L’intruso
rilasciato 29.04.2012 in categoria sesso raccontoQuesto racconto in tre parti è molto lungo … spero che la vostra pazienza venga ripagata …
Nei panni di Marco
Eccomi qui. Un addio al celibato divertente e stuzzicante. Anche troppo, oserei dire. Certo che quella Denise me lo ha fatto quasi scoppiare …
Andiamo per ordine. Sabato Fabio convola a giuste nozze. Noi amici gli abbiamo organizzato il classico addio al celibato: cena allegra e poi, tutti alticci, in un locale di striptease.
Banale, forse, ma non per me, che non ero mai stato in luoghi di questo tipo. Denise è una ragazza molto giovane (intorno ai 20 anni), molto carina, con un corpo che si addice perfettamente al ruolo, ma, soprattutto, molto brava nella sua “arte”: far arrapare noi maschietti.
Io e il mio amico Cesare (fratello del futuro sposo) siamo letteralmente andati in bambola per lei. A suon di “strip-dollar” che uscivano dalle nostre tasche e finivano nel suo perizoma, abbiamo praticamente monopolizzato questa strafiga per buona parte della serata.
A forza di strusciamenti, lap dance e tante toccate maliziose delle sue sapienti dita sui nostri pacchi, abbiamo finito per “sostenere” un'erezione direi dolorosa per quasi due ore. Più di una volta, con il naso immerso tra le sue tette sode, mi sono inebriato del profumo afrodisiaco che emanava dal suo corpo. Ogni volta che ci saliva a cavalcioni e strusciava la sua figa rasata sulle nostre “patte ben ripiene”, mugolava come una gatta in calore e ci ricordava la possibilità di appartarci nel privee.
Questo refrain si ripeteva ad ogni giro di lap, indifferentemente che fosse con me o con Cesare.
Dopo qualche giro abbiamo iniziato a proporle una cosa a tre.
Da un primo secco rifiuto Denise è passata ad un “Uno alla volta”, poi un “Insieme ma uno alla volta, l'altro guarda”. Ammise che la cosa la intrigava. Ma il tempo passava e l'eccitazione montava di bestia. Quando si è decisa e ce l'ha comunicato si stava strusciando sull'uccello di Cesare e …
Ma può mai essere che quell'imbecille al suo “Dai, saliamo che vi desidero …” definitivo se ne viene nelle mutande? Va bene che lei se lo stava facendo scivolare tra le chiappe, in quel momento … ma poteva anche resistere ancora un po'.
Morale: non se n'è fatto niente. Non volevo andare su da solo con lei. O in tre o niente le dicevamo per convincerla, e così fu.
Usciamo dal locale tra uno sfottò e tante risate. Ci salutiamo appena oltre la soglia, quindi ognuno verso la propria auto.
Meno male che la serata è fresca e l'aria mi sferza abbastanza da farmi riprendere un po' … altrimenti rischierei di stare tutta la notte con l'uccello in tiro e …
“Wow!” mi esce spontaneamente di bocca alla vista di quella splendida donna che sembra furibonda mentre smanetta in continuazione col cellulare.
Pochi metri oltre il posto in cui avevo parcheggiato l'auto, lei passeggia nervosamente, di fianco ad un fuoristrada fermo, leggermente di traverso rispetto al parcheggio (donne!), le quattro frecce lampeggianti.
Rallento il passo per studiare la situazione. Lei è elegante nel suo tailleur grigio. Capelli biondi ondulati (recente permanente, scommetto con me) che le scendono sulle spalle. Al collo spicca un girocollo di perle che impreziosisce il suo volto, ma anche il suo decollete.
E' una favola. Anche incazzata è bellissima.
Con lo sguardo verifico che sia da sola (mi sembra impossibile!), mi accendo una sigaretta e faccio finta di controllare un'inesistente ammaccatura sulla fiancata della mia auto sportiva.
Lei continua a provare a telefonare, ma sempre senza successo (si direbbe).
“Problemi?” azzardo io, offrendo il miglior sorriso per non spaventare una simile bellezza da sola, di notte.
“Si vede?” risponde lei senza garbo.
Poi aggiunge:
“Mi scusi! ma questa notte sembra che niente vada per il verso giusto. Riunione fiume al lavoro, cena tutt'altro che rilassante e per finire la macchina che mi abbandona in mezzo alla via e quello str… ehm … di mio marito che <<non è raggiungibile>> … alle 3 del mattino!” mi spiega in maniera sempre più irata man mano che snocciola i problemi.
“Mmm” mormoro, cercando di rendermi utile. “La macchina cos'ha?”
“Non lo so.
Si è fermata di colpo e sono a malapena riuscita a parcheggiare. Adesso non si accende nemmeno il quadro. Che sia la centralina?”
Io che di elettronica capisco davvero poco glisso: “Ma ha provato a chiamare un carro attrezzi?”
“Si. Ma dicono che c'è stato un tamponamento a catena e che tutti i mezzi sono fuori. Non potranno venire prima di un paio d'ore …” risponde lei stizzita.
Sebbene perplesso non mi perdo d'animo.
Da vicino è ancora più bella. Un viso ben curato. Direi sui 35 anni, occhi grigi (almeno così mi sembrano, con la poca luce dei lampioni) labbra carnose, ben disegnate da una matita civettuola ed un rossetto che le risalta. Movenze fini, è di certo avvezza a quel tipo di abiti. Sotto la giacca un top scollato. Non indecente, ma che riesce a mettere in risalto un seno prosperoso ma ben sostenuto. La gonna è sopra al ginocchio.
Le gambe belle ed affusolate. Mentre faccio questo esame il mio sesso ha un lieve sussulto e penso tra me che non è il caso.
Altre domande di rito e poi le propongo di darle uno strappo, immaginando già un rifiuto, forse gentile ma fermo.
“Ma abito dall'altra parte della città!” è invece la risposta, che lascia aperto più di uno spiraglio.
“ti porto anche in capo al mondo” penso, ma invece dico “Non fa niente, tanto stanotte non ho sonno e domani non ho problemi di sveglie”, mentendo anche se solo sulla seconda affermazione.
Il sonno me l'ha ucciso Denise, poco prima.
“Un ultimo tentativo!” dice, provando a chiamare il marito. Sento distintamente il messaggio dell'operatore telefonico: “Il numero da lei chiamato …”.
Mette giù imprecando a bassa voce, quindi apre la portiera della sua auto, raccoglie una elegante 24 ore, l'immancabile borsetta e chiude con cura per poi avviarsi verso la mia auto. Resto per un istante sbigottito. Non avrei mai detto che …
Mi riprendo in fretta dallo stupore.
