Medusa

Con Maddalena avevamo preso qualche giorno di vacanza in una piccola località ai margini del Gargano.
Vacanza di relax, avevamo detto, niente trasgressioni.
Eravamo amiche niente di più.
Personalmente non avevo mai avuto rapporti con altre donne anche se una certa attrazione l'ho sempre avuta ma mai a spingermi ad avere un contatto.
Avevo capito che mi eccitavo di più guardando sui vari siti filmati o foto di donna ma ho ho già detto non mi spingevo oltre.

Maddalena era ragazza magra minutina, ma ben proporzionata, fisicamente attraente e molto sensuale.
Capelli corti e con due orecchie a sventola che in qualche modo condizionavano il suo aspetto, ma nel complesso era una ragazza piacevole.
Eravamo partite da Milano in auto, guidavo io. Già lungo il percorso guardandole le gambe i miei pensieri volavano in alto.
Indossava una minigonna in jeans abbastanza corta e mettendosi in libertà poco si curava se la gonna alzandosi lasciava intravedere le mutandine.

L'auto alta, un fuoristrada, la rendeva meno visibile alle auto vicine e probabilmente si sentiva più a suo agio.
Dovevo essere attenta alla guida, ma non nascondo che la situazione mi eccitava.
La voglia di toccarla e di spostarle l'elastico delle mutande bianche per scoprirle la passerotta era tanta.
Ma dovevo resistere. Cosa che non ho fatto appena c'eravamo fermate per una sosta ad una stazione di servizio.
Ero troppo eccitata, mi sentivo la passerotta bagnata da far paura ed in bagno mi sono toccata velocemente.

Appunto forse un po' troppo velocemente tanto da raggiungere solo un mezzo orgasmo.
Tutto il viaggio era stata una piacevole tortura.
Raggiungemmo in serata la località di vacanza.
Pensavo durante il viaggio, condividendo la stessa camera ed essendo tra donne si spoglierà nuda anche solo per cambiarsi.
Invece non era stato così.
Maddalena per cambiarsi l'intimo andava in bagno o si copriva con l'accappatoio o asciugamani.
Insomma non era riuscita a vederla nuda.

Rientrate in hotel, dopo avere cenato allegramente fuori, in bagno aveva indossato come pigiama un paio di pantaloncini cortissimi al punto che mostrava piacevolmente la parte bassa delle chiappe.
I pantaloncini le stavano leggermente larghi ed in certe posizioni lasciavano intravedere guardando di sbieco e con una certa immaginazione qualcosina in più della sue parti intime.
La situazione mi mandava fuori di testa.
In camera Maddalena non voleva dormire con l'aria condizionata e di conseguenza non si copriva con il lenzuolo.

La camera di sera era abbastanza buia, riuscivo a vedere poco o niente, ma al mattino alle prime luci svegliandomi furtivamente la spiavo. Cercavo di rubarle più possibile millimetri della sua pelle.
Ero eccitatissima e non potevo fare nulla. Volevo toccarmi ma avevo paura di essere scoperta.
Avere voglia di toccarsi e non poterlo fare è dura.
Mai atteso così tanto il momento di rifugiarsi in bagno per poter tranquillizzare una passerotta che ormai scottava dalla voglia.

Mi ero toccata sotto la doccia. Mi chiedevo cosa stesse succedendo ma era più forte di me.
Al mattino dopo che Maddalena aveva indossato sempre sempre in bagno un costume d spiaggia mozzafiato.
tanto faceva la timida in camera e tanto diventava spregiudicata fuori.
Era un costume a filo passerotta. Copriva lo stretto necessario.
Una volta accomodate sul lettino ed essendo Maddalena magra, con il costumino già corto di suo, una volta sdraiata il bordo del costume non aderiva perfettamente con il suo ventre piatto.

Una leggera brezza muoveva poi ulteriormente il bordo del costume alzandolo in modo da creare ancora meno contatto con il pancino.
Guardandola sdraiata al suo fianco riuscivo a vedere una leggera peluria che ormai aveva modificato i miei parametri.
Andando in bagno della spiaggia, era stata quel giorno la seconda volta che le mie dita avevano accarezzato la mia passerotta.
Faceva caldo e si sentiva la necessità di rinfrescarsi con un bagno.

