L';”IDRAULICO”

L’”IDRAULICO”

Cari amici, a proposito di operai che vengono a lavorare in casa, vi voglio raccontare cosa successe un anno che ci recammo, in inverno, alla villa al mare per fare una seria manutenzione.
Arrivammo la sera prima del giorno fissato per l’inizio dei lavori, il parco era deserto, andammo a cena fuori nell’unico ristorante aperto in quel periodo e poi tornammo a casa dove cominciammo a vedere un porno film che Alberto aveva noleggiato prima di partire.

Nel film si vedeva una signora in vestaglia trasparente che accoglieva,
un idraulico, un negro con un fisico mozzafiato, e che mentre questi era all’opera sotto al lavabo cominciò a mostrargli le sue grazie finendoci ovviamente a letto.
Alberto mi chiese se fosse piaciuto anche a me un’esperienza simile.
Sappiate che il nostro idraulico, è un omaccione grasso, sempre lercio, con più di 60 anni, che quindi non ispira alcuna fantasia.

“Preferisco la castità”, risposi.
“Ma se fosse come quello?”, incalzò Alberto.
“Certo che la cosa cambierebbe” dissi senza pudore.
“Ed allora continua a vedere il film, gioca col cazzo finto ed aspetta, vedo di trovarti l’idraulico giusto”.
Si rivestì ed uscì; capii subito le sue intenzioni.
Dovete sapere che vicino alla cittadina dove abbiamo la villa al mare c’è una base navale americana e quando ci sono navi in porto, questo pullula di militari, moltissimi di colore.

Pochi minuti dopo sentii aprire la porta ed accendersi la luce nel corridoio, io ero di spalle alla porta quindi non vedevo nulla e per rendere la cosa ancora più eccitante non mi voltai, misi i piedi sul bordo del divano, divaricai le gambe ed oscenamente cominciai a stantuffarmi il cazzo finto nella fica, ero partita.
Sentii aprire la porta del bagno, scorrere l’acqua, poi la luce nel corridoio si spense, il mio cuore batteva a mille.

Percepii la presenza di qualcuno nella stanza, stavo per godere, mi trattenni, ad un certo punto sentii sulla guancia qualcosa di vivo, pulsante, duro, mi girai di shitto, era il grosso cazzo dell’IDRAULICO, un marcantonio nero di due metri, lasciai il vibratore nella fica e come un indemoniata presi a due mani il grosso pesce nero.
Lo scapocchiai e me lo infilai in gola cominciando un frenetico bocchino.
Alberto mi tolse il cazzo finto dalla fica e cominciò a leccarmi, più mi leccava più freneticamente spompinavo il negro.

Godetti subito, il negro no, mi venne davanti, mi sollevò le gambe e mi infilò nella spacca la sua enorme e dura varra, chiavandomi come un indemoniato, infoiato certamente dalla vista di me scosciata col cazzo finto nella fessa e dal bocchino che gli avevo fatto ma forse anche da una lunga astinenza.
Io rigodetti e solo allora lui dandomi degli ultimi tremendi colpi, venne.
Continuammo così per tutta la notte, provando tutte le possibili combinazioni, l’inculata a pecora, la doppia, mi venne sulle tette, sulla pancia ed in bocca, lui godette almeno sei volte, io persi il conto come pure Alberto.

Verso le cinque del mattino mio marito riaccompagnò l’IDRAULICO al porto.

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