lucia 10 – l’abito da sposa 2

Tornai a casa con la busta che mi aveva dato Eva, Lucia stava in cucina a vedere la televisione.
“finalmente, che fine hai fatto?” Mi disse appena mi vide.
“Dai vieni di là che non resisto più, ho una gran voglia di chiavarti. ” Lucia mi seguì nella sua stanza da letto, la feci spogliare nuda e rovesciai sul letto il contenuto della busta, dapprima il collant tuttonudo trasparente, quindi le diedi il reggicalze e le calze bianche lucide.

“Ma come? Le calze sopra i collant?” chiese titubante Lucia.
“Fai come ti dico. ” Lucia indossò le calze e le agganciò al reggicalze, io intanto andai nel bagno e le presi le scarpe bianche con la zeppa che avevamo comprato poco tempo prima, la aiutai ad indossarle e le allacciai i cinturini alle caviglie.
“Adesso prendi l’abito da sposa e mettilo. ” Lucia prese l’abito dall’armadio e lo indossò infilando la testa nella gonna, quindi la aiutai ad agganciarlo sulle spalle, presi la coroncina con il velo e glie lo misi in testa.

“mettiti il rossetto, e l’ombretto azzurro sulle palpebre. ” Lucia si sedette alla toeletta e si truccò come le avevo chiesto, quindi abbassò il velo e si alzò in piedi, era perfetta! Mi spogliai nudo e presi a menarmi il cazzo che non sembrava per niente provato dalle pompe sopraffini di Eva.
“ti amo Lucia, vieni qui. ” La attirai a me e la baciai attraverso il velo, le nostre lingue sembravano impazzite, quando ci staccammo il velo era tutto sporco di rosa.

Feci inginocchiare Lucia e le diedi il cazzo da succhiare, lei lo ingoiò senza alzare il velo, fu un pompino sublime, il mio cazzo avvolto nella seta che veniva risucchiato dalla bocca di Lucia, il rossetto sbavato mischiato ai miei liquidi aveva sporcato tutto il velo da sposa. Ci misi poco a sborrare, Lucia trattenne la minchia nella bocca e ingoiò tutto quanto, il velo era oscenamente imbrattato dalla sborra mista a rossetto e saliva.

“adesso stenditi, voglio prepararti la bernarda. ” Lucia si stese sul letto, divaricò le gambe ed alzò la gonna dell’abito da sposa, io mi inginocchiai e iniziai a leccarle prima le scarpe che emanavano un forte odore di plastica e cuoio, quindi i piedi e le gambe, poi risalii sulle cosce inebriato dalla sensazione della mia faccia e la mia lingua sulle calze lucide, quindi giunsi alla figona nera e pelosa coperta dal tuttonudo trasparente, leccai come un forsennato premendo la punta della lingua dentro la fregna rorida di succhi inebrianti; andai avanti diversi minuti, Lucia mugolava dal piacere, quando sentii il cazzo irrigidirsi di nuovo, feci un buco con i denti nel nylon e mi posizionai per la scopata.

“adesso ti chiavo amore, lo vuoi tanto vero?”
“Sì, voglio il tuo cazzo, dammi il tuo cazzo!” ripeteva ossessivamente Lucia. Strofinai la cappella sul suo clitoride e poi sulle labbra della figa, quindi puntai l’entrata del suo utero e con un colpo secco di reni infilai mezzo cazzo dentro la sua vagina.
“Prendi amore!” esclamai iniziando a pompare avanti e indietro, Lucia ansimava ruotando la testa da una parte e dall’altra in preda a spasmi erotici.

“ti piace prendere il mio cazzo vero? Nessuno ti ha mai fottuta così vero?”
“No amore mio, sono tua, solo tua, scopami tanto. ”
“Ti scopo fino a farti scoppiare, hai capito troia? Ti riempio la pancia di sborra finché non ti esce della bocca!” la mia amante sessantenne si aggrappò ai miei fianchi, circondandomi la schiena con le gambe avvolte nel nylon.
“eccomi amore, ti riempio tutta di sborra!” esclamai svuotandomi i coglioni nel suo utero.

