I tradimenti della contessa Marina

La protagonista di questa vicenda è una donna matura di età compresa tra i 41 ed i 47 anni, che suo malgrado si trova a tradire ripetutamente il marito confessandolo candidamente.
Ma partiamo dall'inizio: da quando la fanciulla era una bambina e poi una ragazzina preadolescente. Nasce in una famiglia agiata grazie al padre dirigente di azienda spesso assente per lavoro e alla madre casalinga nullafacente per tutta la vita. Riceve un'educazione molto libera e moderna senza divieti e limitazioni, e fin da ragazzina “gode” di molta libertà di movimento e di comportamento, tali da permetterle di partecipare assiduamente a festicciole e serate in discoteca, dove approccia i primi ragazzini e apprende i primi rudimenti sessuali.

La protagonista è subito molto matura per la sua età, con forte carica ormonale e fin da subito con grandissima lubrificazione della passera, elementi questi che la portano a cercare assiduamente contatti erotici con i maschi della zona. All'età di 13 anni perde la verginità per amore (termine ironico che mai per tutta la vita caratterizzerà i suoi rapporti) con un tipo più grande di lei, e da quel momento sarà un crescendo di scopate e pompini con una miriade di giovani del luogo che apprezzano la sua predisposizione.

Tutto trascorre tranquillo fino ad un evento traumatico che la condizionerà per tutta la vita. A 16 anni incontra un ragazzo molto piacevole e dotato che la fa stare bene per un po' ma che ad un certo punto della relazione crea una breccia insanabile.
Il ragazzo la poteva scopare solo nei fine settimana in quanto militare, e durante un incontro domenicale la sventurata aveva il ciclo per cui la passera era off limits.

Lui propone la sodomia per risolvere il problema, ma date le dimensioni del suo attrezzo e la scarsa predisposizione della tipa, il coito risulta molto doloroso per lei quanto piacevole per lui. Le inculate si ripetono ancora un paio di volte oltre a quella, a suo dire contro la sua volontà, e sempre a casa di lei in assenza dei genitori, a sentire lei solo per non deludere il fidanzato, ma avvengono in una posizione scomoda per lei, con lui sopra e lei sotto a pancia in su e con le gambe aperte, per cui viene bloccata e chiavata nel culo senza che possa muoversi o divincolarsi.

Queste penetrazioni violente, al limite quasi di uno stupro, con abbondante eiaculazione finale, data la notevole resistenza del tipo, le provocano la dilatazione dell'anello sfinterico e notevoli lacerazioni.
La storia finisce presto e lei non accetterà mai più rapporti anali completi per tutta la vita. Tra i 17 ed i 18 anni la troia conosce il futuro marito. Il termine troia viene in questo caso usato per indicare una zoccola che fa sesso solo per piacere e non per soldi o carriera, casistica questa che contraddistingue una vera puttana, ma vedremo in seguito che nella nostra storia le due definizioni in momenti diversi saranno equipollenti.

Il fidanzamento che porterà al matrimonio crea un rapporto di circa venti anni, con un uomo che nel tempo si rivela poco romantico e creativo sotto le lenzuola, con gravi problemi di eiaculazione precoce e quindi scarsa resistenza durante la penetrazione. Lei ama succhiare l'uccello al suo uomo e farsi anche leccare la fica, ma lui non gradisce e si limita per venti anni a rapporti frequenti, ogni due giorni, ma brevi, due/tre minuti massimo, prima e dopo il matrimonio, con chiavate classiche senza variazioni.

Lei spera in un miglioramento futuro ma per noia ed abitudine non se la sente di cambiare compagno e giunge al matrimonio.
Nel frattempo però nascono insoddisfazioni lavorative per lei, laureata ma non appagata, e la mancanza di dialogo tra i due è palese già prima del matrimonio, tanto da farla cadere nel primo tradimento con un primo collega più giovane circa una mese prima delle nozze. Come le accadrà altre volte, infatti, lei soddisfa la ricerca di dialogo e comprensione con la ricerca di un nuovo uccello prestante e poco impegnativo, quasi un paradosso: ricerca conversazione e risolve con lunghe chiavate senza proferir parola, dove le uniche espressioni sono i mugugni e le urla di piacere.

Tra i due nascono i primi ammiccamenti, le uscite al venerdì sera da soli, e si fanno quattro belle trombate in un mese, sempre in macchina, all'insaputa dello sventurato futuro marito.
I due amanti, però, sono talmente maturi e razionali, che si ripromettono di non vedersi più per salvare il matrimonio di lei, già programmato da tempo. L'occasione è troppo ghiotta per raggiungere i suoi scopi: sposare un uomo ricco e gentile per poter fare figli in serenità e rasserenare la famiglia.

