28/12/13: Un sabato moscio al cinema. (storia vera

28/12/13: Un sabato moscio al cinema. (storia vera)
Per quasi 20 giorni mi ha perseguitato coi suoi messaggi: “voglio scoparti / voglio scoparti / non ho la macchina / vieni a trovarmi ad Agnano / vediamoci almeno nel cinema a Napoli…”.
Io ci tengo ad accontentare sempre tutti. Secondo me un puttanone come me. se non e' sempre pronto ad accontentare chiunque in qualunque richiesta, anche le piu' laide, perverse, riprovevoli e scomode e' meglio che cambi mestiere.

Di solito al cinema ci vado di domenica perche' si parcheggia meglio, ma quella domenica non potevo e quindi, pur di accontentarlo, decido di fare un sacrificio e di andarci il sabato, giornata che odio perche' c'e troppo caos e non si accocchia niente, solo cretini, tanti cretini in giro e nient'altro.
Gli mando una mail: “Ok ci vediamo sabato all'Agora'” e lui, contentissimo, mi risponde: “Benissimo, ma mettiti delle scarpe facili da togliere, voglio leccarti i piedi mentre ti metto il cazzo in culo”.

Ok, anche se il tempo e' piovoso, metto gli zoccoli a zatterone con le autoreggenti e vado. Ovviamente la richiesta di leccarmi i piedi, che a qualcuno puo' sembrare bizzarra, non mi ha minimamente scomposto altre volte me lo hanno fatto, ed anche io ho leccato tantissimi piedi. Quando battevo a Salerno, anni fa', avevo un cliente che veniva da me ancora con la tuta e… le scarpe da ginnastica. La sua fantasia piu' gustosa era proprio quella di farsi leccare i piedi, ancora sudati e puzzolenti di jogging.

solo dopo che slinguazzando e succhiando in ogni angolino, con la lingua tra le dita, sotto alle dita, sotto alla pianta… quando i piedi erano ben puliti si decideva a farmi ingoiare la sua sborra e andava a casa soddisfatto e con i piedi pulitissimi.
Dopo un traffico pazzesco e piu' di due ore per arrivarci, finalmente entro al cinema.
C'era piu' gente delle altre volte ma tutti mosci, vagavano tra sale e salette trascinandosi lenti come zombi! vado subito allo specchio nei gabinetti per sistemarmi il trucco e togliermi la minigonna.

Resto in maglione e perizzoma: solo un “filo interdentale” tra le pacche e un tringolino di pizzo nero davanti, uno si ferma a guardarmi mentre, col culo da fuori mi sistemo il trucco, gli sorrido malizziosa e calato il perizzoma piscio nell'orinatoio li vicino, lui si gode tutto lo spettacolo mentre continuo a sorridergli ammiccante, ma finito lo scroscio dorato se ne va. Niente da fare! speravo di rimorchiare subito il primo ma… niente!
Vado a sculettare in corridoio, dove c'e' un po' di luce sperando che qualcuno mi fotta al piu' presto ma nemmeno li niente, addirittura non mi palpano neanche il culo , come succede di solito.

Sembrano veramente cadaveri ambulanti!
Sculetto di qua', sculetto di la, passo radente a quelli in piedi sfiorando apposta la patta dei loro pantaloni col mio culo, mi fermo affianco a quelli seduti in sala, un po' piu' avanti, in modo che possano guardarmi il culo, palparmi o infilarmi un dito nel bucetto, come spesso succede e che mi fa molto piacere… ma niente! sembrano tutti morti.
Che il “caro amico”, tanto desideroso di leccari i piedi non si sarebbe fatto vivo l'avevo intuito gia' prima di partire da casa ma speravo almeno di rimediare qualche bella marchetta.

Ormai ho una discreta esperienza, e quello mi e' parso fin dal primo approccio un tipo tutte chiacchiere ed sms, uno che parla, parla, tic -tic – tic sul telefonino ma poi… prontamente si dissolve nell'aria ‘si' come loffa!
Finalmente uno si interessa a me, mi palpa! slurp! vuoi vedere che combiniamo?
No! vorrebbe scopare gratis. Che delusione!
E' un tipo bassotto grassottello, con la faccia da radiotecnico. Gli spiego che a scopare gratis ci sto ma soltanto se lo facciamo in pubblico, in una della sale del cinema, davanti a tutti.

Lui No! vorrebbe farlo in privato nel bagno.
Per invogliarlo mi struscio vicino a lui, gli faccio sentire il mio profumo, gli accarezzo la patta sussurrandogli: “Solo 10 euro, sono una bravissima bucchinara, ti lecco il buco del culo, mi puoi sguarrare (sfondare) l'ano, col cazzo, o anche con la mano se preferisci… solo 10 euro tesoro e ti faccio spassare! Sputami in bocca, dai!” ma niente! lui vorrebbe gratis e in privato.