Apro la macchina e lei entra decisa dal lato passeggero. Mi sistemo in auto e la sua vicinanza mi dà un improvviso turbamento. Nel sistemarsi sul sedile la sua gonna è salita un po', mettendo in mostra il merletto delle sue autoreggenti. Lei segue il mio sguardo e poi allunga una mano per aggiustare la gonna, senza troppo successo. Le sue splendide gambe sono in piena vista, fino al conturbante elastico.
Con un gesto quasi automatico allungo una mano verso le sigarette.
Poi mi fermo, potrebbe darle fastidio.
Lei coglie al volo la situazione e mi dice: “Fuma pure, se vuoi”.
Quell'improvviso passare al “tu” mi sembra un invito ad entrare in maggiore confidenza.
“Anzi, offrine una anche a me. Io, come se non bastasse, le ho appena finite. Non che fumi molto … ma quando sono così nervosa una sigaretta ci vuole proprio … in mancanza d'altro”.
La frase suonò strana, ma faccio finta di niente e le porgo una sigaretta.
La mia mano che tiene l'accendino si avvicina alle sue labbra, lei allunga una mano, come a riparare la fiamma da un vento che non c'è e sfiora leggermente la mia.
Quel tocco, così insulso e casuale, mi fa comunque rabbrividire.
“Quella Denise!” penso. Adesso mi eccito per un nonnulla.
Il contatto è prolungato. Poi lei lascia la mia mano con un sorriso.
“Ti spiace se aspettiamo ancora un minuto? Non mi piace fumare mentre guido.
Non mi gusto la sigaretta e poi è pericoloso …”
butto lì, cercando di apparire naturale, mentre penso alle fumate a 200 all'ora in autostrada …
“Ma certo! fumiamo pure tranquilli” risponde.
Dopo 30 minuti e un paio di sigarette la chiacchierata era molto meno formale e più rilassata. Lei continuava a lanciarmi quelli che il mio stato d'animo ipereccitato leggeva come segnali. Ma la testa mi frenava … fino a quando non riprese la frase sibillina.
Dopo diverse battute contro il marito, che apostrofò in tutti i modi possibili e di certo non carini, dice, rifiutando la terza sigaretta: “Sai, quando sono in questo stato di nervosismo ed anche le sigarette non raggiungono lo scopo di calmarmi c'è solo una cosa che posso fare…” e lascia la frase incompleta.
“Una doccia?” provo io, fingendo un'innocenza che non ho, mentre il mio sesso inizia a rinvigorirsi.
“Anche quella, volendo e potendo … ma quando non ci sono docce … come in questa strada … sento l'urgenza di masturbarmi”
getta la frase come una sassata, che percorre in una frazione di secondo la distanza che ci separa ed infrange il sottile vetro di inibizione che la mente frapponeva tra me e le mie intenzioni.
Si sistema sul sedile ed inizia ad accarezzarsi l'interno della coscia. Resto di pietra e non so fare altro che osservare quel gran bel pezzo di donna che inizia a percorrere con dita agili e lievi la pelle nuda, risalendo fino al proprio sesso, coperto da un perizoma nero, di fine fattura. Socchiude gli occhi e, conscia di dominare il campo, indugia sempre di più con le dita sul sesso.
Nel cercare la posizione più comoda mi offre uno spettacolo non secondo a quello che fino a poco prima mi aveva offerto Denise.
L'altra mano si insinua sotto la giacca del suo tailleur, cominciando a giocare con il suo seno destro. Lo accarezza e lo palpa mentre si morde il labbro inferiore …
La scena mi ipnotizza. Le pulsazioni mi salgono vertiginosamente e mi scuotono nel momento in cui inizio a percepirle sensibilmente sul glande. Sarei tentato di avventarmi su di lei, ma percepisco che sarebbe la mossa sbagliata, quella che rovinerebbe la magia.
Inizio, invece, a toccarmi a mia volta … riempiendomi gli occhi di lei e delle sue grazie ancora nascoste.
Lei agisce come se io non esistessi. Mi rendo conto che sto facendo la figura dell'emerito imbecille … quindi provo a prendere l'iniziativa. Allungo una mano, raggiungendo il suo seno sinistro e lo accarezzo, imitando i suoi stessi movimenti. Le mi prende la mano con la sua e la conduce sul suo seno destro, insinuandola sotto il leggero top. Le mie dita scivolano su quella pelle che sembra seta e sono così leggere da percepire il suo respiro affannoso.
Appena i polpastrelli raggiungono il capezzolo lei ha uno shitto, si scosta e si ricompone alla bene e meglio. In me l'effetto è come un elefante che entra di corsa in una cristalleria: disastro!
Sono già pronto a balbettare qualche scusa, ma lei mi precede e mi dice: “No, ti prego … non qui!” ed il mio cazzo ha un ulteriore sussulto. Mentre il sangue inizia di nuovo ad affluire anche al cervello, cerco di pensare ad un'alternativa.
Ma prima che possa fare mente locale, lei mi esorta a mettere in moto l'auto. “Muoviamoci da qui” dice. Mi avvio lentamente lungo la strada, sopravanzando la sua vettura. Dopo un paio di isolati mi dice di svoltare a destra. Percorro poche decine di metri, poi lei mi indica il parcheggio di un supermercato, ovviamente vuoto. “Entra qui! Staremo più tranquilli” suggerisce. Obbedisco come un automa, conducendo l'auto fino in fondo al parcheggio. Posiziono l'auto tra l'edificio del market e il deposito dei carrelli.
In una zona d'ombra, appena rischiarata da un lampione, distante una decina di metri. Il tempo di girare la chiave nel quadro e mi ritrovo lei che mi abbraccia, iniziando a baciarmi il viso con foga. Cattura letteralmente le mie labbra con le sue, forzandomi la sua lingua umida in bocca. Le mie mani iniziano a perlustrare il suo corpo. I suoi seni sono le prime vittime della mia veemenza. Dapprima da sopra il top, poi a pelle nuda catturo i suoi capezzoli, stringendoli e torturandoli un po'.
La mano sinistra disegna il suo corpo, fino ai fianchi … poi si insinua tra le sue cosce che si allargano per un consenso inequivocabile.
La mano sul suo sesso, ad accarezzare quella splendida figa umida di umori. Lei afferra il mio braccio, spingendolo in basso. Quando il polso raggiunge l'altezza del suo clitoride viene stretto dalla morsa ferrea delle sue cosce. Lei inarca il bacino e strofina il suo sesso sul mio avambraccio.