Si celebra il matrimonio e la vita per lei scorre felice, apparentemente, con scopate a nastro, veloci come al solito, senza fantasia, con l'unica variazione della cavalcata con lei sopra e addirittura un cuscino sotto di lui per potersi impalare meglio sul suo uccello non particolarmente generoso e resistente. Lei impara così a scoparselo per venti anni con il preservativo (ufficialmente per evitare danni non programmati, ma in realtà ritardante per ovvi motivi) ma contorcendosi sempre più velocemente per raggiungere il godimento prima della sua eiaculazione, a causa dei citati problemi di durata.

Lei programma il primo figlio, e sembra tutto filare liscio come nelle migliori famiglie, ma la noia e la solitudine iniziano a palesarsi. Ma non riesce a cambiare, proprio per l'ottima posizione lavorativa del tipo, consulente privato delle aziende della zona, con una villa enorme regalata alla coppia dai genitori di lui, ricchi latifondisti e dunque proprietari terrieri, e non ultimo i patrimoni ormai uniti delle due famiglie che lei perderebbe in caso di separazione.

Ma i genitori del marito sono ormai anziani, per cui lui dopo la giornata lavorativa come impiegato, trascorre i pomeriggi ed i week-end estivi a lavorare nei campi, per mantenere il tenore di vita.
La coppia, si rilassa comunque abbondantemente sfruttando una casa al mare d'estate ed una in montagna nei mesi invernali e nei fine settimana estivi, dove proseguono anche le chiavate ormai per abitudine e per sfogo. Lei non confessa mai i suoi pensieri ed addirittura pretende il secondo figlio, che arriva puntualmente come da programma a tavolino.

Da sottolineare il comportamento cinico ed ipocrita della signora, che a parole si dichiara non religiosa e non attratta dal matrimonio, totalmente apolitica e disinteressata delle istituzioni, tanto da non essere mai andata a votare, come il suo burattino, ma che ha programmato tutto nei minimi dettagli, con matrimonio religioso, civile e procreazione, per sistemarsi economicamente (con casa comprata e sistemata dai genitori di lui come detto).
La frase “è sempre meglio mettere una firma su un contratto”, nel matrimonio esce sempre più di frequente dalla sua bocca.

I figli crescono e la vita scorre noiosa, con lui sempre a lavorare e lei chiusa i sabati e le domeniche nella villa ad annoiarsi, in quanto non avvezza ai lavori domestici quali pulire casa, lavare e stirare, in quanto adeguatamente espletati prima da una colf e poi dalla madre di lei nullafacente, anche come baby sitter.
Il marito, dopo anni di intimità ed esperienza è felice di aver sposato una donna che lo eccita moltissimo, e si lascia chiavare, per i suoi standard, ogni volta che vuole.

Spesso arriva a casa voglioso e, con i bimbi che giocano in sala, chiudono a chiave la porta della cucina e se la scopa velocemente da dietro sul tavolo dedicato ai pranzi di famiglia.
Ormai la noia, la routine ed il sesso poco appagante proseguono stancamente, ma lei nota che raggiunge sempre con facilità l'orgasmo, per cui non si lamenta. Ad un certo punto, la madre della sposa si ammala e tutto cambia.

La poverina si trova sola a dover fare tutto, con un marito poco presente e collaborativo, ed una famiglia di lui che non aiuta in alcun modo. Lentamente la troia si allontana dal marito mentalmente, anche se continua a scoparselo frequentemente per cui lui non si accorge di nulla, ma la porca comincia a guardarsi intorno per cercare soddisfazioni maggiori e per una sorta di qual desiderio di vendetta nei confronti di un uomo che ha fondato tutto sul denaro ma è poco amorevole e sentimentale, anche nei momenti difficili della madre di lei.

In quel momento arriva un collega nuovo e lei ricomincia a fantasticare. Prima prepara il terreno, controlla tutto nei minimi particolari e le circostanze e poi agisce con estrema lucidità e ferocia. Il collega è un po' più giovane, timido introverso ed arriva da una vecchia delusione dopo una relazione di cinque anni finita a causa di un tradimento con un extracomunitario da parte dell'ex fidanzata meridionale.
Il ragazzo non si riprenderà più dal trauma, forse anche per debolezza, ma è il soggetto perfetto per il piano orchestrato dalla nostra bella troietta.

