la verginità ad un altro.

Ancora lo ricordo, mi costò un milione di lire.
Mi parlò di loro un collega di mio padre, un signore che ai tempi aveva una quarantina d’anni e con il quale in segreto mi scambiavo dvd e videocassette hard.
Dopo averci pensato e ripensato decisi di farlo e li contattai. Fissai un appuntamento per il giorno seguente.
Mi accolsero direttamente nell’appartamento dove avrebbero fatto tutto, un luogo caldo ed allo stesso tempo retrò, un posto ricco di quadri che con la carta da parati faceva credere di essere ancora fermi agli anni sessanta.

Il team come dicevano di chiamarsi, era composto esclusivamente da loro due, due persone erano più che sufficienti mi spiegarono, altrimenti avrebbero provocato imbarazzo e certamente sarebbe stato più complicato. A grandi linee mi descrissero anche la disposizione e l‘organizzazione del tutto, una videocamera fissa di fronte e l’altra in mano alternandola a seconda di chi instaurava più feeling.
“È importante metterla a suo agio” mi dissero, “in queste circostanze è determinante”.

Parlammo per quasi due ore, mi spiegarono il loro metodo e mi mostrarono i filmati di alcuni incontri precedenti, mi chiesero quanti anni avesse, se l’idea era stata mia oppure fosse venuta da lei e vollero conoscere alcuni particolari su cosa potesse piacerle e cosa no. Una volta sistemate queste cose lasciai una caparra di duecentomila lire e andai via.
Quarantotto ore prima come da accordi mi contattarono per gli ultimi chiarimenti, quarant’otto ore dopo tornai nella loro casa per fargli fare ciò per cui li avevo pagati.

Era il sei aprile del duemilauno, il giorno dopo il compimento della sua maggiore età e i due signori gentili e rassicuranti ai quali mi ero rivolto, come da contratto andarono con la mia fidanzata affinché le togliessero la verginità.
Lei non sapeva nulla, le spiegai che avrebbe dovuto fare una cosa per me ma non aggiunsi altro.
Mi ero messo nelle mani di due esperti, due persone parecchio più grandi di noi che avevano garantito un metodo efficace ed indolore con il quale sarebbero arrivati a compimento, qualsiasi cosa le avessi raccontato sulla verità di quell’incontro avrebbe certamente compromesso tutto, così, come mi avevano consigliato di fare non le spiegai, la portai da loro e li lasciai liberi di fare il resto..
Fecero accomodare la mia fidanzata sul lembo di un letto matrimoniale e le si sederono accanto uno alla sua destra ed uno alla sua sinistra.

Sulla poltrona a pochi passi ero seduto io, la mia presenza a detta loro l’avrebbe rassicurata ed effettivamente avevano ragione.
Per un quarto d’ora le parlarono solamente, le chiesero il nome, cosa facesse, cosa avrebbe voluto fare da grande e tutto accarezzandola e sfiorandola con una delicatezza quasi impercettibile.
Una volta tranquillizzata a sufficienza la mia fidanzata si lasciò anche a qualche piccolo sorriso, nulla di ché, ma un buon segnale secondo loro.

Avevano iniziato da poco è vero, ma tutto quello che stava accadendo era esattamente ciò che mi avevano assicurato sarebbe successo. La sua vergogna che veniva meno, il suo viso via via più rilassato, il respiro meno affannoso, tutto era esattamente come mi avevano descritto.
Ad un tratto le mani degli uomini cominciarono a sfiorarle i seni. Da fuori, da sopra la felpa che indossava. Li per li si tirò indietro, ma la loro garbata insistenza la fece desistere.

“Tranquilla” le ripetevano, “rilassati, stai tranquilla non c’è nulla di male”.
La videocamera stava riprendendo tutto, del milione di lire che avevo speso la metà era andata per il video che mi avrebbero lasciato.
Le dita degli uomini pizzicavano i capezzoli della mia fidanzata decisi ma delicati. Entrambi sorridevano e lei nella sua strana vergogna sorrideva con loro. Oggi credo che se l’avessi fatto anche soltanto cinque anni più tardi sarebbe scappata senza neanche farli arrivare a toccarla come stavano facendo in quel momento.

“Ti piace?” le chiese il più grande. “Non c’è da vergognarsi, è naturale. ”
Lei rispose annuendo con la testa. Le braccia erano appena conserte come a difendersi, così l’altro sorridendo le disse di lasciarlo andar sotto per farle sentire come sarebbe stato più bello se non avesse avuto la felpa addosso.
Quando la mano si insinuò sotto la maglia e la toccò passando per il reggiseno sembrò provare per un istante molto più piacere.

“Sentito? Ti piace di più così?” Gli disse il tizio con il braccio nei vestiti.
Sorrise, sorrise ma anche stavolta non disse nulla.
Lanciandomi un occhiata come a dire “va tutto bene” anche l’altro uomo portò la mano sotto la felpa della mia fidanzata e toccandola come il suo amico la vedemmo sciogliersi quasi come presa da uno strano piacere.
“Toglila” gli disse, “togli la felpa”.
Non mi guardò nemmeno, lasciò i due alzare la maglia e toglierle il reggiseno come se non ci fosse nulla di male, a quel punto i capezzoli nudi e turgidi su quei seni perfetti e sodi divennero sensibili come mai lo erano stati fino ad allora.

