Coinvolto dal gruppo

“Mi voltai e lo guardai mentre si rivestiva, ero stravolto…” Con Stefano dopo le prime volte cominciò una piacevole routine, quando ne aveva voglia mi telefonava, io mi preparavo sfoggiando tutta una serie di abiti e di biancheria che avevo comprato e lo aspettavo felice, qualche volta si era anche fermato a cena, avevamo fatto sesso prima e dopo ma non si era mai voluto fermare per la notte. Avrei dovuto essere soddisfatto di una relazione quasi stabile, invece ogni tanto sentivo crescere il prurito, che tante sorelline conoscono, di nuove avventure, continuavo ad inserire annunci provocanti su vari siti.

Stefano mi aveva fatto delle foto provocanti che inserivo per attirare l’attenzione, e ogni sera guardavo se qualcuno mi avesse cercata, spesso erano maniaci, altre volte persone indecise, altre ancora solo violenti che volevano scaricare le loro repressioni. Poi un giorno il mio prurito venne calmato in maniera quasi inaspettata ma assai soddisfacente. Essendo completamente depilato non potevo mai andare al mare mi sarei sentito molto in imbarazzo, quindi per l’abbronzatura, che mi piaceva sfoggiare, dovevo adattarmi in altri modi, a volte andavo in un solarium e facevo il lettino integrale, nessuno mi vedeva e la mia privacy era garantita, altre volte andavo invece in un posto che avevo scoperto, un luogo appartato vicino al fiume, era una insenatura formata da dune di sabbia, contornata da fitti cespugli di canne e rovi da tre lati, dal quarto era protetta da un alto argine di sabbia.

Quella sponda era poco frequentata, io ci andavo spesso all’inizio dell’estate, quando nemmeno i peshitori ci si avventuravano, per raggiungerla si doveva seguire un sentiero tortuoso fra i cespugli che quasi nessuno conosceva. Quel sabato, avevo preparato la mia borsa con un grande telo da mare, un libro ed un termos d’acqua oltre tutta una serie di oli e creme solari, sotto la tuta avevo indossato le mutandine di un costume rosa, una sorta di perizoma.

Lasciai l’auto molto lontano, percorsi il sentiero senza incontrare nessuno, arrivato nel piccolo avvallamento stesi il telo al sole, mi spogliai rimanendo con le mutandine, misi la borsa con il termos e gli abiti sotto un cespuglio all’ombra, mi cosparsi il corpo di crema solare e mi sdraiai a leggere e godermi il sole, la quiete era assoluta, ma improvvisamente un ombra oscurò il sole, sollevai lo sguardo dal libro e vidi sulla duna un ragazzo, al primo momento mi parve uno dei soliti peshitori ma notai che non aveva l’attrezzatura, mise una mano davanti agli per difendersi dal sole e potermi guardare meglio, mi coprii con l’asciugamano, rimase fermo per un pezzo, poi si voltò e scomparve, tirai un sospiro di sollievo e mi rimisi a leggere.

Dopo qualche minuto sentii parlottare e dalla siepe sbucarono in cinque, ebbi paura che fossero dei balordi o dei drogati che venivano a farsi in quel luogo deserto ma quando si avvicinarono vidi che erano dei giovani della mia età, indossavano bermuda e magliette e a dir il vero erano dei bei ragazzi, ormai non potevo fare più nulla, nè prendere la tuta dalla borsa che era troppo lontana nè coprirmi con l’asciugamano, sarebbe stato ridicolo.

Quattro rimasero indietro si avvicinò solo quello che mi aveva vista per primo, solo quando fu molto vicino si accorse che non ero una ragazza, mi guardò perplesso poi con sorrisetto sulle labbra mi disse “ Ma che sei una checca?” risposi di no e lui si mise a ridere “Allora che sei ?” “Lasciatemi in pace non sto dando fastidio a nessuno prendo solo il sole” Chiamo altri con un gesto mentre diceva “Ma se ti conci così vuol dire che ti piacciono i maschi e noi siamo arrapati, non ci interessa se sei femmina o maschio”.