Il collega non ha affetti, non ha amici, in famiglia è considerato un fallito e sul lavoro è solo un tappabuchi senza aspettative di carriera, per cui è il soggetto ideale da sedurre. Lui non ha mai avuto esperienze sessuali con una bella ragazza, l'unica che si è scopato è quella che poi lo ha lasciato dopo averlo cornificato con un nero, ed era pure brutta, piccolina, grassa, senza tette e con un culo enorme.

La troia invece è una bella donna, non magra ma perfetta nelle forme, con grosse tette, lunghe gambe magre e fianchi da vera porca, inoltre è molto disinibita, adotta un linguaggio molto scurrile e ama vestirsi discinta.
Il ragazzo non capisce subito e in un primo momento scopre una bella amicizia nata con la collega, che è sposata, per cui, per i propri principi morali, non si azzarda neppure ad immaginare che possa essere interessata a lui dal punto di vista sessuale.

Il ridicolo della vicenda raggiunge il culmine quando la donna inizia a vestirsi molto poco, con abitini corti che ad ogni movimento lasciano intravedere il perizoma e le tette, senza che il marito al mattino vedendola uscire così le chieda nulla sul suo comportamento, e senza che il collega si degni di approcciarla il qualche modo, mentre tutti gli altri colleghi pare avessero ormai capito da tempo. Ma dopo circa un anno di tentativi, lui finalmente capisce e vista la propria condizione di tristezza e solitudine accetta un primo incontro sulla macchina della collega per un saluto veloce con lei in partenza per le vacanze al mare.

Appena salito in macchina lato passeggero, lei lo bacia, gli prende una mano e se la infila tra le cosce, lui stordito sente con due dita subito conficcate nella fica una lago di umori per una grandissima voglia di cazzo, la sditalina un po' e poi le tira fuori le tettone ed inizia a succhiarle. Non gli sembra vero di avere una visione simile, una vacca vogliosa con le gambe aperte e le tettone di fuori tutta bagnata, con i capezzoli che ad ogni poppata diventano grossi e duri, inseriti in un'areola che è quasi larga come la mammellona.

Ma lei, da vera troia, dice che sono in pieno giorno, in macchina, in un luogo non appartato ed è in ritardo per cui deve partire per la montagna e a breve per il mare, e lo lascia così col cazzo duro e come unica consolazione la solita sega serale. Lei passa quindici giorni nella casa al mare spensierata, con spiaggia al mattino, shopping al pomeriggio e chiavate serali, ma con sempre una voglia pazzesca di scoparsi il collega, anche se in realtà non sa nulla di come scopa, non gli ha mai visto l'uccello e soprattutto non ne conosce la resistenza durante la trombata.

Ma l'eccitazione e la curiosità per un nuovo amico che ormai pensava di non poter possedere sono alte e così programma l'incontro fatidico. Da vera porca irriconoscente organizza il tutto lo stesso giorno in cui tornano dal mare, con una scusa esce di casa per andare al supermercato (non hanno nulla da mangiare dopo 15 gg di mare), lascia a casa il padre con i bimbi, che tanto saranno impegnati ad una festa, ruba un preservativo dalla shitola in casa che usa giornalmente con lui, e corre all'incontro.

Il momento è emozionante, ma c'è poco tempo ed il primo pomeriggio è molto luminoso, allora i due scelgono di andare in macchina in una stradina di campagna e si trasferiscono sul sedile posteriore. I vetri oscurano leggermente e nascondono le loro ombre ma la campagna non eclissa completamente l'auto, tanto che ci sono alcuni ragazzini che passano ripetutamente intorno e ridacchiano tra loro.
Appena posizionati, la vacca inizia a limonarsi il suo nuovo amico e si sente tornare sedicenne, con sensazioni fortissime nella fica che inizia a bagnarsi come mai negli ultimi 15 anni.

Lui come al solito è imbranato, non sa bene come comportarsi, ha paura di fare brutta figura e quasi non parla, ma ha una grandissima voglia di fare sesso sfrenato e di fare tanti giochini erotici che con la precedente ragazza, unica peraltro della sua inutile esistenza, non poteva chiedere in quanto non graditi. Lei dopo i baci vuole subito l'uccello, allora si toglie minigonna e perizoma, non scopre neppure le poppe, glielo tira fuori dai pantaloni ed inizia a smanettarlo, anche se risulta da tempo duro ed eretto, anche se sperava fosse di dimensioni maggiori.

A quel punto lui non sa che fare, non avendo portato nulla, lei allora estrae il condom dalla borsetta e con grande imbarazzo di lui glielo calza sul cazzo con un solo movimento frutto di anni si esperienza. Sistemate le pratiche burocratiche, sempre senza dire una parola dolce, la vaccona salta con un balzo sulle gambe del collega e, inaspettatamente senza usare le mani, si trova impalata fino alla radice sul suo uccello ed inizia a cavalcare.