“Sì dammi tutta la tua sborra, voglio la tua sborra!” mi svuotai completamente, premendo il mio bacino contro il suo, poi la baciai leccandole la faccia coperta dal velo da sposa, ci staccammo e ci buttammo sul letto stremati; mi pulii il cazzo sul velo e poi glielo diedi da leccare, intanto presi un piede, le levai una scarpa e presi a strofinare il mio cazzo sulla pianta e sul tallone proprio sul rinforzo della calza bianca lucida.

“È stato bellissimo amore, come la prima volta!” dissi portandomi il piede alla bocca e leccandole le dita.
“come marito e moglie. ”
“si, però c’è ancora una cosa che non abbiamo fatto e che desidero tanto. ”
“quello che vuoi amore. ”
“Voglio sverginarti il culo. ”
“Sapevo che prima o poi me l’avresti chiesto, mi farà male ma devo dartelo!” Baciai Lucia sulla bocca, quindi la feci inginocchiare, mettendola a pancia in giù, le alzai la gonna scoprendole il culo, enorme e ricoperto dal collant tuttonudo, lo leccai, passando la lingua su quello strato sottile di nylon, quindi lo alzai un po’ di più, andando con la lingua verso la fregna ancora bagnata dai nostri orgasmi e risalendo verso il buchino più stretto, allargai ancora la fessura nel collant per rendere più agevola la leccata e, inumidendomi un dito provai a violarle il buco del culo.

“vedrai quanto ti piacerà, sono sicuro che dopo mi chiederai di incularti ogni giorno. ” Il mio indice entrò quasi interamente nel culo di Lucia che sentivo contrarsi.
“non stringere lo sfintere, rilassati. ” Lucia cercava di aiutarmi ma erano sensazioni mai provate prime.
“mi fa uno strano effetto eppure ne ho prese di supposte in vita mia. ”
“aspetta di sentire che supposta ti infilo io!” le allargai le natiche e le sputai sul buchetto, i peli che lo circondavano erano bagnati e lucenti.

“sputami sulle dita. ” Dissi avvicinandole la mano, Lucia mi sputò sopra e io umidificai il suo buchetto.
“sputami sul cazzo, bagnalo un po’. ” Andai davanti alla sua faccia e Lucia diede due veloci colpi di lingua sulla cappella e poi ci sputò di sopra. Tornai dietro e mi posizionai per infilarla. Poggiai la cappella sull’apertura, strusciandola sui peli e bagnandola ulteriormente di saliva, quindi poggiai con forza e, tenendo aperte le natiche con le mani, premetti con forza per farla entrare dentro.

La cappella entrò, mentre Lucia emise un piccolo gridolino strozzato in gola, per l’asta grossa e dura ci furono maggiori problemi.
Inculare Lucia fu un’impresa lunga ed estenuante, il suo culetto era stato inviolato per 60 anni! Dopo alcuni minuti di spinte, grida e mugolii, sono finalmente riuscito ad infilarle quasi tutta l’asta dentro, iniziai a pomparla con un certo vigore, Lucia chiuse gli occhi dal dolore, passarono ancora alcuni minuti, finché sia il cazzo, sia il condotto diventarono umidi abbastanza per agevolare la chiavata.

I miei colpi si fecero sempre più robusti e veloci, finché Lucia non sentì più dolore ma solo godimento.
“ti sfondo il culo!”
“Sì dammelo tutto, fino nello stomaco!” sentii la sborra salirmi nuovamente su per i coglioni, tutti gli orgasmi precedenti non mi creavano problemi, il fatto di sverginare il culo di Lucia mi stava mandando in estasi.
“sborro amore!” gridai riempiendole il condotto anale di sborra calda. ”
“Sììì” gridò Lucia contraendosi e schiacciandosi sul letto.

C’ero riuscito, le avevo sfondato il culo, quando tirai il cazzo e lo avvicinai alla sua faccia notai che era sporco di sborra e degli umori del retto della mia amante, ma lei non se ne curò minimamente e lo pulì per bene.
“dovrò mandare l’abito in tintoria adesso, è tutto sporco!”
“fallo presto, voglio di nuovo scopare la mia sposina!”.

Keine Kommentare vorhanden


Deine E-Mail-Adresse wird nicht veröffentlicht. Erforderliche Felder sind markiert *

*
*

(c) 2023 sexracconto.com