“il confessionale” di Salmacius

“Il confessionale”

Questa storia l'ho sentita narrare mentre attendevo in questa piccola stanza simile a un confessionale. Aspettando che arrivasse qualcuno dall'altra parte ed iniziavo ad annoiarmi.
Tendevo l'orecchio e non si sentiva rumore, ma ben presto il cigolio della porta dell'altra stanzetta contigua mi fece capire che era arrivato qualcuno. Appena arrivato il vicino si sistemò e con voce ferma chiese subito se ero disposto ad ascoltarlo, il suo desiderio era di iniziare parlando un po, per raccontarmi una storia.

Questo è quello che mi raccontò dall'altra parte del “confessionale”:
“Tutto inizia per caso, in una nazione lontana, dove, temporaneamente emigrato, era stato inviato a lavorare per diversi mesi lontano da casa, in un paese straniero.
Laggiù non conoscevo nessuno, in un posto dove lingua, religione e costumi locali mi sono del tutto sconosciuti.
“Per fortuna il lavoro assegnato dalla multinazionale era facile, e ben retribuito, con orari lunghi che portavano a stancarmi completamente, tornavo nell'elegante ma anonimo albergo, dove nemmeno alla “reception” potevo scambiare due chiacchiere.

Spesso mi addormentavo appena cadevo spossato a letto, ancora vestito.
Dopo qualche mese la lontananza si faceva sentire, oltre alla consueta nostalgia di casa e della moglie, una simile solitudine, per l'emarginazione sociale e culturale era pesante. Cercavo di ambientarmi, ero meno stanco e gli impegni di lavoro erano calati ed avevo più tempo libero.
Ora bastava solo far alcune regolazioni ai complicati sistemi che la società aveva impiantato ed io avevo del tempo anche per passeggiare e fare il turista.

Così tornavo prima in albergo, ma li l'ozio mi portava un po' controvoglia a pensare alla compagna rimasta a casa e alla fine a risvegliare anche la voglia di sesso. Tutto ciò mi deprimeva. Da qualche tempo per me l'autoerotismo era una pratica abbandonata ed insoddisfacente. Erano anni che con il buon rapporto creato con la moglie purtroppo lontana soddisfaceva entrambi. Eravamo fedeli ed uniti, e lei non poteva raggiungerlo in questo lungo viaggio, le lunghe telefonate finivano per amareggiarmi, allora uscivo.

Non volevo tradirla, era meglio evitare gli stimoli e desideri e prendere aria. La carne è debole, ma da solo non ci trovo abbastanza gusto, e una donna qui è un rischio. Lei si sapeva come trattarlo e soddisfarlo, ed avevo perso la mano per il “fai da te”. Spesso nei giri pomeridiani avevo cercato qualche divertimento, ma non era facile.
Preferivo allora prender aria e girare, gran camminate senza una meta precisa, per stancarmi e visitare le strade a vedere negozi e cercare di leggere quella scrittura straniera del tutto incomprensibile con quei ghirigori ed arabeschi illeggibili.

La capitale era grande, ma non turistica, qualche passeggiata si faceva volentieri, dovevo star attento a non perdermi, altrimenti anche chiamare un taxi per tornare in albergo poteva esser davvero problematico.
Non sapendo che fare un giorno mi trovai davanti a un negozio, un enorme “bookstore” ben frequentato da giovani, e che in vetrina mostrava tra i poster libri, materiale occidentale, CD, DVD sia nuovi che usati, di tutti i generi, anche a nolo, almeno così sembrava.

Potevo entrare a vedere se trovavo qualche passatempo, un libro o magari un film in inglese. Disperavo di trovare qualcosa nella mia lingua, ma mi sarei accontentato magari di un fumetto porno, tanto quelli non han bisogno di traduttori! Si, questo pensavo mentre deciso andai oltre la tendina che separava un settore per adulti, inconfondibile, cercando tra i più hard, ma meno esposti e più censurati che da noi. In questa zona in penombra c'erano soprattutto uomini soli e qualche straniero come me, guardinghi e lontani uno dall'altro.