Maddalena si era recata in acqua ma all'improvviso si era messa a gridare. Un'enorme medusa l'aveva pizzicata proprio nella zona inguinale e sul suo fianco e chiappa sinistra.
Urlava come una matta. la pelle si era arrossata. I primi soccorsi le erano stati dati dal bagnino, ma vista la posizione della ferita il bagnino aveva chiesto che forse sarebbe stato meglio se fossi stata io a mettergli una crema che serviva come primo intervento.

Nel momento presa dalla necessità di soccorso non ho pensato ad altro.
Maddalena non se la sentiva più di stare in spiaggia. Il dolore era forte ed eravamo rientrate in hotel.
Maddalena stava male, non aveva voluto neanche pranzare. Per non lasciarla da sola ero rimasta con lei.
Ogni tanto cercavo di guardarle la ferita.
Partiva dall'inguine per finire sulla chiappa.
Sempre in bagno Maddalena si era tolta il costume ed aveva indossato i soliti pantaloncini.

Per vederle e medicarle la ferita dovevo spostarli alzandoli dal basso verso l'alto, anche se avrei preferito il contrario. Operazione che comunque facevo con molto piacere.
Scoprirla anche se in quella occasione mi eccitava, poterle spalmare una crema che avevamo nel frattempo acquistato era eccitante.
Alzarle il bordo dei pantaloncini ed intravedere meglio quello che tutta la notte avevo sognato.
Le avevo praticamente scoperto tutta la zona inguinale e una parte laterale della passerotta, tutto il fianco e il suo culetto con una chiappa completamente scoperta.

Poter accarezzare la sua pelle in quel punto piano piano per non farle male mi prendeva.
Sarebbe stato meglio se avesse tolto quei pantaloncini, aspettavo che fosse lei a chiederlo, ma già così era provocante.
Mi piaceva quella situazione e piaceva anche a lei nonostante il dolore.
La voglia di infilarle le dita dentro i pantaloncini era tanta e non farlo rendeva un'atmosfera di eccitazione alle stelle.
Voglia di accarezzarle la passerotta, di sentirla tutta bagnata.

Lei si lasciava spalmare la crema, rilassata.
In certi momenti sembrava quasi eccitata.
Sentivo un odore di sesso nella camera.
Sicuramente veniva dalla mia passerotta, ormai era un lago, ma ero convinta che anche la sua doveva essere nella stessa situazione.
Ero stata quasi mezz'ora per spalmarle un po' di crema, troppo. Maddalena sembrava gradire.
Le avevo chiesto se le facesse tanto male ed alla sua risposta affermativa le avevo detto che le dato un bacino per farla guarire.

Le avevo baciato l'inguine, solo un bacino innocente. Mentre la baciavo lei aveva avuto un sussulto, come un brivido di piacere, dal momento che aveva irrigidito le gambe. Mi era anche sembrato di sentire un gemito di piacere.
La sua ferita non migliorava, anzi mi sembrava che avesse la febbre. Non avevo niente per potergliela misurare ma a toccarle la fronte scottava.
Decidemmo così di recarci ad una guardia medica.

C'era di guardia una dottoressa molto gentile e anche accattivante, lesbica sicuramente.
Fece sdraiare Maddalena su un lettino.
Maddalena prima di uscire dall'albergo si era cambiata, sempre in bagno, Aveva indossato la gonna in jeans, quella del viaggio, e sostituito i pantaloncini indossando un paio di mutandine.
La dottoressa nel visitarla le aveva chiesto di abbassarle. Attimo di panico.
Lo sguardo di Maddalena si era incrociato con il mio.

Ma dovevamo abbassarle quelle mutandine.
Se l'era abbassate da sola fino a scoprire completamente la passerotta.
Facevo finta di non guardare ma lo sguardo era ormai fisso. Non credevo ai miei occhi. L' avevo sognata, cercata con lo sguardo furtivamente. Desiderata più volte. Ed ora l'avevo lì davanti quasi indifesa. Le mutandine abbassate aumentavano la mia eccitazione.
Maddalena era contrariata, lo faceva capire. Me l'aveva nascosta in ogni modo e doverla mostrare così indifesa le dava fastidio.

Era comunque bellissima. Una leggera peluria tutta da accarezzare e da baciare. Ormai sembrava che vivessi solo per quello.
Mi chiedevo anche come mai. In fin dei conti dentro di me avevo si notato tendenze lesbiche ma non al punto di desiderare un contatto con un'altra donna. Invece ero lì che quasi sbavavo dalla voglia di toccargliela,
di sbaciucchiarla tutta senza freni.
La dottoressa nel frattempo per prevenire aveva sentenziato la sua diagnosi.