Il ragazzo non è abituato a tanta troiaggine ed inizia ad inarcarsi per farla godere al meglio, le accarezza il culo ma nulla più, cercando solo di mantenere un'ottima erezione per soddisfarla al meglio. Mentre la vacca se lo monta urlando da vera porca, lui scopre un altro particolare che gli fa indurire e gonfiare ancor di più l'uccello: con la mano sinistra le munge le tette, ma con la destra le mana il culo e sente il fiorellino che pulsa e si dilata ogni volta che lei sale per poi scendere di shitto e impalarsi fino alle palle, ma sopratutto sente un'incavo a forma di “V” all'attaccatura superiore delle natiche.

Guarda bene spostando la testa di lato e vede bene quella “V” tipica di quei bellissimi culi delle modelle porche che posano nude per le riviste patinate, e ciò lo ecciterà sempre come un toro da monta. Nota fin da subito che la tipa possiede una fica bagnatissima e molto larga, dovuta alle due gravidanze ed all'intensa attività sessuale dall'età di quattordici anni, e quindi non sente un granché, anche a causa del preservativo ritardante, perfetto per il marito ormai bi-cornuto, ma fastidioso per lui che non è mai peraltro riuscito a sborrare con il guanto con la prima ragazza.

Fortunatamente la troia apprezza alla grande la chiavata, sente benissimo strofinarsi la cappella nel punto giusto della fica durante la cavalcata, ed essendo abituata a scoparsi il cornuto ed a godere in tre minuti per non perdere il misero trenino, si scioglie in cinque minuti e gode come una cavalla in calore inondando di umori l'uccello del collega ed anche il sedile in pelle dell'auto.
Ora, però, si presenta un altro problema: lui ha molto apprezzato l'orgasmo di fica della vacca , sempre senza parole e mugolio, quasi strozzato essendo abituata a moderarsi per non farsi sentire dai bimbi, ma non riesce a sborrare.

Il condom e la posizione non favoriscono l'eiaculazione, così la vacca prende una decisione improvvisa: si estrae l'uccello dalla fica, gli sfila il guanto ed inizia a smanettarlo; a quel punto il collega si fa coraggio e le chiede di fargli un bel pompino. A lei non pare vero e, felicissima per l'occasione (per anni infatti non ha potuto succhiare il cazzo del marito onde evitare una venuta ancor più rapida) inizia a spompinare l'uccello che l'ha fatta godere pochi minuti prima.

Prima inizia a leccargli la cappella e poi affonda la pompa sempre più in profondità, aumenta il ritmo e la forza del pompaggio e vede che il maschietto resiste molto bene a tutte le sollecitazioni di mano e di bocca, così, ancora vogliosa, gli chiede di essere chiavata una seconda volta. Lui allora la prende, la butta sul sedile di schiena, le apre le cosce e le pianta l'uccello durissimi nella passera bagnata senza condom.

Alla porcona non sembra vero, poter chiavare senza pensieri e senza guanto, poter sentire tutto fino in fondo…. si lascia andare completamente ed assapora la chiavata contraendo la fica sul cazzo con voglia e passione. Lui la monta da vero toro e lei si lascia andare a piccoli urletti di piacere, lui non viene ancora ma la chiava come un trapano cambiando continuamente ritmo e profondità della penetrazione. La fotte per trenta minuti abbondanti da sopra senza calare il ritmo e lei si sente in paradiso, senza doversi continuamente fermare, per la prima volta in venti anni, per non farlo venire come capita con il cornuto.

Ma il tempo corre, così stringe la fica e gode per la seconda volta in pochi minuti come una gran troia in calore, urlando come una vacca da monta. Sente per la prima volta da anni di aver trovato un uomo che la fa godere da vera troia senza chiederle nulla in cambio e senza protezioni e preoccupazioni, in totale controllo del suo uccello.
E' ormai ora di scappare a casa dal cornuto, ma il collega è ancora lì con il cazzo duro; lei gli fa un bel bocchino da seduto, mentre lui le infila due dita nel culo bagnato, poi lui finisce il lavoretto con una sega veloce e le sborra un mezzo bicchiere di sperma in gola.

Lei ingoia tutto con estrema goduria, gli pulisce il cazzo con due leccate veloci e si riveste per tornare a casa.
Mentre si ricompongono la troia ha anche la faccia tosta di fare i complimenti all'amico e di fare confronti con l'uccello del cornuto, in particolare è rimasta colpita dalla durata della chiavata e poi dal sapore dello sperma, quasi alla vaniglia, che, a suo dire, in genere è molto acido mentre in questo caso le è piaciuto molto e l'ha ingoiato con vero piacere sino all'ultima goccia.

