troia?”
Viola mi disse: “Sei un vero bastardo!!!”
“Dai amore, è un gioco…”
“Sì, gioco… pensa che imbarazzo d’ora in poi quando li incroceremo al ristorante…”
“L’imbarazzo sarà suo, pensa che cazzo duro gli farai venire ogni volta, che ti immaginerà nuda e ricoperta di sborra…”
“Sì, così la sua fidanzata mi odierà ancora di più…”
“Beh, se vuole eccitarlo, adesso sa cosa fare…”
“Facile per te, mi chiamerà La Troia…”
“E noi faremo in modo di non farle cambiare idea…”
“Tu sei pazzo… Cos’hai in mente adesso?”
“Di cercare di vivere questa vacanza in modo un po’ più trasgressivo del solito…”
“Cioè, cosa intendi, maiale? Trascinarmi nuda in sala da pranzo? Scordatelo!!!”
“Ma figurati, dai… nuda no… però, per questa vacanza potremmo eliminare l’uso di reggiseno e slip, tanto non se ne accorgerà nessuno”.

“Sì, lo dici tu, guarda che io ho i capezzoli piuttosto grossi, se indosso una maglietta, si notano, eccome, soprattutto con l’aria condizionata del ristorante mi diventano particolarmente turgidi…”
“Appunto, meglio ancora…”
Viola non rispose, probabilmente stava cercando di capire se scherzassi o meno, e quali reazioni tali idee suscitavano in lei… da sola non avrebbe mai e poi mai preso certe iniziative, ma se spinta da me, perché no… in fondo, io ero il suo alibi, no?
Arrivammo ai nostri asciugamani.

Siccome vicino a noi c’era un gruppo di italiani, Viola mi disse sottovoce “Ora che mi han vista tutti, posso andare a sciacquarmi?”
Io le risposi ad alta voce “Sì, meglio, sei piena di sperma, non vorrai imbrattare i salviettoni…”
Lei “Ma cosa gridi!?!”
Io, con tono udibilissimo “Perché? Non è forse vero che sei tutta ricoperta di sborra?”
Senza replicare Viola si diresse in acqua, quando ne uscì, i ragazzi del gruppetto ridevano e si davano di gomito…
Viola di distese di fianco a me “Io non capisco cosa ti ha preso oggi”
Io intanto infilai il braccio sotto il suo ventre e cominciai a carezzarle il monte di venere…
“Dai, dai, che la cosa ti ha eccitata… vuoi vedere che ti trovo fradicia?”
“Per forza, sono appena uscita dall’acqua”
“Peccato, volevo masturbarti un pò” e feci per ritrarre la mano…
“Guai a te se smetti!!!”
Nel giro di 3 minuti, accarezzandole il clitoride, la portai all’orgasmo, che raggiunse quando le sussurrai “Sei una zoccoletta esibizionista”
La sua risposta furono dei gemiti di piacere soffocati…

4.

Il pomeriggio procedeva pigramente… Viola, dopo l’ultimo bagno, non si era praticamente più mossa, era rimasta sdraiata nuda a prendere il sole.
Io invece ero più inquieto, un pò leggevo, un pò facevo avanti e indietro dall’acqua che distava solo pochi passi da dove avevamo deposto i salviettoni.
In uno dei miei andirivieni mi ero accorto che un tizio si era venuto a mettere in linea con noi, solo qualche metro più indietro, in fondo alla spiaggia, al limite della sabbia oltre cui cominciava una zona di arbusti.

A me sembrava strana come posizione, dato che era la parte meno ventilata della spiaggia, per cui ogni tanto gli buttavo un occhio incuriosito.
Ad un certo punto lo vedo armeggiare con lo zaino nel quale, ad un cerrto punto, intravedo una macchina fotografica, cosa che in una spiaggia per nudisti non è la miglior cosa da fare, ma questo era talmente defilato che nessuno lo notava… Con fare indifferente vedo che si alza e, zainetto in spalla, si inoltra nella fitta zona boschiva retrostante e lo vedo sparire…
Dopo un pò noto dei rami muoversi e, in mezzo, ad essi, colgo un riflesso, evidentemente quello dello zoom (eh, l’importanza del paraluce…).