Continuarono ad accarezza per molto altro tempo ancora. Ogni tanto una bocca arrivava sull’areola e scivolava per tutta la sua circonferenza passando proprio per l’estremità più gonfia, una volta, due , tre, poi lo fecero entrambi ed uno azzardò un piccolo bacio sulle labbra.
Quello fu una specie di segnale. La reazione al bacio avrebbe determinato il modo in cui proseguire.
Se avesse accettato senza tirarsi indietro sarebbero andati oltre, altrimenti avrebbero continuato a stimolarla ancora nella stessa maniera.

La mia fidanzata per fortuna non disse nulla, si lasciò baciare le labbra e lasciò che la lingua dell’uomo le disegnasse i contorni della bocca senza schifarsi o allontanarlo, a quel punto l’altro le prese la mano e se la poggiò sul pisello.
“Lo hai mai visto quello di un adulto?” Gli disse tenendole il palmo pigiato sui suoi pantaloni. “Vorresti vederlo?”
A questa domanda non pretese risposta. Nella maggior parte dei casi la vergogna, la paura, ma soprattutto l’età l’avrebbero inibita, ma l’uomo se lo tirò fuori senza darle neanche modo di ragionare, in un istante glie lo mise in mano aiutandola a muoverlo come a masturbarlo.

Li mi resi conto che se tutto fosse costato il triplo avrei comunque pagato volentieri, i due uomini erano fantastici, una macchina perfetta e collaudata che non avrei neanche lontanamente potuto immaginare.
“Lentamente” le diceva sussurrandole all’orecchio, “lentamente su e giù”.
Una delle mani dal capezzolo scivolò dentro i pantaloni della tuta che indossava la mia fidanzata.
In quel momento ebbe un attimo di esitazione, forse un rientro nei ranghi che sembrò rovinare tutto, ma la capacità persuasiva di quei due fu talmente forte che in pochissimo tempo non solo la penetrò con un dito, ma inginocchiato sul letto le mise nella bocca anche una prima porzione di cazzo.

La mia fidanzata con in bocca il cazzo di un quarantenne, un quarantenne stempiato, con le gambe magre e la pancia tonda, un quarantenne che forse poteva avere anche qualche anno di più.
Concentrata sul dover gestire in bocca quel coso ingombrante non si accorse che l’altro uomo le aveva abbassato i pantaloni e portato la lingua direttamente sulla farfallina.
La telecamera inquadrava il volto del tizio incastonato tra i freschi peli pubici della mia fidanzata.

Leccava intanto, piano come sempre, come tutto quello che avevano fatto fino quel momento.
La piccola mano intanto sembrava cercare il pene del tizio che ora era sceso nei meandri della sua femminilità, così l’altro signore togliendoglielo per un istante dalla bocca, la baciò per poi farglielo succhiare di nuovo.
Rimasero così per un bel po’, poi finalmente la fecero sdraiare sul letto.
Credo si fossero accordati prima che tutto questo succedesse.

Oggi che ho circa la loro età non credo potrei gestire la verginità di una ragazzina di diciotto anni ed un giorno se non mi fossi organizzato in precedenza con un ipotetico partner. Chi dei due ha rinunciato deve aver compiuto uno sforzo non indifferente quel sei aprile del duemilauno.
Insinuandosi tra le gambe il tizio più grande iniziò a penetrarla lentamente. La mia fidanzata strinse gli occhi, li strizzò, ma lui nei limiti del possibile fu delicato.

Impiegò un po’ di tempo, lo tolse e lo rimise più di una volta ma poi la deflorò.
Lentamente iniziò a muovere il bacino adagiato tra le gambe della mia ragazza, avanti ed indietro piano, molto pacatamente, così pacatamente che dopo pochissimi minuti lei cominciò a sentire quel piacere che solo un rapporto completo è capace di dare. I piedi le si arcuarono nei calzini di spugna,
I sospiri si lasciarono ascoltare da tutti noi, un minuto cinque minuti, dieci, poi il suo primo orgasmo, il suo primo meraviglioso orgasmo.

L’uomo provò a resistere, non avevamo parlato delle loro eiaculazioni e forse neanche lui sapeva cosa fare, alla fine decise di venire fuori, aspettò che lei si calmasse e avvicinò il suo pene al seno nudo della mia fidanzata vendo li sopra.
L’altro tizio allora passò la telecamera al suo amico più fortunato e prese la sua stessa identica posizione precedente.
Penetrò la mia ragazza e con la medesima calma fece l’amore con lei.

Nel giro di quindici minuti la sentii venire per la seconda volta.
Bellissimo il suo sguardo, lo sguardo di chi sente che il mondo è qualcosa di molto più bello di ciò che credeva ma ancora non del tutto padrona di se stessa. L’uomo venne subito dopo di lei nello stesso identico posto dove il suo amico aveva smorzato la sua tensione, sul seno, su quel seno perfetto e sodo come un frutto vellutato.

La mani della mia fidanzata giocavano ciò che rimaneva delle loro erezioni. Sdraiati di fianco a lei carezzavano il volto segnando i tratti del suo profilo, un bacio per uno e poi via.

Questo racconto è stato scritto di getto e si è ispirato ad un video guardato su xhamster, un video di circa 90 minuti dal titolo “russian eighteens”. Non ho idea di chi siano i due uomini, credo sia stato girato 20 anni fa, ma ovunque vivano ora, posso solo dirgli grazie per la meravigliosa poesia che hanno realizzato.

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