Adesso erano tutti e cinque intorno a me e mi sovrastavano, con un gesto lento e studiato quello che aveva parlato che sembrava il più anziano si abbassò i bermuda e tirò fuori il pene ancora moscio e prese a massaggiarselo con un sorriso sulle labbra “ Ti piace questo ? non devi andare a cercarlo lontano qui ne hai cinque con i coglioni pieni solo per te” così dicendo mi fece dondolare il cazzo davanti al viso, lo guardai fra l’intimorito e l’affascinato, pensai che potevo assecondarli senza farli arrabbiare, sollevai la mano e lo accarezzai “Aspetta ho i preservativi nella borsa” “Ma quali preservativi, noi siamo sani, vieni qua facci un pompino” così dicendo mi aveva sbattuto il cazzo ormai duro contro il viso, annusai il suo odore maschio, un misto di sudore e muschio, cercai di allontanarmi mettendomi in ginocchio e coprendomi il viso con le mani, ma andai a sbattere contro gli altri che facevano muro intorno a me, anche loro si erano abbassati i bermuda e cinque grossi cazzi mi puntavano da ogni direzione pensai fra me che non potevo rinunciare a quelle meraviglie piovute dal cielo, mi feci coraggio e presi il primo con la mano, liberai la cappella, la leccai in tondo, poi aprii la bocca e la succhiai dentro, lui spinse con il ventre ma io lo trattenni con la mano continuando a succhiare la cappella, uno degli altri mi prese la mano facendomi lasciare la presa e mi mise il suo cazzo in mano, quello che tenevo in bocca ne approfitto per spingermelo fino in gola, lo sputai fuori tossendo “Piano, piano vi prego lo faccio a tutti ma piano “ mi voltai leggermente ed ecco davanti a me un altro cazzo, lo succhiai, lo lasciai e ripresi il primo, un altro mi spingeva contro la guancia, ne lasciavo uno e ne prendevo un altro, mentre con le mani ne accarezzavo altri due, la saliva mi scivolava lungo il mento, e il silenzio era rotto dai miei risucchi, “ci sa fare la troietta, ti piace?” non risposi perché avevo la bocca piena ma feci capire il mio apprezzamento con un mugulio e passai subito ad un altro cazzone.

La bocca mi faceva male, avevo il corpo lucido di sudore, la faccia scivolosa di saliva, improvvisamente uno di loro venne con un rantolo, sentii lo sperma caldo contro la guancia, uno schizzo poi un altro poi un altro ancora, lasciai quello che tenevo in bocca e presi quello ancora gocciolante di sperma e lo leccai, lo succhiai in bocca godendomi le ultime gocce di sperma. Ma adesso volevo farne venire uno tra le mie labbra, ne presi uno degli altri quattro e lo masturbai violentemente quando lo sentii fremere lo presi in bocca e lo succhia con veemenza, lo sentii gonfiarsi, e poi esplodere violento, lo sperma mi riempì la bocca caldo e viscido.

Nel giro di un minuto tutti e cinque vennero violentemente, il mio volto era una maschera di sperma che mi colava sul mento e di li sul torace, si asciugarono le cappelle contro il mio viso, mentre io li incitavo “Ancora, ancora”. Adesso erano tutti cinque ansanti intorno a me, ma non erano stanchi, quello che era venuto per primo si stava masturbando e il cazzo aveva ripreso la sua rigidità, allontanai gli altri e me lo portai vicino al viso, lui me lo spinse in gola da sopra quasi soffocandomi “Succhia troia, succhia, che brava ciuccia cazzi che sei” lo fecero a turno, poi si stancarono si sistemarono i calzoncini mentre io rimasi ansante sull’asciugamano con il corpo lucido di sperma, fu sempre il capo a parlare “La prossima volta te lo voglio fare nel culo, li vuoi cinque cazzi su per il culo?” il mio sguardo languido gli fece capire che li avrei voluti anche in quel momento, mi fece un cenno, poi disse agli altri di andare, risalirono sulla duna, io mi alzai, stavo ripulendomi con dei fazzolettini di carta, quando sentii di nuovo movimento nelle siepi e sbucò fuori lui “Li ho mandati via, adesso togliti quelle ridicole mutandine e mettiti alla pecorina almeno il mio devi assaggiarlo” non replicai nemmeno, mi sfilai lo slip solo da una gamba mi misi in ginocchio sull’asciugamano, lo sentii dietro a me, in piedi, mi sputò fra le natiche, piazzò il cazzo contro lo sfintere, spinse con violenza, “Ahhhh, mi fai male” non rispose ma con un grugnito continuò a spingere lo sentii entrare meravigliosamente grosso e potente “Siiiii siiii, così è bello !!! dai tutto mettimelo tutto” e con rapidità mi penetrò tenendosi in piedi dietro di me, pompò dentro come un toro a lungo sfilandolo quasi tutto per poi rinfilarlo con forza, dopo molto tempo lo sfilò e sentii gli schizzi di sperma sulle natiche, poi con il cazzo lo sparse sulla pelle.

Mi voltai e lo guardai mentre si rivestiva ero stravolto. Lui fece per andar via poi tornò indietro, ”Adesso quando torni, se vuoi te lo sfondiamo tutti” “ timidamente risposi “ ma come saprete quando vengo qui” “ non ti preoccupare saremo noi a trovarti puttanella” sparì fra i cespugli, mi rialzai, lo sperma mi colava lungo la coscia, ne avevo strisce su tutto il corpo, rimisi la tuta e andai via, mi era rimasto addosso il profumo di sesso, non era mai accaduto cinque insieme, un mare di sperma, con sospiro pensai che avrei potuto averli anche tutti nel culo solo se lo avessi voluto.

Malgrado il desiderio di averli tutti non sono più andato a prendere il sole, mi limito alla lampada, ma mi rimane un gran desiderio. Chissà se un giorno non ci tornerò, speriamo di trovarli tutti e cinque e anche qualcuno di più.

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