Hai capito l’amico, appostato come un cecchino… si era posizionato perfettamente in linea con Viola sdraiata, ma essendosi sdraiato per evitare di esser visto, da quella posizione penso che oltre alla pianta dei suoi piedi non riuscisse a vedere molto… il ragazzo andava aiutato!
“Amore, ti spalmo un pò di crema”.
“Sì, grazie”
Comincio dalle gambe… “Amore, allarga le gambe, se no non riesco ad incremarti l’interno coscia…”, lei da brava obbedisce… ma non era bbastanza, per cui con le mani le apro ancora un pò…
“Ma amoreee, pensavo dovessi spalmarmi la crema, non farmi una visita ginecologica…”
“Amore, se non le spalanchi bene, come facciamo a far rizzare il cazzetto al guardone nascosoto fra i cespugli?”
“Mah…!?!” e per istinto fa per alzarsi e chiudere le gambe… ma io con una presa ferrea con la mano sinistra premuta sullo sterno la tengo giù e con la destra le impedisco di chiudere le gambe… “Smettila e continua a prendere il sole come se niente fosse”.

Viola si acquieta e continuo a spalmarle la crema… con la mano sono salito fino all’inguine e le sto pasturando il monte di venere… Viola comincia a gemere sommessamente…
“Ti piace, eh, zoccoletta”
“Mmmmh…” e intanto dalla gamba mi infila la mano nel boxer e comincia ad accarezzami l’uccello…
Con la mano sinistra prendo la crema e comincio a spalmargliela sulle tettone… Viola è sempre più eccitata, ma siamo arrivati al limite, non possiamo spingerci oltre…
“Cara, dobbiamo fermarci se no ci arrestano…”
“Uffa, cominciavo a prenderci gusto…”
“Lo vedo, per cui tieni ben aperte le gambe, così l’amico Fritz potrà apprezzare quanto è bagnata la tua fighetta…”
“La sento un lago…”
“Lo è… dici che i tuoi umori sono una buona crema da sole? Adesso te ne spalmo un pò dappertutto e stasera vediamo l’effetto…”
“Spero di non scottarmi…”
“Hai ragione, forse per oggi ne hai preso troppo davanti, girati così lo prendi anche sulla schiena”
Viola fa per girarsi stando sdraiata, ma la fermo… “Amore, non è così che si fa, devi metterti a pecora”
“Ma così avrà un primo piano dei miei buchi…”
“Appunto, mi auguro solo per lui che abbia un buono zoom…”
“Sei incorreggibile!!!”
“Amore, hai il salviettone tutto in disordine, mentre sei a pecora, sistema bene gli angoli”
“Certo padrone, hai altre richieste?”
“Sì, dovresti fare un bel giro a 360 gradi per fargli apprezzare le tettone a penzoloni”
“Maddai, amore, così la schiaffo in faccia ai ragazzi qui di fianco…”
“Son sicuro non avranno niente da ridire… se vuoi glielo chiedo…”
“No, no, per carità, ci mancherebbe!” e comincia a ruotare…
Quando arriva col culo in faccia ai vicini e di profilo al fotografo la blocco… “Ferma, hai qualcosa negli occhi…” e mi metto con le ginocchia sulle sue mani in modo che non possa muoversi…
“Dai, cretino, sai benissimo che non ho nulla…”
Dalla mia posizione vedevo che i ragazzi si stavano gustando la giravolta…
“Beh, casomai avessi qualche pelo in figa, a questo punto i nostri vicini l’avrebbero visto…” e mi sposto, affinchè possa completare il suo giro, dopodichè si sdraia.

“Ah, ha, ha, amore…”
“Cosa c’è ancora?”
“Hai chiuso le gambe, non va bene…” e le accarezzo le gambe partendo dai polpacci… arrivato alle ginocchia, le allargo le gambe e proseguo… arrivato alla figa, la trovo ancora fradicia… le infilo dentro 2 dita che scivolano alla grande… mi viene in mente che così lubrificate possono entrare agevolmente anche nell’orifizio anale… detto-fatto, non fa in tempo a rendersene conto che si ritrova il mio indice infilato nel culo fino alla mano…
“Ma sei pazzo!?!”
Non le rispondo, mi chino e le infilo la lingua in bocca, e lei risponde appassionatamente al mio bacio, dimenticandosi o fregandosene di avere un mio dito piantato saldamente in culo…

5.