Inizia un movimento ritmico che mi fa intavvedere paradisiaci amplessi. Poi sposta l'attenzione su di me. In breve le sue dita corrono alla patta dei miei pantaloni oscenamente rigonfi. Prima con il solo sguardo, poi con un provocante movimento della testa la vedo abbassarsi verso il mio sesso. Allungo una mano ad azionare la leva del sedile. Un attimo e lo spazio tra il volante ed il mio ventre è agevole per i suoi movimenti.
Mi sorride, mentre la mano estrae il mio cazzo dolorante per la lunga attesa e continua a guardarmi mentre inizia ad assaporarlo con la sola lingua … la sua mano sinistra lo tiene ritto davanti a se. La sua lingua ne percorre l'asta, fino ai coglioni e poi su, fino a giocare col glande.
I primi tentativi di ingoiare la cappella vengono interrotti dall'insinuarsi di qualche pelo malandrino nella sua gola.
E' un tormento sentirla cominciare a succhiare e poi subito vederla ritrarsi.
Ma al primo tentativo senza il fastidio dei peli mi ripaga di tanta attesa. Lascia che il cazzo le si insinui in bocca, in profondità … Sento la sua lingua precedere le labbra, quasi ad aprire la strada alla sua gola. Resto in apnea quasi incredulo della sua abilità di pompinara. Inizia un lento movimento in su e giù … ingoiando ogni volta un po' di più del mio cazzo … Sto ansimando e mi rendo conto che l'andamento della serata mi porterà presto a schizzare l'anima, ma non senza aver provato la sua splendida figa.
Lei mugula mentre mi succhia e scorgo la sua mano destra impegnata sul suo sesso, a masturbarsi con grande foga.
Prima ancora che possa fermarla, lei stessa si ritrae dal mio cazzo. Solleva il volto verso il mio e vedo l'espressione del suo dolcissimo volto in preda ad un'eccitazione pazzesca.
Si lecca le labbra, come ad assaporare il gusto che il mio cazzo vi ha lasciato sopra. Socchiude gli occhi mentre mi dona un sorriso, accompagnato da un mugolio che dice più di mille parole.
Allungo la mano sul lato del sedile. Sto per abbassare lo schienale quando lei mi ferma. “No …” mi gela.
“Vieni, scendiamo!” mi allibisce.
Prima che possa obiettare qualsiasi cosa ha già aperto lo sportello ed è scesa dall'auto. Allargando leggermente il top sul suo decollete, estrae i suoi magnifici seni, sorretti da uno spettacolare reggiseno a balconcino. Si allunga sul cofano della mia vettura e dopo avermi invitato a raggiungerla si gira mostrandomi la vista del suo splendido fondoschiena, alzando la gonna e chinandosi in avanti.
Ancora una volta ipnotizzato esco dall'auto, con il cazzo ben teso fuori dalla patta. Lei poggia entrambe le mani sul cofano ed un attimo dopo la mia lingua sta ricamando un pizzo di saliva al suo perizoma nero. Lo sposto con una mano ed insinuo la mia lingua nella sua figa fradicia. Poi ripeto l'operazione sul suo sfintere che cede alla soffice spinta della mia lingua, lasciandola entrare per quanto possibile … La sento pronta, mentre io lo sono da una vita.
Mi sollevo, ma prima che possa avvicinare il mio sesso al suo lei si gira, si accovaccia e riprende a succhiarmi. La vedo armeggiare con le mani e dopo qualche istante un preservativo cinge la mia cappella. E' splendido vedere come lo srotola con la sola azione delle sue labbra …
“Che troia” credo di pensare, ma evidentemente a voce alta.
“Sì … dimmelo ancora …” mi incita, tornando a girarsi sporgendo il suo culo perfetto.
A tutte le emozioni della sera aggiungiamo anche l'aver trovato una splendida troia, amante del turpiloquio … il massimo!
La penetro senza troppi ulteriori indugi. Mentre il mio cazzo le scivola dentro la sento fermarsi, quasi sospesa nell'aria. Mi fermo ed aspetto la sua reazione di protesta, che non tarda ad arrivare.
“Non ti fermare …” mi dice, ma io non mi muovo.
Si volta verso di me e con il volto in preda all'eccitazione mi dice, quasi urlando: “Scopami! … Mettimi quel fottutissimo cazzo dentro la figa e sfondami!! … Fammelo sentire dentro …”
Cercava disperatamente il tasto giusto per far shittare la molla in me.
Poi alla fine prende ad implorarmi: “ti prego … riempimi del tuo cazzo, fammelo sentire fino all'utero … Ti scongiuro … voglio essere la tua troia … Fai godere questa vacca con il tuo cazzo marmoreo …” dice con voce sempre più concitata, spingendo col bacino verso il mio cazzo. Un po' per smorzare l'eccitazione e durare di più, un po' per stare al gioco, per tutta risposta io mi ritraggo, lasciando dentro di lei la sola cappella.
A quel punto la vedo abbassarsi ancora di più, le mani che afferrano le sue chiappe allargandole, mostrando il suo buchino oscenamente aperto. Con un dito raccoglie un po' degli abbondanti umori della figa e poi inizia ad insinuarlo nel suo sfintere. Lo allarga e lo stuzzica sotto il mio sguardo sempre più arrapato.
“Ti prego … se lo preferisci, sfondami il culo … ma riempimi di cazzo!! …” A queste parole reagisco insalivando per bene il medio della mano destra, appoggiandolo al suo buco posteriore e spingendolo fermamente dentro.
Le sue mani sempre ad allargare le chiappe ed un prolungato mugolio di piacere accompagna lo sprofondare del mio dito, interamente dentro il suo culo …
Viene letteralmente fagocitato dalla sua voglia ormai irrefrenabile. Solo allora, all'ennesimo suo tentativo di impalarsi da sola rispondo con un unica lunga spinta. Il cazzo le entra dentro fino ai coglioni mentre il dito rimane sprofondato nel suo culo. La sento fremere e poi emettere un suono quasi a****lesco, che sembra sgorgarle dall'anima.
Sta venenedo … sento le pareti della sua figa stringere ritmicamente il mio cazzo mentre gode senza ritegno. Solo grazie al preservativo riesco a trattenere il mio orgasmo, mentre lei inizia lentamente a muoversi, scopandosi da sola sul mio cazzo. “Che grande figlio di puttana!” mi dice sorridendo “mi volevi far impazzire, eh? … Beh .. ci sei riuscito!”. Poi si stacca da me, si gira, lascia aderire le sue splendide forme al mio corpo e mi bacia in maniera lasciva.
