Per ripicca.

Un pompino per ripicca.

Ho conosciuto Peppe come cliente nel negozio dove lavoravo, con Pino il mio titolare abbiamo avuto una storia, io avevo preso una bella cotta per Pino. Un bel giorno Pino mentre eravamo soli al negozio come una impetuosa folata di vento ……. mi disse che la nostra avventura come amanti era bella e finita………….

Lo stesso giorno che Pino mi mollò ho in bocca il cazzo, duro e nodoso, di Peppe.

Oh… sgombriamo subito il campo ad eventuali equivoci: io non sono una che finisca col cazzo di chiunque capiti (specialmente se praticamente sconosciuto) in bocca.

Da quando sono sposata ho tradito mio marito solo con Pino. Per quanto riguarda i pompini mi faceva schifo succhiare il cazzo, tanto che quelle poche volte che lo succhiato a mio marito ,avevo sempre in mano un fazzoletto per raccogliere lo spruzzo della sborra.

In quei pochi anni di matrimonio non ho mai tradito mio marito, né mi sono sollazzata con qualcuno che non fosse lui. Forse per la mia educazione borghese e formalista (dove valori come: Amore, Rispetto, Onestà, Fedeltà eccetera, hanno ancora una certa importanza) o forse perché quasi mai “la candela vale la spesa” (mettere a rischio tutto ciò che si è costruito per un capriccio, per una aleatoria soddisfazione?) oppure perché col passare del tempo e l’aumentare delle responsabilità (casa, lavoro, figlia e tutti i problemi connessi) te ne manca il tempo, la voglia e l’occasione.

Lo so, la domanda sorge spontanea: e allora perché con Pino e Peppe si?

Sinceramente non lo so!

Forse perché Pino è un uomo affascinante: bella presenza, alto, slanciato, folta capigliatura castano-un bel bruno con due profondissimi occhi nocciola-chiaro che quando ti fissavano sembravano scavarti dentro.

Insomma: quest’uomo mi ha colpita profondamente sin dal’inizio.
Voi mi dite perché il pompino a Peppe?
Peppe era un calciatore professionista che mi corteggiava ogni qualvolta entrava in negozio ,intendiamoci: non è che, appena l’ho visto, io abbia pensato “…ecco, a questo io gli voglio fare un bel pompino!”.

E, ad essere sincera, un pensiero del genere non mi ha mai nemmeno sfiorata.

Però mi faceva piacere vedere ingelosire Pino ogni volta che parlavo con Peppe.

Ed allora perché,????? …..Per RIPICCA ……non ci sono dubbi lo fatto per ripicca. !

“Vieni… mi dice con voce dal tono imperioso…Peppe.
Intanto siamo giunti di fronte alla porta della sua villetta che lui apre con una tessera magnetica e arretra leggermente per cedermi il passo.

Entro. E’ buio. Lui mi passa davanti per inserire la tessera magnetica nel lettore a parete. Il suo corpo sfiora il mio. Ho un lieve sussulto. Il suo volto vicinissimo al mio, gli occhi negli occhi, le labbra quasi a contatto. Si china leggermente in avanti e le sue labbra si posano sulle mie. Dovrei tirarmi indietro (non ci vorrebbe granché: basterebbe arretrare di pochi centimetri il capo), ma non lo faccio… anzi! Accolgo quel leggero sfioramento: le sue labbra sono calde, morbide, prepotenti.

Una mano sul mio fondo schiena mi attira con forza a sé; l’altra sulla nuca mi tiene bloccata la testa. Dischiudo leggermente le labbra e accolgo in bocca la sua lingua, invadente, vorace.

Un bacio lungo, intenso, passionale più che appassionato (…cazzo, da quanto tempo non mi baciavano – e non baciavo – così!)… e pieno di voglia e di desiderio. Voglia e desiderio che sento premere con forza e con durezza contro il mio basso ventre.

Rispondo al suo bacio con un leggero senso di stordimento ma che non mi impedisce di metterci la sua stessa appassionata voluttà. La sua mano sulla mia schiena mi schiaccia maggiormente contro quel desiderio che sento sempre più duro e, vergognandomi (riflessione questa, però, successiva!) non faccio nulla per sottrarmi, anzi credo che mi strusci leggermente per sentirlo meglio.

Una breve battaglia di lingue: la sua ad esplorare gli anfratti della mia bocca; la mia che cerca la sua.

Un lungo bacio quasi in apnea, sinché le nostre labbra non si separano in cerca di aria. Ha il respiro corto, ansimante. Ci guardiamo negli occhi per un lungo momento, come a chiederci: e adesso?

Non so proprio cosa mi spinga a lasciarmi scivolare in ginocchio. Continuiamo a guardarci mentre, aperta la patta dei suoi pantaloni, gli tiro fuori il cazzo. È duro, teso. Un fremito (quasi una leggera scossa elettrica) lo attraversa quando lo stringo nella mia mano.

Lo stesso brivido che mi attraversa quando chiudo le mie labbra attorno ala punta gonfia, arrossata, liscia e umida.

Non lo lecco, non lo percorro con la lingua, non lo accarezzo. Solo me lo lascio scivolare in bocca e comincio a muovere la testa avanti ed indietro.

Sento una vocina nel mio cervello… Sissi ma che cazzo stai facendo?