Lo saluto: “Che peccato tesoro! comunque se cambi idea sono qui pronta, a tua disposizione. ” Riprendo il mio sculettare in sala, in galleria, in corridoio, fin che' non mi siedo stanca nella saletta media, dove tre monitor mandano lo stesso film, diverso da quello della sala grande ma ugulamente banale.
Un viaggio infernale, la spesa di benzina e di cinema per ritrovarmi stanca e scoraggiata seduta in una sala, circondata da zombi.

Comunque non lo do a vedere, noi puttane siamo per definizione “donnine allegre” e mi riposo ancora un po' seduta con le cosce accavallate facendo sguardi invitanti a tutti quelli che passano di li. Sto riposando, ma so che prestissimo dovro' ricominciare a girare tutto il cinema come una trottolina, perche' e' cosi che si lavora nei cinema, non puoi stare ferma ad aspettare il cliente, come faresti per strada, devi girare, girare, farti guardare, strusciarti, farti palpare: devi stimolare in tutti i modi la clientela.

All'improvviso, ben piantato in piedi davanti a me un signore sui 50 o 60 anni, mi guarda accarezzandosi la patta. Io immediatamente mi riprendo, gli offro “le mie grazie” per 10 euro, ma anche lui vorrebbe gratis e in privato.
Che cazzo! Ok! Gli spiego che in tutti i casi io faccio sesso senza limiti perche' sono una scrofona scofanata! ma gratis lo faccio esclusivamente in pubbico, se vuole fottermi in privato deve darmi 10 euro, perche' sono un puttanone, lo faccio per mestiere e voglio i soldi!
Neanche un attimo e mi ritrovo il suo cazzo duro nella mia mano.

Gli sorrido malizziosa e comincio a ciucciare que bel cazzo. Lo assaggio docemente, per capire se si tratta di un cazzo resistente, di quelli che posso strapazzare a mio diletto oppure uno di quei cazzi delicatini, che vanno succhiati piano, piano, dolce, dolce, per non ritrovarsi ad ingoiare lo sperma prima ancora di avero preso tutto in gola.
Per fortuna e' resistente. Ci possiamo divertire! Aumento il ritmo e mi sistemo oscenamente comoda: stravaccata sulla poltroncina, con la cosia sinistra su un bracciolo, tiro fuori dal perizzoma il mio cazzo e me lo meno mentre succhio e pompo sempre piu' forte.

Le guance, concave per la forza del risucchio, abbracciano completamente quel bel cazzone robusto e gustoso, e lo accarezzano, calde, aderenti e scivolose, tutto intorno alla cappella.
Giro lo sguardo intorno e noto con sordido piacere che diverse persone dietro di lui e ai lati osservano con occhi “famelici” ogni colpo, ogni affondata.
Mi stacco, mi abbasso a succhiare le palle, giro vorticosamente con la lingua tra i coglioni e poi su! lungo l'asta, fino alla punta, al buchino da cui esce la gustosissima crema bianca.

Quasi andasse da sola, la lingua veloce e frenetica lo stimola passando la punta lungo tutto il bordo sotto alla cappella, poi con le labbra come in un bacio, e la punta della lingua sporgente, con movimenti ampi e rapidi della testa, gli slinguazzo tutta l'asta dalla punta ai coglioni, poi ancora i coglioni in punta di lingua, e poi tutto il cazzo in bocca! su, giu', su, giu' su, giu' sempre piu' vigorosamente! Mi guardo ancora una volta intorno, gli spettatori sono ancora piu' numerosi, i miei occhi incrociano quelli del “radiotecnico” : e' li ad un metro dalla mia bocca, con la mano sulla patta e gli occhi sbarrati, piu' “affamato” che mai, io continuo a pompare, pompare, pompare e lo fisso maliziosa.

I miei occhi, sorridenti e perversi, gli dicono: “Goditi lo spettacolo tesorino, che dopo “divoro” anche il tuo bel cazzone!” ad un certo punto, con morbosa perversione, noto che la foga delle mie pompate fa sbattere lo schienale delle poltroncine contro il muro con un “tonc”, “tonc”, “tonc”, che attira l'attenzione e richiama ancora piu' pubblico.
E' durissimo, caldo, palpitante, ormai si vede che tra non molto esplodera', mi fermo e chiedo al mio amichetto: “Ti va di sbattermelo un po' in culo? poi se vuoi me lo metti di nuovo in bocca.

Puoi sborrare dove vuoi: culo, bocca, faccia, tutto quello che vuoi!”, lui mi sussurra di no, vuole la mia bocca, dice che sono troppo brava!
La mia risposta e' pronta, immediata e secca come una sciabolata, mi sprofondo tutto il cazzo in gola, fino a schiacciare il mio naso sui suoi peli, e su e giu' e su e giu' fino a che non sento che sta “eruttando” tutto il suo piacere nella mia bocca, affondo fino in fondo e aspetto che tutti i fiutti di sperma invadano in profondita' la mia gola, col naso schiacciato sui peli do piccolissimi colpetti per stimolare anche gli ultimi rivoletti.