Questo settore “XXX” – quello era universale, c'era una musica orientale di sottofondo, …accidenti alla lingua, anche qui in questo ambiente è tutto incomprensibile. Non capivo, e leggevo solo le figure! Notai che c'era un discreto via-vai di avventori verso quelli che sembravano dei bagni. Vedevo dietro gli scaffali di vari generi il corridoio dove entravano fugaci clienti solitari e nell'oscurità delle porte, con frecce ed iscrizioni al neon illeggibili mi ero incuriosito e pensando di esser capitato in un posto particolare dove c'erano dei “peep show”, mi avvicinai per vedere che c'era.

La cosa era intrigante, per la prima volta quella sensazione di proibito. Non c'ero mai stato prima nemmeno in patria e con la coda dell'occhio sbirciai. Inserivano una moneta, la porta si apriva e si accendeva una luce rossa per indicare che la stanza è occupata. Tempo ne avevo, mi avvicinai facendo finta di nulla, inserii una moneta davanti ad una porta libera per entrare in una di queste, e così decise di fare.

La porta si aprì ed entrai in una piccola stanza, semibuia, richiusi la porta e mi adattai alla penombra. Nessun interruttore. C'era un piccolo catenaccio per rinchiudermi dentro, ed ora potevo godermi uno spettacolino.
Che paese, qui le poche donne incontrate per strada erano chiuse completamente nei veli o tappate in casa. Sapevo che la prostituzione vietata e punita. Se trovavano uno straniero con una del posto erano grossi guai per entrambi, mi avevano messo in guardia, prima di partire, e non mi interessava, potevo aspettare il ritorno a casa dalla mia bella.

Si rischiava l'espulsione e in ogni caso pagare una donna non era per me una cosa moralmente accettabile.
Forse qui ero in uno dei posti più trasgressivi della capitale che potevo frequentare. Guardandomi attorno, le mie pupille si erano adattate al buio, ero in uno stanzino piccolo e spoglio, non c'era davvero nulla da vedere! nessun video, o vetri o tendine o altro sistema, forse si doveva inserire altri soldi da qualche parte, ma nulla, la parete a fronte era liscia, a sinistra nulla, solo sulla parete destra c'era a poco più di un metro da terra un foro, scuro, nel quale a stento sarebbe passata una palla da tennis.

Ho capito! Un colpo al cuore, so dove sono!
Rabbrividii! Forse avevo giudicato male il locale. Ma si, questo era uno di quei posti dove si poteva fare sesso con sconosciuti attraverso il foro, un “glory-hole”. Mi venne da ridere.
La mente subito immaginò quel giorno che scherzando con la compagna, dopo averla costretta a vedere un film erotico che descriveva questi locali, la avevo stuzzicata e le avevo proposto una fantasia, e la schernivo che l'avrei vista bene in un locale così.

Sarebbe stato per lei il caso di “svegliarsi” o l'avrei portata anche in un posto così, dove lei poteva nell'anonimato sextenarsi senza vergogna e senza tutti i suoi pudori. Anche di fare l'esperienza di provare a fare qualcosa li davanti a me se voleva, con un sesso sconosciuto. Volevo solo scherzare e provocarla, chiedendole quale sarebbe stata la scelta? Quale farsi prima di bocca e quale per primo prendersi, se me o l'altro! Dicevo che volevo vederla con due cazzi come si comportava.

Di solito questi voli di fantasia tra noi le piacevano. Quella volta no. Lei si era arrabbiata, ed era corsa a confessarsi, per poi lasciarmi solo a dormire in divano per una settimana. Accidenti, ora che era sola, magari ne aveva approfittato, no, santa donna, forse no…
Mentre mi venivano questi pensieri, ed indugiavo sul che fare, dei rumori dall'altra parte mi fecero capire che era entrata la mia vicina, e visto che c'ero mi avvicinai indugiando, e misi le dita attorno al buco, per un segnale e far capire presenza e disponibilità, magari stasera potevo avere soddisfazione da una bocca sconosciuta.

Bella, racchia o anche uomo in questo caso non fanno differenza!
Ma la mano urtò con qualcosa di caldo e morbido, la sconosciuta aveva inserito un dito?, no troppo grosso… CAZZO! Si era un cazzo, accidenti, pur in penombra ora lo vedevo, questa sagoma nera ed enorme. Il contatto con la mia mano lo aveva eccitato e messo sull'attenti, un lungo affare, scuro, che alla base impegnava tutto il foro, e, cazzo! … lo avevo toccato, che schifo, come svetta dal foro.