Il pomeriggio volge al termine ed è stata una giornata piena di emozioni nuove e particolarmente intense, in cui sia io che, soprattutto, mia moglie ci siamo ritrovati a fare cose non avremmo mai immaginato di poter fare…

Oramai siamo lanciati in questo gioco esibizionistico in cui io tiro le fila e Viola, anche se inizialmente un pò forzata, alla fine finisce col seguirmi, ricavandone grande eccitazione.
Oramai la mia mente è una fucina di idee finalizzate alla creazione di nuove situazioni in cui Viola possa esibire il suo splendido corpo, e il fatto di esser capitati quasi per caso in una spiaggia nudista ha fatto sì che Viola piano piano si ambientasse e trovasse via via sempre più naturale stare nuda ed essere guardata nuda: è una bella donna e gli sguardi degli altri sono tutt’altro che di disprezzo… e poi è così piacevole fare il bagno e prendere il sole nudi…

Viola mi dice “Voglio fare un ultimo bagnetto, vieni?”
“Sì, vai avanti che ti raggiungo subito che finisco il capitolo, questo libro mi prende”.

“Ok” e si alza.
Aspetto che entri in acqua per mettere in atto il piano che avevo escogitato: farla arrivare nuda allo scooter, che abbiamo parcheggiato dall’altra parte della spiaggia, sarà una passeggiata di almeno un km.
Mi alzo, raccolgo in fretta e furia tutte le nostre robe, le caccio alla meglio nello zaino e mi avvio…
Viola inizialmente non realizza, quando si gira e scopre che me ne sto andando, mi grida “Ma dove vai!?!”
“Allo scooter, amore”.

“E io???”
“E tu mi segui”.
“Ma sono nuda!”
“Ecco, ora lo sanno anche quei pochi che non se ne erano accorti…”, fragorosa scoppia la risata nel gruppetto dei ragazzi che si erano goduti lo spettacolino tutto il pomeriggio.
“Cretino!” ed incomincia ad uscire dall’acqua, quindi affretto il passo… Viola mi segue ad una ventina di metri, ma non riesce a colmare la distanza… conoscendola, confido sul fatto che prima o poi rallenterà perchè camminare sulla sabbia è faticoso il doppio e non ha una gran resistenza… infatti dopo 50 metri desiste e abbandona ogni velleità d’inseguimento.

La camminata è lunga e Viola procede piano tutta nuda, adesso saremo distanziati di una quindicina di metri. In quel tratto la spiaggia, essendo lontana dai punti d’accesso che sono alle 2 estremità, è semideserta.
Incrocio 2 ragazzi che, non sapendo che eravamo insieme, commentano “Ehi, hai visto che figa questa che arriva”, “Miii, che tettone”, “E la spacca tutta depilata dove la lasci?”, “Dai che la fermiamo”… son proprio curioso di vedere cosa combinano…
Uno estrai dai calzoncini una compatta e le chiede “Scusa, ci faresti una foto?”
Lei si ferma, avendo preso in mano la macchina fotografica, non può neppure coprirsi…
Uno si attarda a spiegarle come funziona, mentre l’altro se la divora con gli occhi…
Poi si mettono in posa e lei shitta… “Va bene?” e loro “Ce ne faresti un’altra, sai, per sicurezza…” e così si godono lo spettacolo per altri 30 secondi… poi li saluta e riparte.

Avvicinandoci all’altra uscita, la spiaggia si fa sempre più affollata, c’è anche un bar con ombrelloni e sdraio che arrivano fin quasi in mare, per cui Viola passa in alcuni punti anche a meno di un metro dalla gente seduta sulle sdraio, in pochi si perdono la sua sfilata…
Alla fine raggiungiamo lo scooter, Viola arriva “Sei un vero stronzo”
“Ma tu pensa che ingrata questa, ti ho evitato di trasportare qualsiasi peso durante questa passeggiata lunga e faticosa, e tu mi ringrazi così???”
Ci sorridiamo e ci baciamo.

6.

Viola si riveste, nel senso che indossa lo slip e la canotta, dato che dovrà sedersi sul sellino, ma non rimette il pezzo sopra. La canotta bianca è piuttosto scollata, sia sul davanti che sotto le ascelle, per cui basta che si muova un pò che si intravedono porzioni generose di seno. Inoltre il tessuto è sottile, per cui i suoi capezzoloni risaltano particolarmente, cosa che si evidenzia in modo clamoroso quando ci fermiamo a prendere da bere in un bazaar dove tengono la temperatura sottozero… il cassiere del bazaar ha uno sguardo laser, per cui mi attardo a cercare monetine per pagare.