Ma nessuna ci si aspettava che avrebbe dovuto farle un'iniezione per evitare un'infezione.
Anche Maddalena era rimasta stupita ma ormai era lì.
La situazione era ormai bollente.
Personalmente le iniezioni avevano sempre creato un forte eccitazione su di me. Mi eccitava solo l'idea quando capitava di doverne fare una. Addirittura la sola vista di una siringa mi sballava i parametri.
Vedere la dottoressa che si era offerta a fargliela lei con la siringa in mano e per fare uscire l'aria faceva uscire leggermente un po' di liquido mi mandava in estasi.

Vedere il culetto di Maddalena, che nel frattempo si era girata a pancia in giù, le sue mutandine abbassate,l'odore del disinfettante nello studio, la sua paura, era per me da svenimento.
Ero rimasta in piedi di fianco al lettino, la passerotta mi colava. La sentivo strabagnata.
Avevo appoggiato la passerotta sul bordo del lettino, quasi per stofinarla, avevo bisogno di toccarla.
quando ho visto l'ago entrare nel culetto, sentito un gemito di dolore di Maddalena stavo per svenire.

Ho chiuso gli occhi mordendomi le labbra avevo sicuramente emesso un gemito di piacere.
La cosa non era sfuggita alla dottoressa, l'avevo capito da come mi aveva guardato.
Un sorriso malizioso che aveva lasciato intendere le sue tendenze. Mi aveva guardato intensamente e sorrideva. Le avevo risposto in modo analogo.
Mi piaceva come donna. Molto sexy. Indossava solo il camice che la rendeva ancora più sexy.
La dottoressa finito di fare l'iniezione aveva consigliato di massaggiare molto la chiappa per via del liquido che era abbastanza denso e per evitare addensamenti sarebbe stato meglio fare un massaggio prolungato.

Nel congedarsi la dottoressa mi aveva dato il suo numero di cellulare. Si era raccomandata di tenerla informata.
Nel stringermi la mano di saluto, mi aveva accarezzato la mano in modo molto illusorio. Non mi ero tirata indietro, anzi le avevo risposto con sorriso molto provocatorio ed altrettanto illusorio.
Tornate in hotel, Maddalena si era cambiata solo la parte superiore. Era rimasta con le mutandine ed aveva indossato una t-shirt un po' lunga.

Si lamentava, adesso le faceva male anche il culetto. L'iniezione era stata dolorosa.
Ma aveva qualcosa di di diverso. L'avevo notato. Quasi volesse provocarmi.
Era eccitata si vedeva. Alla mia richiesta di massaggiarle il culetto per diluire il liquido aveva subito accettato e si era girata a pancia in giù.
Potevo massaggiarla da sopra la maglietta ma stavolta avevo osato.
Le avevo alzato la t-shirt scoprendole quasi tutta la schiena.

Avevo iniziato a massaggiarle proprio la schiena stessa. Le piaceva, gradiva molto il massaggio.
Le avevo chiesto di togliersi la maglietta, cosa che aveva fatto senza fiatare.
La sentivo già quasi sospirare mentre continuavo a massaggiarle la schiena.
Era rimasta solo in mutandine.
Ogni volta che con le mani scendevo nel farle il massaggio gliele abbassavo di un centimetro.
Aveva ormai mezzo culetto scoperto. Si stava lasciando andare.

Era bellissima vederla così. Era il momento però di scoprirla tutta.
Dolcemente le ho abbassato le mutandine
fino a toglierle del tutto.
Operazione che avevo fatto con molta delicatezza e molta sensualità.
Avevo iniziato a massaggiarle la parte del culetto per diluire il liquido.
Poi piano piano avevo continuato a metterle la mano tra le chiappe fino a toccarle alla passerotta che era ormai un colabrodo. Era bagnatissima.
Avevo iniziato a toccarla con le dita.

Era stata lei a mettersi un cuscino sotto la pancia in modo da facilitare la cosa.
Le avevo baciato la passerotta. Era la mia prima volta, ma ormai ero in confusione. ero presa da una forza che non riuscivo a controllare.
Mi ero spogliata anch'io.
Lei non mi toccava, si lasciava fare.
Evidentemente le piaceva quella posizione ed anche a me.
Mi masturbavo come una forsennata mentre le affondavo le dita nella passerotta strabagnata.