La sua mano a mantenere viva l'attenzione del mio cazzo. “meriti un premio: dimmi come vuoi venire …”
Per tutta risposta le mie mani si poggiano sulle sue chiappe, un dito scivola lungo il solco, sfiora il buco del culo e poi si insinua nella passera. “Ok!” prende l'iniziativa “ci penso io, non te ne pentirai!”. Mi prende per mano e mi porta sul fianco dell'auto. Apre la portiera e mi invita a sedere.
Mi siedo sul sedile del passeggero, le gambe fuori dall'abitacolo. Lei si piazza con le chiappe all'altezza del mio viso, esplicito invito alla mia lingua. Prendo ad insalivare quel buco in maniera abbondante, provando di tanto in tanto a penetrare con un dito.
Lei si masturba con ritmo crescente, fino a quando non stabilisce che la lubrificazione è sufficiente. “Dai … adesso inculami!” mi dice in una maniera che non ammette repliche (se mai avessi avuto voglia di replicare).
Inizia a piegare le gambe fino al punto in cui il mio cazzo poggia contro il suo buchino. Poi inizia un fiume di parole che sembrano fatte apposta per “esorcizzare” una sorta di timore. “Piano, per favore … lascia fare me … ecco … così … adesso spingi un pochino … ma piano … ooohhh … sì … sento lo sfintere cedere … adesso la cappella sta passando … cosììììì …. piano piano ….
eccolo … la cappella è dentro di me … lasciamela assaporare …” così dicendo inizia a muovere piano il suo bacino sul mio cazzo, lasciando che la cappella allarghi il suo sfintere da dentro a fuori. “Mmmmm …. che libidine di cazzo … lo sento durissimo dentro di me …”. Poi riprende a spingere piano e a farlo scivolare dentro il suo budello. “Senti come è stretto? … scivola piano dentro di me … sento la tua cappella che si fa strada e che mi allarga … piano … è bellissimo …”
Poi un'altra pausa, studiata, eccitantissima.
Infine un'altra spinta, prolungata e profonda. Il mio cazzo le scivola nell'intestino fino a che i coglioni si fermano contro le labbra della sua figa … è tutto dentro …
“sìììì! … ” ansima “sei tutto dentro il mio culo … mi stai riempiendo le budella con il tuo cazzo … mmmm …”
Un rumore metallico gela il suo piacere e risuona come un campanello d'allarme alle mie orecchie. Dalla fila di carrelli inutilmente allineati si staglia l'ombra di un uomo.
Ci sta osservando, immobile. Quando si accorge di essere stato scoperto alza le mani, a dimostrazione della sua volontà di non nuocere.
E' distante solo pochi metri e la sua voce, calda ed eccitatissima ci giunge chiara “Non temete, voglio solo guardare … è da un po' che vi osservo …”. Non del tutto tranquillizzato afferro la donna per i fianchi e la spingo, seppur con scarsa convinzione, per valutare la sua reazione.
Lei resta impalata sul mio cazzo e dopo qualche istante di imbarazzo inizia piano a dondolarsi, cercando di riacquistare il feeling momentaneamente perduto …
“Se ti piace guardare e basta … l'importante è che te ne resti lì …” dice categorica, quasi a voler governare la situazione portandola a proprio vantaggio. Poi si rivolge a me “Dai, pompami il culo … sto ricominciando a scaldarmi!”
Ed è lei stessa ad iniziare uno stimolante smorzacandela sul mio cazzo ancora teso.
L'uomo sembra riprendere il lavoro di self service improvvisamente interrotto, agitando la mano sul proprio sesso. Lei ha lo sguardo calamitato dall'inatteso ospite, adesso sembra eccitata dall'idea di essere spiata, di essere oggetto delle attenzioni di un guardone.
Un po' per esorcizzare la paura provata al momento, un po' per il repentino cambio di situazione, inizio anche io a parlare. “Dai, troia! muoviti … fatti sfondare il culo, chè ti piace! … muovi quelle chiappe da zoccola, che te lo faccio uscire dalla bocca … così, brava! … sollevati sulle gambe e fatti cadere sul mio cazzo … così … ti piace eh, vacca?”
Cercavo di rendere meglio l'idea al guardone, immaginando che la penombra gli inibisse la visuale.
“hai il culo ben aperto … chissà quanti cazzi ti sei presa, troia!” …
“sììì, …. mi piace … adoro farmi inculare da grossi cazzi … non ne ho mai abbastanza …” rincara lei.
Il guardone resta al suo posto, continuando a far scivolare la mano sul suo membro … lo vedo spostarsi leggermente per cercare la migliore visuale, allora prendo l'iniziativa e, tenendo per le gambe la donna, sempre impalata sul mio cazzo, mi sollevo a fatica dal sedile, ponendomi in una migliore prospettiva, con la luce del lampione a rischiarare leggermente quanto prima appena percettibile nella penombra.
Le sue gambe oscenamente divaricate, le ginocchia raccolte quasi al petto, la figa perfettamente in vista e la base del mio cazzo che sparisce nel suo sfintere.
Con la forza delle sole braccia continuo ad inculare la troiona, facendo in modo che il guardone possa vedere il mio cazzo scivolare dentro e fuori, allargandole lo sfintere.
L'ospite sembra aver gradito, perchè prende a masturbarsi più forte. Anche lei rientra nella parte e gli si rivolge apertamente “Ti piace? … riesci a vedere questo grosso palo che mi apre in due? … mi sta riempiendo il culo in una maniera incredibile …”
Con le mani si allarga le labbra della figa, insinua un dito dentro il suo sesso e poi riprende a mugolare di piacere …
“Sì, mi piace guardarvi … siete eccitantissimi …” dice lui con la voce sempre più rotta dall'eccitazione.
La mano che continua a scorrere sull'asta.
“Mmmm …” gode lei, sempre più provocante “sembra che ti piaccia davvero … a giudicare dal tuo cazzo … Fammi vedere come ti masturbi …” lo sfida.
Lui si sposta in modo da essere illuminato dal lampione. Ha un cazzo di tutto rispetto. Per la prima volta illuminato decentemente: ha un aspetto assolutamente insospettabile. Di quelli che non ti aspetteresti di vedere alle 4 del mattino con il cazzo in mano in un parcheggio di supermercato …
Un po' il suo comportamento “corretto”, consapevole del suo ruolo, un po' la sfrontatezza della mia partner, fugati tutti i residui timori inizio a dare libero sfogo all'ulteriore libido aggiunta dall'evolversi della situazione.