Ma guardalo, pulsava in trepida attesa di altro approccio, con la lunga asta nodosa per le vene gonfie, di almeno 20 cm, e una punta scura e lucida. Sfrontato ma magnifico nella sua erezione. Ero sorpreso. Nervoso, incredulo per la sorpresa. Per me è una novità questa, nella mia ingenuità pensavo che ci fosse una porta per lei ed una per lui, e ora è una seccatura l'intrusione di questa “compagnia” indesiderata che violava il mio spazio.

Si, irrompere nel mio poco spazio, disturba l' intimità creata dal confessionale, ma ero turbato anche per le sue dimensioni. Seccato dagli eventi ma incuriosito poi lo guardai meglio. Eravamo soli io e quell'arnese, grande era grande, anche in proporzione all'ambiente!
Non ne avevo mai visto uno così da vicino, e trovare un simile uccello nero mi meravigliò. Non mi ritengo esperto, ma questo era davvero un bell' esemplare, meglio del mio e accidenti, irreale ma persino profumato, di muschio selvatico, quasi piacevole.

Nella piccola stanza la vicinanza al foro faceva si che mi arrivasse il suo odore che risaliva caldo alle narici.
Ma guarda un po' che razza di fregature si prendono a non capire le lingue, forse quello era un locale per soli uomini, ed ora che fare? Mi ero preparato prima di esser sorpreso a calarmi le braghe, ed ora son tentato a far dei paragoni diretti, e il mio, timidamente moscio era meno della metà.

Ero imbarazzato, ma per nulla ne sarei scappato! Che faccio?
Di uscire a protestare non se ne parlava nemmeno, accidenti! Sai che risate avrei suscitato, protestare? uno straniero… insoddisfatto e incompreso? Qui dentro nessuno vedeva, mi faceva compagnia solo quel coso, che mai avrei voluto o pensato di avere accanto. Anzi mi sfidava, danzando invitante. Quel serpente nero ondeggiava e sembrava guardarmi ipnotico, invitandomi alla mossa. Mi ero avvicinato segando il mio, tentando di recuperare sulle misure, e almeno non sfigurare troppo e perdere d'orgoglio! E averlo vicino, che sbucava dalla parete liscia come mosso di vita sua mi attirò in modo naturale! Preso da una strana curiosità di sentire se era reale, e verificarne la consistenza, lo sfiorai di nuovo con la stessa mano.

Sembrava un gatto che faceva le fusa, e si strusciò verso la mia mano. E così lo accarezzai e poi lo strinsi, impugnandolo. Come poteva esser già così duro, eccitato? faceva voglia di toccarlo ancora. Sembrava uno di quei grandi cazzi di plastica che vendono nei “sex-shop”, falso da tanto è perfetto! Ma era caldo e vivo. La sfida era eccitante. In fondo li dentro nessuno poteva vedere quel che facevo, e la mia curiosità vinse, lo presi meglio con mano tremante, segandolo piano e sentì dall'altra parte gemere e mi trovai a masturbarlo meglio.

Doveva essere di un giovane scuro ed aitante, che attendeva ora di esser soddisfatto. Quel pensiero mi schifò e mi turbò, ma cancellai l'idea che quel giocattolo vivo che mi stava in mano fosse attaccato ad un altro uomo, e mi sforzai di pensare che fosse il mio. Era tutto mio, ora, divertente! Il pensiero di mollarlo senza far più nulla mi lasciava più a disagio del pensiero di capire quello che facevo, agivo da automa.

Disagio sparito, non si può interrompere il piacere, è contro natura. Eravamo qui per questo e immedesimandomi in questa attesa di godimento ogni repulsione passava, la barriera che ci separava eliminava le distanze, e abbatteva i tabù. L'avevo reso duro e sapevo fosse meglio continuare a manipolarlo, su e giù, anche a due mani.
Quel coso ora era come fosse un mio giocattolo, a mia disposizione, potevo giocare o stufarmi quando volevo. E poi in fondo entrambi avevamo pagato ed eravamo qui per qualcosa, per un contatto, ma ora qui c'ero solo io e questo coso scuro, duro e piacevole.

