Il cazzo di mio cugino

Mi chiamo Lina ho 28 anni e sono quella che nel gergo moderno del porno viene definita una BBW, cioè una Big Beautiful Woman, vale a dire una bella ragazza ma dalle forme abbondanti, molto abbondanti. Sono alta quasi 175 cm, bruna ma amo tingermi i capelli biondi, porto la settima taglia di reggiseno e la taglia 54 di pantaloni. Ho tutto molto abbondante dal seno alla pancia al mio bel culone e al mio fidanzato tutto ciò non dispiace affatto, anzi i miei rotolini di tenera ciccia lo fanno eccitare come un porco e io non posso che goderne appieno delle sue immense erezioni per me.

Non è di lui però che vi voglio parlare ma del suo cugino più piccolo, un ragazzetto di appena venti anni che ne dimostra ancora meno per via del suo bel faccino da adolescente e del suo fisico ancora da ragazzino e che a dire la verità non mi è mai piaciuto; preferisco di gran lunga gli uomini veri come il mio ragazzo con la barba incolta e le braccia possenti. Fin da quando lo conobbi, mi ero accorta che mi fissava le tette ma la cosa non mi infastidiva più di tanto, poiché con le mie magliette scollate non avevo affatto intenzione di nascondermele, e poi tra i tanti vecchi bavosi che mi fissavano figuratevi se non mi faceva piacere che un giovanotto si eccitasse per me.

Il rapporto tra noi due non era mai andato più in là del semplice incontro a casa mia o del mio ragazzo e della chiacchierata riguardo alle cose più futili finché tutto cambiò circa un mese prima del mio matrimonio. Avevamo prenotato il tutto per la fine di luglio, così decisi fin dall’inizio dell’estate di fare il possibile per avere una pelle perfettamente ambrata e per essere bella nel mio vestito: approfittavo perciò di ogni domenica di sole per abbronzarmi un po’.

La svolta ci fu quando una sera a casa mia c’erano il mio ragazzo, il suo cuginetto, i miei fratelli e altri amici e si cominciava a parlare delle vacanze e del mare: io proposi di andarci tutti insiemi ma nessuno di loro, eccetto il ragazzino, poteva per via del lavoro o di altri impegni e a dire la verità ci rimasi un po’ male. Chiesi al mio fidanzato se potevo farmi accompagnare da suo cugino poiché da sola non ci sarei mai andata, e lui accettò senza pensarci due volte, in fondo cosa aveva da temere, era suo cugino mica uno di quegli amici di cui era sempre stato geloso.

Così l’indomani il giovanotto di cui vi parlavo venne a prendermi sotto casa di buon ora e partimmo felici e spensierati per una bella giornata di mare. Era appena la metà di giugno per cui le spiagge erano quasi deserte e sul tratto di litorale dove andammo, noi non c’era assolutamente nessuno e per giunta era pure abbastanza nascosto dalla vegetazione: ci ritrovammo così noi due su una bella spiaggetta solitaria con una sabbia finissima e un mare cristallino.

Ci spogliammo ed io corsi subito a fare il bagno lui intanto piantava l’ombrellone e si godeva quel bel sole. Quando tornai all’ombrellone, notai come mi fissava da capo a piedi e si godeva le mie morbide curve strette nel costumino bianco che avevo. Era un pezzo unico ma solo dopo essere uscita dall’acqua mi resi conto che lasciava intravedere molto più di quanto volessi io: aveva una ampia scollatura e nuotando buona parte delle tette era fuoriuscita e i capezzoli inturgiditi dalla temperatura dell’acqua mancava poco che facessero capolino dal mio costume; in più mi resi conto che quando era bagnato diventava alquanto trasparente e la cosa mi mise un po’ a disagio sebbene mi sentivo tranquilla a stare li con quello che oramai consideravo il mio cuginetto.

Dopo essermi asciugata, mi spalmai la crema protettiva e la misi anche al mio accompagnatore e notai solo allora che il suo fisico era si molto asciutto, ma i suoi muscoli erano ben sodi e duri e strofinare quel corpo con le mie mani non mi dispiacque affatto. Passammo una bella mattinata tra bagni di sole e di mare e a raccontarci cazzate varie con sottofondo di buona musica e cominciai ad apprezzare quelle che erano le sue forme più intime; era meraviglioso stare a guardare quel costume bagnato che si avvolgeva attorno al suo pene che anche se non duro era di dimensioni considerevoli.

Era quasi l’ora di pranzo, il cugino era in acqua e io mi godevo gli ultimi minuti di sole prima di mangiare distesa ad occhi chiusi quando all’improvviso mi sento tirare per le caviglie ed era lui che voleva trascinarmi in acqua di peso; cominciai a ridere compulsivamente pregandolo di lasciarmi perché mi entrava la sabbia nel culo ma lui non voleva saperne così d’istinto cominciai ad agitare i piedi sperando che mollasse la presa, colpii però le sue parti basse infatti mollò si la presa ma si accasciò portandosi le mani all’inguine.

Ne fui davvero dispiaciuta e subito cercai di capire se si fosse fatto molto male così lo aiutai a mettersi seduto e a fargli tenere le cosce allargate per dare spazio ai suoi gioielli di famiglia; lui ancora si massaggiava la parte dolorante e cercava di tranquillizzarmi dicendomi che non si era fatto poi così male perché l’avevo preso di striscio, ma io ero davvero mortificata così senza pensarci aggiunsi la mia mano alla sua aiutandolo nel suo massaggio testicolare cercando di fargli passare il dolore.