“Non ha solo un culo da favola, sai? … ha anche una pelle come il velluto … due tette da sfidare le leggi di Newton e una bocca … una bocca … mmmm … da pompinara nata! …”
Lei mi fa capire di voler cambiare posizione. Fa uscire il cazzo dal suo sfintere nello scendere. Si gira verso lo sconosciuto e gli regala un bel primo piano del suo sfintere ancora ben aperto, tenendo le chiappe allargate con entrambe le mani.
“Guarda come mi ha sfondata per bene …” gli dice con voce civettuola.
Poi si gira nuovamente verso di me “Dai, rimettimelo nel culo … non vorrai lasciarmelo così vuoto, vero?” …
Adesso la posizione è più agevole, le appoggio la cappella al buco e spingo dentro. Scivolo dentro senza sforzo alcuno, percorrendo una via ampiamente battuta. Lei mi incita a sbatterla con forza ed io la accontento dandole vigorose spinte di bacino.
Ad ogni colpo di cazzo lei caccia un piccolo urletto, che diventa un esortazione a mentenere il ritmo “dai … dai … più forte … dai … sbattimi … spaccami il culo … sììì …”
Sento l'orgasmo salire e l'eccitazione toccare punte incredibili. Poi il pensiero va a Denise ed al triangolo mancato con Cesare. “Perchè no?” penso.
“Dai, troia … fai vedere al nostro amico come sei brava a succhiare …” e così dicendo le porto due dita alle labbra perchè lei simuli e magari … si lasci trascinare.
Lei regge il gioco e sebbene subisca il mio assalto al suo culo succhia le mie dita con abilità straordinaria. Poi si rivolge a me ma in maniera indiretta esorta l'ospite “certo che con un cazzo vero è un'altra cosa …” e mi fa un cenno per farmi capire che è d'accordo. “Cosa aspetti!” invito l'estraneo “un invito scritto?”
L'uomo si avvicina e dopo un istante il suo cazzo è parzialmente scomparso nella sapiente bocca della donna.
Tutti i motori sono su di giri … lei si stacca da noi e si sdraia letteralmente sul cofano dell'auto. Alza le gambe allargando le chiappe e facendomi entrare per l'ennesima volta nel suo culo. Osserva il guardone che non stacca gli occhi dal suo sfintere che si allarga per ospitarmi. “Ti piace vedere il suo grosso cazzo che mi entra nel culo, vero?” gli domanda in maniera ormai confidenziale.
“Sì, è una scossa di libidine, per me!” risponde lui riproponendogli il suo cazzo ormai viola da succhiare.
Capisco la sua ultima mossa, vuole far sentire guardone anche me. La guardo affascinato ingurgitare quel cazzo, lavorarlo con le labbra e con la lingua come la più esperta delle puttane. Poi ad un tratto vedo lei aprire le labbra mentre lui si inarca ed esplode tremendi schizzi di sborra sulla sua lingua protesa e sul suo viso.
La sua splendida faccia imbrattata di sperma è troppo per me e le mie residue resistenze all'orgasmo.
Esco dal suo culo, che vedo aprirsi e chiudersi palpitando, strappo via il preservativo ed aggiungo quello che mi sembra mezzo litro di sborra a quella dell'altro. Le dita di lei torturano il clitoride fino ad un nuovo tremendo orgasmo.
Il tempo di riprendere i sensi e l'uomo è scomparso nel nulla così come era arrivato.
Io e lei ci ricomponiamo in silenzio. Una sigaretta. Poi il cellulare … “Pronto! … alla buon'ora!! … ma si può sapere che c… ok, ok! … Sono troppo stanca anche per arrabbiarmi.
Vieni a prendermi che poi ti racconto … Una vera e propria avventura … la macchina mi ha lasciato a piedi … sono in Via …”
Le tenni compagnia fino all'arrivo dell'auto del marito. Non le chiesi di lei, nemmeno il nome. L'ultima cosa che vidi fu la splendida forma del suo fantastico culo mentre prendeva posto sul sedile dell'auto del marito.
Il punto di vista di Iaia
“Solo ragazzini in giro, stasera! Che palle!” mormoro tra me e me, mentre giro intorno all'auto, nervosamente.
Sono le 3 e la nottata sembra prendere una piega assolutamente nefasta. Avevo immaginato questa serata in maniera diversa. I preparativi per l'incontro tanto atteso con Stefano, un avvocato conosciuto in vacanza la scorsa estate, sono stati febbrili e meticolosi. Sin dal mattino, nella scelta dell'abito giusto, avevo provato quello stato di eccitazione tipico di chi sta per trasgredire, che desidera farlo.
La giornata in ufficio a pregustare quello che desideravo succedesse di lì a poco.
Vampate di calore tra le gambe ad ogni semplice passaggio mentale di come sarebbe potuta andare. Dissimulazione per evitare che i capezzoli turgidi fossero preda dei colleghi … che mai come quest'oggi ho “sentito” guardarmi con insistenza e desiderio. Solo verso le 5 del pomeriggio la telefonata che mi ha completamente gelato l'entusiasmo. Stefano mi chiama dall'aeroporto e mi racconta di un improvviso impegno di lavoro che lo sta portando a Roma per qualche giorno.
La delusione mi getta in uno stato di agitazione che non avrei mai pensato. Il nervosismo per l'occasione mancata invece di smorzare la mia eccitazione finisce per acuirla. Mi sono alzata dal letto, stamattina, con una gran voglia di avventura, alimentata durante tutta la giornata da fantasie e pensieri piccanti, e non ho intenzione di tornarmene indietro con le pive nel sacco. La telefonata è come una secchiata di sabbia su un falò: soffoca il fuoco ma le braci covano, lì sotto.
Spendo le ultime ore in ufficio a fare telefonate, nel disperato tentativo di arrangiare qualche fuoriprogramma che valesse la pena … fino a “costruirne” uno …
Ceno con un'amica in un piccolo locale del centro. Evito come la peste di pensare a cosa sarebbe potuto essere con Stefano. Tengo sveglia la mia libido con giochi di sguardi e di piccole provocazioni con gli uomini presenti nel locale. Alla fine del pasto mi alzo da tavola con la stessa grande voglia di sesso che avevo al mattino.
Qualche giro per locali a bere qualcosa, per mantenere alta la temperatura. Poi saluto la mia amica e salgo in auto. E' dalle 2 che sono ferma qui. Branchi di ragazzi non disdegnano qualche stupido commento e qualche tentativo di approccio violento. Li dissuado facilmente, per fortuna. Poi … ecco la preda! Lo vedo venirmi incontro a piedi. Vestito sportivo ma con gusto si avvicina. Un bel tipo, non c'è che dire! Si ferma un istante presso quella che sembra essere la sua auto.