Sai che soddisfazione poteva dare un cazzo così, bello duro, magari fosse il mio! Era mio, io lo avevo nella mano! E potevo giocarci. Ma si, quasi quasi gli faccio una bella sega, arrivo fino alla fine, lo faccio sborrare, fingendo che sia il mio, quando mi ricapita di godere di un'esperienza strana così? Pensai, sono eccitato e ci metto poco, scommetto che viene subito se lo “mungo” a dovere. So come fare.

E masturbarlo. è …si, piacevole e poi se lo mollavo ora avrebbe protestato, forse!
Incuriosito di vedere godere quel “pezzo di nero”, aumentavo il ritmo per vedere di che tipo, di che colore è il seme di un cazzo così scuro, quanto a lungo schizza. Mi accorsi di essermi eccitato, e questa catarsi mi fece muovere veloce la mano, ora questi pensieri ed altri desideri mi avevano sovreccitato. Poi magari quando ha finito ed è soddisfatto, e viene il mio turno, funzionerà così, e se lo faccio contento gli infilo attraverso il foro il mio e mi faccio svuotare le palle io, accidenti, anche il mio è bello duro ora! Non ci posso credere, sono eccitato e in tiro, sarà l'astinenza? Mai avrei pensato una simile situazione.

Mi trovavo così nelle mani due uccelli, il mio, più piccolo e bianco in una, che ora bello duro sfigurava meno, e quest'altro nell'altra, imponente, tutto nero e duro. Solo il glande è rossastro alla base ma diventa nero turgido e lucido nella punta della cappella. Iniziai a segarli a due mani in sincronia e con cura. Provo un paio di colpi di scherma con le due aste, ma è meglio accarezzarli. Quando lo facevo da solo non mi piaceva, ma ora averne due mi raddoppia il piacere! Di più.

Rido ancora, penso perversamente a lei, alla mia donna. Lo ho sempre detto che doveva provare con due, di questi cosi, e forse per questo arrossiva e si arrabbiava! Ma forse sapeva già che avevo ragione?
La faccenda iniziò subito a piacermi troppo, merda, rischiavo anche di godere io per primo, e non volevo. La solita gara. Volevo far venire prima l'altro, altrimenti finiva il gusto. Potevo barare e smisi di toccarmi, mollando il mio al suo destino.

Sputando sulla mano libera provai a prendere bene la grossa “nerchia” a due mani, con la mano insalivata lubrificando quella punta e chiaramente sentii che dall'altra parte si approvava la novità. Era ben caldo e presto seccava, serviva bagnarlo.
Però io pure l'apprezzavo, mi ero immedesimato troppo e con un paio di sobbalzi il mio pene abbandonato, piegato verso il basso, quasi a vergognarsi di fronte a quel palo nero e turgido, iniziava a sgocciolare del liquido trasparente dalla punta.

Eh no! Stavo ancora rischiando la sconfitta. Non amo perdere, e volevo uscirne vincitore e a testa alta. Presi un po' di umidità dlla mia punta per umettare la mano ma non bastava.
E se proprio dovevo… la dovevo giocare fino in fondo la partita! Anche perché la trovavo ora invitante questa strana sfida. Davvero, ma fin dove? Quanto rischiare ancora? Non so fin dove son disposto a spingermi ora, ma si, mi diverte e vediamo.

So per certo che finirà con uno schizzo, ma quanto resisterà ancora questo bel giocattolino?
Controllo io e mi fermo quando voglio, ed ora voglio continuare: lo voglio proprio, così avvicinandomi e chinandomi decisi di provare a sputarci sopra per lubrificarlo e manipolarlo meglio a due mani, un massaggio rapido con le mani a preghiera e il cazzone in mezzo, lo insalivo da sopra, provo poi anche a soffiarci, vicino con le labbra per poi leccare timidamente di lato quell'asta che spuntava tronfia come un totem dal muro di fronte.