Avevo ormai già cominciato a toccargli le palle quando realizzai cosa stavo facendo e mi bloccai guardandolo negli occhi e lui senza batter ciglio mi prese la mano e continuo a farsi massaggiare le palle e a farsi indurire il cazzo: io ero in preda ad un specie di estasi e non sapevo cosa fare avevo una mano sul suo pacco e il suo viso a pochi cm dal mio; mi sentivo pervasa da sensazioni ed emozioni contrastanti da un lato pensavo che stavo praticamente masturbando mio cugino e che non mi dispiaceva il sul cazzo tra le mani, dall’altro che tra un mese o poco più avrei dovuto sposarmi col mio fidanzato.

Non ebbi il tempo di decidere se fermarmi o no che il mio cuginetto dalle palle doloranti mi baciò appassionatamente portando una mano dietro la mia testa e riempiendomi la bocca con la sua lingua, a quel punto non ebbi più la forza di res****rgli, e sentii la mia fighetta che si bagnava in un modo osceno. Mi spinse indietro e mi saltò addosso mi baciò ancora per alcuni secondi e si alzò si tolse il costume e liberò quello che era un cazzo davvero considerevole: lungo grosso e venoso lo afferrai con una mano e me lo infilai direttamente in gola, era enorme nella mia bocca quasi non respiravo ma lo volevo, lo volevo tutto e così comincia a succhiargli e leccargli con foga quel suo bel cazzo duro; non me ne fregava nulla che fosse il cugino del mio fidanzato ora era un cazzone duro che volevo far sborrare a tutti i costi.

Lui mi spingeva sul suo cazzo e io aprivo la mia bocca per farlo scendere nella gola con una naturalezza che si associa a due amanti fissi: dopo alcuni minuti lui volle una sega spagnola così liberai le mie tettone e mi distesi aspettando il suo cazzone che in un attimo fu in mezzo alle mie due sfere di carne che si strinsero con forza attorno al suo pisello. Cominciò letteralmente a scoparmi le tette e mi piaceva da impazzire tanto che mugolavo manco fosse nella mia fica, dopo poco mi disse che stava per venire e io aprii la bocca per fargli capire che volevo mi sborrasse direttamente in gola e così fece; mi scaricò in gola una quantità di sperma caldo e denso mai vista prima nemmeno col cazzo del mio ragazzo: sei o sette fiotti mi inondarono la bocca e mi scesero lungo la gola, ingoiai tutto ed era bellissimo e di un sapore stupendo.

Continuai a ciucciare ancora un pochino quel pisellone finché mi fece alzare e mi spogliai del mio bel costumino liberando il mio corpo voluttuoso, mi fece allargare le gambe e si inginocchio avanti alla mia fica cominciando a baciarmela e leccarmela, era fantastico non me l’avevano mai leccato così prima e mi piaceva da morire, non lesinai in grida o mugolii tanto nessuno ci avrebbe sentito, e spesso gli spingevo la testa contro la mia patatona per godere ancora di più; ogni tanto si staccava e mi guardava negli occhi aveva la faccia completamente ricoperta dei miei succhi e non ne aveva mai abbastanza, mi diceva quanto gli piacevo e tornava con la testa la in mezzo a farmi godere come una vacca.

Dopo dieci minuti buoni di sesso orale venni copiosamente sulla sua faccia, schizzai i miei liquidi nella sua bocca sul suo viso, persino la sabbia era bagnata della mia fica fradicia; mi aveva fatto godere come poche altre volte nella mia vita tanto che quasi non mi reggevo in piedi così mi inginocchiai avanti a lui e gli ripulii il viso con la mia lingua mentre con una mano gli afferrai il cazzone che era tornato ad essere di marmo e gli sussurrai all’orecchio “fottimi senza pietà”.

Non se lo fece ripetere mi girò e mi mise a pecorina mi afferrò per i fianchi e mi piantò quel cazzone enorme nella fica in un sol colpo, quasi non ebbi voce per gridare così rimasi a bocca aperta a ricevere quelle botte di cazzo dentro di me fortissime e con un ritmo lento e costante. Mi faceva quasi male ad ogni colpo che sembrava mi stesse entrando nella pancia, ma cazzo se mi piaceva quando mi restava dentro, mi sentivo riempita e godevo del suo cazzone dentro di me; un po’ alla volta cominciò ad aumentare il ritmo e a diminuire l’intensità dei colpi fino a che sembrava un martello pneumatico dentro di me, era velocissimo e lo sentivo che mi sparava quel cazzo dentro senza sosta facendomi bagnare come una vacca e facendomi venire ancora.

Mi scopava da minuti interminabili e ormai ero in balia del suo cazzo e gli chiesi di sborrarmi dentro; mi disse qualcosa ma in preda al godimento e al piacere che quel cazzo mi dava non capii e gli gridavo solo “si si, vai così ancora, non fermarti”, stavo per venire di nuovo quando mi sentii inondata dentro da una quantità di sborra calda e densa mi diede un piacere immenso che ebbi un nuovo orgasmo, le mie braccia non avevano più forza e mi accasciai con il viso sulla sabbia, il culo all’aria e quel suo cazzo ancora dentro che dava gli ultimi colpi finché restava duro.

Quando uscì dalla mia fica mi distesi di schiena a gambe larghe e gli chiesi di venirmi vicino, nudo con quel suo pisellone a penzoloni mi venne vicino, mi baciò e mi disse quanto ero bella e quanto aveva goduto. Io gli diedi un bacio sul pisello e gli dissi che da quel momento ogni goccia della sua sborra sarebbe stata mia, rise e mi diede un altro bacio.

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