“Però!” penso tra me. Sembra proprio il tipo giusto per recuperare una serata “no”. Parto con la mia “scena”, cellulare, imprecazioni …
Non fatico ad essere “falsamente” scortese, gli eventi mi hanno minato il sistema nervoso. E' carino, a suo modo gentile. Sui 40, di certo un professionista … magari un avvocato … come Stefano … Distolgo facilmente l'attenzione dal falso problema dell'auto e provo a sondare il terreno. Sembra quasi timido, non direi impacciato, ma di certo un po' inibito dalla situazione.
Saliamo nella usa auto. Spero che non abbia fretta di andare via … e comunque so bene come fargliela passare. Due chiacchiere mi permettono di mettermi a mio agio. E' proprio una persona piacevole … poi ha un sorriso accattivante ed un atteggiamento positivo. La sua pacatezza invece di sconcertarmi mi inebria. E' una di quelle situazioni che prediligo: lui che nicchia, cerca di circuirmi e di creare una situazione favorevole all'approccio. Non immagina nemmeno lontanamente che mi porto dentro questa voglia da stamattina.
Sta tenendo il freno tirato, lo percepisco dai movimenti delle sue belle mani, sempre impegnate a giocherellare con qualche oggetto. Mi fa sorridere il fatto che sta cercando il modo di aprire una porta già spalancata. Nonostante i miei segnali di incoraggiamento è sempre sulle sue. Immagino che stia cercando il modo di piacermi e di “strapparmi” un numero di telefono e la possibilità di un successivo incontro. Non sa quanto poco sia questo, rispetto a quanto circola nei miei pensieri.
Si sta creando quella situazione per me ideale: quella in cui scaglio il mio fulmine a ciel sereno e svesto i panni di donna per vestire quelli provocanti della ninfomane. Dopo l'ennesimo sguardo denso di desiderio decido di prendere l'iniziativa e sconcertarlo. Non faccio altro che esternare una delle mie “verità nascoste”: quando sono nervosa (ed eccitata) finisco spesso per dirigere le mie attenzioni al mio sesso, sfogando in un sano autoerotismo la mia libido semirepressa.
L'ho fatto a lungo in auto, poco prima, da sola, in attesa di un'insperata preda. Inizio a farlo anche ora … rompendo gli indugi e gettando in chiara luce le mie intenzioni tutt'altro che pudiche.
Non ho particolari problemi a mostrarmi a lui: mi ha sempre eccitato eccitare, provocare anche in maniera aperta un uomo. Inizio a toccarmi e chiudo gli occhi desiderando le sue mani su di me. E' quasi tenero quando frena il suo istinto di saltarmi addosso per accarezzarsi il sesso.
Decido lì per lì che devo sconvolgerlo. Voglio mantenere il comando e portarlo gradualmente al massimo della sua eccitazione. Lascio che la sua mano si impossessi del mio seno. Il contatto sulla mia pelle mi provoca un brivido infinito lungo l'autostrada che unisce il mio centro nervoso con il mio sesso. Pausa. Spostiamoci da qui. C'è quel posticino … lo guido io. Arriviamo al parcheggio che le mie gambe quasi tremano per l'anticipazione. Il sesso mi gronda umori e non vedo l'ora di risentire il contatto del suo corpo sul mio.
Famelicamente lo bacio e perlustro la sua bocca con la mia lingua. Ho il sesso che palpita e “uso” il suo braccio per strofinare il mio clitoride contro una superficie dura ed eccitante. Ore di eccitazione sfociano in una esplosione di carica erotica. E' arrivato il momento di scoprire cosa si nasconde lì sotto. Con l'emozione che può accompagnare il momento in cui il telo cade a scoprire il monumento all'atto dell'inaugurazione libero il suo cazzo dagli indumenti, cercando con lo sguardo avido quanto le dita avevano appena percepito.
Ha un gran bel cazzo, duro come il ferro e di più che discrete dimensioni. Deve aver “patito” qualche momento di eccitazione, lo capisco dall'odore leggermente acre che ne emana. Non posso resistere alla voglia di sentirne il sapore. Passo la lingua sulla cappella e ne ricavo qualche residuo di liquido prespermatico che conferma la mia tesi: forse sono stata io con la prima eccitazione seguita dalla pausa, forse … sta di fatto che il suo sapore di sesso è una droga per me.
So che non attende altro. Con gesti lenti e studiati lo scappello e lo imbocco appena. Lo sguardo fisso su di lui a cogliere ogni variazione di espressione. Non appena leggo una parvenza di piacere per il calore della mia bocca … pausa per un piccolo e fastidioso pelo. Lo tengo in pugno … e non solo il suo cazzo …
Ci gioco un po' … lo faccio fremere dal desiderio di sentire le mie labbra avvolgerlo.
Poi decido che sta soffrendo abbastanza e che merita un golino con i fiocchi. Muovo la mia testa in su e giù, facendo penetrare il suo membro nella mia bocca … sempre più profondamente. Cerco di tenere desta la sua attenzione visiva. Guardami! Non distogliere lo sguardo … guarda la mia bocca allargarsi sul tuo palo. Mi eccita da morire il suo sguardo pieno di libidine mentre la mia bocca gli dona piacere. La cappella è già gonfia e sono certa che la mia azione potrebbe essere “fatale”.
Ma non ho atteso una giornata per un pompino …
Scendo dall'auto, decisa a catalizzare la sua attenzione sugli altri miei orifizi. La mia voglia di cazzo ha raggiunto il suo acme e so che sentirlo dentro di me mi porterà in breve ad un orgasmo. La sua lingua non fa altro che gettare alcol sul fuoco della mia passione. Devo sentirlo dentro di me … ora!
Gli applico il preservativo come una troia consumata.
Voglio che tolga dalla sua mente l'immagine della “bella donna” e che inizi a trattarmi come una troia … Lo sento commentare, o forse lo immagino soltanto “Che troia …”. Una scossa mi percorre il corpo e sento urgente il bisogno di averlo dentro. Mi giro e sento il suo sesso appoggiarsi alla mia figa. La penetrazione tanto attesa mi toglie il fiato. Mi fermo per concentrare tutto il mio corpo su quel cazzo che si fa strada dentro di me.
La cappella inizia a farsi strada ed allargare il mio sesso … pausa … “No!” penso dentro di me. Non fermarti ora … dammelo tutto … Lui resta immobile e penso che voglia che sia io a scoparmi da sola. I miei tentativi sono vanificati dai suoi movimenti, spingo indietro il bacino ma lui fa lo stesso … La mia figa reclama il suo cazzo … cerco in tutti i modi di farlo spofondare dentro di me … ma capisco che sta giocando come il gatto col topo.