Ora inconsapevole leccavo i corpi cavernosi e le calde vene, e senza che sia estraneo pian piano mi avvicinai troppo.
Mi inginocchiai per esser comodo e con la bocca provai a saggiarne quel palo scuro dal lato. Da vicino l'odore pungente sembrava quello del cuoio caldo, profumato come … l'odore della pelle del mio portafoglio! (Ma che strano accostamento di pensieri, il borsello, i soldi … si, il biglietto in fondo l'ho pagato, ma si, godiamo lo spettacolo da prima fila).

Mentre confuso dal momento magico tentavo di saggiarlo ancora di lato, leccando e soffiando e a piccoli morsi, sentivo gemere e mi sistemavo meglio spostando la testa di fronte. Un guizzo quasi a cercarmi, quel missile nero si indirizzò verso la mia bocca e mi ritrovai a baciarlo, brevemente, anche sulla grossa punta, che bella sensazione, è molto più morbida dell'asta. Teneramente piacevole. Un gesto erotico, che ripetei. Questo contatto ravvicinato si che sapeva di maschio, con un gusto più forte della mia stessa pelle, (ah, mi sovviene il gusto della pelle quando mi capitava di leccarmi o annusarmi sotto le ascelle, il mio sapore è più delicato, meno selvatico! Questo nero è inebriante, una droga.

) Ma? Che fa ora, si estende tutto e bussa ancora alle mie labbra! Cerca la bocca! La mia bocca?
No bello, non puoi pretendere che ti apro la bocca! Mai!
Proprio incontenibile, un'altra e ancora spinge più forte e finì quasi per aprirmi le labbra, con l'impeto violandole e finendo contro i denti ancora serrati.
Sentii imprecare ed improvviso vidi allontanarsi verso il foro quel mio compagno di gioco. E no, non ti lascio così! Ora, per scusarmi, lo riprendo con le due mani e masturbandolo lo riporto io alla bocca semiaperta, cercando un morbido bacio di pace, leccando e insalivandolo sul glande, ma con un guizzo, (cazzo che lungo) la punta penetrò, nonostante ora mi allontanassi ritroso.

Era guizzato in bocca con tutto il glande poi seguito dalla lunga asta turgida, oh, che bello, non s'è offeso! Tenerlo in bocca non è male, pero! Caldamente mi spingeva verso la gola. Lo aiutai avvicinandomi ed inghiottendo meglio, bello! Maledettamente eccitante! Questa è la gioia della donna? Mi piace. Provo ora a baciarlo e a spompinarlo meglio, è davvero eccitante! Sono io che faccio godere questo cazzo, o e lui che mi provoca tutto questo piacere? Desidero ora farlo godere così! Davvero?
Sento già ora un sapore salato, gustoso, che esce con del poco liquido.

Ora dall'altra parte arrivavano dei grugniti di approvazione, e lo stesso farei io, se non avessi la bocca occupata, avvicinando la testa mi impegnai in un pompino. Sono ubriaco? O cosa? inutile negare; mi piaceva, e col pensiero che lo sto rendendo sempre più soddisfatto, forse troppo, il petto mi batteva impazzito. Fa caldo, e ho superato il punto di non ritorno. Sento che ansima e che posso far meglio, giocando con questa estremità come so che si deve fare, e complice provo ad esser più bravo di qualsiasi donna, anche della mia compagna, che a volte non sa tenere il ritmo o dove leccare o succhiare.

Cerco con la lingua di lambire bordi del glande dentro la mia bocca e con dei movimenti continui, alternati ma costanti lo voglio far impazzire, come se fosse il mio. E' mio. Muovo la bocca e la testa verso questa fonte di piaceri, lecco il frenulo. Incurante delle conseguenze ora aumento il ritmo. Potrebbe sborrare in ogni momento e riempirmi la bocca e schizzarmi la faccia, ma non mi importa più. Riprendo a leccare, è una gioia e riprendo fiato tirandolo fuori dalla bocca: dopo averlo succhiato a fondo non lo posso tenere in gola ancora, stavo soffocando, sento che piace e mi piace, sono troppo infoiato, ubriaco di questo sesso?
Tenendo la punta con la mano e sollevando l'asta e appoggiandola al muro, proseguii questo divertente gioco leccandolo dalla parte più bassa, da sotto, partendo dal sacchetto dello scroto, dirigendo la lingua verso l'alto, seguendo con il leccare il lungo rigonfiamento che corre da sotto il membro fino alla punta.