Lui mi saluta e in un attimo, rimesso a posto il “birillo” ormai floscio, sparisce tra la gente. Rinfoderando l'uccellino nel perizzoma mi guardo intorno, vorrei invitare qualcun'altro a fottermi, ma sono gia' tutti spaiti: dissolti!
Mi alzo e riprendo a sculettare inutilmente per tutto il cinema. In sala c'e' il “radiotecnico” seduto all'ultima fila, su una poltrona d'angolo, ha gia' il cazzo duro in mano e, con la voce rotta dall'emozione mi fa: “Succhiamelo”.

Poverino, mi fa tenerezza! si vede che si vergogna come un ladro, ma la voglia di sprofondarmi il cazzo in gola gli fa superare ogni pudore. Mi piego a 90 gradi, col culo ben esposto, in effetti spero che qualcuno mi chiavarmi mentre spompino il “radiotecnico”, macche! parecchia gente si affolla dietro di lui a guardare ma nessuno prende l'iniziativa. Anche a lui propongo d'incularmi, e lui vorrebbe, ma mi dice: “No, non si puo', c'e' troppa gente” e io, ancora piu' invogliata da questa risposta, gli faccio: “Che fa? si divertono anche loro!” e senza dargli il tempo di pensare, con mossa rapida ed esperta mi seggo sul suo cazzo sprofondandomelo tutto nel culo.

Zak, zak, zak, stantuffando su e giu' a cosce larghe mentre, uno davanti a noi, e molti dietro, si godono lo spettacolo. Purtroppo il poverino e' davvero timido e gli si ammoscia l'uccello, mi tolgo, mi ripiego a 90 gradi e riprendo a pompare di bocca, ma niente ormai il poveretto e' andato nel pallone e mi dice di lasciar stare. Lo saluto e riprendo il mio vano sculettare.
Dopo un po' reincontro il “radiotecnico” su in galleria, mi dice che secondo lui non battero' chiodo, sono tutti mosci e non vogliono pagare, forse neanche se mi metto alla pecorina su una poltroncina col culo da fuori trovo gente che mi fotte.

Detto fatto! E' un'idea che mi e' sempre frullata nella testa, mi piacerebbe prenderlo in culo da 30 o 40 persone, una dietro l'altra, anche gratis, ma il pensiero che mi ha sempre frenato e': “Se prosciugo gratis i coglioni di tutto il cinema, poi chi mi paga? La prostituzione e' un lavoro che mi piace e che ho scelto, ma devo anche mangiarci, cazzo!”.
Comunque la giornata non potrebbe essere piu' misera di cosi'! Almeno mi faccio un po' conoscere nell'ambiente, gli abitue' del posto si passeranno la voce l'uno con l'altro: “Quella troia si e' messa cosi'… e poi cosi'… io me la sono fata, pure Tizio, pure Caio… Tiene un culo troppo bello! caldo e morbido, pare proprio una pucchiacca!”, “Ma quando viene? chi e'?…”, “Il numero di telefono sta scritto nel gabinetto”… in fondo sarebbe tutta pubblicita'.

Non sto a pensarci piu' di tanto ed eccomi pronta! mi metto affacciata alla balaustra della galleria, perizzoma calato, mi sputo sulle dita e bagno il buco del culo pronta a prenderne quanti piu' posso. Mi piego col culo esposto, lo dondolo a destra e sinistra per farmi notare… dopo alcuni minuti mi ritiro su le mutande e scendo in sala, Deprimente! Nemmeno cosi ho trovato uno che mi fottesse in sala.

Decido di rimettermi la minigonna e andarmene. Che sabato loffio!
Pero' prima voglio far levare lo sfizio al “radiotecnico”, poverino, l'ho strapazzato senza fargli sfogare i suoi “bassi istinti”. Giro un po' per il cinema e quando lo trovo gli faccio: “Se vuoi possiamo andare nel bagno gratis. ” lui feilicissimo mi precede, entriamo nel bagno, giu' le mutande, un po' di bucchino e mi chiede di girarmi alla pecorina, zack! tutto dentro! adesso si che ce l'ha durissimo e mi fotte come si deve.

Non so dove reggermi tanto che spinge, tutto intorno e lurido e anche se sono una laida troia, preferisco non toccare con le mani il pavimento lercio. Se me lo chiedesse un cliente non esiterei un'attimo a leccare il pavimento e anche il bordo lurido della tazza per fargli piacere, ma cosi' solo per reggere i colpi che il “radiotecnico” sta affondando nel mio culo, NO! preferisco sbattere con la testa contro il muro ad ogni colpo.

Finalmente eccolo! sento il suo sperma riempire le mie viscere: glu, glu, glu, glu… non finisce piu'!
Ne aveva di arretrati il giovanotto!.

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