Ha capito che questo breve ma intenso prolungare l'attesa è il miglior modo per avermi alla sua mercè. Arrivo ad implorarlo pur di essere posseduta, convinta che voglia essere adulato, come tutti gli uomini, d'altra parte. Poi gioco la carta della disperazione: la promessa! Ti dò anche il culo, basta che mi prendi! Rendo più allettante l'offerta mostrandogli anche quel paradiso. Mi penetro da sola aspettando solo di sentirmi profanare. Invece lui sposta l'attenzione sul mio sfintere … ci gioca ancora … poi in un attimo l'esplosione: il suo dito si incunea dentro il mio condotto anale, stimola ancora di più i miei terminali nervosi e … finalmente scivola dentro di me … completamente … senza alcuna pausa … Il duplice stimolo è quanto necessitava al mio corpo stremato dall'attesa per sfogare in un orgasmo l'enorme grado di eccitazione.
Le miriadi di scintille shiturite da quel fuoco d'artificio si spengono riportandomi alla realtà. Una realtà impersonata da un perfetto sconosciuto che affonda dentro di me il suo cazzo magnifico. E' il suo turno … e so già che quel dito era solo un assaggio, che il mio culo avrà il piacere di essere allargato da quel grosso uccello. Ci spostiamo, voglio che si goda lo spettacolo del mio corpo che si immola sul suo cazzo, volontariamente …
E' allora che vedo l'ombra vicino ai carrelli.
Non posso non trasalire … ma solo per un istante. Poi sexteno la parte di me che mi vuole esibizionista. Mi calo piano su quel palo, attenta a gustare ogni singolo istante di piacere che quella penetrazione mi provoca. Non manco di esaltare ogni momento, ogni centimetro di carne che si insinua in me descrivendo le sensazioni a voce alta. La mia preda si gode la vista del mio sfintere che si allarga per ospitarlo e le mie parole hanno un effetto sconvolgente anche sul mio “ammiratore” nell'ombra.
Solo quando finisco di sprofondare su quel membro, completamente riempita da quel cazzo arriva il rumore … Il mio partner occasionale ha un sussulto. L'ombra dello sconosciuto guardone è un potenziale pericolo e lui reagisce di conseguenza. Sono troppo eccitata per recedere. Il guardone recupera parzialmente la situazione, la mia troiaggine raggiunge lo scopo: sfido chiunque ad uscire dal mio culo, ad un passo dal paradiso di un orgasmo agognato. Smorzo la blanda reazione dell'uomo sotto di me con ampi movimenti rotatori del bacino.
Il suo cazzo non ha mai perso turgore e vigore e continua a darmi una bellissima sensazione di pienezza. Non ci vuole molto per convincere il mio amante a “regalare” all'opite quello che lui desidera. Mi solleva di peso e sono con la figa aperta ad un paio di metri da lui. Il cazzo che si sta godendo il mio culo è ora visibile all'uomo che continua a menarselo mentre mi guarda. D'improvviso ho voglia di essere la SUA troia.
Tutto quello che succede dopo è per lui, per il suo piacere, che poi si riflette in me amplificato. Un uomo gode del mio corpo mentre un altro gode dello spettacolo del mio piacere. Sono percorsa da scosse continue. Pur assecondando gli affondi nel mio sfintere, avevo l'attenzione catalizzata dal guardone. Vedevo la sua mano scorrere sul cazzo imponente e godevo al pensiero che si stesse masturbando per me … guardando me … Cambiamo posizione e ne approfitto per mostrare al “nostro amico” il mio buchino ormai dilatato.
Sono una continua provocazione, per lui … che non desidera altro.
Mi chino per farmi scopare nuovamente nel culo. Posizione ideale per tormentarmi la figa e vedere da vicino anche l'altro cazzo. Mentalmente mi dipingo la scena delle mie labbra che si sostituiscono alle sue dita … Nemmeno il tempo di figurarmi la scena che il mio amante sembra leggermi nel pensiero. Appena titubante, insicuro di come possa reagire, mi fa succhiare le sue dita … ottima opportunità per far impazzire l'altro.
Faccio capire che la cosa non mi dispiace affatto … e finalmente assaporo anche il secondo cazzo. Non ho voglia di “giochini” quindi inzio subito a pomparlo con passione, gustando la sua consistenza e facendomi scopare in bocca.
Il precipitare degli eventi ha portato tutti noi vicini al limite dell'orgasmo. Lo percepisco dai movimenti dei miei due amanti, sempre più scomposti ed accelerati. Un ultimo tocco da esibizionista … cambio ancora posizione. Scelgo un punto abbastanza illuminato, sul cofano dell'auto e mi sdraio sulla schiena, alzando bene le gambe ed offrendo al cazzo della mia preda ed allo sguardo del guardone il mio culo ancora voglioso ed ormai completamente aperto.
Un attimo dopo ho il cazzo del guardone in bocca e mi godo lo sguardo ormai di pura libidine di chi mi incula con foga. Solo pochi istanti, poi sento il cazzo pulsare contro il mio palato … lo lascio uscire e spalanco la bocca per farmi vomitare addosso tutto lo sperma accumulato in quel tremendo amplesso. Lascio che la sborra mi riempia il viso, si depositi sulla lingua e nella mia bocca … L'altro uomo fa la sua scelta.
Esce dal mio sfintere, libera il cazzo dalla stretta di gomma e svuota i suoi testicoli direttamente sulla mia pelle e nella mia bocca … E' troppo anche per me … con le dita a martorizzare la figa godo di un orgasmo violento e lunghissimo, che mi lascia spossata, sul cofano.
Il guardone racconta
“Che fantastica troia!” penso tra me e me, mentre nascosto dietro i carrelli mi godo la scena di lei che, scesa dall'auto, provoca il maschio con un accenno di danza.
Ha dei seni sodi e voluttuosi … “E che culo …” commento con me stesso , mentre lei mostra la merce al suo fortunato spettatore.
Sono qui da quando la macchina è entrata nel parcheggio ed ho iniziato a menarmelo non appena ho visto la sua chioma bionda sparire alla mia visuale per fare quello che immagino fosse un pompino favoloso … almeno a giudicare dall'espressione di lui …
“Certo che l'esibizionismo non le fa difetto!” commento felicitandomene per l'opportunità di guardare meglio la loro performance.
“Mmmm … ma guarda sta troia come se lo imbocca … gli sta mettendo il preservativo con le labbra …” la mia mano scivola leggera sul cazzo mentre osservo l'abile pompinara darsi da fare su quel cazzo. “Ecco, adesso si fa scopare … alla pecorina … come piace a me …” sono letteralmente estasiato dalla scena che si svolge davanti ai miei occhi. Sono completamente vestiti e questa precarietà aggiunge pepe alla situazione morbosa.
