La Crociera by Senior 03

Fece mettere Ester gattoni e le infilò quel cazzone XXL nella passera, iniziando a chiavarla con colpi possenti. Clara vedeva il cazzo che andava avanti e indietro nella fica dell’amica e si eccitava sempre più.
Al mattino, per riposarci, rinunciammo all’ escursione e lo facemmo anche nei giorni successivi. Ormai era di sicuro più interessante restare a bordo.
Andavamo nella grande piscina all’aperto riservata agli adulti ed era ormai era un classico, Ester e Clara si appartavano per chiacchierare tra loro, escludendo completamente noi maschietti.

Veniva voglia di andare a “caccia” e la “selvaggina” non mancava, che manco se ne sarebbero accorte, ma alla fine le fatiche notturne sortivano i loro effetti, non eravamo certo dei ragazzini, per cui ci limitavamo a guardarci un po’ intorno esternando qualche commento.

Stanotte è stato fantastico, iniziò per prima Clara, devo dirti che se non avessimo concordato dei limiti sarei saltata addosso a tuo marito per mordicchiargli quel bel cazzo.

Ehi! Stai parlando del mio uomo, mica me lo vuoi portare via!

Certo bambola che te lo porterei via, mi trastullerei da mane a sera con il suo cazzo, lo consumerei tanto da farlo rimpicciolire alle dimensioni di quello di mio marito. Sai ieri all’inizio immaginavo che in culo avessi il cazzone di quel bel mulatto che riordina le nostre cabine, poi mi sono ritrovata ad immaginare che fosse quello di tuo marito!!

Risero di cuore, poi anche Ester cominciò ad aprirsi: anche per me è stata un’esperienza indimenticabile, mi sentivo al centro dell’attenzione di due uomini che mi riempivano avanti e indietro, ho goduto come non mai ad essere chiavata ed inculata contemporaneamente.

Anch’io immaginavo di essere inculata dal bel mulatto. Pensa che proprio al mattino, appena Mauro si è avviato con voi a far colazione, mentre stavo per rivestirmi, è entrato, per sbaglio in cabina, pensando che io fossi con voi. Avevo addosso solo gli slip, è arrossito, non mi toglieva gli occhi di dosso, mi ha chiesto scusa ed è uscito. Dopo,passando davanti al deposito dove tengono la biancheria, attraverso uno spiraglio della porta ho visto che si stava facendo una sega, sicuramente pensando a me.

Ho dovuto trattenermi per non andare ad aiutarlo, aveva un cazzo veramente grosso.
Cavolo io sarei entrata e glielo avrei ciucciato per benino.
Ieri sera, continuò Clara, desideravo tantissimo prenderlo in bocca, quando finalmente stavo per chiederlo ho raggiunto l’orgasmo.

Me ne sono accorta, disse Ester, e quando è venuto il mio turno anch’io ho desiderato riceverlo in bocca, solo io non riesco ad avere il tuo coraggio, mi vergogno un po’ a chiedere certe cose.

E allora, se anche a te sta bene, potremo chiedere di introdurre una variante, cioè una volta messo in culo il fallo lo lascia lì tanto è inutile muoverlo, e si sposta sul davanti per infilarci il cazzo in bocca. Abbiamo dei preservativi particolari, al sapore di frutta e molto sottili, ti fanno sentire tutto il cazzo come se fosse senza, ma ti lasciano un buon sapore in bocca. Inoltre in questo modo resta comunque una certa barriera tra noi, il rapporto resta indiretto, disse tutto d’un fiato Clara.

Ester annuiva, non sollevò alcuna obiezione e subito si dichiarò d’accordo ma non era sicura che lo sarebbe stato il marito, si vergognava al solo pensiero di dirglielo.

Diglielo tu, visto che gli sei simpatica, stasera andiamo a ballare al locale dei “maturi” e avrai occasione di parlargli durante un “lento”, concluse Ester, non riuscendo a nascondere una vena polemica nelle sue parole.

Non erano ancora le 12.

00 che Sergio ed io ci avviammo alle cabine per controllare i faretti.
Verso le 12. 40 Ester e Clara decisero di rientrare anche loro.

Tutti questi particolari, nonché le loro conversazioni mi furono raccontati da Clara, in un nostro incontro successivo.

Si misero il copricostume ed insieme si avviarono agli ascensori. Notavano gli sguardi interessati che lanciavano loro i vari maschietti al loro passaggio. L’ascensore a quell’ora era abbastanza affollato.