Usciamo e veniamo riavvolti dal calore… fuori ci sono un pò di ragazzi che si stanno rifocillando… fingendo di scherzare innocentemente, le spruzzo dell’acqua sul petto, creando un effetto maglietta bagnata che non sfugge a nessuno…
Ci avviamo, il tragitto per tornare al villaggio dura circa ¼ d’ora.
Arrivati in camera mi butto sul letto… Viola si toglie la canotta, rimanendo solo col pezzo sotto del bikini e, forse perchè sop****nsiero o perchè oggi ci ha fatto l’abitudine, esce sul terrazzino (non l’aveva mai fatto… anche perchè ci hanno dato una camera al piano terra che si affaccia direttamente sulla piscina principale, per cui chiunque sia in piscina ha una perfetta visuale della nostra camera).

Con un balzo prendo la porta finestra e la chiudo, bloccandola con la sicura. Viola mi guarda ridendo, pensando che scherzi…
“Dai scemo, apri”
Io da dietro il vetro: “Ti apro la porta d’entrata”
Lei, con sguardo allarmato: “Ma sei fuori, devo fare il giro di mezzo villaggio per entrare!”
“Appunto!” e tiro le tende… in effetti il villaggio è strutturato in modo tale che è un blocco di camere i cui terrazzi danno sulla piscina, ma le entrate sono sul retro, e bisogna fare un bel giro, oltre che attraversare la hall…
Viola bussa un pò, ma io la ignoro… non può permettersi di gridare per non attirare ulteriore attenzione… quando capisce che tanto non le apro, scavalca la ringhiera che ci separa dalla piscina e comincia a fare il giro.

Già me la immagino quando passerà davanti alla reception a tette al vento solo con lo slip…
Dopo 2 minuti sento bussare… apro la porta e la tiro dentro… la situazione mi aveva eccitato e avevo già una bella erezione… mentre finisce di dirmi “stronzo” la sbatto contro il muro e le infilo due dita in figa, la trovo un lago…
“Sì, sarò stronzo, però mi pare che lo scherzetto ti sia piacuto…” e le infilo le due dita dense dei suoi umori in bocca…
“Succhia troia”
Con le dita le esploro la bocca, poi la giro e la faccio appoggiare alla credenza che regge la tv, le calo gli slip e le faccio allargare le gambe…
Oramai sono in tiro, per cui la infilo senza difficoltà da dietro… è tutto il pomeriggio che sono eccitato, per cui mi ci vuole davvero poco per raggiungere l’orgasmo… evidentemente anche lei era bella carica, perchè non appena mi sente riversare la mia sborra dentro di lei, lo raggiunge anche lei.

Rimaniamo ansimanti aggrappati l’un l’altro, poi ci dirigiamo in bagno ed entriamo sotto la doccia insieme…

7.

Nella doccia, nonostante siamo appena stati squassati dall’orgasmo, non smettiamo di accarezzarci a vicenda… Mentre insapono i capelli a Viola, lei mi massaggia lo scroto e mi scappella a fondo l’uccello, che per effetto del massaggio, mi torna subito di marmo…
La faccio girare, le insapono le ascelle, le tettone e poi scendo giù a carezzarle l’inguine… è una sensazione eccitantissima toccarla tutta così scivolosa… Le faccio appoggiare le mani al muro, cosa che le fa assumere una posa lievemente inclinata… la mano scende giù fino a trovare la sua rosellina posteriore… la stuzzico un pò, lei capisce le mie intenzioni e si sporge ancora un pò… la penetro col dito che, essendo insaponato, non incontra nessuna resistenza… poi comincio un lento va e vieni… Viola comincia a gemere…
“Ti piace, eh… zoccoletta”
“uhm, sì, molto…”
“e cosa dicono le troiette educate in questi casi?”
“grazie, amore, che ti prendi cura di me”.

Le rifilo una sonora pacca sul sedere.
“Non ho capito bene”
”Grazie amore che ti prendi cura del mio buco del culo” e intanto con una mano mi sega l’uccello. Viola è sù di giri ma, conocendola bene, so che se la facessi venire, la tensione erotica svanirebbe, mentre io ho altre idee e la voglio ancora bella carica…
“Andiamo a incremarci, che con tutto il sole che abbiamo preso oggi…”
“Subito?”
“Tranquilla che la serata non finisce certo qui…”
“Sembra interessante”
“oh, fidati che lo sarà…”

Abbiamo preso il sole tutto il giorno per cui, nonostante le creme protettive, siamo piuttosto arrossati entrambi e, soprattutto, avendolo preso nudi, lo siamo dappertutto.