Lo sento, freme di piacere, poi riprendendo la punta in bocca fino in fondo alla gola, sentì che era sempre più pulsante e “contento” da altri succhi che ora emana, lo stavo tenendo vicino all'orgasmo! Gli rifeci la leccata da sotto l'uretra, questa volta la mia mano era serrata alla base impugnandolo ad anello, deciso ma morbido, spingendo di più con la lingua, come per spremerlo, e vidi delle gocce trasparenti formarsi invitanti nella punta, le stesse che uscivano già filanti dal mio glande.

Che faccio, ora? non le lecco, no, le provo, saranno buone? Potrei guardarlo godere, ma voglio aspettare, lo stringo alla base con una mano, lo faccio aspettare, e gli lecco la punta?! E se mi viene sul viso? Non voglio, ma no, no, con la lingua giro attorno al glande, e la goccia trasparente ora aumenta. Si, a me sarebbe piaciuto questo gioco di lingua! Quel liquido profumava come di selvatico. Sopra quella grossa ciliegia nera sembra dire: “inghiottimi”.

Ed ora usciva colando trasparente e filante, con un dito ne provo la consistenza, sembra miele, lascia un filo tra il mio dito, ormai distante, e il foro da dove era uscito. Finora il gusto non mi dispiace, chissà com'è il resto del piacere. Oh, il buchetto ora pulsa rigonfio Prima era solo una fessurina. ma ora è pronto ad esplodere! Che effetto inebriante ed irresistibile esser qui vicino a questa magnificenza, si, lo manovro come voglio e in me ho deciso: ci metto la lingua, e il gusto dolce e salato insieme non danno fastidio, anzi mi inebria ulteriormente e mi spinge a riprendere a succhiarlo anche da sopra: ormai mi vedevo impazzire, ero diventato una troia assetata di sesso!
Con la bocca insalivata lo ingoiai vorace, spingendo l'asta fino in fondo, cercando di ingoiarlo del tutto, ma potevo solo coprire poco più di metà!
Dopo un paio di rapidi su e giù, prima che potessi far nulla per impedirlo mi ritrovai a godere, sorpreso ora da due calde esplosioni piacevoli, una dentro la mia bocca piena di fiotti caldi di sperma, che desideravo e temevo.

Certo sapevo quel che sarebbe successo, e non volevo più evitare, non li volevo sul viso, ma inghiottire famelico. Questo schizzo caldo, appiccicoso e disgustoso, era dentro di me! ma non era sgradevole, è dentro di me? l'anelavo e lo temevo in un' orgasmo simultaneo! Non mi controllavo più. Succhiavo e gemevo.
Nello stesso tempo sentivo l'altra esplosione, forte come mai dal mio basso ventre veniva l'altro orgasmo caldo, stavo pure io eiaculando e godendo, con getti abbondanti e continui come mai prima, sborravo ed innaffiavo il pavimento e la parete.

Dal piacere mi trovai a risucchiare e deglutire con avidità i fiotti che ora meno intensi continuavano a riempirmi la bocca. Mi sembrava di avere il mio sesso in bocca, che godevo al mio stesso pompino, e continuai a pomparlo e succhiarlo con foga, facendomi godere con gusto!
Faticavo ora a contenere in bocca l'intruso che mi pompava gaudente quel liquido caldo, mi pareva una sborrata abbondante, godevamo come due maiali!. Non riuscivo certo a tenerla tutta in gola.

Non ne apprezzavo ora i sapori che uscivano, e se non mi piaceva sentire troppo quel gusto avanzare verso il palato e la lingua, preferii deglutire per allontanarlo, e per incanto il gusto intenso passò oltre cambiando e migliorando tutte le mie sensazioni. Esaurivo la mia fame.
Continuai però a succhiarlo. Ora i getti più densi ed appiccicosi che stavo bevendo direttamente dalla fonte erano meno sgradevoli, anche se più gelatinosi ma insipidi.