Si salutano e lei come nulla fosse, tutta sudata in quanto piena estate, e con un forte sapore di sperma in bocca, torna dalla sua famiglia con la fica larga e ancora grondante di umori. Nei giorni seguenti si vedono ancora, parlano tanto sul lavoro ed in auto, ma sopratutto chiavano alla grande. Dopo una scopata da urlo, nel vero senso del termine, lei pare non aver fretta di tornare e si fermano ancora a parlare, e lui le chiede esplicitamente di non farlo innamorare di lei per non creare una situazione pericolosa e triste, ma lei non risponde e lo bacia con la lingua.

La vita scorre tranquilla, sul lavoro l'intesa è perfetta, nei mesi successivi si vedono circa due o tre volte a settimana, sempre rispettando gli impegni di lei con i figli, che non devono sapere e non devono essere penalizzati.
Lei a casa è una mogliettina perfetta, continua a non svolgere alcun tipo di lavoro domestico ma si occupa a tempo pieno dei figli e del cornuto, che peraltro è totalmente assente per romanticismo e impegni dei figli nel doposcuola in quanto totalmente assorbito dal lavoro anche lontano da casa.

Lei ha ritrovato una certa voglia di chiavare anche con lui, forse stimolata dalle penetrazioni pomeridiane, ma cerca sempre, per una qual forma di rispetto nei confronti di tutti e due, di non farsi chiavare nello stesso giorno al pomeriggio dal collega e alla sera dal cornuto; ma forse il vero motivo è di non farsi trovare con la fica più larga del solito, per la scopata a nastro di pochi minuti prima che dura sempre dai venti minuti ai quarantacinque, e non ultimo il sapore di seme in gola dovuto all'ormai consueto ingoio di fine chiavata con il collega, fatti questi che farebbero venire dei dubbi anche al bonaccione del marito che non sospetta nulla.

Una sera di inizio dicembre, però, accade l'imponderabile e tutto il castello di bugie rischia di crollare: dopo cena i due mettono a dormire i bimbi e si accingono a guardare la tv prima di andare a letto, ma non ci sono film decenti per cui anticipano la nanna. Una volta arrivati in camera lei va a letto e lui, come accade sempre dal giorno del matrimonio quando c'è l'ha duro, si sfila i calzoni e di calza il preservativo senza parlare o chiedere alcunché e si dirige verso la sua passera per chiavarsela, peccato che lei poco più di 3 ore prima si sia fatta già una doppia trivella con il collega che l'ha fatta godere per due volte in 40 minuti di trapanate con il suo uccello in erezione perpetua, per cui ha la fica particolarmente sensibile e per la prima volta completamente asciutta.

La troia non sa che fare ma decide di prenderlo come le altre volte in allegria, tanto, pensa, in due minuti finisce e dorme. Invece alla prima penetrazione sente un forte dolore, spinge via il cornuto e non accetta di riprovare a farsi sbattere, lui si adira e iniziano a litigare. A questo punto lei crolla e comincia a tirare fuori la solita storia da lontano per fargli capire la verità, dicendo che con lui non si sente appagata come il primo giorno, lui non c'è mai etc etc…alla fine confessa il tradimento e lui va a dormire nella camera degli ospiti.

Il giorno seguente al mattino la insulta e se ne vanno al lavoro. Lei pensa che ormai sia tutto finito e comincia a pensare alla separazione. Ma sarebbe troppo bello e comodo se finisse così, come accade in migliaia di coppie ogni giorno nel mondo. La famiglia sembra disgregata, litigano, non si parlano, lei si sente quasi sollevata avendo confessato e da ormai per scontato il divorzio. Poi però intervengono i genitori della troia, che la invitano a pensare ai figli, al discorso economico e ai motivi per cui lei è arrivata a farsi chiavare da un altro.

Si sprecano i pomeriggi a discutere, la madre sa anche del primo tradimento un mese prima del matrimonio, le fa notare il suo comportamento non esattamente edificante anche con espressioni pesanti ed arriva pure a dirle che certe cose si fanno e non si dicono, per il quieto vivere, per i soldi e per i figli. Ottimo esempio di educazione e di insegnamento che si vuol dare ai bimbi, complimenti.