“Ho bisogno di una bella incremata” e mi sdraio sul letto con l’accappatoio aperto e l’uccello ancora svettante.
Lei capisce l’antifona e si inginocchia di fianco a me spruzzandomi la crema su tutto il corpo, cominciando poi a spalmarla.
“Scusa, e chi ti ha detto di usare le mani per spalmarla?” Lei mi guarda un pò interdetta… “Di crema ne hai bisogno altrettanto quanto me, visto che ti sei divertita a far tirar cazzi tutto il giorno aggirandoti nuda per la spiaggia, per cui usa il tuo corpo per spalmarmela, così te la spalmi contemporaneamente anche tu”.

“Veramente sei tu che mi hai fatta star nuda davanti a tutti”. Le afferro un capezzolo e comincio a stringerlo forte… “Cosa?”
“Grazie per avermi mostrata a tutti in spiaggia” non mollo la presa e continuo a stringere “Non ho capito bene”
Un attimo di attesa, poi “Grazie per aver esibito le mie tettone e la mia fica a tutti” e allora mollo la presa.
“oooh, finalmente… su, dai, brava, spalmiamoci ‘sta crema”.

Viola comincia ad usare il proprio corpo per spalmare la crema. Una volta le avevo mostrato un video di nuru-massage per cui sa cosa mi aspetto da lei. Sul petto usa le tettone, mentre per mani e braccia usa l’incavo fra esse. La cosa è piuttosto laboriosa, ma estremamente piacevole. “Ora girati al contrario” e lei esegue, come dovessimo fare un 69. Ogni volta che arretra mi trovo la sua figa praticamente in bocca (sarà un caso?) quindi comincio a lapparla per bene.

Non avendola fatta venire nella doccia, è su di giri da prima e non si contiene più nell’offrirmi la sua vulva da leccare mentre, presa dalla foga, mi ha imboccato l’uccello e lo stantuffa con energia. Raccolgo un rivolo di crema e, mentre le lappo le grandi labbra, con le dita le stuzzico il forellino che, bello lubrificato, si lascia penetrare senza opporre resistenza. I suoi mugolli crescono, quindi passo ad inserire il secondo dito, cosa che la sextena ulteriormente, sbattendomi la figa in faccia fin quando i suoi tremiti mi annunciano il suo orgasmo, cosa che eccita anche me portandomi ad una poderosa eiaculazione di cui, come le ho insegnato da tempo, non perde neppure una goccia.

8.

Stremati dall’orgasmo, ci stendiamo per rilassarci un pò e cadiamo in uno stato di dormiveglia, dal quale ci riprendiamo dopo una mezz’oretta.
Oramai è quasi ora di cena per cui bisogna prepararsi. Viola si avvicina ad una cassettiera dove so che ha riposto la sua biancheria intima, apre il cassetto e si attarda a scegliere la lingerie… “Cosa fai?”
Mi guarda perplessa… “Prendo la biancheria da indossare, perchè?”
“Cosa ti ho detto stamattina?”
Mi guarda pensierosa… “che non avrei indossato biancheria durante la vacanza?”
“Esatto!!! Quindi ripeto la domanda: cosa stai facendo?”
“Ma pensavo scherzassi”
“Nient’affatto!!! E per dimostrarti quanto son serio, oltre che per punirti del fatto di non avermi preso sul serio, deciderò io cosa indosserai stasera”.

“Oddio, mi fai paura…”
“Smettila di dire sciocchezze e mostrami che vestiti hai portato che non ho voglia di perdere ulteriore tempo a discutere, visto che ho anche una discreta fame”.
Viola si avvicina all’armadio e ne apre le ante, mostrandomi cosa offre. Anch’io mi avvicino “Mentre scelgo i vestiti per te, tu inginocchiati e succhiami il cazzo che mi favorisci l’ispirazione”
“Sì, sì, ispirazione, a te interessa solo l’aspirazione…” e si accovaccia eseguendo l’ordine.

Faccio scorrere i vestiti appesi ai vari appendini accompagnato dal suono del risucchio delle sue labbra sulla mia cappella.
Li conosco tutti i suoi vestiti e ne cerco uno che, oltre ad essere molto corto (cosa piuttosto normale visto che non le consento mai di indossare abiti o gonne che scendano oltre la mezzacoscia) so che presenta una scollatura molto interessante, costituita da 2 fasce sottili che salgono verso l’alto e si allacciano dietro il collo.