Non c'era stato niente di più. Non c'eravamo neppure baciate, forse sarebbe troppo.
Esauste tutto era tornato come prima come quasi ci vergognassimo di quello che avevamo fatto, ma in qualsiasi caso contente.
La mattina successiva Maddalena non aveva più la febbre, ma non se la sentiva di andare al mare.
La ferita era ancora evidente. Le avevo spalmato la crema curativa ma non eravamo andate oltre.
Solo un bacino innocente sulla passerotta.

Per non restare ancora chiusa in camera le avevo chiesto se potevo andare io da sola al mare.
Ma la mia idea era un'altra. Volevo la dottoressa.
Volevo anch'io essere sbattuta toccata.
Appena uscita dalla camera ho chiamato la dottoressa e dopo averla informata sullo stato di salute di Maddalena avevamo iniziato entrambe a scherzare.
Era chiaro che avevamo voglia di incontrarci.
Mi aveva invitato nel suo studio, non era orario di viste e potevamo stare diciamo tranquille.

Ero già eccitata.
Mi aveva aperto la porta indossando ancora solo il camice da dottoressa, stavolta però un po' più sbottonato rispetto al giorno precedente.
Si era scusata di essersi presentata vestita così ed alla mia risposta che la trovavo molto sexy mi aveva subito risposto che aveva capito piaceva quel genere di situazione e mi aveva proposto subito di farmi una visita medica.
Era quello che volevo.
Mi ero sdraiata sul lettino.

Indossavo un copricostume a metà gamba, non ero ancora spogliata.
Era stata lei ad alzarmelo scoprendomi tutto il pancino.
Dopo un paio di pressioni sulla pancia mi aveva chiesto di togliermelo. Avevo eseguito immediatamente.
Avevo voglia di essere toccata.
In un attimo mi sono trovata senza reggiseno e le sue mani che mi toccavano come per vistarmi.
Ero ormai bagnata.
Mi chiedeva di fare un respiro mentre faceva pressione sul pancino.

Mi chiedeva anche se avvertivo dolore. Alla mia risposta che era più in giù che mi faceva male, avevo già le sue dita nelle mutandine.
“E' qui che fa male vero”? aveva detto toccandomi la passerotta. Le avevo rispodto di si chiaramente.
Mi aveva tolto lei le mutandine ed aveva iniziato a baciarmela. Era la prima volta che una donna mi baciava la passerotta.
Mi aveva fatto impazzire.
Mi aveva presa per mano ed mi aveva accompagnato in camera da letto.

Lo studio era in casa.
Mi era sembrato tutto strano. Un conto era soddisfare una voglia dovuta ad una situazione particolare del momento.
Voglia di essere visitata e toccata, voglia di vedere le parti intime di Maddalena, un'altra cosa era finire nel letto con una donna.
Avevo avuto un attimo di esitazione. Un attimo che non era sfuggito alla dottoressa.
“Vuoi che restiamo meglio nello studio, vuoi che continuiamo a giocare? vuoi visitarmi tu?” mi aveva chiesto.

sapeva come prendermi, aveva capito che mi piaceva fare quel gioco.
“Possiamo continuare anche di qua” le avevo risposto.
Così era stato.
Stavolta ero io a visitarla. Infilarle le mani nelle mutandine, sfiorarle la passerotta fino sbaciucchiarla vogliosamente.
Aveva una pelle morbida e bianca. Si vedeva che aveva appena fatto la ceretta. Era troppo provocante.
Aveva simulato di farsi fare un'iniezione con una siringa ancora sigillata.
Godeva e godevo come una matta.

Mettendosi a pancia in giù mi aveva mostrato un culetto fantastico.
Tutto ciò aumentava la mia eccitazione e la mia fantasia.
Quando poi fu lei a prendere l'iniziativa ero ormai in estasi più completa e mi ero lasciata andare.
Ci baciavamo insieme le parti intime
Eravamo talmente prese che c'eravamo anche baciate veramente con tante coccoline.
Anche questo non l'avevo mai fatto.
All'ora di pranzo dovevo tornare da Maddalena.

Meno male che doveva essere una vacanza rilassante.
Ma anche questo è relax, vero?
Laura.

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