La zoccola inizia a pensare, si accorge improvvisamente che il poveretto in realtà non l'ha mai tradita, mai trattata male, le ha dato una villa e una vita agiata e tutto sommato la chiava adeguatamente senza chiederle mai cose strane….. Intanto però il collega amante si sente disorientato, si è innamorato perdutamente di quella che ai suoi occhi pare al donna perfetta, che lo ha cercato in tutti i modi, e che continua a cercarlo per farsi chiavare senza remore.

La vacca nel frattempo decide di rimanere col cornuto, gli promette eterno amore e fedeltà e si rifiuta per qualche giorno di parlare con il collega, che entra in un nuovo stato di depressione, come nella precedente esperienza. Intanto nella casa del mulino bianco il burattino crede di aver ritrovato una nuova moglie, la ricopre di attenzioni, la perdona e le promette che per i suoi integerrimi principi morali non la tradirà mai e non si vendicherà mai scopandosi un'altra donna.

Lei sente di aver raggiunto il suo scopo, si è vendicata del comportamento asettico ed assente del cornuto per 20 anni, si è fatta perdonare, ed ha ottenuto una marionetta che manovra come vuole. Lui del resto cerca di recuperare l'intesa sessuale, costringendola a chiavate ripetute tutti i giorni per dimostrare che sono attratti e fatti l'uno per l'altra, non rendendosi conto che per lei ormai uno zucchino vale l'altro, come ha sempre sostenuto con le amiche.

La storia non finisce qui ma a questo punto possiamo cominciare a tracciare una prima considerazione: se ti sposi, firmando un contratto civile e prendendo un impegno morale vincolante al rispetto ed alla fedeltà eterna, se tradisci anche una sola volta rompi quel patto per sempre, vieni meno all'accordo e se non ne prendi atto trascorrerai la tua esistenza in un limbo, fatta di falsità e di finte cortesie, pregna di ipocrisie e di comportamenti meccanici che inevitabilmente si trasferiranno nei principi trasmessi alla prole.

Dall'altro lato, del resto, se accetti di sposare una donna che nei comportamenti evidenzia fin da subito tendenze da troia e ti racconta tutti i suoi trascorsi con i maschi prima di te, con una chiara predisposizione alla goduria ed alla costante ricerca del cazzo, con una storia alle spalle di un intervallo mai superiore ai due giorni tra una chiavata e l'altra, non puoi pretendere che ti sia fedele e non ricerchi nuove sensazioni, specie se non la chiavi secondo le sue tempistiche ed i suoi desideri e se deve sempre fermarsi per non farti venire prima.

Passano infatti pochi giorni dalle nuove promesse che la troia cerca di nuovo il collega e se lo scopa con ancora più voglia di prima. Intanto il cornuto aveva minacciato al telefono il povero amante ed aveva iniziato a muovere le sue aderenze per fargliela pagare. Infatti, mentre i due colleghi continuano a scoparsi con profonda soddisfazione, iniziano una serie di disavventure ed episodi negativi che tarperanno per sempre la sua carriera. Il burattino appare sempre più sicuro di sè e felice di aver vinto la guerra per tenersi la vacca, ma non sa o forse finge di non sapere che lei continua imperterrita nelle sue scivolate sull'uccello del collega, o come ama spesso dire ” ogni tanto si fanno un giro insieme”, per i cinque anni successivi.

Agli occhi di un esterno, infatti, parrebbe sin troppo facile dedurre dai comportamenti della vacca un non so che di apatia, anche solo dal modo di comportarsi; lei infatti non gli prende mai l'uccello in mano per farsi chiavare, non lo spompina mai, non lo bacia neppure, apre solo le gambe quando lui la prega di dargliela, ma rimane passiva. Gli accordi infatti sono che lui la tiene in casa ma solo se si comporta da moglie, lasciandosi quindi chiavare senza ritrosia, ma lei ormai non riesce più ad essere pro attiva nel prendere l'iniziativa poiché pensa sempre all'altro pisello.

Ma il cornuto ormai è sicuro della sua fedeltà, tanto da non chiedersi mai il motivo per cui lei in alcuni giorni della settimana si rifiuti di farsi montare, mente in altri no (forse perché nel pomeriggio è già stata sbattuta con violenza per cui ha la fica irritata), non le controlla mai il telefono e la porcona gode di una fiducia totale.
E pensare che basterebbe un semplice controllo via internet presso l'operatore telefonico per acclarare un intenso traffico telefonico dal suo smartphone sempre allo stesso numero chiamato e poi cancellato, sia in settimana che nei week end e pure dai luoghi di villeggiatura.