Se le fasce vengono allacciate come si dovrebbe, ossia strettamente, rimangono tirate e coprono bene il seno bloccandolo, mentre se vengono lasciate morbide, rimane molto spazio fra il tessuto e le tette, lasciandole intravedere abbondantemente, oltre che libere di ballonzolare senza freni.
“Succhiacazzi, trovato! Alzati che ci prepariamo”. Si alza e le passo l’abitino, anche se non ha ancora intuito come intendo farglielo portare.
In breve siamo pronti, lei lo ha allacciato come al solito, stretto.

Mi avvicino a lei da dietro, è seduta davanti allo specchio e si sta truccando, disfo il nodo sul collo e lo riallaccio molto più morbido. “Ma cosa fai, non si porta così, non vedi che non appena mi muovo mi si vede tutto, per non parlare del rischio che una tetta mi esca di fuori?”
“Appunto”.
“Tu sei pazzo!”
“Discuti ancora e te lo rifaccio ancora più largo quel nodo, vedi tu…”.

Ha capito che non scherzo, per cui si ammutolisce e riprende a truccarsi. Finisce, si alza e si gira “Come sto?”
“Uhm, bene… girati” in effetti da davanti sembra tutto normale, ma non appena la si guarda di profilo non si possono non notare le sue tettone mezze scoperte “però non mi convincono le scarpe, quei sandali sono troppo bassi, prendi quegli altri neri”. I sandali che ha indossato hanno un tacco 8, mentre quelli che dico io hanno un tacco 12 e la costringono ad una camminata molto più ballonzolante… l’ideale con quel vestito così allacciato.

“Ma sono scomodi…”. La fulmino con lo sguardo e cambia sandali senza aggiungere altro.
Ci avviamo verso la sala da pranzo. Lei cammina di fianco a me e il suo incedere è davvero arrapante, con mezze tette di fuori e ballonzolanti.
Vicino alla piscina incrociamo 2 ragazzi e chiedo loro se ci fanno una foto. Estraggo la compatta dai bermuda e la do a Viola affinchè sia lei a consegnargliela.

Non mi sfugge lo stupore dei ragazzi quando Viola si gira per tornare da me lasciando intravedere, come previsto, ampie porzioni del suo seno.
Entriamo in sala da pranzo, prendiamo posto e poi ci dirigiamo verso i banconi del buffet. Ognuno si serve, con la coda dell’occhio guardo Viola e noto che ogni volta che si china per prendere qualcosa e metterlo nel piatto inevitabilmente il vestito si scosta un pò mostrando fugacemente le sue tettone, soprattutto quando il movimento è accompagnato da una piccola torsione del busto.

Non è una cosa clamorosa ma è impossibile non notarlo…
Tornando al tavolo mi ferma il ragazzo che avevamo incontrato in spiaggia alla mattina. Mi fermo a scambiare qualche convenevole inutile, e quando passa Viola la blocco “Ti ricordi dei simpatici ragazzi con cui abbiamo parlato stamattina?”
Il suo volto avvampa di vergogna (bene, è proprio quello che volevo), “ah, sì, certo… come va?” Il tizio se la mangia con gli occhi “Benissimo!!!”.

Come al mattino, la ragazza si fionda su di noi, rifilando un’occhiataccia a Viola che, se possibile, diventa ancora più rossa… Voglio stuzzicarla… “magari più tardi beviamo qualcosa insieme”. Il tizio coglie la palla al balzo “Certo, volentieri” e torniamo al tavolo. Allontanandomi sento distintamente la ragazza dirgli “Manco morta con quella troia”.
“Mica avrai intenzione di farmi trascorrere la serata con me mezza nuda davanti alla sua ragazza che mi odia?” E io, in tono canzonatorio “Secondo me quella ragazza ha bisogno di sbloccarsi, è troppo inibita”.

Viola “ah, sì certo, e io le farei da buon esempio…” “Brava!”.
Finita la cena ci dirigiamo verso la zona bar per prendere il caffè. Al bancone ci sono un paio di sgabelli liberi e mi appollaio sopra e Viola prende posto in quello di fianco e ordino. Mentre aspettiamo mi rendo conto che gli sgabelli sono molto alti mentre tutti i divanetti coi tavolini intorno sono bassissimi, per cui chi è seduto ha un’ottima visione dal basso in alto delle gambe di Viola il cui vestito, già corto di suo, è ulteriormente risalito scoprendole ancor di più le cosce.

