Primo Incontro con Claudia

Prima che arrivasse lei la mia vita era piatta e grigia.
Mi alzavo ogni mattina alla stessa ora, sempre la stessa colazione, prendevo sempre lo stesso tram, sedendomi sempre allo stesso posto, facevo le mie 4 ore di lavoro e uscivo a mangiare. Naturalmente lo stesso panino prosciutto, mozzarella e carciofini. RIentravo a lavoro e facevo le mie solite 4 ore.

Tornavo a casa sullo stesso tram, allo stesso posto. Salivo le solite scale e bum mi si presenta lei: 20 anni, alta 1,75, corpicino perfetto, capelli medio-lunghi e faccia acqua e sapone.

Meraviglia delle meraviglie esce esattamente dalla porta davanti alla mia. All’inizio penso: è un miraggio. Chiudo gli occhi, li strofino vigorosamente e li riapro. Lei è ancora lì, mi guarda e mi sorride.
Impossibile: Mi pianto un pizzicotto sul braccio e per poco non urlo dal dolore. Non sto sognando, è proprio di fronte a me e mi sta sorridendo. Arrivato al pianerottolo mi dice, porgendomi la mano: “Piacere, sono Giulia. Sono arrivata stamattina, mi sono trasferita qui dal paese per iniziare l’università.

” Che bella voce, accidenti. “piacere mio” le rispondo stringendole la mano, mentre dentro di me pensavo ‘e che piacere’, “ Io sono Michele, abito qui di fronte. Bel palazzo vero? è proprio comodo per l’università. ”
“Già. L’ho scelto apposta perché è l’unico vicino che affitta gli appartamenti a poco. ”
“Già non è tanto caro, rispetto ai prezzi che ci sono in giro. Ora ti lascio andare ai tuoi impegni, altrimenti il tuo fidanzato si ingelosisce” e le pianto un gran sorriso malizioso, sperando che la risposta sia esattamente da sogno.

“Non ho un fidanzato, l’avevo al paese. Ma ho deciso di lasciarlo trasferendomi qui. Era troppo geloso e non avrebbe permesso niente della esperienza universitaria. Sai com’è, le feste, la vita notturna ecc. ”
“Sisi certo, allora porterai un po’ di vita in questo palazzo pieno di vecchi sordi. ”
“Non pensavo di poter organizzare feste qui. Non sapevo nemmeno a chi chiedere, sei il primo che mi parla. Tutti mi hanno schivato e fatto finta di non vedermi”
“Non farci caso! Sono una branca di vecchi sordi e rincoglioniti.

Una ragazza carina come te l’avranno scambiata per qualche venditrice porta a porta, per questo ti hanno schivato”
“Grazie per i complimenti, sei molto gentile a parlare con me. Ricambierei volentieri la gentilezza, invitandoti a bere un caffè a casa, ma stavo giusto uscendo a fare spesa, perché non ho nulla. ”
“Figurati, ti lascio andare prima che chiude il negozio. Se vuoi una mano, ti accomagno volentieri. Tanto ci devo andare pure io” Che grandissima balla, io a fare la spesa ci vado sempre alla stessa ora e sempre di giovedì, che non è oggi.

Ma devo cogliere la palla al balzo.
“Davvero un galantuomo. Si va bene dai, allora ti aspetto qui che passi da casa. Immagino dovrai lasciare la borsa e prendere quelle per la spesa. ”
“Non ti voglio far aspettare qui fuori, entra pure in casa da me. Devo farmi una doccia veloce, spero non ti disturbi. Oggi sul tram faceva caldissimo e sono completamente sudato. ” Non era vero, il sudore era l’eccitazione di poter invitare a casa un bocconcino del genere, la doccia era la scusa per poter entrare in confidenza e magari concludere qualcosa.

“Ok. Allora entriamo”
Apro la porta di casa, accendo la luce e l’accompagno verso il soggiorno. “siediti pure qui, fai come se fossi a casa tua, vuoi che ti porti da bere qualcosa mentre aspetti. Fa caldissimo fuori. Una coca gelata farà sicuramente un buon effetto”
“Grazie mille, direi che sarebbe perfetta”
Sguscio in cucina, recupero bicchiere e lattina, lei mi segue e si siede al tavolo, mentre prendo i ghiacciolini dal freezer.

“Gran bella casa, pulita e ordinata. Tua moglie o la tua compagna hanno proprio un gran gusto nell’arredamento”
“Nono sono single e l’ho arredata io. Lo faccio di mestiere e quindi mi sono arrangiato. ”
“Ah capisco. Allora magari mi daresti una mano per arredare anche casa mia. Non ci sono molti mobili e vorrei renderla più confortevole. ”
“Certo, lo farò molto volentieri” le rispondo porgendole il bicchiere con la bibita gelata.

“Io mi assento di là per farmi una doccia, se dovesse servirti qualcos’altro serviti pure”
“Ok. Grazie, farei anche io volentieri una doccia. Hai ragione, la coca era quello che ci voleva con questo caldo”
“Se vuoi precedermi e fartela tu non ti fare problemi. Ti cedo volentieri il posto”
“Davvero gentile, vado solo di là a prendere accappatoio e cambio, arrivo subito. ”
“Per l’accappatoio puoi usare il mio, ne ho diversi non è un problema.


“Ok. però il cambio è difficile che tu porti le mie mutandine e usi il reggiseno” ribatte scoppiando a ridere
Rido pure io dicendole “certo sia slip che reggiseno non fanno parte del mio corredo, di solito li levo e non me li metto io di certo” continuo a ridere.
Lei ride della mia battuta ed esce dalla porta, per rientrarvi 5 minuti dopo con un perizoma nero davvero sexy e un reggiseno nero semi trasparente.