Il ragazzo viene trasferito più volte, viene posto ai margini dell'azienda, ed entra in una profonda crisi esistenziale, non ha più voglia di vivere, in famiglia si sente disprezzato e deriso, mentre vede che lei è portata su un piedistallo come una santa per aver apparentemente rinunciato alla goduria personale per la famiglia. Unica ancora di salvezza per lui appare scoparsi a nastro quella troia che lo fa sentire importante e desiderato, così continua a chiavarsela senza farsi domande e porsi questioni morali, visto che per prima la vacca non ha pentimenti e continua a fingere di essersi pentita salvo poi saltargli sul cazzo ad ogni occasione utile.

Così inizia a chiederle sempre di più e le chiavate si trasformano in un film porno ogni volta. Lei gode sempre meglio e lui la allarga sempre di più in ogni pertugio. Oltre alla fica lui si dedica anche al buco del culo, per cui ha quasi un'ossessione, tanto che ormai ad ogni scopata lei gode con la minchia conficcata nella gnocca e due dita infilate nel culo che spingono e toccano addirittura la cappella all'interno della fica, mentre con la bocca munge le poppe della vacca che cavalca ed urla ad ogni venuta.

In una delle trombate, il collega, durante la solita leccata di fica che lei chiede prima di essere sbattuta da sotto, si accorge che è talmente bagnata che non riesce a succhiarle tutti gli umori, e vede che continua a produrne e che colano addirittura lungo la vagina per lubrificarle anche il buco del culo. Decide allora di chiederle di lasciarsi inculare, pur sapendo della sua fobia per il cazzo in culo, e lei, ancora molto presa emotivamente e desiderosa di soddisfarlo viste le favolose venute che le dona ogni volta, accetta di provare, confidando nel fatto di avere l'anello sfinterico già abbastanza dilatato dalle sditalinate abituali durante le chiavate nella passera.

Si piazza dunque a pecora sul sedile aggrappandosi al poggiatesta e divaricando al massimo cosce e chiappe per esporre al massimo il buco del culo al suo amico, che la afferra con una mano sul fianco e con l'altra manovra il pistone per cercare di sverginarla nuovamente. Appena lui appoggia la cappella al buco, lei inarca la schiena e lo incita alla penetrazione, allora lui comincia a spingere delicatamente e nota con sorpresa che il buco si dilata subito e lo lascia entrare subito per qualche centimetro.

Forse per l'uccello piccolo, forse per l'eccitazione, la donna non sente dolore e lo incita alla sodomia ripetuta per venirle dentro per la prima volta da quando si conoscono, lui è infoiatissimo e si impegna per incularla a sino in fondo, ma inaspettatamente, per la prima volta, a causa della fortissima eccitazione, si blocca e il cazzo gli viene molle e non riesce a sborrarle nel culo, tanto che per la frustrazione deve chiederle di spompinarglielo per un buon venti minuti.

Lui con una sega si svuoterà nella sua bocca, come di consueto. Il fato, evidentemente, ha deciso che il rapporto anale con lei non sia cosa buona e giusta e da quell'unico tentativo non lo lascerà mai più provare con l'uccello, ma si lascerà solo esplorare il fiorellino con le dita. Il rapporto tra i due colleghi appare ormai consolidato e l'affiatamento è straordinario, e pur lavorando a quaranta km di distanza, ogni singolo minuto ed ogni occasione vengono da lei sfruttati per organizzare con passione una veloce o lunga chiavata in auto o nelle colline della zona di residenza.

Il collega non riesce a capacitarsi del fatto che lei si apparti con sempre più desiderio con lui e sempre più spesso senza, del resto, cercare in alcun modo di lasciare il cornuto per crearsi una vita normale con l'unico uomo, a suo dire, che la faccia sentire veramente appagata e felice. L'amico inizia così a nutrire seri dubbi sui sentimenti di lei nei suoi confronti, si accorge che tutta la vita della vacca poggia le basi sulla menzogna e sulla falsità, e che sopratutto per lei la parola amore e rispetto che tanto spreca a vanvera durante gli accoppiamenti non hanno alcun valore reale, ma vengono utilizzate meccanicamente per dare una parvenza di giustificazione morale ai suoi comportamenti.

Del resto appare ormai evidente che la troia abbia scelto il male minore, anzi il bene migliore per lei con godimento costante doppio annesso. Per capire meglio il concetto possiamo utilizzare questo paragone quanto mai pertinente al caso di specie: pensiamo alle prostitute che esercitano liberamente in casa in quanto provenienti da famiglie disagiate, senza lavoro, con difficoltà economiche, preferiscono di gran lunga farsi chiavare a pagamento , godendo pure a volte anche loro, e guadagnando pure bene, piuttosto che spaccarsi la schiena andando a fare le pulizie nelle case piuttosto che altri lavori pesanti.