Lei tiene le gambe accavallate, ma mi sembra un’occasione troppo ghiotta per poterla perdere… “Amore, scavalla le gambe e lasciale dischiuse”. “Ma non indosso gli slip, si vedrà tutto!!!”
“Appunto, altrimenti che te lo chiederei a fare?”
“Ma non t’è bastato farmi fare il giro del villaggio in topless?”
“Appunto, prima si son goduti la parte sopra, ora completiamo l’opera, sai che non mi piace lasciare le cose a metà”
Viola di controvoglia scavalla e socchiude le gambe”.

“Non fare la schizzinosa, che lo vedo dai capezzoli turgidi che il gioco non ti diapice affatto, anzi…”
“Sei il solito esagerato…”
“Assì? Allora facciamo così: ora ti alzi un secondo e ti scosti il vestito da sotto il culo in modo da rimanere seduta con la figa a diretto contatto della pelle dello sgabello, così quando ti rialzi dopo vediamo chi aveva ragione…”. La vedo esitare un attimo, e questo mi da la conferma di aver fatto centro… voglio approfittare del vantaggio “Facciamo così: se ho ragione io, dopo pagherai penitenza”.

“E se invece vinco io?”
“Perchè perdere tempo con ipotesi irreali? Lo so quanto ti eccita fare la troietta esibizionista”. Conoscendola, anche questo linguaggio concorre a farla eccitare…
“E in cosa consisterebbe questa penitenza?” Si informa, sa già di aver perso…
“Lo scoprirai al momento opportuno, un giocatore di scacchi non rivela mai le proprie mosse in anticipo…”
“Dai, lo sai che son curiosaaaa…”
E’ giunto il momento di darle la botta di adrenalina, quella che la farà allagare ”Dopo andiamo in un negozietto in centro e lì ti spogli nuda davanti al commesso e agli altri clienti”.

Le pupille le si spalancano…
Le offro il bracccio “Prego, alzati”.
E’ con un ghigno beffardo che notiamo entrambi la striscolina umida che ha lasciato sul sedile dello sgabello…

9.

Stiamo per andar via quando noto la coppia incontrata in mensa e allora gli faccio un cenno di avvicinarsi e riprendiamo posto sugli sgabelli. Viola sta per accavallare le gambe ma incastro la mia gamba fra le sue costringendola a mantenerle allargate.

“Se non avete ancora preso il caffè, ve lo offro volentieri” e il tizio accetta di buon grado.
Butto l’occhio in basso e vedo che il vestito di Viola, fra sopra e sotto, nasconde davvero poco. Mi giro ed infatti noto che il tizio fa fatica a guardarmi in faccia, il suo sguardo è calamitato in basso, dove è evidente che Viola non indossa le mutandine.
La cosa più appropriata da dire è “Fa davvero caldo stasera…”, il tizio annuisce imbambolato, mentre la ragazza risponde piccata “Pure troppo!!!”.

Con faccia di bronzo le ribatto “E ci credo che hai caldo, coi pantaloni lunghi…”, lei, sempre più furente “Sai com’è, non vorrei prendere colpi d’aria…”. Mi diverto troppo a stuzzicarla, ma non voglio che la cosa sfugga di mano, per cui, terminato il caffè, ci congediamo… “Scusateci ma noi dobbiamo andare in centro a fare shopping, vero?” dico rivolto verso Viola… Lei annuisce.
Salutiamo e andiamo a prendere lo scooter, che dico a Viola di guidare lei.

Io mi accomodo dietro e passo il viaggio a giocare con le sue tettone, che posso manipolare a piacimento visto come le avevo allacciato largo il vestito.
Arrivati in centro parcheggiamo e ci incamminiamo nelle viuzze affollate. L’isola, nota per la vita notturna trasgressiva, offre sicuramente quanto vado cercando, ed infatti non ci mettiamo molto a trovare ciò che fa al caso nostro: un negozietto che è una via di mezzo fra un sexy shop ed un negozio d’abbigliamento particolare, dato che vi si trova davvero di tutto, dai soliti completini agli accessori più stravaganti.

Il negozio non ha vetrine oscurate come da noi, ma è aperto e frequentato da una clientela eterogenea, niente di clandestino, insomma: un viavai di curiosi e curiose di ogni età. E’ suddiviso in due ambienti a forma di elle: all’entrata v’è tutta la lingerie e gli stivali, poi la satanza si apre a destra coi camerini e oggettistica sado-maso: chi passa fuori non vede quest’ultima sezione, ma basta entrare nel negozio e fare pochi passi perchè sia tutta perfettamente visibile.