… Mi odio sto facendo un pompino a Peppe!

… Ma perché… perché… perché?

… Non lo so, cazzo!… non lo so, non lo so!

… Ma se nemmeno lo conosci… non sai chi è…

… Sai solo ch’è un calciatore che milita nella squadra della tua città…

… È per questo?

… Ma no, che c’entra!

… E allora perché?

… ‘Fanculo… lasciami in pace!

E riapro gli occhi, sollevando lo sguardo.

È teso come una corda di violino; il busto leggermente inarcato e la testa gettata all’indietro. Ha gli occhi serrati. Respira col naso: respiri profondi, ma rapidi e frequenti. Un gemito gli sale alle labbra (mi sembra di distinguere le parole: “ssiiii… oddddioooo… continua… Sissiiiiiiiiii continua… vengoooo… sto per…”).

Vagamente mi accorgo che mi pone una mano sul capo, come ad allontanarmi la testa dalla sua esplosione. Io invece gli cingo le reni con le mani, a trattenerlo.

Mi piace sentirlo gonfiarsi, irrigidirsi, vibrare nella mia bocca. È come se percepissi il procedere del suo piacere lungo l’asta, fino alla punta gonfia, enfiata.

E mi sborra in bocca.

Non è una esplosione vulcanica con schizzi violenti, quanto piuttosto un abbondante fluire di quella sostanza densa e cremosa, dal sapore così particolare: acidulo, ferroso. Ecco, se potessi, lo definirei “vellutato” (so che è assurdo definire “vellutato” un sapore… ma è il termine che mi viene in mente, ripensandoci).

Continuando a tenerlo in bocca, ovviamente non posso fare a meno di deglutire, ingoiandone una buona quantità. Non è il miglior sapore del mondo e la sua consistenza mi crea piccoli rigurgiti, come leggeri conati ma, serrando gli occhi, continuo a ingoiare.

Non ho mai fatto a nessuno (… e per nessuno intendo soprattutto mio marito) pompini con l’ingoio. Non ne conosco il motivo o la ragione, né mi sono mai soffermata a rifletterci: è una cosa che non mi piace, un gesto che trovo… come dire?… disdicevole.

Certo, è capitato alle volte che, facendo un pompino a mio marito, lui sia arrivato all’orgasmo inaspettatamente ed inavvertitamente (non degnandosi, comunque, di “avvertire” me!) e qualche spruzzo del suo sperma mi sia finito in bocca. Ma oltre questo, null’altro! Ho sempre ritratto la testa, lasciando che spandesse tutt’attorno il suo cremoso piacere e mai trattenendolo in bocca, anzi sputacchiando anche quel poco che ci era rimasto depositato.

E allora, stessa domanda: perché a Peppe, si?

Con conseguente stessa risposta: non lo so! Perché penso che sia la cosa giusta da fare… ho voglia di farlo per ripicca verso il mio amante, alla faccia di Pino!

Bruscamente vengo richiamata alla realtà: chinandosi su di me, mi sfila il cazzo dalla bocca ed ho appena il tempo di rendermi conto che non è più duro e consistente come prima e, ciononostante, un senso di vuoto mi serra lo stomaco con leggere fitte, quasi dei brividi, che mi si diffondono al basso ventre.

Infilandomi le mani sotto le ascelle mi tira in piedi, di fronte a lui; nuovamente i nostri sguardi agganciati, occhi negli occhi, forse in cerca di risposte a domande mai poste.

Dio… sei fantastica… mormora in un soffio, mentre le sue labbra si serrano nuovamente sulle mie; incuranti delle tracce, ancora abbondanti, del suo stesso intenso piacere. Lo stesso bacio duro, lungo, profondo, di prima. Ed al quale rispondo, come prima, con altrettanta passione.

Poi, con le mani sul petto, lo allontano da me (confesso che un po’ mi “brucia” perdere il contatto con le sue labbra, con la sua lingua… ed anche col suo membro che, per quanto quiescente, sento premere contro il ventre, schiacciato tra i nostri corpi avvinghiati) e, occhi negli occhi, tentando uno stiracchiato sorriso, gli dico:… ehi, guarda che un pompino cosi mio marito se lo sogna!

Mi guarda aggrottando le sopracciglia come se non capisse… poi improvvisamente realizza che mi deve riportare a casa!
Non sono andata in bagno a sciacquarmi la bocca (ho solo usato un fazzolettino di carta) e non ho preso nemmeno il caffè, per non “perdere” il sapore di lui! Mentre mi riporta a casa………… mi parla la solita vocina………… ……non mi pare tu sia pentita di quello che hai fatto!

…dovrei esserlo?

…e direi proprio di si!

,,,okay, sono pentita… però mi è piaciuto!

Un attimo di panico quella sera quando, rientrando a casa, mio marito mi ha salutata, come al nostro solito, con un bacio sulle labbra (ma probabilmente il “sapore” della sborra di Peppe lo sento solo io).

A letto, quella notte, dopo che mio marito si è addormentato, mi sono masturbata silenziosamente (per non svegliarlo) e sono venuta un fretta con l’immagine mentale del cazzo di Pino che mi scopava e quello di Peppe mentre mi veniva in bocca.

L’ultimo pensiero, prima di addormentarmi, è stato che mi sarebbe piaciuto farmi scopare da Peppe… ma forse è meglio così.

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