Quando arrivò si riempì in fretta e dovettero desistere per non essere troppo ammassate sugli altri. Attesero il successivo e finalmente entrarono, ma dietro di loro si era riformata la fila in attesa e quindi si ritrovarono comunque nella calca. Nella ressa, ancor prima che l’ascensore partisse, Clara si ritrovò una mano sulla coscia, mentre a Ester qualcuno iniziava un’approfondita palpazione al seno. Clara si accorse che a tastarla era un giovanotto si trent’anni, che noncurante della presenza di moglie e figli, era ormai quasi giunto alla meta sotto il suo slip, non contento aveva poggiato il suo attrezzo contro il fianco.

Fortuna che stavano per arrivare al loro ponte e fortuna che dovevano scendere dal lato opposto a quello in cui erano entrate, quindi dalla porta più vicina a loro. Quando ormai pensava che l’avrebbe anche penetrata, un’idea le balenò in testa, spostò la mano verso il fianco e mise la mano sull’attrezzo, la fece scivolare più in basso e stringendo cominciò a strizzargli le palle. Il poveretto divenne paonazzo, non poteva neanche gridare per non attirare l’attenzione ma ritirò subito la mano dal suo slip.

Ad Ester era invece toccato un settantenne che, noncurante della moglie, era tutto concentrato sulle sue tette. All’apertura delle porte tirò un sospiro di sollievo e, ad alta voce chiese:
Allora è tutto in ordine, non mi ha trovato nessun nodulo?
Si girò ed uscì, non prima di aver notato l’occhiataccia che la “befana” aveva riservato al marito maneggione. Anche Clara uscì, con gran sollievo dello “strizzato”.

Si raccontarono quello che era appena successo nell’ascensore, ridendo a crepapelle e riconoscendo che la cosa le aveva eccitate.

Fu così che passarono davanti al famoso ripostiglio della biancheria. La porta era solo socchiusa e, dal solito spiraglio, si vedeva il cameriere con l’attrezzo, e che attrezzo, in bella mostra, che si segava.

Oh, poverino, perché non gli diamo una mano, e cavolo, anche qualche altra cosa? E senza attendere risposta dall’amica, Ester si fiondò all’interno.

Penso proprio che tu stia sprecando il tuo tempo, gli disse, adesso fermati che ci pensiamo noi a questo bel gingillo, disse Ester, afferrando il cazzo del giovanotto e strofinandoselo contro le tette.

Clara, che nel frattempo era entrata anche lei, ma era molto più lucida, prese subito un preservativo che aveva nella borsetta insieme alle creme solari e riuscì in tempo a calzarglielo prima che Ester se lo facesse infilare in bocca. Iniziò a spompinarlo mentre il giovanotto si dava da fare con le mani tra le cosce di Clara a massaggiarle la passera. Poi dopo un po' passò lui a dirigere le danze.

Fece mettere Ester gattoni e le infilò quel cazzone XXL nella passera, iniziando a chiavarla con colpi possenti. Clara vedeva il cazzo che andava avanti e indietro nella fica dell’amica e si eccitava sempre più. Ad un cenno del giovanotto gli si mise davanti, in piedi con le gambe aperte e con la fica sul suo viso. Iniziò il giovanotto a leccarle la fica, mentre non smetteva di chiavare Ester. Aveva una discreta resistenza il giovanotto, riuscì ad andare avanti per quasi cinque minuti, affondando con forza tutto il suo grosso cazzo nella vagina di Ester, che non faceva altro che incitarlo a spingerlo sempre di più e continuando a leccare e succhiare la fica di Clara che venne per prima.

Il suo orgasmo, nonché i suoi abbondanti umori dovettero eccitare al massimo il giovanotto che cominciò a venire dentro Ester, a cui gli spasmi dell’eiaculazione provocò un orgasmo così intenso da farle emettere un urlo. Fortuna che in quello stanzino il rumore dell’aria condizionata era molto intenso e ne copriva qualsiasi altro.

Lo lasciarono con ancora il preservativo pieno di sperma a pensare alla fortuna che aveva avuto e tornarono ognuna nella propria cabina, contente di ciò che le era toccato loro in sorte.

.

Keine Kommentare vorhanden


Deine E-Mail-Adresse wird nicht veröffentlicht. Erforderliche Felder sind markiert *

*
*

(c) 2023 sexracconto.com