Ci aggiriamo curiosi nel negozio, commentando questo o quello, alla fine trovo un capo che mi stimola: una tutina di rete, di quelle che lasciano libero accesso davanti e dietro, per cui chiedo al commesso di poterla provare e ci conduce ai camerini.
Viola entra nel camerino e chiude la tendina, ma poi mi chiama per chiedermi di tenerle la borsetta dato che il camerino è microscopico. Io mi affaccio, prendo la borsetta e lascio la tendina scostata quel tanto che basta per poter apprezzare quanto succede dentro.

Io inizialmente sto davanti alla tendina coprendo la visuale, quindi mi sposto lasciando campo libero a chi nel negozio buttasse un occhio. Cosa che infatti non sfugge ad un paio di avventori… uno si attarda facendo finta di guardare degli stivali, ma lo sguardo è fisso al camerino, un altro addirittura sfodera il cellulare e shitta un paio di foto.
Viola mi chiama dicendomi che aveva finito di cambiarsi ed era pronta… non ce n’era bisogno, avevo già realizzato la cosa… e non solo io.

Mi avvicino al camerino e spalanco la tendina, lei “Come mi sta?”
“Non so, quel camerino è troppo piccolo, non si capisce, vieni qui fuori che c’è uno specchio bello grande”
“Ma sei fuori? Sono nuda…”
“A parte che non sei nuda dato che indossi una tutina, e poi vorrei ricordarti la scommessa”.
Titubante, esce dal camerino e si specchia velocemente e fa per rientrare, ma l’afferro per un braccio bloccandola, e intanto chiamo il commesso, ben sapendo che tali prodotti hanno taglia unica dato che sono elasticizzati: “Scusi, non ci sarebbe una taglia più grande, vede, qui sul seno la schiaccia un pò…”.

In realtà le sta da Dio rivestendola come una seconda pelle, è solo che sul seno, essendo abbondante, la rete si tende un pò.
Lei è Viola di nome e di fatto… il commesso “No, sa, è taglia unica, però è studiato in modo tale che la scollatura si può abbassare ed usare come reggiseno”.
Ho capito perfettamente cosa intende… “Scusi, non capisco, mi fa vedere come?”
Il tizio, delicatamente, afferra il bordo superiore e lo tira fino a posizionarlo sotto le tette.

Se l’effetto prima era già arrapante ora, con le tettone scoperte e sospinte verso l’alto, è decisamente spettacolare.
“Ti piace amore?” sempre tenendola saldamente per il braccio…
“Eh, sì, non è certo per andare in ufficio…”
“E lei che ne dice?” rivolto al tizio… “Sta d’incanto”
“Bene, bene, cara”… inutile dire che oramai tutti quelli nel negozio stanno solo guardando lei… “fai così, fai 2 passi fino lì così vediamo bene”
“ah, è rimasto qualcosa che non si vede bene?”
“Appunto, togliamoci ogni dubbio” e col braccio la sospingo verso la parte del negozio visibile anche da fuori…
Viola, prende un sospiro profondo e si avvia testa alta e parte: è evidente che se deve fare ‘sta cosa, vuol farla bene.

Arrivata in cima, anzichè tornare indietro, fa ben 2 giravolte su sè stessa, sorridendo come una modella sulla passerella, e torna indietro… “Contento?”
Ah, impertinente la ragazza, la sistemo io… “Non del tutto” e l’afferro a braccetto e la trascino in mezzo al negozio dove, in una vetrinetta, ho visto alcuni collari da schiava. “Vorrei uno di questi, possiamo provarli?” “Certo”
“Su, amore, sollevati i capelli che proviamo questi” Viola è in mezzo al negozio a braccia alzate che si tiene i capelli sulla nuca su tacco12 indossando una tutina trasparente di rete che non solo ha ampie aperture sull’inguine ma lascia scoperte anche le tette… Sarebbe inutile provarli, dato che sono regolabili, ma vabbè… Gliene allaccio uno, attardandomi a trovare la giusta regolazione, intorno a me lampeggiano dei flash “Vieni allo specchio” e via altra sfilata.

Oramai Viola ha perso ogni inibizione e si muove come fosse solita aggirarsi nuda per negozi… La posiziono davanti allo specchio, io dietro incollato a lei… Passo un braccio davanti e le insinuo due dita nella vulva, che trovo fradicia. Le estraggo e, bagnate dei suoi umori, gliele infilo in bocca “Succhia troietta”
E lei, da brava mogliettina, esegue….

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