Io faccio di tutto per dissimulare la mia eccitazione, ma non riesco ad evitare l’inizio dell’erezione che, complici i pantaloni attillati e la mia discreta dotazione, si nota immediatamente. Naturalmente non le è scappato questo particolare e sorridendomi, mi chiede “ti dispiace indicarmi dove è il bagno, che non so dove andare”. Mentre penso ‘Io so dove dovresti andare, ma non è in bagno. Direttamente in camera da letto e ci divertiremmo un sacco.

’ le dico “la porta a vetri in fondo”
“Accidenti, ma è totalmente trasparente. Hai proprio fatto una scelta fantastica. A questo punto, non la chiudo neanche tanto fa lo stesso. Giusto?”
“Se per te è un problema la porta a vetri, io mi rintano in cucina fino a quando hai finito la doccia, per non turbare la tua privacy. ”
“Ma quale privacy che muori dalla voglia di farti la doccia con me, ammettilo!”
Mentre penso ‘Accidenti mi ha beccato, come ha fatto?’ lei mi incalza sfilandosi il vestitino “Su non stare lì immobile, spogliati pure tu che così facciamo prima”.

Non me lo faccio ripetere 2 volte, mi fiondo in camera e riesco in un battibaleno in mutande, mentre lei mi segue e si ferma all’ingresso della camera rimanendo in intimo, un perizoma bianco semi trasparente e un reggiseno anche lui bianco tutto pizzo.
“Certo che hai proprio un gran bel corpicino, Giulia. Complimenti!”
“Grazie, vedo che anche tu hai un bel fisico. E anche un bel pacco, fondamentale per una porcellina come me”
Immediatamente mi si fionda tra le braccia e cominciamo a baciarci, prima solo a stampo poi sempre più appassionatamente strofinando i nostri corpi l’uno contro l’altro.

“Beh, non dovevamo fare la doccia. Andiamo, che poi si fa troppo tardi e non possiamo uscire per la spesa. ”
Io le sfilo il reggiseno, scoprendo così due fantastiche coppe di champagne da fine del mondo. Accompagno la scoperta con un sonoro fischio e mi chino per baciare i due capezzoli che sentivo già duri mentre ci strusciavamo poco prima. Apro e regolo l’acqua e, con un gesto fulmineo, le sfilo anche il perizoma scoprendo la fichetta completamente depilata, umida e pronta per essere penetrata.

“Non vale però, tu ancora hai le mutande e io sono già nuda. ” Così dicendo, mi strappa di dosso i boxer, rivelando il mio membro già abbastanza duro, eccitato dalla vista di tutto questo panorama.
“Però, tu prima parlavi di panorami. E la torre che hai lì sotto cosa aspettavi ad esporla. Bello scacco, caro il mio arredatore”
Così dicendo, si inginocchia davanti a me, prende il mio membro in mano e comincia a massaggiarlo fino a farlo diventare di marmo.

Non contenta, inizia a leccarmelo dalle palle alla punta ingoiando quello che riesce a starci, fino a farmi venire copiosamente in bocca. Ripulisce tutto il caldo liquido con la sua lingua, bevendolo avidamente. Nel frattempo l’acqua si è scaldata al punto giusto allora entriamo nella doccia, grande abbastanza per starci comodi tutti e 2. Inizia lei a lavarmi, facendomi eccitare di nuovo per bene. Una volta che mi ha ripulito completamente, inizio io a lavarle prima le gambe, sfiorando solo ai lati le grandi labbra della fichetta, facendola così impazzire al punto da prendere la mia mano e ficcarsela contro perché la masturbassi.

Inizio con un ditalino lieve con un dito soltanto, integrandolo subito con due dita spinto dai suoi mugolii di apprezzamento. Quando i mugolii si trasformano in piccoli urletti, sostituisco le dita con il mio membro stantuffando pesantemente, facendola esplodere in un orgasmo che mi riempie dei suoi caldi umori. Lei ripulisce rapidamente con la lingua tutto il mio membro, leccando avidamente ogni residuo dei suoi preziosi liquidi. Finiamo quindi di lavarci e ci sediamo in terrazza vestiti soltanto dell’accappatoio.

“Certo che ci sai proprio fare con quell’attrezzo” commenta lei
“Grazie e lui si è trovato molto bene con la tua fichetta. Davvero molto eccitante. Sei brava, sai. Non sono in molte a saperci fare con la lingua. Tante la usano solo per parlare”
“Io con la mia lingua ci faccio tante cose. Sarei curiosa di vedere cosa fai tu con la tua…”
“Vuoi provare?” Così dicendo, la prendo per mano e la porto in camera.

La faccio stendere sul letto a fichetta al cielo e con 2 dita comincio a stimolare di nuovo quella fichetta bagnata. Quando sento un minimo di apprezzamento, inizio a leccarle anche il clitoride, mordicchiandolo leggermente senza smettere la stimolazione manuale. Nel giro di qualche minuto, mi ritrovo di nuovo inondato dei suoi caldi umori dolci e provvedo quindi a ripulirla per bene, senza trascurare un minimo pezzetto di pelle.
“Wow, nessuno mi aveva mai fatto godere tanto.

Sei davvero un vicino d’oro”
Questo è stato il mio primo incontro con Giulia, al quale ne sono seguiti altri, che racconterò nelle prossime puntate.

Michele.

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