Attimi di gioia che si dilatano nel tempo, che solo chi prova piaceri intensi può condividere. Attimi d'estasi. Avevo goduto di un' orgasmo per me nuovo, che mi aveva svuotato sotto e riempito la bocca, la mia bocca che ora godeva del calore. Mi sentivo la bocca strana, calda con labbra lisce e quasi secche, la lingua tesa ma formicolante, e mi lasciarono gonfio e caldo, ma anche una sensazione di calma…appagante! La testa vagava inebriata nel nulla! Mi rilassai, cullando un attimo questi pensieri e il piacere spari.

Improvviso.
Ehi! Dov'è…Mi ero distratto, cercai ancora il mio giocattolo nero, ma era già sparito, nel buio. Peccato pensai!
Andato via. Non m'ha nemmeno ringraziato o salutato. Lo avrei fatto io per il piacere che ci siam dati!
Avrò mai a tiro un' altro bel cazzone nero così!!!

Il secondo che arrivò poco dopo, mentre sospiravo affannato e confuso in attesa, era bianco, quasi simile al mio, che però s'era già ritirato a riposare.

Mi gettai subito nel secondo servizio di bocca, come per riprender il piacere interrotto, e per nascondere dalla mia vista quel cazzo bianco che spuntava e lo inghiottii fin in fondo, fu più facile anche per le minori dimensioni e già esperto lo sapevo tenere in bocca meglio. Io non mi eccitai né godetti come prima, ma provai lo stesso un piacere perverso a farlo venire ben presto nella mia bocca, deglutendone tutto il piacere.

Feci attenzione alle sfumature, ne assaporai il gusto differente, quasi di latte che aveva fin dalla pelle, potei affinare la mia tecnica senza ottenerne pari soddisfazione. Ma fu una soddisfazione di bocca pura, succhiai lo sperma con più avidità. Cosa che poi ripetei anche con un terzo e poi con un quarto sesso che a turno arrivarono in successione di fronte al foro, come mosche sul miele, e che succhiai per il gusto di assaporare quelle sensazioni di far godere un uomo con la bocca! Sapevo come succhiare e far godere ma mi assaporai per bene i pompini, concentrandomi.

Ancora non godendo come prima, anche se io feci di tutto per farli godere per bene come si deve.
Mi erano piaciuti meno? Mah!
Che schifo, ma cosa stavo facendo?
Ora sembrava avessi fatto una doccia fredda e mi fossi svegliato, ero sudato e appiccicoso. E stanco. Volevo andar via. Non potevo continuare così per tutta la sera.
Adesso mi vergognavo di me stesso, ero forse diventato un frocio succhia-cazzi? E perché no? Se esserlo è così non mi interessava i giudizi di chi non sa.

Mi ero divertito, altro giudizio non era possibile. E non mi pentivo.
Chi non conosce non deve giudicare! Riempirsi la bocca di sentenze, non fa più per me. C'è di meglio che parlare.
Con questi pensieri in testa mi ricomposi alla meglio, con un fazzoletto mi ripulii e cercai l'uscita.
No, mai rimpiangersi, era successo, in parte mi è piaciuto. Quante gioie ci si perde per dei pregiudizi! Pensai solo che per la serata era abbastanza, mi ero sfogato e divertito ma che questo locale, con le sue sorprese meritava altre visite.

Finché ero in zona, potevo riprovarci. Ci sarei venuto più preparato, cercando e offrendo piacere. Accidenti, di certo avevo anche goduto come un maiale. In fondo che alternative migliori per le settimane seguenti potevo avere?
Si, di sicuro l'aria fresca della sera mi schiarii le idee, e camminando presi volentieri la pioggia del leggero temporale, contento di questa nuova esperienza.
Sorridendo pensai che, una volta tornato a casa in un posto così io ce la porto la mia compagna! Resterà turbata o si divertirà con me? O anche no? Non come un'ossessione, ma per cambiare, per fargli provare.

Però non so, forse alla fin fine si prenderebbe lei tutto il gusto e non potrei certo farci nulla, forse non di fronte a lei, e lei stessa non mi lascerebbe far nulla!
Capirebbe? No, si? Forse?. Si, forse lo farò con la mia donna.
Questa è la mia storia. Ed ora, mio ascoltatore forse sono qui con lei!”
Pausa.
“Bene ora sai tutto chi di noi inizia per primo?”
Salmacius 2012/2013.

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