Devo rallentare il ritmo della mano, altrimenti me ne vengo subito …
Li vedo fermarsi e poi lei agitarsi e chiedergli di scoparla. “Questa troia è proprio affamata di cazzo … e quello stronzo non glielo dà … E scopala, coglione!” La vedo allargarsi le chiappe con le mani e “immagino” il suo culo aprirsi … socchiudo gli occhi e lo “vedo” concretizzarsi davanti ai miei occhi.
Poi sento l'orgasmo di lei e devo fermarmi per non sborrarmi sulla mano.
Si spostano … peccato … era un buon punto di vista.
Mi ha visto! Sono sicuro che mi ha visto … ed allora perchè fa così? Perchè si nasconde al mio sguardo, la puttana? Da qui non riesco a vedere niente … ma quella gran bagascia sa giocare il suo ruolo alla perfezione. Supplisce con le parole alla mia impossibilità di vedere. E' una tortura pazzesca. Lei se lo sta infilando da sola nel culo … e ne gode da fantastica vacca.
Ed io non posso vederla … Porc… Cazzo! sono inciampato contro sto stramaledetto carrello … Che faccio? … Faccio capire di non voler fare niente di male se non guardare. Lei asseconda il gioco e contribuisce con la sua arte scopatoria a tranquillizzare l'uomo. Ma adesso cambia tutto … loro sanno che ci sono … e la cosa si fa man mano più eccitante …
Sono entrambi esibizionisti e completamente su di giri … mi avvicino e loro mi permettono la massima visuale.
Vedo la pelle delle sue cosce oscenamente aperte, la sua figa lasciata scoperta dal perizoma, spostato di lato. La parte alta delle cosce che termina nella morbida curva delle natiche al centro delle quali si incunea, massiccio il cazzo dell'uomo … E' semplicemente spettacolare. Lo vedo entrare ed uscire per qualche centimetro … e in me esplode il desiderio di poter vedere ancora più da vicino quell'amplesso anale.
Lei mi sputa verbalmente addosso il suo piacere nel farsi sfondare il culo da quel cazzo ed io continuo a masturbare il mio che scoppia dalla voglia di un contatto con lei.
Non faccio un solo gesto verso di loro. Le faccio vedere tutta la mia eccitazione, cercando di istigarla a fare di più, a fare meglio …
Adesso scende letteralmente dalle braccia dell'amante. Si gira di spalle ed abbassandosi mi regala la vista del suo sfintere gonfio e slabbrato dalla possente intrusione del cazzo dell'altro. Vedere quel culo così usato e largo mi fa seccare la gola dall'eccitazione. Non ho che il tempo di imprimere nella mia memoria quella visione, lei è già impalata nuovamente su quel sesso che adesso la stantuffa con vigore.
Posso solo immaginare quel buco infilzato da continui affondi. Guardo il suo viso in preda al godimento più sfrenato e poi le sue tette muoversi al ritmo delle bordate che l'uomo le infligge. Dalla libidine del suo sguardo sul mio cazzo so che vorrebbe anche me … ma non posso far altro che guardare ed aspettare …
La magia si compie, l'uomo la istiga a leccare le dita ed io attendo con ansia che si decidano a coinvolgermi …
Ecco, è il momento … acconsentono a che mi avvicini, libero il mio cazzo dalla mano ed anelo solo di sentire le sue morbide labbra cingerlo e risucchiarlo.
E' davvero una pompinara favolosa. Nonostante un gran cazzo le stia squassando il culo riesce a succhiarmi divinamente, ingurgitando una gran parte della mia mazza e lavorandola con le sole labbra, quasi a farsi scopare in bocca. Sono pronto a riversarle in gola tutto il frutto di tanta e tale eccitazione, ma lei vuole altro …
Si mette sul cofano e mi regala ancora una volta la vista del grosso cazzo che le entra nel culo.
Adesso è in perfetta luce e mi godo lo spettacolo del suo sfintere che si apre docile alla spinta dell'uomo. La sua espressione goduriosa si moltiplica nel vedere il mio cazzo svettare a pochi centimetri dalla sua bocca. Di profilo rispetto all'osservazione del suo partner mi imbocca l'uccello e lo lavora con la sua maestria, mostrando all'uomo tutta la sua troiesca fame di cazzo. Non resisto più … pochi colpi della sua morbida lingua e sento la cappella allargarsi ancora di più per espellere quello che mi sembra un torrente in piena di sborra.
Lo sento affluire dai testicoli e rovesciarsi su di lei ad ondate ritmate. Le copro il viso di getti copiosi e lei non disdegna riceverne in bocca e sulla lingua protesa …
E' davvero una visione spettacolare. Ne conviene anche l'altro. Esce dal suo culo, che vedo contrarsi ed allargarsi ancora, come una piccola bocca famelica. Toglie il preservativo e si svuota completamente sul suo viso, contribuendo alla maschera di sborra cha avevo iniziato a farle poco prima.
Con il culo ancora aperto e le dita che si muovono rapide sul clitoride la vedo contrarsi in una smorfia di piacere infinito e godere di un orgasmo violento.
E' l'ultima immagine che ho di questa gran bella avventura. Un attimo dopo mi incammino per la mia strada e raggiungo la mia auto.
Accendo il cellulare e dopo qualche minuto lo sento squillare.
“Ciao … si … tra mezz'ora sono da te … sei fantastica … Iaia … ti amo!”
Retroscena
Questo giochino era stato studiato e programmato da tempo da me e Iaia.
Non era previsto per quella sera, ma la sua voglia insoddisfatta per l'impegno di Stefano ha comportato un cambio di programma. Ovviamente io le sono sempre stato vicino. Ero a pochi metri quando svicolava dalle attenzioni indesiderate dei ragazzotti ed ero sempre nei pressi quando è arrivata “la preda”.
Solo quando la situazione è risultata completamente sotto controllo ho spento il cellulare e mi sono avviato verso il luogo convenuto. Confidando nell'assoluta capacità di Iaia di “governare” la situazione nella direzione voluta, mi è rimasto solo da attendere l'arrivo della coppia.
In origine avrei dovuto solo spiarla e godere della sua maialaggine. Il rumore è stato un fuori programma che, per fortuna, Iaia ha abilmente ricondotto nei giusti binari. Anzi … direi che è stato molto più sconvolgente che non “assistere”.
La cosa che più ha eccitato sia me che Iaia è il fatto di aver dato al nostro amico la sensazione che l'intruso fossi io ….
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