Il nostro caso è identico: la troia decide razionalmente di rimanere con il cornuto, pur non essendo appagata sessualmente e affettivamente, ma anche di farsi sbattere adeguatamente dal collega, il tutto per non perdere l'agiatezza e il tenore di vita elevato conquistato, soldi, case ed in ultimo i figli, cose materiali che l'amico non sarebbe in grado di darle, come unico sacrificio quello di farsi chiavare dal burattino a piacimento (da notare sempre con orgasmo della troia e sempre senza fatica alcuna).

Bimba non è comodo cornificare, non prendersi alcuna responsabilità per ciò che è successo, continuare pure negli anni, e godere allo stesso modo con due uccelli? Una persona normale ed onesta non riuscirebbe neppure a guardare negli occhi il marito dopo il tradimento, figuriamoci farsi chiavare pure godendo e ricercando continuamente orgasmi.

La troietta è talmente vacca che è alla costante ricerca di un letto appartato dove lasciarsi inchiavardare senza pericolo di essere vista con il culo di fuori come in auto, tanto che chiede sempre più spesso all'amico di andare in un qualsiasi motel della zona.

Ma, visti i rifiuti, che lui reitera per proteggerla stupidamente, in qualche modo per non far comparire i loro dati personali nei registri di quelle strutture, ne studia un'altra. In una giornata in settimana in cui entrambi sono liberi dal lavoro, lei se lo porta addirittura nell'appartamento dei suoi genitori. Passano un'intera mattinata a scoparsi e leccarsi con orgasmi multipli per lei è penetrazioni violente mai viste per lui. Iniziano subito con un bel 69 con lui sopra e lei sotto, nei lettini uniti della camera degli ospiti, lui le lappa la fica con movimentati rapidi e lenti, prima sulle grandi labbra e sul clitoride, poi fin dentro in profondità per leccarle il lago di piacere che si è formato.

Nel frattempo con una mano la prende per i capelli, le pianta il cazzone duro in gola e glielo spinge fino ad appoggiarle le palle sul naso, divertendosi stupito di cotanta troiaggine nel fantastico pompino, molto apprezzato pure dalla vacca. La mattina trascorre con lei prima impalata sul suo uccello preferito, poi chiavata a pecora con tre profondi orgasmi in sequenza e due sontuose sborrate di lui prima sulle tette e poi in gola alla porca.

Non solo, ma è talmente porca e senza vergogna che si vanta anche col collega che durante le scopate col cornuto, la loro intesa è talmente perfetta che lei contrae la fica al momento giusto, senza parlare, e sborrano insieme, lui nel preservativo e lei sul suo uccello, al solo scopo di deprimere ancor di più l'amico e vincolarlo alla sua fica sempre bagnata.
Ogni occasione è utile per sperimentare nuove posizioni o pratiche più depravate, lei è prodiga di attenzioni e lui si sente finalmente felice anche se senza futuro per la vita.

Anche nei momenti in cui lei è indisposta a causa del mestruo, si sextena in pompini sontuosi senza mai stancarsi di sbocchinargli la cappella, per poi scendere fino alle palle e leccargliele con gusto e competenza, salvo poi confessare che a casa sia una pratica ormai dimenticata da circa undici anni circa.

Ormai il collega ha compreso che la donna di cui si è perdutamente innamorato è una troia fin nel midollo, probabilmente ninfomane, per caratteristiche genetiche sempre portata alla ricerca di forti emozioni che solo un uccello duro e resistente può darle, non vacca per cattiveria ma per natura, tale da essere tanto porca non solo da continuare a farsi chiavare per anni da almeno due uomini contemporaneamente, ma anche da giustificare il tutto come normale e raccontare nei particolari le deludenti scopate col marito all'amico, come per dargli merito di essere il solo a soddisfarla.

Infatti l'amico continua a chiederle se sia innamorata di lui senza mai ottenere risposte incoraggianti, salvo poi raccontare particolari intimi e farsi sbattere in posizioni sempre più eccitanti. Gli incontri in auto sono per lui e per lei sempre ricchi di lunghe penetrazioni seguite da discorsi altrettanto deprimenti per le residue speranze di lui.
Il collega ogni volta sempre più triste, a quel punto si sente di voler piangere, ma è innamorato di una troia, non ha più speranza e voglia di vivere, la bacia e mette in moto per portarla indietro.

Scrivere poche righe però lo aiuta per alcuni minuti al giorno a coprire il velo di tristezza e di abbandono che lo accompagna dal risveglio alle lunghe notti insonni ormai croniche.

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